intervento a radiopop 30-12-2011 su dopo le primarie niente,commercianti, banche e altro.
Prima di tutto auguri per il nuovo anno e ce ne sarà proprio bisogno.
Tra sei mesi circa si voterà a Verona per il sindaco e per il consiglio comunale.
Il centro sinistra ha fatto le primarie e ha scelto Bertucco come candidato sindaco da contrapporre a Tosi. Per Bertucco impresa non facile ma non impossibile.
La lega non sta passando un gran bel periodo e non avrà un governo centrale amico pronto a elargire doni elettorali alla città.
Anche se qualcuno, un po' fuori di testa, nei dintorni del centro sinistra le sta dando una mano. A ben vedere non ha fatto un granché Tosi. Ha parlato molto, si è fatto vedere molto ben diretto dal suo responsabile della comunicazione, Bolis.
Non si vede e non si sente invece Bertucco. Dopo le primarie niente salvo una fugace apparizione l'altro ieri in via Mazzini e due righe su “L'Arena”.
Forse pensa che la campagna elettorale duri solo il mese prima del voto?
Spero di no. La campagna elettorale comincia molto prima. E' già cominciata.
E allora avanti fate proposte e fatevi sentire. Soprattutto fate vedere e sentire Bertucco perché, come si sa, il voto dipende molto da cosa dirà e farà il candidato sindaco.
Verona è razzista? Domanda ricorrente in questi giorni.
Le risposte che danno i cittadini intervistati dai giornali e dalla TV sono, quasi sempre: no, Verona non è razzista.
Sarà, però mi dovrebbero spiegare perché questa città ha votato un sindaco condannato per razzismo, ha votato il rappresentate del partito di maggioranza in consiglio comunale, condannato pure lui per razzismo.
Altrimenti si è autorizzati a pensare che i veronesi vanno a votare senza sapere quello che fanno ma è difficile prendere per buona una eventualità come questa.
Secondo quanto deciso dal consiglio comunale su proposta della giunta di destra e con il voto contrario dell'opposizione, Verona nei prossimi anni vedrà una colata di cemento impressionante.
Due milioni di metri cubi per settemila nuovi appartamenti che andranno ad aggiungersi alle migliaia a tutt'oggi invenduti e 725 mila metri quadrati coperti da edifici commerciali.
Su questo argomento avanzo una proposta partendo un po' da lontano.
Le banche hanno tanti soldi. Soldi che non sono piovuti dal cielo come forse qualcuno dell'Opus Dei pensa, ma sono arrivati nelle loro casseforti dalle tasche dei cittadini.
Dopo giri più o meno lunghi e tortuosi ma sempre dalle tasche dei cittadini.
Le banche ricevono i soldi dalla banca centrale europea. 500miliardi di euro pagando solo l'1% di interesse. 116 di questi miliardi sono stati accaparrati dalle banche italiane che li cedono poi ai rispettivi governi o ai cittadini, facendosi dare il 6 o 7% di interesse.
Le banche ci sono anche a Verona. Molto forti e molto ricche.
E a Verona ci sono circa 10 mila appartamenti sfitti e da ristrutturare.
Spendono, hanno speso, le banche veronesi, molti soldi per riqualificare palazzi storici, il palazzo del capitanio, nei prossimi mesi, dicono, cominceranno i lavori a castel san Pietro per un altro museo, mi pare anche ai magazzini generali...
Perché non investono un bel po' di soldi anche e soprattutto per acquistare e ristrutturare gli appartamenti sfitti, per esempio a Veronetta, ma anche altrove, e concordare poi con il Comune come darli, a chi darli e a che prezzo, in vendita o in affitto?
Si eviterebbe così la nuova cementificazione del nostro territorio decisa dalla masnada berlusconiana e leghista che ancora governa Verona.
I commercianti veronesi si lamentano perché i loro incassi nel periodo natalizio sono calati del 30%.
Se le cose andassero bene si potrebbe anche pensare che non è poi un gran male se la gente ha imparato a consumare un po' meno.
Ma le cose non stanno così.
C'è la crisi, pochi soldi in giro, non c'è crescita anzi siamo in recessione e le previsioni non sono rosee e così meno acquisti di cose superflue e anche, purtroppo, di quelle necessarie.
L'euro sta giocando brutti scherzi sia a chi è a reddito fisso, a causa dell'inflazione, sia a chi è nel commercio.
Quando fu introdotto l'euro, a Verona e in Italia, ma non così in Francia e in Germania o in Belgio,
i numeri sui cartellini dei prezzi al Pam, come in via Cappello o in via Nuova, restarono quasi gli stessi solo che avevano cancellato la parola “lire” sostituendola con “euro” cioè i prezzi praticamente raddoppiarono e nessuno intervenne, né governo né prefetti.
Chi aveva il magazzino pieno s'è fatto un po' di soldi in più.
Ora ci stanno rimettendo anche i commercianti.
I salariati ,quelli del lavoro dipendente insomma, ci rimisero allora e ci rimettono anche adesso.
A proposito di crisi e mancata crescita: il fatto che più di duemila aziende italiane, e molte tra queste sono veronesi, si siano trasferite all'estero per pagare meno tasse e salari più bassi, ha forse contribuito alla crescita? E la colpa di tutto è sempre e comunque della FIOM?
Conferenza stampa di Monti. Parlata lenta con molte pause studiate riempite da molti ehm...ehm... parlata definita molto brithis dai cronisti. Tanto inglese che neanche un vero inglese è così.
Per usare il linguaggio dello spettacolo siamo passati dal guitto di prima al caratterista di oggi.
giorgio.bragaja@gmail.com
La trascrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
30 dicembre 2011
23 dicembre 2011
intervento a radiopop 23-12-11 su un convegno, cronache leghiste, manganelli...
In Fiera affollato convegno organizzato da Comunione e Liberazione di Verona.
Il titolo non lo ricordo esattamente ma, più o meno, doveva essere “Come salvare l'Europa”.
Relatore principale il veronese Carlo Pelanda che insegna in un università americana e che spesso firma gli editoriali su “L'Arena”.
Inizia così: “Non ha molto senso litigare sui punti della manovra Monti, il problema è molto più grande”.
Già la premessa fa capire che qui pensionati, precari e simili non sono di casa perché quando si comincia dicendo che il problema è molto più grande i piccoli sono fregati.
E continua:” Le potenze di matrice democratica e cristiana devono fare blocco unico per contenere l'espansione dell'Asia dove il centro non è l'individuo”. Già, mentre da noi come sappiamo l'individuo e i suoi problemi sono al centro dei pensieri della Banca Centrale europea, delle grandi finanziarie e dei governi
Prosegue: “Dell'Asia dobbiamo aver paura, più ancora che dell'Islam ( del quale però, e sottinteso, dobbiamo continuare ad aver una gran paura) devono quindi accordarsi su scala globale l'Europa cattolica, l'Europa protestante, la Russia ortodossa (di Putin!)”.
“Solo così-continua-unendo le forze si potrà mantenere il potere tecnico, finanziario e militare(!) tener testa all'Asia”. Insomma prepariamoci alla terza guerra mondiale.
Un altro relatore, il presidente di Comunione e Liberazione di Verona, ha detto che la colpa di tutto quel che succede al mondo è del '68.
Basaglia il grande medico che ha voluto la chiusura dei manicomi forse ha un pochino esagerato.
Naturalmente no. Però...
Nuova breve puntata delle cronache leghiste.
A conclusione delle indagini, tre giorni fa, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per “aver impiegato denaro, beni o utilità di provenienza illecita” la sindaca leghista di San Stefano di Zimella Alessia Segantini che è anche responsabile locale della Lega, e la madre Marisa.
L'accusa è di riciclaggio per aver utilizzato i soldi incassati da Filiberto Segantini padre della sindaca sotto forma di tangenti quando era funzionario dell'ufficio delle Entrate ad Arzignano. A pagare erano stati gli industriali della concia della valle del Chiampo che così evadevano tasse per milioni di euro.
Secondo i magistrati la sindaca avrebbe utilizzato i soldi, avuti dal padre, per comprarsi due appartamenti e per acquistare una macchina. Macchina e appartamenti che ora sono sotto sequestro.
La sindaca intervistata ha detto:”Non ho nulla da nascondere e sono estranea alla vicenda”. Un po' come l'ex ministro Scajola che si trovò ad avere un appartamento con vista sul Colosseo senza sapere chi lo avesse pagato. Anche lui si dichiarava estraneo alla vicenda. E di dimettersi, la sindaca, non ne parla.
Un po' anche come il suo collega sindaco di Sommacampagna, pure lui leghista, Gianluigi Soardi che dopo la condanna per vari reati non ne voleva sapere di andarsene ed è dovuto intervenire il prefetto per sloggiarlo dal Comune.
A Verona pure il vice presidente della Provincia, il leghista e tosiano di ferro, Fabio Venturi. è stato rinviato a giudizio l'altro giorno perché, saputo dagli uffici che era in programma una ispezione di controllo su alcuni bar non in regola, si era premurato di avvertire per tempo il proprietario di uno di questi bar suo amico.
A Roma la magistratura chiede l'arresto del deputato berlusconiano Cosentino per i suoi rapporti con la delinquenza camorrista e la Lega, assieme ai deputati di Berlusconi, dice no e lo salva.
Ora brevemente sulla aggressione in via “4 novembre”.
Come si sa tre ragazzi, due di questi minorenni, aggrediscono, picchiano e insultano con “sporco negro di merda”, un tredicenne dello Sry Lanka.
“L'Arena” ne scrive con quattro giorni di ritardo. Aspetta che si calmino le acque.
In televisione un esagitato ufficiale dei carabinieri, il colonnello Paolo Edera, sproloquia: “Non è razzismo, è solo una stupidaggine di ragazzini, ripeto non è razzismo” smentito poche ore dopo dai magistrati che parlano di episodio razzista.
I genitori dei tre, come c'era da aspettarsi, negano ogni propensione xenofoba nei loro figli.
Però, se è vero quello che riporta la stampa e cioè che durante la perquisizione della stanza di uno degli aggressori è stata trovata una bandiera nazista, un opuscolo sulla X Mas, il reparto distintosi nella più feroce repressione antipartigiana, adesivi di Lotta studentesca, movimento giovanile di Forza Nuova, associazione di estrema destra, e non meglio definiti “oggetti appuntiti” se è vero tutto ciò i genitori, se non sono deficienti o consenzienti, qualche domanda dovrebbero porsela.
E il colonnello comandante dei carabinieri dovrebbe imporsi il fioretto di riflettere un po' prima di parlare perché se è comprensibile che Andrea Miglioranzi, capogruppo della lista Tosi in Consiglio Comunale e fino a poco tempo fa dirigente di Forza Nuova, si rifiuti di votare, solo lui, un ordine del giorno che deprecava l'episodio di violenza, da un responsabile dell'ordine pubblico si ha il diritto di pretendere, su questioni cosi delicate, compostezza, riflessione e, se non è chiedere troppo, un po' di intelligenza.
Per finire una domanda ai colleghi giornalisti della carta stampata e della TV: del ragazzino tredicenne vittima dell'aggressione si sa tutto, avete scritto e detto tutto, dove abita, che scuola frequenta e altro. Niente privacy
Degli aggressori solo il nome del maggiorenne . Degli altri, di diciassette anni, niente.
Del tredicenne tutto, perfettamente rintracciabile.
Siete sicuri di aver fatto un buon lavoro?
giorgio.bragaja@gmail.com
La trascrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolareVerona
In Fiera affollato convegno organizzato da Comunione e Liberazione di Verona.
Il titolo non lo ricordo esattamente ma, più o meno, doveva essere “Come salvare l'Europa”.
Relatore principale il veronese Carlo Pelanda che insegna in un università americana e che spesso firma gli editoriali su “L'Arena”.
Inizia così: “Non ha molto senso litigare sui punti della manovra Monti, il problema è molto più grande”.
Già la premessa fa capire che qui pensionati, precari e simili non sono di casa perché quando si comincia dicendo che il problema è molto più grande i piccoli sono fregati.
E continua:” Le potenze di matrice democratica e cristiana devono fare blocco unico per contenere l'espansione dell'Asia dove il centro non è l'individuo”. Già, mentre da noi come sappiamo l'individuo e i suoi problemi sono al centro dei pensieri della Banca Centrale europea, delle grandi finanziarie e dei governi
Prosegue: “Dell'Asia dobbiamo aver paura, più ancora che dell'Islam ( del quale però, e sottinteso, dobbiamo continuare ad aver una gran paura) devono quindi accordarsi su scala globale l'Europa cattolica, l'Europa protestante, la Russia ortodossa (di Putin!)”.
“Solo così-continua-unendo le forze si potrà mantenere il potere tecnico, finanziario e militare(!) tener testa all'Asia”. Insomma prepariamoci alla terza guerra mondiale.
Un altro relatore, il presidente di Comunione e Liberazione di Verona, ha detto che la colpa di tutto quel che succede al mondo è del '68.
Basaglia il grande medico che ha voluto la chiusura dei manicomi forse ha un pochino esagerato.
Naturalmente no. Però...
Nuova breve puntata delle cronache leghiste.
A conclusione delle indagini, tre giorni fa, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per “aver impiegato denaro, beni o utilità di provenienza illecita” la sindaca leghista di San Stefano di Zimella Alessia Segantini che è anche responsabile locale della Lega, e la madre Marisa.
L'accusa è di riciclaggio per aver utilizzato i soldi incassati da Filiberto Segantini padre della sindaca sotto forma di tangenti quando era funzionario dell'ufficio delle Entrate ad Arzignano. A pagare erano stati gli industriali della concia della valle del Chiampo che così evadevano tasse per milioni di euro.
Secondo i magistrati la sindaca avrebbe utilizzato i soldi, avuti dal padre, per comprarsi due appartamenti e per acquistare una macchina. Macchina e appartamenti che ora sono sotto sequestro.
La sindaca intervistata ha detto:”Non ho nulla da nascondere e sono estranea alla vicenda”. Un po' come l'ex ministro Scajola che si trovò ad avere un appartamento con vista sul Colosseo senza sapere chi lo avesse pagato. Anche lui si dichiarava estraneo alla vicenda. E di dimettersi, la sindaca, non ne parla.
Un po' anche come il suo collega sindaco di Sommacampagna, pure lui leghista, Gianluigi Soardi che dopo la condanna per vari reati non ne voleva sapere di andarsene ed è dovuto intervenire il prefetto per sloggiarlo dal Comune.
A Verona pure il vice presidente della Provincia, il leghista e tosiano di ferro, Fabio Venturi. è stato rinviato a giudizio l'altro giorno perché, saputo dagli uffici che era in programma una ispezione di controllo su alcuni bar non in regola, si era premurato di avvertire per tempo il proprietario di uno di questi bar suo amico.
A Roma la magistratura chiede l'arresto del deputato berlusconiano Cosentino per i suoi rapporti con la delinquenza camorrista e la Lega, assieme ai deputati di Berlusconi, dice no e lo salva.
Ora brevemente sulla aggressione in via “4 novembre”.
Come si sa tre ragazzi, due di questi minorenni, aggrediscono, picchiano e insultano con “sporco negro di merda”, un tredicenne dello Sry Lanka.
“L'Arena” ne scrive con quattro giorni di ritardo. Aspetta che si calmino le acque.
In televisione un esagitato ufficiale dei carabinieri, il colonnello Paolo Edera, sproloquia: “Non è razzismo, è solo una stupidaggine di ragazzini, ripeto non è razzismo” smentito poche ore dopo dai magistrati che parlano di episodio razzista.
I genitori dei tre, come c'era da aspettarsi, negano ogni propensione xenofoba nei loro figli.
Però, se è vero quello che riporta la stampa e cioè che durante la perquisizione della stanza di uno degli aggressori è stata trovata una bandiera nazista, un opuscolo sulla X Mas, il reparto distintosi nella più feroce repressione antipartigiana, adesivi di Lotta studentesca, movimento giovanile di Forza Nuova, associazione di estrema destra, e non meglio definiti “oggetti appuntiti” se è vero tutto ciò i genitori, se non sono deficienti o consenzienti, qualche domanda dovrebbero porsela.
E il colonnello comandante dei carabinieri dovrebbe imporsi il fioretto di riflettere un po' prima di parlare perché se è comprensibile che Andrea Miglioranzi, capogruppo della lista Tosi in Consiglio Comunale e fino a poco tempo fa dirigente di Forza Nuova, si rifiuti di votare, solo lui, un ordine del giorno che deprecava l'episodio di violenza, da un responsabile dell'ordine pubblico si ha il diritto di pretendere, su questioni cosi delicate, compostezza, riflessione e, se non è chiedere troppo, un po' di intelligenza.
Per finire una domanda ai colleghi giornalisti della carta stampata e della TV: del ragazzino tredicenne vittima dell'aggressione si sa tutto, avete scritto e detto tutto, dove abita, che scuola frequenta e altro. Niente privacy
Degli aggressori solo il nome del maggiorenne . Degli altri, di diciassette anni, niente.
Del tredicenne tutto, perfettamente rintracciabile.
Siete sicuri di aver fatto un buon lavoro?
giorgio.bragaja@gmail.com
La trascrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolareVerona
16 dicembre 2011
Intervento a radiopop-16-12-11 iniquo, quella del Vajont, quelli di Pound, ca' del Bue
Iniquo. E' il vocabolo più scritto, più detto in questi giorni.
Ogni pagina di giornale ne è piena, ogni telegiornale ne è pieno, tiene banco in ogni dibattito televisivo .
Usato soprattutto dai sindacati, tutti, per accusare, per condannare le scelte della manovra del governo definita, appunto, iniqua. Usato da Confindustria e Governo per negare le accuse di iniquità.
I vocabolari della lingua italiana danno questa definizione di iniquo: “volto deliberatamente al male con volontà cosciente di sopraffazione e di ingiustizia”.
E se è giusta la definizione di “iniqua” riferita alla manovra del governo Monti-Marchionne, governo probabilmente integerrimo ma sicuramente reazionario, la risposta dei tre sindacati di nuovo uniti, tre ore di sciopero generale, è stata adeguata?
O è stata una risposta ritenuta doverosa ma timida e del tutto inefficace?
Così tanto per non fare del tutto brutta figura?
A Firenze un neo nazista, abituale frequentatore dell'associazione Casa Pound, ha ammazzato due ambulanti senegalesi e ne ha ferito altri tre.
“L'Arena” il giorno dopo scrive della vicenda riferendosi a Casa Pound come un qualsiasi centro sociale di destra senza un cenno ai contenuto ideologico e politico di questo “indistinto” centro sociale, poi, però, siccome tutti i giornali nazionali (o quasi tutti ) dicono come stanno le cose e cioè che Casa Pound è un ricettacolo di idee e simboli del cosiddetto fascismo del terzo millennio, si adegua ma molto timidamente perché Casa Pound a Verona ha sostenuto, e sostiene, il centro destra che amministra la città.
Inoltre l'assessore regionale alla cultura, la signora Donazzan, quella che, quando c'è una manifestazione di omosessuali, espone davanti all'ingresso di casa sua una cassetta di finocchi, è una assidua frequentatrice di Casa Pound Verona.
Si adegua timidamente, “L'Arena”, ma abbastanza. Tanto da pubblicare una foto di un paio di anni fa nella quale si vede Maurizio Boccacci, il veronese capo della estrema destra arrestato ieri a Roma con le accuse di associazione a delinquere finalizzata all'apologia del fascismo, alla diffusione dell'odio razziale ed etnico, accolto affettuosamente a Verona da Andrea Miglioranzi l'attuale capogruppo della lista Tosi in Consiglio Comunale.
L'occasione era quella di un raduno pseudo culturale in una località periferica. Per aiutare i convenuti a raggiungere quella località avevano installato una segnaletica stradale provvisoria con la scritta “Camelot 88”.
“88” perché la numero 8 nell'alfabeto italiano è la lettera H e 88 sta per HH e HH sta per Heil Hitler.
Del resto lo stesso Miglioranzi riferendosi alla stima che hanno per lui in Comune, dichiara:” Sanno che siamo alleati seri con una nostra identità, sanno che siamo camerati e fascisti e lo apprezzano”.
Più chiari di così.
Bossi almeno una giusta l'ha detta e cioè quando ha definito Tosi uno stronzo perché a Verona ha fatto entrare i fascisti nella Lega.
Cambiamo argomento.
La casa editrice veronese CR ha pubblicato un libro sul Vajont ma non è la storia della tragedia che provocò migliaia di vittime, è la storia della giornalista che, snobbata da tutti, denunciò per anni il pericolo incombente e, per questo, fu portata in tribunale per diffusione di notizie false e tendenziose dalla SADE la potente Società Adriatica Di Elettricità.
Si intitola “Quella del Vajont: una donna contro”. L'autrice è Adriana Lotto. Quella del Vajont è Tina Merlin la giornalista de”L'Unità” che, nata in quelle montagne, a contatto con la gente del posto aveva capito quello che stava succedendo ne scrisse e, inutilmente, cercò qualcuno che le desse ascolto per evitare la tragedia.
Scrisse che il monte Toc, quello che smottando all'interno dell'invaso della diga avrebbe provocato l'esondazione, si chiamava in realtà patoc, patocco che per la gente del posto. e anche per noi, significa marcio.
A Verona nella nostra Università c'è una facoltà di Scienze della informazione.
Se non l'hanno già fatto dovrebbero indicare questo libro come testo indispensabile alla formazione dei futuri informatori, dei futuri giornalisti.
Ca' del Bue. Ottomila firme di ottomila cittadini contro l'inceneritore portate in Consiglio Regionale.
Non serve, è fuori tempo, è uno spreco, è dannoso per la salute. Fermatelo.
Un paio di giorni fa un tale mi ha fermato per strada e un po' arrabbiato mi ha detto “Perché ce l'ha con Ca' del Bue e poi quella bugia sull'impianto che sarebbe stato innalzato di cinque metri dopo la sua denuncia che l'impianto era stato costruito in un area esposta a possibili esondazioni!”
Era un po' arrabbiato ma educato e io gli risposto altrettanto educatamente che, se non mi credeva, non doveva far altro che riflettere sul perché i camion che si vedono arrivare all'impianto devono fare un tratto in salita e ove questa considerazione da sola non lo convincesse andasse in Agsm e si facesse vedere i primi progetti e quelli definitivi e li confrontasse.
Il progetto per Ca' del Bue era sbagliato fin dall'inizio, non si doveva neppure cominciare.
Non buttate altri soldi, fermatevi.
Da domenica 18 fino all'otto gennaio alla libreria “pagina 12” di corte Sgarzarie mostra e vendita di opere offerte da artisti veronesi in sostegno di radio popolare.
giorgio.bragaja@gmail.com
La trascrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot,com
e su: radio popolare Verona
.
Iniquo. E' il vocabolo più scritto, più detto in questi giorni.
Ogni pagina di giornale ne è piena, ogni telegiornale ne è pieno, tiene banco in ogni dibattito televisivo .
Usato soprattutto dai sindacati, tutti, per accusare, per condannare le scelte della manovra del governo definita, appunto, iniqua. Usato da Confindustria e Governo per negare le accuse di iniquità.
I vocabolari della lingua italiana danno questa definizione di iniquo: “volto deliberatamente al male con volontà cosciente di sopraffazione e di ingiustizia”.
E se è giusta la definizione di “iniqua” riferita alla manovra del governo Monti-Marchionne, governo probabilmente integerrimo ma sicuramente reazionario, la risposta dei tre sindacati di nuovo uniti, tre ore di sciopero generale, è stata adeguata?
O è stata una risposta ritenuta doverosa ma timida e del tutto inefficace?
Così tanto per non fare del tutto brutta figura?
A Firenze un neo nazista, abituale frequentatore dell'associazione Casa Pound, ha ammazzato due ambulanti senegalesi e ne ha ferito altri tre.
“L'Arena” il giorno dopo scrive della vicenda riferendosi a Casa Pound come un qualsiasi centro sociale di destra senza un cenno ai contenuto ideologico e politico di questo “indistinto” centro sociale, poi, però, siccome tutti i giornali nazionali (o quasi tutti ) dicono come stanno le cose e cioè che Casa Pound è un ricettacolo di idee e simboli del cosiddetto fascismo del terzo millennio, si adegua ma molto timidamente perché Casa Pound a Verona ha sostenuto, e sostiene, il centro destra che amministra la città.
Inoltre l'assessore regionale alla cultura, la signora Donazzan, quella che, quando c'è una manifestazione di omosessuali, espone davanti all'ingresso di casa sua una cassetta di finocchi, è una assidua frequentatrice di Casa Pound Verona.
Si adegua timidamente, “L'Arena”, ma abbastanza. Tanto da pubblicare una foto di un paio di anni fa nella quale si vede Maurizio Boccacci, il veronese capo della estrema destra arrestato ieri a Roma con le accuse di associazione a delinquere finalizzata all'apologia del fascismo, alla diffusione dell'odio razziale ed etnico, accolto affettuosamente a Verona da Andrea Miglioranzi l'attuale capogruppo della lista Tosi in Consiglio Comunale.
L'occasione era quella di un raduno pseudo culturale in una località periferica. Per aiutare i convenuti a raggiungere quella località avevano installato una segnaletica stradale provvisoria con la scritta “Camelot 88”.
“88” perché la numero 8 nell'alfabeto italiano è la lettera H e 88 sta per HH e HH sta per Heil Hitler.
Del resto lo stesso Miglioranzi riferendosi alla stima che hanno per lui in Comune, dichiara:” Sanno che siamo alleati seri con una nostra identità, sanno che siamo camerati e fascisti e lo apprezzano”.
Più chiari di così.
Bossi almeno una giusta l'ha detta e cioè quando ha definito Tosi uno stronzo perché a Verona ha fatto entrare i fascisti nella Lega.
Cambiamo argomento.
La casa editrice veronese CR ha pubblicato un libro sul Vajont ma non è la storia della tragedia che provocò migliaia di vittime, è la storia della giornalista che, snobbata da tutti, denunciò per anni il pericolo incombente e, per questo, fu portata in tribunale per diffusione di notizie false e tendenziose dalla SADE la potente Società Adriatica Di Elettricità.
Si intitola “Quella del Vajont: una donna contro”. L'autrice è Adriana Lotto. Quella del Vajont è Tina Merlin la giornalista de”L'Unità” che, nata in quelle montagne, a contatto con la gente del posto aveva capito quello che stava succedendo ne scrisse e, inutilmente, cercò qualcuno che le desse ascolto per evitare la tragedia.
Scrisse che il monte Toc, quello che smottando all'interno dell'invaso della diga avrebbe provocato l'esondazione, si chiamava in realtà patoc, patocco che per la gente del posto. e anche per noi, significa marcio.
A Verona nella nostra Università c'è una facoltà di Scienze della informazione.
Se non l'hanno già fatto dovrebbero indicare questo libro come testo indispensabile alla formazione dei futuri informatori, dei futuri giornalisti.
Ca' del Bue. Ottomila firme di ottomila cittadini contro l'inceneritore portate in Consiglio Regionale.
Non serve, è fuori tempo, è uno spreco, è dannoso per la salute. Fermatelo.
Un paio di giorni fa un tale mi ha fermato per strada e un po' arrabbiato mi ha detto “Perché ce l'ha con Ca' del Bue e poi quella bugia sull'impianto che sarebbe stato innalzato di cinque metri dopo la sua denuncia che l'impianto era stato costruito in un area esposta a possibili esondazioni!”
Era un po' arrabbiato ma educato e io gli risposto altrettanto educatamente che, se non mi credeva, non doveva far altro che riflettere sul perché i camion che si vedono arrivare all'impianto devono fare un tratto in salita e ove questa considerazione da sola non lo convincesse andasse in Agsm e si facesse vedere i primi progetti e quelli definitivi e li confrontasse.
Il progetto per Ca' del Bue era sbagliato fin dall'inizio, non si doveva neppure cominciare.
Non buttate altri soldi, fermatevi.
Da domenica 18 fino all'otto gennaio alla libreria “pagina 12” di corte Sgarzarie mostra e vendita di opere offerte da artisti veronesi in sostegno di radio popolare.
giorgio.bragaja@gmail.com
La trascrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot,com
e su: radio popolare Verona
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02 dicembre 2011
Intervento a radiopop 2-12-11 su Diario leghista, aeroporto, Alfano, primarie...
Cronache leghiste. L'altra sera a Sommacampagna, importate comune a pochi chilometri da Verona, tempesta in consiglio comunale. Il motivo? La minoranza vuole che il sindaco si dimetta. E perché mai?
Perché il sindaco è tale Gianluigi Soardi quello che quando era anche presidente della Azienda Trasporti, ATV, si intascava soldi che non avrebbe potuto intascare, che usava i mezzi della azienda che presiedeva per scarozzare sé stesso e la famiglia in villeggiatura, che usava gli autisti della azienda pubblica che presiedeva per accompagnare la figlia all'università.
Per questo e per altri reati s'è dovuto dimettere dalla carica di presidente della Azienda trasporti ed è stato condannato in prima istanza a tre anni e due mesi.
Pensate che, tra l'altro, da un suo amico, gestore di un bar in piazza Erbe, si faceva consegnare pacchetti di scontrini per consumazioni non ritirati dai clienti e poi questi pacchetti, ben stretti con un elastico, li consegnava in Azienda per avere il rimborso spese per cappuccini e brioches consumati da altri.
Ripeto si è dimesso da presidente dell'Azienda Trasporti ma non vuole dimettersi da sindaco come giustamente chiedono i cittadini di Sommacampagna e, naturalmente, ha la piena solidarietà del sindaco di Verona Tosi ed è partito per un mese di ferie questa volta con la sua macchina.
Piena solidarietà anche al sindaco leghista di Oppeano. Solidarietà non espressa pubblicamente questa volta perché questo sindaco fa parte del cosiddetto “cerchio magico”, bossiano mentre Tosi è maroniano.
Il sindaco di Oppeano si chiama Alessandro Montagnoli che è anche deputato e per chi ogni tanto segue i dibattiti parlamentari in televisione è quello con la faccia un po' da uovo sodo in seconda o terza fila con grande fazzoletto verde che esce dal taschino e relativa cravatta ancora più verde, che non ha mai fatto niente, né una proposta di legge né un intervento su argomenti di rilievo ma però si sbraccia e urla sempre. Impossibile non notarlo.
Un anno fa circa questo sindaco aveva deciso l'estromissione dal consiglio comunale di Oppeano di sei consiglieri che non erano d'accordo con la sua politica.
Cioè aveva deciso che non potevano più stare in consiglio e li aveva sostituiti con altri sei cittadini che non erano stati eletti.
Una cosa da baracconi, da circo con tutto il rispetto per il circo nel quale però i pagliacci fanno ridere per onesto mestiere.
E tale la devono aver ritenuta anche i giudici perché per ben due volte con due sentenze, l'ultima è dell'altro giorno, hanno deciso che il sindaco leghista di Oppeano era fuori di testa e che i sei consiglieri dovevano essere reintegrati nella loro carica. E così è stato e adesso tutte le delibere votate dal consiglio in loro assenza saranno invalidate.
Per oggi le cronache leghiste finiscono qui.
Qualche sera fa durante uno dei soliti confronti televisivi l'ex ministro della giustizia Angelino Alfano è subito partito all 'attacco accusando di imbecillità quanti affermavano che via Berlusconi tutto sarebbe andato meglio, conti pubblici, situazione economica e la nostra credibilità in Europa sarebbe risalita a livelli accettabili.
I presenti, esponenti del PD, dell' Udc e di altri partiti rappresentati in Parlamento(la sinistra in Parlamento non c'è più) ammutoliti, quasi impauriti hanno balbettato giustificazioni incomprensibili.
Nessuno che abbia avuto la prontezza di replicare al prestanome di Berlusconi: “ ...caro Angelino forse noi siamo stati troppo ottimisti ma considera il fatto che, si, è vero, Berlusconi non c'è più ma ci siete ancora tutti voi in maggioranza in Parlamento e l'Europa ricorda bene che siete gli stessi, tu compreso Angelino, che avete detto di credere che il vostro capo era veramente convinto che Ruby fosse la nipotina di Mubarak ragion per cui l'Europa non è ancora sicura che qui la storia sia cambiata perché voi siete sempre li anche se Monti fa di tutto per far credere che le cose stiano cambiando”.
Nessuno ha saputo dire queste semplici verità. D'altra parte adesso Alfano, Bersani, Casini sono tutti nella stessa maggioranza e per chi prima era all'opposizione deve essere una sensazione tra l'euforico e l'ottundimento, un po' come un effetto oppio (Marx non c'entra).
Torniamo a Verona.
Un anno fa i carabinieri dei Nas, i nuclei antisofisticazioni, scoprirono che in uno stabilimento di Vigasio specializzato per la conservazione di sostanze alimentari c' erano dieci milioni di uova destinate alla commercializzazione per gran parte putrefatte e tenute in ambiente igienicamente non adatto tra topi e sporcizia.
Da radio popolare avanzai una richiesta: e cioè che era diritto dei cittadini sapere la fine che abitualmente facevano le uova conservate in quel stabilimento cioè se, per caso, finissero impastate sulle nostre tavole.
Allora non ci fu risposta.
Ieri l'iter giudiziario si è concluso e la proprietaria dello stabilimento finirà per cavarsela con una oblazione di 40 mila euro.
Però ora si sa per certo, l'ha detto il giudice, che quelle uova erano destinate alla produzione di dolci natalizi.
Rinnovo la richiesta.
Per piacere, in questi giorni nei quali le nostre belle piazze sono imbarbarite da enormi alberi di natale di plastica pagati dalle più note ditte produttrici di quel tipo di dolci, pandori e panettoni, potete dirci quali sono le ditte che si rifornivano in quel tal stabilimento?
Così, tanto per sapere cosa mangiamo.
E' chiedere troppo?
Il sindaco, per legge, è responsabile della salute dei cittadini.
Ha qualcosa da dire?
giorgio.bragaja@gmail.com
La trascrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
Cronache leghiste. L'altra sera a Sommacampagna, importate comune a pochi chilometri da Verona, tempesta in consiglio comunale. Il motivo? La minoranza vuole che il sindaco si dimetta. E perché mai?
Perché il sindaco è tale Gianluigi Soardi quello che quando era anche presidente della Azienda Trasporti, ATV, si intascava soldi che non avrebbe potuto intascare, che usava i mezzi della azienda che presiedeva per scarozzare sé stesso e la famiglia in villeggiatura, che usava gli autisti della azienda pubblica che presiedeva per accompagnare la figlia all'università.
Per questo e per altri reati s'è dovuto dimettere dalla carica di presidente della Azienda trasporti ed è stato condannato in prima istanza a tre anni e due mesi.
Pensate che, tra l'altro, da un suo amico, gestore di un bar in piazza Erbe, si faceva consegnare pacchetti di scontrini per consumazioni non ritirati dai clienti e poi questi pacchetti, ben stretti con un elastico, li consegnava in Azienda per avere il rimborso spese per cappuccini e brioches consumati da altri.
Ripeto si è dimesso da presidente dell'Azienda Trasporti ma non vuole dimettersi da sindaco come giustamente chiedono i cittadini di Sommacampagna e, naturalmente, ha la piena solidarietà del sindaco di Verona Tosi ed è partito per un mese di ferie questa volta con la sua macchina.
Piena solidarietà anche al sindaco leghista di Oppeano. Solidarietà non espressa pubblicamente questa volta perché questo sindaco fa parte del cosiddetto “cerchio magico”, bossiano mentre Tosi è maroniano.
Il sindaco di Oppeano si chiama Alessandro Montagnoli che è anche deputato e per chi ogni tanto segue i dibattiti parlamentari in televisione è quello con la faccia un po' da uovo sodo in seconda o terza fila con grande fazzoletto verde che esce dal taschino e relativa cravatta ancora più verde, che non ha mai fatto niente, né una proposta di legge né un intervento su argomenti di rilievo ma però si sbraccia e urla sempre. Impossibile non notarlo.
Un anno fa circa questo sindaco aveva deciso l'estromissione dal consiglio comunale di Oppeano di sei consiglieri che non erano d'accordo con la sua politica.
Cioè aveva deciso che non potevano più stare in consiglio e li aveva sostituiti con altri sei cittadini che non erano stati eletti.
Una cosa da baracconi, da circo con tutto il rispetto per il circo nel quale però i pagliacci fanno ridere per onesto mestiere.
E tale la devono aver ritenuta anche i giudici perché per ben due volte con due sentenze, l'ultima è dell'altro giorno, hanno deciso che il sindaco leghista di Oppeano era fuori di testa e che i sei consiglieri dovevano essere reintegrati nella loro carica. E così è stato e adesso tutte le delibere votate dal consiglio in loro assenza saranno invalidate.
Per oggi le cronache leghiste finiscono qui.
Qualche sera fa durante uno dei soliti confronti televisivi l'ex ministro della giustizia Angelino Alfano è subito partito all 'attacco accusando di imbecillità quanti affermavano che via Berlusconi tutto sarebbe andato meglio, conti pubblici, situazione economica e la nostra credibilità in Europa sarebbe risalita a livelli accettabili.
I presenti, esponenti del PD, dell' Udc e di altri partiti rappresentati in Parlamento(la sinistra in Parlamento non c'è più) ammutoliti, quasi impauriti hanno balbettato giustificazioni incomprensibili.
Nessuno che abbia avuto la prontezza di replicare al prestanome di Berlusconi: “ ...caro Angelino forse noi siamo stati troppo ottimisti ma considera il fatto che, si, è vero, Berlusconi non c'è più ma ci siete ancora tutti voi in maggioranza in Parlamento e l'Europa ricorda bene che siete gli stessi, tu compreso Angelino, che avete detto di credere che il vostro capo era veramente convinto che Ruby fosse la nipotina di Mubarak ragion per cui l'Europa non è ancora sicura che qui la storia sia cambiata perché voi siete sempre li anche se Monti fa di tutto per far credere che le cose stiano cambiando”.
Nessuno ha saputo dire queste semplici verità. D'altra parte adesso Alfano, Bersani, Casini sono tutti nella stessa maggioranza e per chi prima era all'opposizione deve essere una sensazione tra l'euforico e l'ottundimento, un po' come un effetto oppio (Marx non c'entra).
Torniamo a Verona.
Un anno fa i carabinieri dei Nas, i nuclei antisofisticazioni, scoprirono che in uno stabilimento di Vigasio specializzato per la conservazione di sostanze alimentari c' erano dieci milioni di uova destinate alla commercializzazione per gran parte putrefatte e tenute in ambiente igienicamente non adatto tra topi e sporcizia.
Da radio popolare avanzai una richiesta: e cioè che era diritto dei cittadini sapere la fine che abitualmente facevano le uova conservate in quel stabilimento cioè se, per caso, finissero impastate sulle nostre tavole.
Allora non ci fu risposta.
Ieri l'iter giudiziario si è concluso e la proprietaria dello stabilimento finirà per cavarsela con una oblazione di 40 mila euro.
Però ora si sa per certo, l'ha detto il giudice, che quelle uova erano destinate alla produzione di dolci natalizi.
Rinnovo la richiesta.
Per piacere, in questi giorni nei quali le nostre belle piazze sono imbarbarite da enormi alberi di natale di plastica pagati dalle più note ditte produttrici di quel tipo di dolci, pandori e panettoni, potete dirci quali sono le ditte che si rifornivano in quel tal stabilimento?
Così, tanto per sapere cosa mangiamo.
E' chiedere troppo?
Il sindaco, per legge, è responsabile della salute dei cittadini.
Ha qualcosa da dire?
giorgio.bragaja@gmail.com
La trascrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
25 novembre 2011
intervento a radiopop 25-11-2011 su una mostra, il trio e Tosi, aeroporto, Monti e altro
Domani sabato al palazzo della Gran Guardia si aprirà la mostra sul settecento italiano (e veronese).Pare che sia una bella mostra.
Quando i visitatori usciranno dal palazzo e scenderanno i gradini per accedere alla piazza, con ancora negli occhi le bellezze del Cignaroli e del Tiepolo, si troveranno di fronte il monumento alla pace, il Muro, piazzato sui bordi dei giardini pochi giorni fa per iniziativa dell'assessore Polato, AN, e della giunta del leghistaTosi e acconsentito dalla sovrintendente.
Tre metri per tre di orrenda bruttezza.
Dal Tiepolo a Polato e Tosi. Come dire “L'eccezionalità del lascito e la miseria del restituito”.
I progenitori ci hanno donato gli affreschi del grande veneziano, i disegni del veronese Cignaroli e noi lasceremo ai nostri discendenti tre metri per tre di cemento imbrattato.
Il sindaco Tosi...
Qualcuno a questo punto può dire: ma basta con Tosi!
E perché basta? Tra pochi mesi ci saranno le elezioni per il rinnovo della amministrazione comunale nella nostra città, e dunque se la giunta il suo capoufficio stampa, le radio e le televisioni locali hanno cominciato, quasi tutti, a cantarne le lodi, compreso a livello nazionale anche qualcuno “di sinistra”, perché chi non è d'accordo dovrebbe parlare solo d'altro?
Dunque il sindaco Tosi è stato corteggiato, blandito, colmato di compiacenti affettuosità dal terzetto di politici importanti venuti a Verona per un convegno del terzo polo, Casini, Fini e Rutelli.
Le foto e le riprese televisive ce li hanno mostrati sorridenti e con un sindaco palesemente soddisfatto. Come se dalla bocca gli uscisse un fumetto con dentro scritto:” ...se continua così vinco alla grande anche senza fare campagna elettorale e poi si vedrà”.
Tosi il buono, con patente di democratico rilasciatagli dai tre.
Poche ore dopo però il siparietto si è aperto su un'altra rappresentazione, più vera.
Il Presidente Napolitano dice che è una follia non consentire ai figli di immigrati, che sono nati in Italia, di avere la cittadinanza italiana e invita il Parlamento a provvedere con una legge.
Sono bambini e ragazzi che, nati sul nostro suolo, frequentano le nostre scuole parlano la nostra lingua spesso i nostri dialetti. E' una proposta saggia, buona.
Il governatore Zaia dice no perché:”La cittadinanza è un diritto di sangue”. Neanche Conan il barbaro.
Tosi, a chi gli chiede il suo parere risponde spezzante: ci sono cose più importanti e serie da fare.
Si, come per esempio i trasferimenti dei ministeri in Padania o, in Parlamento, votare compatti con Berlusconi che Ruby era la nipote di Mubarak o, a Verona, istituire le ronde padane miste con solenne presentazione in piazza Erbe.
Dunque sorrisi e strette di mano con i notabili che servono perché, non si sa mai, magari finiremo insieme, pugno duro, invece, con i più deboli.
L'aeroporto. Una serie di begli articoli, documentati, di Maurizio Battista su “L'Arena”, ci ha informati delle vicende dell'aeroporto Catullo e del suo associato di Montichiari.
Debiti, bilanci in rosso per molti milioni, gestione inadeguata, consulenze esterne superpagate.
Questo nella passata gestione sulla quale però non si capisce perché i soci di allora che sono anche quelli di adesso siano piuttosto reticenti nel definire le responsabilità.
Se il presidente di allora è stato il primo responsabile di quel disastro come appare chiaramente dagli articoli perché gli è stato ancora assegnato un posto di responsabilità sempre nella gestione dell'aeroporto?
Potrebbe dire cose che è meglio non si sappiano?
E ora qualcosa sul governo Monti però prima una pausa allegra(si fa per dire).
Una coppia di veronesi Lollo Montresor e signora commercianti di bovini e proprietari di alberghi denunciavano al fisco lui 6 euro lei un euro.
La Guardia di Finanza scopre che hanno centinaia e centinaia di milioni dirottati all'estero e che stavano per incassarne altre centinaia con la vendita di un terreno edificabile grande come duecento campi di calcio.
Monti, governo Monti. Ha una maggioranza bulgara. Da Cicchitto a Bersani e tutti, quasi tutti, dicono : ..è per bene, è serio, è corretto fa rispettare le regole” e, infatti, per il suo comportamento come commissario europeo imponeva il rispetto delle regole anche contro i potenti della finanza come nella causa contro Intersoft il potentato della comunicazione per difendere il libero mercato europeo tanto che lo chiamavano “lo zar antitrust”.
E' stato anche consulente della Coca Cola, della commissione Trilaterale, della finanziaria Golden Sachs. Sempre facendo rispettare le regole del libero mercato e della finanza.
Però tutti, quasi tutti non dicono che proprio con quelle regole, rispettando quelle regole, agendo secondo quelle regole, il libero mercato e la finanza internazionale hanno buttato sul lastrico interi Stati, hanno compresso la spinta verso la libertà di intere popolazioni.
Lo stato delle cose è questo e Monti rappresenta la faccia per bene, pulita di questo stato di cose e dopo Berlusconi e la sua corte dei miracoli non si può non tirare un sospiro di sollievo ma senza illusioni. Prima di tutto perché la corte dei miracoli c'è ancora e poi perché Monti farà rispettare le regole ma queste regole sono quelle di Marchionne piuttosto che quelle della FIOM.
giorgio.bragaja@gmail.com
La trscrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
Domani sabato al palazzo della Gran Guardia si aprirà la mostra sul settecento italiano (e veronese).Pare che sia una bella mostra.
Quando i visitatori usciranno dal palazzo e scenderanno i gradini per accedere alla piazza, con ancora negli occhi le bellezze del Cignaroli e del Tiepolo, si troveranno di fronte il monumento alla pace, il Muro, piazzato sui bordi dei giardini pochi giorni fa per iniziativa dell'assessore Polato, AN, e della giunta del leghistaTosi e acconsentito dalla sovrintendente.
Tre metri per tre di orrenda bruttezza.
Dal Tiepolo a Polato e Tosi. Come dire “L'eccezionalità del lascito e la miseria del restituito”.
I progenitori ci hanno donato gli affreschi del grande veneziano, i disegni del veronese Cignaroli e noi lasceremo ai nostri discendenti tre metri per tre di cemento imbrattato.
Il sindaco Tosi...
Qualcuno a questo punto può dire: ma basta con Tosi!
E perché basta? Tra pochi mesi ci saranno le elezioni per il rinnovo della amministrazione comunale nella nostra città, e dunque se la giunta il suo capoufficio stampa, le radio e le televisioni locali hanno cominciato, quasi tutti, a cantarne le lodi, compreso a livello nazionale anche qualcuno “di sinistra”, perché chi non è d'accordo dovrebbe parlare solo d'altro?
Dunque il sindaco Tosi è stato corteggiato, blandito, colmato di compiacenti affettuosità dal terzetto di politici importanti venuti a Verona per un convegno del terzo polo, Casini, Fini e Rutelli.
Le foto e le riprese televisive ce li hanno mostrati sorridenti e con un sindaco palesemente soddisfatto. Come se dalla bocca gli uscisse un fumetto con dentro scritto:” ...se continua così vinco alla grande anche senza fare campagna elettorale e poi si vedrà”.
Tosi il buono, con patente di democratico rilasciatagli dai tre.
Poche ore dopo però il siparietto si è aperto su un'altra rappresentazione, più vera.
Il Presidente Napolitano dice che è una follia non consentire ai figli di immigrati, che sono nati in Italia, di avere la cittadinanza italiana e invita il Parlamento a provvedere con una legge.
Sono bambini e ragazzi che, nati sul nostro suolo, frequentano le nostre scuole parlano la nostra lingua spesso i nostri dialetti. E' una proposta saggia, buona.
Il governatore Zaia dice no perché:”La cittadinanza è un diritto di sangue”. Neanche Conan il barbaro.
Tosi, a chi gli chiede il suo parere risponde spezzante: ci sono cose più importanti e serie da fare.
Si, come per esempio i trasferimenti dei ministeri in Padania o, in Parlamento, votare compatti con Berlusconi che Ruby era la nipote di Mubarak o, a Verona, istituire le ronde padane miste con solenne presentazione in piazza Erbe.
Dunque sorrisi e strette di mano con i notabili che servono perché, non si sa mai, magari finiremo insieme, pugno duro, invece, con i più deboli.
L'aeroporto. Una serie di begli articoli, documentati, di Maurizio Battista su “L'Arena”, ci ha informati delle vicende dell'aeroporto Catullo e del suo associato di Montichiari.
Debiti, bilanci in rosso per molti milioni, gestione inadeguata, consulenze esterne superpagate.
Questo nella passata gestione sulla quale però non si capisce perché i soci di allora che sono anche quelli di adesso siano piuttosto reticenti nel definire le responsabilità.
Se il presidente di allora è stato il primo responsabile di quel disastro come appare chiaramente dagli articoli perché gli è stato ancora assegnato un posto di responsabilità sempre nella gestione dell'aeroporto?
Potrebbe dire cose che è meglio non si sappiano?
E ora qualcosa sul governo Monti però prima una pausa allegra(si fa per dire).
Una coppia di veronesi Lollo Montresor e signora commercianti di bovini e proprietari di alberghi denunciavano al fisco lui 6 euro lei un euro.
La Guardia di Finanza scopre che hanno centinaia e centinaia di milioni dirottati all'estero e che stavano per incassarne altre centinaia con la vendita di un terreno edificabile grande come duecento campi di calcio.
Monti, governo Monti. Ha una maggioranza bulgara. Da Cicchitto a Bersani e tutti, quasi tutti, dicono : ..è per bene, è serio, è corretto fa rispettare le regole” e, infatti, per il suo comportamento come commissario europeo imponeva il rispetto delle regole anche contro i potenti della finanza come nella causa contro Intersoft il potentato della comunicazione per difendere il libero mercato europeo tanto che lo chiamavano “lo zar antitrust”.
E' stato anche consulente della Coca Cola, della commissione Trilaterale, della finanziaria Golden Sachs. Sempre facendo rispettare le regole del libero mercato e della finanza.
Però tutti, quasi tutti non dicono che proprio con quelle regole, rispettando quelle regole, agendo secondo quelle regole, il libero mercato e la finanza internazionale hanno buttato sul lastrico interi Stati, hanno compresso la spinta verso la libertà di intere popolazioni.
Lo stato delle cose è questo e Monti rappresenta la faccia per bene, pulita di questo stato di cose e dopo Berlusconi e la sua corte dei miracoli non si può non tirare un sospiro di sollievo ma senza illusioni. Prima di tutto perché la corte dei miracoli c'è ancora e poi perché Monti farà rispettare le regole ma queste regole sono quelle di Marchionne piuttosto che quelle della FIOM.
giorgio.bragaja@gmail.com
La trscrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
18 novembre 2011
intervento a radiopop 18-11-2011 mai contenti? banchieri che vengono e bancari che vanno, topi...
In apertura tre brevissime note.
La prima: anch'io come la maggioranza degli italiani alla notizia della fuga di Berlusconi ho brindato.
La seconda: tra non molto si chiederanno, a nostra vergogna, “...ma veramente c'è stata un epoca nella quale persone come La Russa, la Brambilla, Calderoli, la Gelmini erano ministri della Repubblica?
La terza: Monti, un mese fa ha scritto sul “Corriere della sera”: “...in Italia c'è stata una maggiore influenza della cultura marxista rispetto a quella liberale ma tutto questo può venire superato e l'abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione verrà un po' ridotto l'handicap dell'Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili”.
E ora in Parlamento tutti uniti, quelli di Berlusconi con quelli di Bersani, di Casini e di Fini, tutti contenti tranne la Lega che pensa solo alla Padania e a recuperare i voti persi e i grandi giornali sprecano le lodi e avvertono: Monti userà il bastone e la carota.
Sono convinto che non esistono governi tecnici, governi neutri e neutrali. Sono sempre, tutti, governi politici e questo, per dirla usando una categoria gramsciana, è un governo “organico” alla borghesia. E per questo temo di sapere già chi avrà la carota e chi, invece, sentirà il bastone.
Banchieri che entrano, nel Governo, e bancari che escono, dal posto di lavoro.
Unicredit, che ha avuto 10 miliardi di perdite nel trimestre, ha infatti annunciato che entro il 2015 (praticamente comincerà subito) licenzierà cinquemila dipendenti.
Bossi due anni fa aveva ordinato ai suoi: “occupate le banche del Nord” e il sindaco Tosi aveva prontamente ubbidito e aveva piazzato uomini di provata fede leghista e tosiana nelle banche veronesi, Banco Popolare e Unicredit e instaurato rapporti di affettuosa amicizia con i rispettivi presidenti già omaggiati da Tosi con le vicende del Polo finanziario fantasma e con le acquisizioni patrimoniali.
Ora si tratta di vedere se Tosi metterà altrettanto impegno e interesse nell'impedire che centinaia di dipendenti veronesi vengano sfrattati dal loro posto di lavoro.
In città e provincia dopo le dimissioni di Berlusconi volano coltelli nel Pdl e nella Lega. L'epiteto più gentile è “topi” poi, nell'ordine, “traditori” e altri irripetibili.
E anche dispetti sulle spalle dei cittadini. Tosi reclamava da Roma i soldi per il filobus che, diceva, sono inspiegabilmente bloccati al Cipe, il comitato interministeriale che coordina i finanziamenti pubblici.
Giorgetti del Pdl che era sottosegretario all'Economia del governo Berlusconi e perciò influente sulle decisioni del Cipe la tirava in lungo e poi, nell'ultimo giorno del governo, faceva sapere che oramai era troppo tardi, che il Cipe non poteva più decidere nulla.
I leghisti veronesi hanno fatto capire che l'arrivo a Verona dei soldi per il filobus avrebbe portato acqua al mulino elettorale della lista Tosi e questo al Pdl veronese, e a Giorgetti in particolare, non andava bene. Il filobus può aspettare e l'ex sottosegretario Giorgetti minaccia querele.
Altro argomento.
Un paio di anni fa sembrava che fosse fatta. Il più grande ospedale privato che si fosse mai visto stava per sorgere a pochi chilometri da Verona, in quel di Tregnago.
E' vero avrebbe devastato un intero territorio con cemento e asfalto ma avrebbe portato ricchezza e avrebbe fatto viver la gente fino a 120 anni.
Così dissero il giorno della posa della prima pietra le personalità che officiarono la cerimonia cioè Berlusconi e il prete veronese don Verzè proprietario della Fondazione san Raffaele.
Ora don Verzè è di nuovo sotto inchiesta da parte della magistratura e questa volta per bancarotta.
Di nuovo perché già anni fa era stato condannato per corruzione, istigazione alla corruzione e ricettazione. La sua fondazione ha un passivo di un miliardo e mezzo e si parla di esportazione di capitali all'estero e altro e dunque, per fortuna, quella prima pietra è anche l'unica.
Don Verzè era grande amico di Berlusconi tanto da dichiarare: “.....la discesa in campo di Silvio è una benedizione per il Paese, un dono di Dio all'Italia”.
Se è vero che ognuno ha gli amici che si merita mai coppia di amici fu così ben assortita.
Dopo 25 giorni di carcere il giudice per le indagini preliminari ha concesso gli arresti domiciliari, in attesa del processo che si svolgerà in dicembre, ai tifosi della squadra di calcio calcio Hellas-Verona accusati di resistenza a pubblico ufficiale, lancio di oggetti e altro...
La squadra per altri episodi, cori razzisti, insulti, striscioni si è vista arrivare un altra multa di settemila euro che vanno ad aggiungersi ai precedenti e ho perso il conto ma sono tanti, troppi soldi tanto che il presidente Martinelli ha detto che se continua così non ce la fa più.
Allenatore, giocatori zitti. giornalisti sportivi minimizzano o non ne parlano.
Il sindaco Tosi aveva fatto capire che gli arresti per i tifosi erano una misura esagerata.
Naturalmente nessuna parola di solidarietà per l'immigrato del Bangladesh al quale era stato sfasciato il misero chiosco di bibite con il quale manteneva la famiglia
Ieri sera ho visto la trasmissione di Santoro con Tosi protagonista principale e coccolato dal conduttore.
Secondo me quando si portano in trasmissione le persone bisognerebbe prima di tutto presentarle.
Cioè dire: “Qui questa sera c'è il signor Caio che è, che so, ingegnere e ha fatto questo e quest'altro.
Se c'è Tosi bisognerebbe presentarlo così, con precisione: “Qui c'è il sindaco leghista di Verona Tosi condannato in via definitiva per razzismo, ideatore delle ronde padane, della caccia ai campi rom,delle ordinanze cotro diseredati ed emarginati e che ha nominato responsabile e coordinatore del suo movimento “Lista Tosi” tale Miglioranzi che cantava le lodi del capitano Priebke il macellaio nazista delle fosse Ardeatine e ora, fatta la presentazione, parliamo pure con lui del governo Monti.
giorgio.bragaja@gmail.com
La trascrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
In apertura tre brevissime note.
La prima: anch'io come la maggioranza degli italiani alla notizia della fuga di Berlusconi ho brindato.
La seconda: tra non molto si chiederanno, a nostra vergogna, “...ma veramente c'è stata un epoca nella quale persone come La Russa, la Brambilla, Calderoli, la Gelmini erano ministri della Repubblica?
La terza: Monti, un mese fa ha scritto sul “Corriere della sera”: “...in Italia c'è stata una maggiore influenza della cultura marxista rispetto a quella liberale ma tutto questo può venire superato e l'abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione verrà un po' ridotto l'handicap dell'Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili”.
E ora in Parlamento tutti uniti, quelli di Berlusconi con quelli di Bersani, di Casini e di Fini, tutti contenti tranne la Lega che pensa solo alla Padania e a recuperare i voti persi e i grandi giornali sprecano le lodi e avvertono: Monti userà il bastone e la carota.
Sono convinto che non esistono governi tecnici, governi neutri e neutrali. Sono sempre, tutti, governi politici e questo, per dirla usando una categoria gramsciana, è un governo “organico” alla borghesia. E per questo temo di sapere già chi avrà la carota e chi, invece, sentirà il bastone.
Banchieri che entrano, nel Governo, e bancari che escono, dal posto di lavoro.
Unicredit, che ha avuto 10 miliardi di perdite nel trimestre, ha infatti annunciato che entro il 2015 (praticamente comincerà subito) licenzierà cinquemila dipendenti.
Bossi due anni fa aveva ordinato ai suoi: “occupate le banche del Nord” e il sindaco Tosi aveva prontamente ubbidito e aveva piazzato uomini di provata fede leghista e tosiana nelle banche veronesi, Banco Popolare e Unicredit e instaurato rapporti di affettuosa amicizia con i rispettivi presidenti già omaggiati da Tosi con le vicende del Polo finanziario fantasma e con le acquisizioni patrimoniali.
Ora si tratta di vedere se Tosi metterà altrettanto impegno e interesse nell'impedire che centinaia di dipendenti veronesi vengano sfrattati dal loro posto di lavoro.
In città e provincia dopo le dimissioni di Berlusconi volano coltelli nel Pdl e nella Lega. L'epiteto più gentile è “topi” poi, nell'ordine, “traditori” e altri irripetibili.
E anche dispetti sulle spalle dei cittadini. Tosi reclamava da Roma i soldi per il filobus che, diceva, sono inspiegabilmente bloccati al Cipe, il comitato interministeriale che coordina i finanziamenti pubblici.
Giorgetti del Pdl che era sottosegretario all'Economia del governo Berlusconi e perciò influente sulle decisioni del Cipe la tirava in lungo e poi, nell'ultimo giorno del governo, faceva sapere che oramai era troppo tardi, che il Cipe non poteva più decidere nulla.
I leghisti veronesi hanno fatto capire che l'arrivo a Verona dei soldi per il filobus avrebbe portato acqua al mulino elettorale della lista Tosi e questo al Pdl veronese, e a Giorgetti in particolare, non andava bene. Il filobus può aspettare e l'ex sottosegretario Giorgetti minaccia querele.
Altro argomento.
Un paio di anni fa sembrava che fosse fatta. Il più grande ospedale privato che si fosse mai visto stava per sorgere a pochi chilometri da Verona, in quel di Tregnago.
E' vero avrebbe devastato un intero territorio con cemento e asfalto ma avrebbe portato ricchezza e avrebbe fatto viver la gente fino a 120 anni.
Così dissero il giorno della posa della prima pietra le personalità che officiarono la cerimonia cioè Berlusconi e il prete veronese don Verzè proprietario della Fondazione san Raffaele.
Ora don Verzè è di nuovo sotto inchiesta da parte della magistratura e questa volta per bancarotta.
Di nuovo perché già anni fa era stato condannato per corruzione, istigazione alla corruzione e ricettazione. La sua fondazione ha un passivo di un miliardo e mezzo e si parla di esportazione di capitali all'estero e altro e dunque, per fortuna, quella prima pietra è anche l'unica.
Don Verzè era grande amico di Berlusconi tanto da dichiarare: “.....la discesa in campo di Silvio è una benedizione per il Paese, un dono di Dio all'Italia”.
Se è vero che ognuno ha gli amici che si merita mai coppia di amici fu così ben assortita.
Dopo 25 giorni di carcere il giudice per le indagini preliminari ha concesso gli arresti domiciliari, in attesa del processo che si svolgerà in dicembre, ai tifosi della squadra di calcio calcio Hellas-Verona accusati di resistenza a pubblico ufficiale, lancio di oggetti e altro...
La squadra per altri episodi, cori razzisti, insulti, striscioni si è vista arrivare un altra multa di settemila euro che vanno ad aggiungersi ai precedenti e ho perso il conto ma sono tanti, troppi soldi tanto che il presidente Martinelli ha detto che se continua così non ce la fa più.
Allenatore, giocatori zitti. giornalisti sportivi minimizzano o non ne parlano.
Il sindaco Tosi aveva fatto capire che gli arresti per i tifosi erano una misura esagerata.
Naturalmente nessuna parola di solidarietà per l'immigrato del Bangladesh al quale era stato sfasciato il misero chiosco di bibite con il quale manteneva la famiglia
Ieri sera ho visto la trasmissione di Santoro con Tosi protagonista principale e coccolato dal conduttore.
Secondo me quando si portano in trasmissione le persone bisognerebbe prima di tutto presentarle.
Cioè dire: “Qui questa sera c'è il signor Caio che è, che so, ingegnere e ha fatto questo e quest'altro.
Se c'è Tosi bisognerebbe presentarlo così, con precisione: “Qui c'è il sindaco leghista di Verona Tosi condannato in via definitiva per razzismo, ideatore delle ronde padane, della caccia ai campi rom,delle ordinanze cotro diseredati ed emarginati e che ha nominato responsabile e coordinatore del suo movimento “Lista Tosi” tale Miglioranzi che cantava le lodi del capitano Priebke il macellaio nazista delle fosse Ardeatine e ora, fatta la presentazione, parliamo pure con lui del governo Monti.
giorgio.bragaja@gmail.com
La trascrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
11 novembre 2011
intervento a radiopop 11-11-11 se ne va? davvero? c'è una sovrintendenza a Verona? e altro.
Il direttore de “L'Arena” Maurizio Cattaneo ieri, dopo le quasi dimissioni di Berlusconi, scriveva: “Berlusconi è stato un leader che ha giocato la sua parabola politica sulla possibilità, anche economica, di beneficiare gli amici e cancellare il dissenso. Il risultato? Dopo vent'anni un partito ancora adolescente, una insufficiente selezione dei vertici e l'infanticidio di ogni delfino che potesse dargli ombra.”
E prosegue “Il premier nel momento peggiore per il Paese si è trovato così circondato da troppi eletti decisi a tavolino da tropi yes man o donnine rampanti che per rimanere nelle grazie del sovrano tolleravano ogni tipo di stravaganze e da troppi furbi che offrivano fedeltà in cambio di prebende”.
Cattaneo come Travaglio?
Però qualche tempo fa era, più o meno, come Feltri e Sallusti. Berlusconi per il direttore de “L'Arena” era il meglio sulla piazza.
Del resto nessuna meraviglia, ora sta arrivando il “governo tecnico” di larga maggioranza e un po' tutti si mettono alla porta. Non per andarsene ma bussano per chiedere qualche posticino.
Persino i più arrabbiati berlusconiani come Cicchito e Lupi e capirete se non busseranno anche i vari Giorgetti veronesi.
Ci siamo liberati, ci stiamo liberando, di Berlusconi e, ora, dovrebbe essere giunto il tempo di fare veramente politica di affrontare problemi come il lavoro, l'ambiente...ma un governo”tecnico” come li affronterà? Come un governo tecnico, è ovvio, si dirà.
Solo che non esistono governi tecnici. Sono sempre, tutti, governi politici e quando si chiamano, quando si autodefiniscono “tecnici”, sono sempre spostati a destra.
Soprattutto quando sono di larga maggioranza sono i più pericolosi.
Cioè governi che vedono insieme Alfano e Franceschini, Brunetta e la Bindi e che sono benedetti dal viatico di Berlusconi.
Per bene che vada saranno dolori per i soliti noti cioè per quelli che hanno sempre pagato mentre quelli che non hanno mai pagato continueranno a non pagare.
Che sia in settembre, in novembre, in agosto, in aprile non importa ma verrà anche per noi un 14 luglio da festeggiare come festa nazionale assieme al 25 aprile?
Per i pochissimi (mi auguro) che non lo sanno il 14 luglio del 1789 i cittadini francesi demolirono la Bastiglia, il simbolo della tirannia, senza fare vittime e cambiò la loro vita.
La Bastiglia di oggi è la convinzione che chi ha provocato il danno, il potere economico e finanziario, sia anche in grado di ripararlo.
Altro argomento.
Allora in piazza Bra abbiamo un nuovo monumento. Due massi di cemento alti tre metri e ricoperti di scritte e figurazioni separati da un alberello di bronzo.
Nel giudicare i fatti, le cose, le persone bisogna sempre usare la prudenza soprattutto quando si tratta di opere di artisti.
Bene con tutta la prudenza di cui sono capace affermo che si tratta di una della cose più brutte che, a mia memoria, io abbia mai visto.
Fosse in un magazzino o in un giardino privato non ne parlerei ma l'hanno messa nella più grande piazza della mia città tra l'Arena e la Gran Guardia e dunque ne parlo.
Ideata dalla cultura un po' labile dell'assessore Polato è stata realizzata dal gruppo “Aktiva” diretto dalla scultrice Lorenza Pagano Bonvicini insegnante all'Accademia Cignaroli e autrice, tra l'altro, delle “sanguisughe volanti” (secondo una felice definizione dell'amico Arrigo Rudi) che ornano il monumento ai marinai nei giardini di Valverde.
La consigliera Cametti che, è proprio vero credeteci, è anche presidente della commissione cultura, scomoda Beethoven e delira: “...è un inno alla gioia e io trasformerei in un parco tutta la piazza per farci stare le opere d'arte e, invece, mi piace meno il monumento ai deportati di Castagna, tanto osannato, che c'è in piazza Isolo”.
Basterebbe quest'ultima affermazione per riconfermarla a pieno titolo nell'incarico che il sindaco Tosi le ha conferito.
Pacifisti vari abbozzano e dicono: ”..ben, insomma..”
Più chiari alcuni artisti, Scarato ,Legnaghi che dice “ sono allibita”, Zucconelli che scrive: “...ora in piazza Bra mancano solo i nanetti” e Innocente che afferma: ”...io chiederei al sovrintendente che ha dato il suo benestare se metterebbe nel salotto di casa sua una copia di quest'opera visto che piazza Bra è il salotto di tutti i veronesi.....fa lo stesso effetto di scritte fatte dai tifosi della curva...e poi si arrabbiano contro coloro che scrivono sui monumenti o sui muri”.
Innocente va al nodo vero.
Conosco la sovrintendente . Per raggiungere il suo grado nelle strutture del ministero ha superato esami, concorsi, accumulato esperienze sul campo, affrontato confronti, dibattiti e si è meritato il suo posto.
E ora ha la fortuna, ripeto meritata, di vivere e lavorare in una città come Verona.
E allora le chiedo: come è possibile che in una città come Verona nella sua più bella piazza ci sia una “cosa” come quella inaugurata qualche giorno fa?
Il ripensamento è una delle espressioni dell'intelligenza. Dica che si è sbagliata e per la “cosa” suggerisca un'altra collocazione.
Giorgio Bragaja
mail: giorgio.bragaja.com
La trascrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
Il direttore de “L'Arena” Maurizio Cattaneo ieri, dopo le quasi dimissioni di Berlusconi, scriveva: “Berlusconi è stato un leader che ha giocato la sua parabola politica sulla possibilità, anche economica, di beneficiare gli amici e cancellare il dissenso. Il risultato? Dopo vent'anni un partito ancora adolescente, una insufficiente selezione dei vertici e l'infanticidio di ogni delfino che potesse dargli ombra.”
E prosegue “Il premier nel momento peggiore per il Paese si è trovato così circondato da troppi eletti decisi a tavolino da tropi yes man o donnine rampanti che per rimanere nelle grazie del sovrano tolleravano ogni tipo di stravaganze e da troppi furbi che offrivano fedeltà in cambio di prebende”.
Cattaneo come Travaglio?
Però qualche tempo fa era, più o meno, come Feltri e Sallusti. Berlusconi per il direttore de “L'Arena” era il meglio sulla piazza.
Del resto nessuna meraviglia, ora sta arrivando il “governo tecnico” di larga maggioranza e un po' tutti si mettono alla porta. Non per andarsene ma bussano per chiedere qualche posticino.
Persino i più arrabbiati berlusconiani come Cicchito e Lupi e capirete se non busseranno anche i vari Giorgetti veronesi.
Ci siamo liberati, ci stiamo liberando, di Berlusconi e, ora, dovrebbe essere giunto il tempo di fare veramente politica di affrontare problemi come il lavoro, l'ambiente...ma un governo”tecnico” come li affronterà? Come un governo tecnico, è ovvio, si dirà.
Solo che non esistono governi tecnici. Sono sempre, tutti, governi politici e quando si chiamano, quando si autodefiniscono “tecnici”, sono sempre spostati a destra.
Soprattutto quando sono di larga maggioranza sono i più pericolosi.
Cioè governi che vedono insieme Alfano e Franceschini, Brunetta e la Bindi e che sono benedetti dal viatico di Berlusconi.
Per bene che vada saranno dolori per i soliti noti cioè per quelli che hanno sempre pagato mentre quelli che non hanno mai pagato continueranno a non pagare.
Che sia in settembre, in novembre, in agosto, in aprile non importa ma verrà anche per noi un 14 luglio da festeggiare come festa nazionale assieme al 25 aprile?
Per i pochissimi (mi auguro) che non lo sanno il 14 luglio del 1789 i cittadini francesi demolirono la Bastiglia, il simbolo della tirannia, senza fare vittime e cambiò la loro vita.
La Bastiglia di oggi è la convinzione che chi ha provocato il danno, il potere economico e finanziario, sia anche in grado di ripararlo.
Altro argomento.
Allora in piazza Bra abbiamo un nuovo monumento. Due massi di cemento alti tre metri e ricoperti di scritte e figurazioni separati da un alberello di bronzo.
Nel giudicare i fatti, le cose, le persone bisogna sempre usare la prudenza soprattutto quando si tratta di opere di artisti.
Bene con tutta la prudenza di cui sono capace affermo che si tratta di una della cose più brutte che, a mia memoria, io abbia mai visto.
Fosse in un magazzino o in un giardino privato non ne parlerei ma l'hanno messa nella più grande piazza della mia città tra l'Arena e la Gran Guardia e dunque ne parlo.
Ideata dalla cultura un po' labile dell'assessore Polato è stata realizzata dal gruppo “Aktiva” diretto dalla scultrice Lorenza Pagano Bonvicini insegnante all'Accademia Cignaroli e autrice, tra l'altro, delle “sanguisughe volanti” (secondo una felice definizione dell'amico Arrigo Rudi) che ornano il monumento ai marinai nei giardini di Valverde.
La consigliera Cametti che, è proprio vero credeteci, è anche presidente della commissione cultura, scomoda Beethoven e delira: “...è un inno alla gioia e io trasformerei in un parco tutta la piazza per farci stare le opere d'arte e, invece, mi piace meno il monumento ai deportati di Castagna, tanto osannato, che c'è in piazza Isolo”.
Basterebbe quest'ultima affermazione per riconfermarla a pieno titolo nell'incarico che il sindaco Tosi le ha conferito.
Pacifisti vari abbozzano e dicono: ”..ben, insomma..”
Più chiari alcuni artisti, Scarato ,Legnaghi che dice “ sono allibita”, Zucconelli che scrive: “...ora in piazza Bra mancano solo i nanetti” e Innocente che afferma: ”...io chiederei al sovrintendente che ha dato il suo benestare se metterebbe nel salotto di casa sua una copia di quest'opera visto che piazza Bra è il salotto di tutti i veronesi.....fa lo stesso effetto di scritte fatte dai tifosi della curva...e poi si arrabbiano contro coloro che scrivono sui monumenti o sui muri”.
Innocente va al nodo vero.
Conosco la sovrintendente . Per raggiungere il suo grado nelle strutture del ministero ha superato esami, concorsi, accumulato esperienze sul campo, affrontato confronti, dibattiti e si è meritato il suo posto.
E ora ha la fortuna, ripeto meritata, di vivere e lavorare in una città come Verona.
E allora le chiedo: come è possibile che in una città come Verona nella sua più bella piazza ci sia una “cosa” come quella inaugurata qualche giorno fa?
Il ripensamento è una delle espressioni dell'intelligenza. Dica che si è sbagliata e per la “cosa” suggerisca un'altra collocazione.
Giorgio Bragaja
mail: giorgio.bragaja.com
La trascrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
28 ottobre 2011
intervento a radiopop-28-10-2011 i conti con i soldi che non ci sono, filobus, Fiera, aeroporto, e
altro
La settimana scorsa ho parlato della politica del “faremo” della giunta Tosi. Cioè cercavo di ricordare ai veronesi come a pochi mesi di distanza dalle prossime elezioni amministrative in concreto ci troveremo un bagaglio di molte presenze televisive del sindaco ma poche presenze “sul territorio” cioè fatti.
Il verbo “fare” declinato al futuro: faremo.
Ora però cominciano, quelli che governano la nostra città, ad essere seriamente preoccupati e allora si inventano i soldi che non ci sono e con quelli decidono di “fare”. A parole.
Non ci sono i soldi del promesso contributo statale di 86 milioni per il filobus dato che a Roma soldi non ce ne sono più? Manca anche il Piano Economico Finanziario (Pef) necessario per avere quei soldi dallo Stato e per procedere alla aggiudicazione dei lavori? Non importa ci sono le elezioni che battono alla porta e allora avanti lo stesso. A parole.
Diciamo che lo facciamo, il filobus, continuiamo a dirlo e finiranno per crederci.
Se ci saranno rivalse giudiziarie contro il Comune, per improvvida e illegale accelerazione delle pratiche, pensano in Lega, lo vedremo dopo. Adesso bisogna pensare solo a vincere le elezioni il che si presenta meno sicuro del previsto.
La ricerca di soldi da parte del Comune diventa schizofrenica. Tenta di vendere quote della sua partecipazione alla Fiera ma fa fatica perché la Camera di Commercio si divide e altri soci non ci stanno e chiama in aiuto la Regione affinché comperi quote il che , secondo l'opposizione, sarebbe un finanziamento occulto al Comune e nello stesso tempo attraverso la sua azienda Agsm regala centinaia di migliaia di euro alla squadra di calcio dell'Hellas -Verona la quale a sua volta li butta per pagare le multe che si becca ad ogni partita per i cori razzisti dei suoi dementi tifosi.
Dovrebbe aumentare le sue quote in aeroporto per consentirne il rilancio ma non ce la fa.
E intento un po' alla volta si scopre che non tutto è andato per il verso giusto allo scalo di Villafranca tanto che l'attuale presidente, preoccupato per le difficoltà di bilancio, si è ridotto lo stipendio a 60 mila euro l'anno.
Non sono pochi ma il suo predecessore, Bortolazzi, se ne portava a casa 90 mila.
Malgrado ciò i debiti dell'aeroporto con le banche continuano a crescere e le banche chiedono di rientrare con i fidi. E, oltre a ciò, è in atto un altro contenzioso per 10 milioni di euro con l'Ente nazionale degli aeroporti e si affollano consulenti che devono essere pagati.
Come dire c'è poco da stare allegri .
La gestione diretta o indiretta degli Enti economici veronesi da parte della maggioranza di destra veronese, che è la stessa di Roma, non è stata e non è un granché ma però sono previste altre presenze del sindaco Tosi in televisione. Non saneranno i bilanci ma contribuiranno a far pensare ad altro e se poi arriva anche la preannunciata lite con con Bossi siamo a posto.
Telearena, “L'Arena”, Telenuovo avranno di che imbolsire i nostri concittadini per settimane.
Ora una considerazione su alcune cose che sono accadute ultimamente. Considerazione che può sembrare frutto di fantapolitica ma che, invece, è abbastanza vicina alla realtà.
Le due maggioranze di destra, quella della Sironi e quella di Tosi, che, con l'intervallo di quella di centro sinistra di Zanotto, hanno governato la città negli ultimi anni, sono state quelle che, in assoluto, hanno venduto più beni patrimoniali del Comune ai privati, alle banche, soprattutto a “una” banca.
La banca è Unicredit (Cariverona) vecchia Cassa di Risparmio.
Vediamo: ultimamente sono passati alla banca palazzo Forti, castel San Pietro, i Magazzini Generali, il palazzo della Ragione in piazza dei Signori.
La banca già possedeva buona parte degli edifici di via Rosa, di via Garibaldi, di via Forti, di via Emilei, di via san Egidio, via san Mamaso e altri che mi sfuggono sparsi per la città.
Ora, come tutti sanno, e come purtroppo è successo, anche le banche, non solo negli Stati Uniti ma anche in Italia, possono fallire e infatti alcune sono fallite e altre ci sono andate vicino anche qui da noi a Verona, questo è un momento nel quale il mondo finanziario è, per dirla con gentilezza, in una turbolenza che rasenta la tempesta.
Se la banca fallisce i suoi beni immobiliari, case, palazzi e altro, vengono venduti, praticamente messi all'asta, e se li aggiudica chi ha più soldi, soldi in mano, pronti.
E quando si tratta di affari non ci sono regole: vince il più forte, chi ha più potere, cioè più soldi.
E chi è che, oggi, dispone della più grande massa di denaro immediatamente spendibile?
Non i Comuni, come ben sappiamo, ma altri, ben organizzati non solo al Sud ma anche, e forse di più, al Nord.
Castel San Pietro in mano alla mafia? Fantapolitica? Si, per adesso. Però... Però basta vendere beni pubblici ai privati. Teniamoceli stretti e per avere soldi per i trasporti, per la sanità, per la scuola, per la sicurezza del territorio, cercate finalmente di far pagare chi non ha mai pagato.
Non poteva mancare un ultima notizia, giunta da poco, che riguarda una delle nostre squadre di calcio. Non il Chievo, l'altra.
Il comitato ministeriale per la sicurezza nello sport ha emesso un comunicato nel quale praticamente ribadisce che i tifosi dell'Hellas Verona non si sono ancora resi conto della gravità dei loro comportamenti.
E l'allenatore e i giocatori se ne sono resi conto? Parrebbe di no. Solo il presidente si arrabbia gli altri o fanno finta di niente o ci stanno.
Giorgio Bragaja
mail: giorgio.bragaja@gmail.com
Questo e i precedenti interventi si trovano anche su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: Radio Popolare Verona
altro
La settimana scorsa ho parlato della politica del “faremo” della giunta Tosi. Cioè cercavo di ricordare ai veronesi come a pochi mesi di distanza dalle prossime elezioni amministrative in concreto ci troveremo un bagaglio di molte presenze televisive del sindaco ma poche presenze “sul territorio” cioè fatti.
Il verbo “fare” declinato al futuro: faremo.
Ora però cominciano, quelli che governano la nostra città, ad essere seriamente preoccupati e allora si inventano i soldi che non ci sono e con quelli decidono di “fare”. A parole.
Non ci sono i soldi del promesso contributo statale di 86 milioni per il filobus dato che a Roma soldi non ce ne sono più? Manca anche il Piano Economico Finanziario (Pef) necessario per avere quei soldi dallo Stato e per procedere alla aggiudicazione dei lavori? Non importa ci sono le elezioni che battono alla porta e allora avanti lo stesso. A parole.
Diciamo che lo facciamo, il filobus, continuiamo a dirlo e finiranno per crederci.
Se ci saranno rivalse giudiziarie contro il Comune, per improvvida e illegale accelerazione delle pratiche, pensano in Lega, lo vedremo dopo. Adesso bisogna pensare solo a vincere le elezioni il che si presenta meno sicuro del previsto.
La ricerca di soldi da parte del Comune diventa schizofrenica. Tenta di vendere quote della sua partecipazione alla Fiera ma fa fatica perché la Camera di Commercio si divide e altri soci non ci stanno e chiama in aiuto la Regione affinché comperi quote il che , secondo l'opposizione, sarebbe un finanziamento occulto al Comune e nello stesso tempo attraverso la sua azienda Agsm regala centinaia di migliaia di euro alla squadra di calcio dell'Hellas -Verona la quale a sua volta li butta per pagare le multe che si becca ad ogni partita per i cori razzisti dei suoi dementi tifosi.
Dovrebbe aumentare le sue quote in aeroporto per consentirne il rilancio ma non ce la fa.
E intento un po' alla volta si scopre che non tutto è andato per il verso giusto allo scalo di Villafranca tanto che l'attuale presidente, preoccupato per le difficoltà di bilancio, si è ridotto lo stipendio a 60 mila euro l'anno.
Non sono pochi ma il suo predecessore, Bortolazzi, se ne portava a casa 90 mila.
Malgrado ciò i debiti dell'aeroporto con le banche continuano a crescere e le banche chiedono di rientrare con i fidi. E, oltre a ciò, è in atto un altro contenzioso per 10 milioni di euro con l'Ente nazionale degli aeroporti e si affollano consulenti che devono essere pagati.
Come dire c'è poco da stare allegri .
La gestione diretta o indiretta degli Enti economici veronesi da parte della maggioranza di destra veronese, che è la stessa di Roma, non è stata e non è un granché ma però sono previste altre presenze del sindaco Tosi in televisione. Non saneranno i bilanci ma contribuiranno a far pensare ad altro e se poi arriva anche la preannunciata lite con con Bossi siamo a posto.
Telearena, “L'Arena”, Telenuovo avranno di che imbolsire i nostri concittadini per settimane.
Ora una considerazione su alcune cose che sono accadute ultimamente. Considerazione che può sembrare frutto di fantapolitica ma che, invece, è abbastanza vicina alla realtà.
Le due maggioranze di destra, quella della Sironi e quella di Tosi, che, con l'intervallo di quella di centro sinistra di Zanotto, hanno governato la città negli ultimi anni, sono state quelle che, in assoluto, hanno venduto più beni patrimoniali del Comune ai privati, alle banche, soprattutto a “una” banca.
La banca è Unicredit (Cariverona) vecchia Cassa di Risparmio.
Vediamo: ultimamente sono passati alla banca palazzo Forti, castel San Pietro, i Magazzini Generali, il palazzo della Ragione in piazza dei Signori.
La banca già possedeva buona parte degli edifici di via Rosa, di via Garibaldi, di via Forti, di via Emilei, di via san Egidio, via san Mamaso e altri che mi sfuggono sparsi per la città.
Ora, come tutti sanno, e come purtroppo è successo, anche le banche, non solo negli Stati Uniti ma anche in Italia, possono fallire e infatti alcune sono fallite e altre ci sono andate vicino anche qui da noi a Verona, questo è un momento nel quale il mondo finanziario è, per dirla con gentilezza, in una turbolenza che rasenta la tempesta.
Se la banca fallisce i suoi beni immobiliari, case, palazzi e altro, vengono venduti, praticamente messi all'asta, e se li aggiudica chi ha più soldi, soldi in mano, pronti.
E quando si tratta di affari non ci sono regole: vince il più forte, chi ha più potere, cioè più soldi.
E chi è che, oggi, dispone della più grande massa di denaro immediatamente spendibile?
Non i Comuni, come ben sappiamo, ma altri, ben organizzati non solo al Sud ma anche, e forse di più, al Nord.
Castel San Pietro in mano alla mafia? Fantapolitica? Si, per adesso. Però... Però basta vendere beni pubblici ai privati. Teniamoceli stretti e per avere soldi per i trasporti, per la sanità, per la scuola, per la sicurezza del territorio, cercate finalmente di far pagare chi non ha mai pagato.
Non poteva mancare un ultima notizia, giunta da poco, che riguarda una delle nostre squadre di calcio. Non il Chievo, l'altra.
Il comitato ministeriale per la sicurezza nello sport ha emesso un comunicato nel quale praticamente ribadisce che i tifosi dell'Hellas Verona non si sono ancora resi conto della gravità dei loro comportamenti.
E l'allenatore e i giocatori se ne sono resi conto? Parrebbe di no. Solo il presidente si arrabbia gli altri o fanno finta di niente o ci stanno.
Giorgio Bragaja
mail: giorgio.bragaja@gmail.com
Questo e i precedenti interventi si trovano anche su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: Radio Popolare Verona
21 ottobre 2011
intervento a radiopop 21-10-2011 Tosi: tanta TV e basta, Bossi ha ragione, Ca' del Bue e altro
Dunque Bossi ha detto: “Tosi è uno stronzo, è uno che ha portato nella Lega un sacco di fascisti, cosa che non potrà essere sopportata per molto”.
Mi costa dirlo ma Bossi ha ragione, anche se non è questo il motivo per cui ce l'ha con Tosi.
Bossi ce l'ha con Tosi perché il sindaco di Verona sta con Maroni che lavora per spodestare Bossi e la sua famiglia dalla guida della Lega. Affari di famiglia poco onorevoli.
E ha torto il giornalista del “Corriere della sera” che scrive: “....quella del Tosi che imbarca fascisti specialmente attraverso la sua lista civica, è una leggenda che ha preso piede anche in Veneto”.
Una leggenda? Dove vive il giornalista de “Il Corriere”? Il capogruppo della lista Tosi in consiglio comunale di Verona è tale Andrea Miglioranzi che si dichiara fascista e che fino al 2005 era esponente dei Gesta Bellica e magnificava il boia delle Fosse Ardeatine e le camere a gas anche se ora lo hanno un po' addomesticato con qualche incarico in aziende pubbliche.
Sono cose che a Verona sanno anche i sassi.
E qualche settimana fa Tosi ha accolto con soddisfazione nella sua Lega Roberto Lomastro capo della tifoseria più becera e fascista della squadra di calcio Hellas-Verona tifoseria che costerà altri soldi alla squadra oltre a quelli che già paga per le multe inflitte per cori razzisti dato che da Vicenza arrivano richieste di indennizzo per i danni provocati dopo l'ultima partita dai tifosi veronesi in trasferta.
Tosi ha sottoscritto i dieci euro che Santoro ha chiesto per poter continuare con la sua trasmissione perché, ha detto Tosi, “...non sono d'accordo con Santoro ma penso che debba poter esprimere le sue opinioni.”
Commovente. Ma la stampa e la TV ci informano che Tosi ha presentato quarantadue, (quarantadue!) denunce contro cittadini che hanno osato criticarlo. Alla faccia dell'amore per la libertà di espressione.
Ma tant'è l'innamoramento per Tosi contagia tutti e nessuno si chiede cosa ha fatto e fa Tosi come sindaco di Verona cosa che dovrebbe interessare più degli insulti di Bossi e dei suoi approcci non tanto velati con Casini e Fini.
Manca solo un anno alla fine del suo mandato e il verbo più amato da Tosi e dalla sua giunta è “fare” però coniugato al futuro: “faremo”.
Faremo la metropolitana di superficie e intanto gli studenti aspettano gli autobus per ore, a Verona sud faremo un centro direzionale e finanziario che ci invidieranno tutti con due torri alte 140 metri e al suo posto c'è invece un desolato parcheggio rasoterra, faremo il tunnel sotto le Torricelle e, fortunatamente, neanche si comincia, risolveremo il problema del traffico in centro storico e a San Zeno devastano, da anni, il quartiere gioiello di Verona per un inutile parcheggio sotterraneo, stanziano un sacco di soldi per sistemare l'arco dei Gavi e poi si accorgono, perché qualcuno li ha svegliati, che ne bastano pochi per renderlo godibile dai cittadini e protetto dai vandali.
A Verona ci sono più di diecimila appartamenti sfitti e, loro dicono, faremo, costruiremo nuove case in tutti i quartieri.
Solo in borgo Venezia ce ne sono trecento nuovi e da anni inutilmente offerti in vendita.
Così per Veronetta e per la Passalacqua: faremo, faremo, faremo.
Perfino le stupidaggini come le ronde padane e i divieti di mangiare panini vicino ai monumenti sono finite nel ridicolo.
In attivo solo la ferocia sociale verso rom e diseredati.
Tosi non ha fatto nulla di importante e il suo compito era quello di lavorare per la sua città e non per la TV e per la sua futura collocazione politica.
E allora, innamorati di Tosi, pare qualcuno anche a sinistra, pensateci bene
Sempre a proposito di Lega.
Il sindaco leghista di Sommacampagna, Gianluigi Soardi, ieri è stato condannato a tre anni e due mesi e all'interdizione dai pubblici uffici per truffa e peculato per atti compiuti quando era anche presidente della ATV la Azienda Trasporti Veronese. Fatture false, rimborsi per viaggi mai fatti, persino per caffè mai bevuti (si faceva dare blocchetti di scontrini non ritirati dai clienti da un bar amico di piazza Erbe) l'auto dell'azienda per scarozzare la famiglia in villeggiatura..... Ma lui dice che continuerà a fare il sindaco
Domani sabato manifestazione contro l'impianto di Ca' del Bue, l'inceneritore inutile e dannoso che inquinerà i comuni vicini e la stessa Verona.
Il raduno è previsto alle 14,30 a Porta Nuova e il corteo arriverà in piazza Bra.
Era appena cominciata la costruzione dell'impianto. circa venti anni fa, e il dottor Sorbini, direttore del nostro museo di Storia Naturale, mi informò che il luogo dove stavano sorgendo i primi manufatti delle fondazioni risultava, dalle carte idrogeologiche, come zona esondabile perché lì vicino ci sono l'Adige e alcune risorgive.
Ne parlai in consiglio regionale e subito dall'Agsm, titolare dell'impianto, mi giunsero accuse di irresponsabile allarmismo ma però, subito, si affrettarono ad alzare di alcuni metri i piloni della struttura.
Questo per ricordare che l'impianto non era nato sotto i migliori auspici anche perché la tangentopoli veronese era scoppiata proprio attorno ad Agsm e Ca' del Bue coinvolgendo e mandando sotto processo e, in alcuni casi in carcere, dirigenti e responsabili dell'azienda.
Ultima nota: la Procura di Brescia ha aperto una nuova inchiesta sulla strage di piazza della Loggia del 1974 che riapre la pista della destra veronese con le rivelazioni di un pentito che parla di un esponente della destra veronese che sarebbe stato a Brescia il giorno della strage.
Bene. E quando Abel e Furlan, dopo aver assassinato un numero imprecisato, ma notevole, di persone si accingevano a fare una strage in una discoteca in provincia di Mantova chi li aiutò a trasportare da Verona la tanica di benzina?
Ancora non c'è risposta.
Giorgio Bragaja
Questo e i precedenti interventi si trovano anche sul sito di Radio Popolare Verona
e su giorgiobragaja.blogspot.com
Dunque Bossi ha detto: “Tosi è uno stronzo, è uno che ha portato nella Lega un sacco di fascisti, cosa che non potrà essere sopportata per molto”.
Mi costa dirlo ma Bossi ha ragione, anche se non è questo il motivo per cui ce l'ha con Tosi.
Bossi ce l'ha con Tosi perché il sindaco di Verona sta con Maroni che lavora per spodestare Bossi e la sua famiglia dalla guida della Lega. Affari di famiglia poco onorevoli.
E ha torto il giornalista del “Corriere della sera” che scrive: “....quella del Tosi che imbarca fascisti specialmente attraverso la sua lista civica, è una leggenda che ha preso piede anche in Veneto”.
Una leggenda? Dove vive il giornalista de “Il Corriere”? Il capogruppo della lista Tosi in consiglio comunale di Verona è tale Andrea Miglioranzi che si dichiara fascista e che fino al 2005 era esponente dei Gesta Bellica e magnificava il boia delle Fosse Ardeatine e le camere a gas anche se ora lo hanno un po' addomesticato con qualche incarico in aziende pubbliche.
Sono cose che a Verona sanno anche i sassi.
E qualche settimana fa Tosi ha accolto con soddisfazione nella sua Lega Roberto Lomastro capo della tifoseria più becera e fascista della squadra di calcio Hellas-Verona tifoseria che costerà altri soldi alla squadra oltre a quelli che già paga per le multe inflitte per cori razzisti dato che da Vicenza arrivano richieste di indennizzo per i danni provocati dopo l'ultima partita dai tifosi veronesi in trasferta.
Tosi ha sottoscritto i dieci euro che Santoro ha chiesto per poter continuare con la sua trasmissione perché, ha detto Tosi, “...non sono d'accordo con Santoro ma penso che debba poter esprimere le sue opinioni.”
Commovente. Ma la stampa e la TV ci informano che Tosi ha presentato quarantadue, (quarantadue!) denunce contro cittadini che hanno osato criticarlo. Alla faccia dell'amore per la libertà di espressione.
Ma tant'è l'innamoramento per Tosi contagia tutti e nessuno si chiede cosa ha fatto e fa Tosi come sindaco di Verona cosa che dovrebbe interessare più degli insulti di Bossi e dei suoi approcci non tanto velati con Casini e Fini.
Manca solo un anno alla fine del suo mandato e il verbo più amato da Tosi e dalla sua giunta è “fare” però coniugato al futuro: “faremo”.
Faremo la metropolitana di superficie e intanto gli studenti aspettano gli autobus per ore, a Verona sud faremo un centro direzionale e finanziario che ci invidieranno tutti con due torri alte 140 metri e al suo posto c'è invece un desolato parcheggio rasoterra, faremo il tunnel sotto le Torricelle e, fortunatamente, neanche si comincia, risolveremo il problema del traffico in centro storico e a San Zeno devastano, da anni, il quartiere gioiello di Verona per un inutile parcheggio sotterraneo, stanziano un sacco di soldi per sistemare l'arco dei Gavi e poi si accorgono, perché qualcuno li ha svegliati, che ne bastano pochi per renderlo godibile dai cittadini e protetto dai vandali.
A Verona ci sono più di diecimila appartamenti sfitti e, loro dicono, faremo, costruiremo nuove case in tutti i quartieri.
Solo in borgo Venezia ce ne sono trecento nuovi e da anni inutilmente offerti in vendita.
Così per Veronetta e per la Passalacqua: faremo, faremo, faremo.
Perfino le stupidaggini come le ronde padane e i divieti di mangiare panini vicino ai monumenti sono finite nel ridicolo.
In attivo solo la ferocia sociale verso rom e diseredati.
Tosi non ha fatto nulla di importante e il suo compito era quello di lavorare per la sua città e non per la TV e per la sua futura collocazione politica.
E allora, innamorati di Tosi, pare qualcuno anche a sinistra, pensateci bene
Sempre a proposito di Lega.
Il sindaco leghista di Sommacampagna, Gianluigi Soardi, ieri è stato condannato a tre anni e due mesi e all'interdizione dai pubblici uffici per truffa e peculato per atti compiuti quando era anche presidente della ATV la Azienda Trasporti Veronese. Fatture false, rimborsi per viaggi mai fatti, persino per caffè mai bevuti (si faceva dare blocchetti di scontrini non ritirati dai clienti da un bar amico di piazza Erbe) l'auto dell'azienda per scarozzare la famiglia in villeggiatura..... Ma lui dice che continuerà a fare il sindaco
Domani sabato manifestazione contro l'impianto di Ca' del Bue, l'inceneritore inutile e dannoso che inquinerà i comuni vicini e la stessa Verona.
Il raduno è previsto alle 14,30 a Porta Nuova e il corteo arriverà in piazza Bra.
Era appena cominciata la costruzione dell'impianto. circa venti anni fa, e il dottor Sorbini, direttore del nostro museo di Storia Naturale, mi informò che il luogo dove stavano sorgendo i primi manufatti delle fondazioni risultava, dalle carte idrogeologiche, come zona esondabile perché lì vicino ci sono l'Adige e alcune risorgive.
Ne parlai in consiglio regionale e subito dall'Agsm, titolare dell'impianto, mi giunsero accuse di irresponsabile allarmismo ma però, subito, si affrettarono ad alzare di alcuni metri i piloni della struttura.
Questo per ricordare che l'impianto non era nato sotto i migliori auspici anche perché la tangentopoli veronese era scoppiata proprio attorno ad Agsm e Ca' del Bue coinvolgendo e mandando sotto processo e, in alcuni casi in carcere, dirigenti e responsabili dell'azienda.
Ultima nota: la Procura di Brescia ha aperto una nuova inchiesta sulla strage di piazza della Loggia del 1974 che riapre la pista della destra veronese con le rivelazioni di un pentito che parla di un esponente della destra veronese che sarebbe stato a Brescia il giorno della strage.
Bene. E quando Abel e Furlan, dopo aver assassinato un numero imprecisato, ma notevole, di persone si accingevano a fare una strage in una discoteca in provincia di Mantova chi li aiutò a trasportare da Verona la tanica di benzina?
Ancora non c'è risposta.
Giorgio Bragaja
Questo e i precedenti interventi si trovano anche sul sito di Radio Popolare Verona
e su giorgiobragaja.blogspot.com
15 ottobre 2011
intervento a radiopop 14-9-2011 su Brancher e Tosi, il Mattarellum, e altro.
Dunque il sindaco Tosi e Brancher (l'ex ministro più veloce del mondo; dopo soli diciassette giorni l'hanno costretto a dimettersi) hanno fatto la pace e con i sodali Pisa,Venturini, Polato...... davanti ad una tavola imbandita hanno posto le basi per la prossima campagna elettorale per la riconquista del Comune e per l'occupazione di qualche altro posto nelle banche veronesi (così si spiega la presenza al desco anche dell' avvocato Carlo Alberto Munari consigliere della Fondazione Cariverona )
Brancher poche settimane fa ha visto riconfermata in via definitiva la sua condanna a due anni di reclusione per ricettazione e appropriazione indebita e l'associazione “Lago di Garda tutto l'anno” costituita dai Comuni delle tre sponde di cui Brancher è presidente l'ha contestato duramente ritenendolo incompatibile con le finalità della associazione stessa. Ma negli stessi giorni Brancher è stato nominato dal governo Berlusconi a capo di un nuovo Ente pubblico con sede a Verona in lungadige Capuleti 11 con ricca dotazione di 160 milioni di euro e dunque la sua amicizia per qualcuno è tornata di nuovo preziosa e ricercata.
Un milione e duecentomila cittadini hanno firmato la richiesta per indire un referendum per cancellare la vigente legge elettorale. Tra questi anche molti veronesi. Io non ho firmato.
La vigente legge è stata voluta dal leghista Calderoli e battezzata dallo stesso come “Legge Porcellum” tanto è schifosa e antidemocratica.
La precedente legge pensata e voluta dal deputato del centro sinistra Mattarella fu soprannominata “Mattarellum” dal politologo Sartori per denunciarne il carattere punitivo verso una libera e democratica espressione del voto.
Per alcuni è addirittura peggiore del “Porcellum”.
Si farà il referendum per passare dal “Porcellum” al “Mattarellum”. Non capisco e so che molti non sono d'accordo con quello che ho detto.
Giuseppe Brugnoli, già direttore de “L'Arena”, si è conservato uno spazio settimanale sullo stesso giornale, una rubrica, “Il canton del Bepi”, nella quale scrive, in un italiano impeccabile anche se un po' troppo aulico, di fatti e di persone di Verona cogliendone spesso aspetti sfuggiti ai più.
Il che non vuol dire che io sia sempre d'accordo con lui.
Per esempio consideriamo due degli ultimi “cantoni”.
In uno ha santificato l' ex sindaco di Verona e presidente della Banca Popolare Giorgio Zanotto.
Ognuno si sceglie i propri santi ma forse sarebbe stato opportuno ricordare oltre le sue benemerenze anche la vicenda delle sanatorie edilizie con annessa rocambolesca scomparsa dei documenti di prova nelle acque del Canal Grande durante il loro viaggio verso la corte d'Appello, e anche che, anni fa, quando “L'Arena” era in difficoltà finanziarie e stava per essere
acquisita dall'editore di Repubblica ,Zanotto presidente della Popolare, la notte prima della conclusione della transazione riunì il consiglio di amministrazione della banca e buttò sul tavolo della trattativa alcuni miliardi bloccando così ogni possibilità di cambiamento.
Erano soldi della banca, non suoi, ma dei cittadini che li avevano versati, di tutti i cittadini anche di quelli che avrebbero voluto un giornale diverso da “L'Arena”, diverso da come era e da come è.
Nell'altro prendendo spunto dalla ricorrenza di un episodio della Resistenza svoltosi alle Poste, oggi piazza Viviani, fa un breve elenco dei protagonisti della Resistenza veronese.
E' uno scritto partecipato e commosso ma tutto bianco. Non c'è traccia di rosso.
Eppure a Verona ci sono stati anche Bertin Zampieri, Emilio Moretto, Miro Marchi, Vittorio Ugolini, Aldo Petacchi...che proprio bianchi non erano.
Evidentemente all'amico Brugnoli, già direttore de “L'Arena”, è rimasto un po' del daltonismo che, come un virus, colpisce tutti i direttori di quel giornale.
Poi, cessata la funzione, il virus scompare. Non del tutto, però.
Come si sa nella passata stagione calcistica la squadra dell' Hellas-Verona su 38 partite è stata multata per ben 20 volte per cori e striscioni razzisti per un totale di quasi 100 mila euro.
Domenica scorsa nuova multa di 7 mila euro sempre per gli stessi motivi e l'AGSM azienda di servizi, con socio unico il Comune e con presidente il segretario provinciale della Lega, ha scelto di sponsorizzare con un mucchio di soldi proprio l'Hellas-Verona.
Verona ha due squadre di calcio. L'altra è il Chievo in serie A. Ma il Chievo non è mai stato multato per cori e striscioni razzisti e dunque non ha bisogno di soldi pubblici per pagare le multe.
Il presidente dell'Hellas Martinelli, che tutti dicono essere una brava persona, non potrebbe, anche nell'interesse della squadra, che tutti vogliamo arrivi in serie A, darci un taglio con questa tifoseria?
Altrimenti vien naturale pensare che certe sponsorizzazioni siano anche condizionanti.
Nei giorni scorsi su un terreno comunale, e con il permesso della giunta, estremisti di destra di Forza Nuova provenienti da tutta Italia hanno tenuto un corso di arti marziali accompagnato e arricchito da urla guerresche di stampo nazista e razzista suscitando le proteste degli abitanti del quartiere. Qualche ingenuo si è chiesto come sia possibile.
Per finire in bellezza: sul settimanale della diocesi “Verona Fedele” don Fasani è tornato alla grande a parlare di politica
Con un lungo articolo loda Marchionne e si lamenta che ce ne sia uno solo, lancia anatemi contro la FIOM, contro il teologo Mancuso, contro la magistratura e persino contro la Marcegaglia che critica il governo.
Non una parola sull'amico Silvio con il quale “ce l'hanno tutti - parole sue, di don Fasani-solo perché gli piacciono le donne”.
Pensiero un po' irriverente: se al tempo di Sandro Pertini Presidente della Repubblica ci fosse stato un presidente del Consiglio come Silvio Berlusconi cosa avrebbe detto e fatto il Presidente della Repubblica Sandro Pertini?
Giorgio Bragaja
Questo intervento e i precedenti si trovano su: giorgiobragaja.blogspot.com
e sul sito: radio popolare Verona
Dunque il sindaco Tosi e Brancher (l'ex ministro più veloce del mondo; dopo soli diciassette giorni l'hanno costretto a dimettersi) hanno fatto la pace e con i sodali Pisa,Venturini, Polato...... davanti ad una tavola imbandita hanno posto le basi per la prossima campagna elettorale per la riconquista del Comune e per l'occupazione di qualche altro posto nelle banche veronesi (così si spiega la presenza al desco anche dell' avvocato Carlo Alberto Munari consigliere della Fondazione Cariverona )
Brancher poche settimane fa ha visto riconfermata in via definitiva la sua condanna a due anni di reclusione per ricettazione e appropriazione indebita e l'associazione “Lago di Garda tutto l'anno” costituita dai Comuni delle tre sponde di cui Brancher è presidente l'ha contestato duramente ritenendolo incompatibile con le finalità della associazione stessa. Ma negli stessi giorni Brancher è stato nominato dal governo Berlusconi a capo di un nuovo Ente pubblico con sede a Verona in lungadige Capuleti 11 con ricca dotazione di 160 milioni di euro e dunque la sua amicizia per qualcuno è tornata di nuovo preziosa e ricercata.
Un milione e duecentomila cittadini hanno firmato la richiesta per indire un referendum per cancellare la vigente legge elettorale. Tra questi anche molti veronesi. Io non ho firmato.
La vigente legge è stata voluta dal leghista Calderoli e battezzata dallo stesso come “Legge Porcellum” tanto è schifosa e antidemocratica.
La precedente legge pensata e voluta dal deputato del centro sinistra Mattarella fu soprannominata “Mattarellum” dal politologo Sartori per denunciarne il carattere punitivo verso una libera e democratica espressione del voto.
Per alcuni è addirittura peggiore del “Porcellum”.
Si farà il referendum per passare dal “Porcellum” al “Mattarellum”. Non capisco e so che molti non sono d'accordo con quello che ho detto.
Giuseppe Brugnoli, già direttore de “L'Arena”, si è conservato uno spazio settimanale sullo stesso giornale, una rubrica, “Il canton del Bepi”, nella quale scrive, in un italiano impeccabile anche se un po' troppo aulico, di fatti e di persone di Verona cogliendone spesso aspetti sfuggiti ai più.
Il che non vuol dire che io sia sempre d'accordo con lui.
Per esempio consideriamo due degli ultimi “cantoni”.
In uno ha santificato l' ex sindaco di Verona e presidente della Banca Popolare Giorgio Zanotto.
Ognuno si sceglie i propri santi ma forse sarebbe stato opportuno ricordare oltre le sue benemerenze anche la vicenda delle sanatorie edilizie con annessa rocambolesca scomparsa dei documenti di prova nelle acque del Canal Grande durante il loro viaggio verso la corte d'Appello, e anche che, anni fa, quando “L'Arena” era in difficoltà finanziarie e stava per essere
acquisita dall'editore di Repubblica ,Zanotto presidente della Popolare, la notte prima della conclusione della transazione riunì il consiglio di amministrazione della banca e buttò sul tavolo della trattativa alcuni miliardi bloccando così ogni possibilità di cambiamento.
Erano soldi della banca, non suoi, ma dei cittadini che li avevano versati, di tutti i cittadini anche di quelli che avrebbero voluto un giornale diverso da “L'Arena”, diverso da come era e da come è.
Nell'altro prendendo spunto dalla ricorrenza di un episodio della Resistenza svoltosi alle Poste, oggi piazza Viviani, fa un breve elenco dei protagonisti della Resistenza veronese.
E' uno scritto partecipato e commosso ma tutto bianco. Non c'è traccia di rosso.
Eppure a Verona ci sono stati anche Bertin Zampieri, Emilio Moretto, Miro Marchi, Vittorio Ugolini, Aldo Petacchi...che proprio bianchi non erano.
Evidentemente all'amico Brugnoli, già direttore de “L'Arena”, è rimasto un po' del daltonismo che, come un virus, colpisce tutti i direttori di quel giornale.
Poi, cessata la funzione, il virus scompare. Non del tutto, però.
Come si sa nella passata stagione calcistica la squadra dell' Hellas-Verona su 38 partite è stata multata per ben 20 volte per cori e striscioni razzisti per un totale di quasi 100 mila euro.
Domenica scorsa nuova multa di 7 mila euro sempre per gli stessi motivi e l'AGSM azienda di servizi, con socio unico il Comune e con presidente il segretario provinciale della Lega, ha scelto di sponsorizzare con un mucchio di soldi proprio l'Hellas-Verona.
Verona ha due squadre di calcio. L'altra è il Chievo in serie A. Ma il Chievo non è mai stato multato per cori e striscioni razzisti e dunque non ha bisogno di soldi pubblici per pagare le multe.
Il presidente dell'Hellas Martinelli, che tutti dicono essere una brava persona, non potrebbe, anche nell'interesse della squadra, che tutti vogliamo arrivi in serie A, darci un taglio con questa tifoseria?
Altrimenti vien naturale pensare che certe sponsorizzazioni siano anche condizionanti.
Nei giorni scorsi su un terreno comunale, e con il permesso della giunta, estremisti di destra di Forza Nuova provenienti da tutta Italia hanno tenuto un corso di arti marziali accompagnato e arricchito da urla guerresche di stampo nazista e razzista suscitando le proteste degli abitanti del quartiere. Qualche ingenuo si è chiesto come sia possibile.
Per finire in bellezza: sul settimanale della diocesi “Verona Fedele” don Fasani è tornato alla grande a parlare di politica
Con un lungo articolo loda Marchionne e si lamenta che ce ne sia uno solo, lancia anatemi contro la FIOM, contro il teologo Mancuso, contro la magistratura e persino contro la Marcegaglia che critica il governo.
Non una parola sull'amico Silvio con il quale “ce l'hanno tutti - parole sue, di don Fasani-solo perché gli piacciono le donne”.
Pensiero un po' irriverente: se al tempo di Sandro Pertini Presidente della Repubblica ci fosse stato un presidente del Consiglio come Silvio Berlusconi cosa avrebbe detto e fatto il Presidente della Repubblica Sandro Pertini?
Giorgio Bragaja
Questo intervento e i precedenti si trovano su: giorgiobragaja.blogspot.com
e sul sito: radio popolare Verona
15 luglio 2011
intervento a radio popo 15-7-11 Passalacqua, 14 luglio 1995, tifosi premiati, cantanti
Tra poco, dicono, cominceremo i lavori per realizzare il ”Progetto Passalacqua” e prima, dicono, dovremo tagliare qualche centinaio di alberi per poter fare un parco.
Gruppi di cittadini e associazioni si stanno organizzando per impedire che si faccia un parco tagliando gli alberi e per vederci chiaro su quello che hanno intenzione di fare gli allegri boscaioli della giunta di centro-destra quando diventeranno operosi muratori.
Cioè cosa e per chi costruiranno? E quanto?
Quando si parla di Passalacqua è sempre opportuno fare un passo indietro e ricordare alcune cose a chi non vuol ricordare, stampa e televisione comprese.
Perché il vasto comprensorio della caserma Passalacqua divenne patrimonio della città di Verona, della nostra città, solo per la volontà e l'impegno dei cittadini, di un loro comitato, di gruppi di personalità della cultura, di pochissime mosche bianche (più rosse che bianche) in consiglio comunale, contro tutte le istituzioni, militari, politiche, religiose e soprattutto contro la maggioranza di centro destra che governava la città allora e che la governa tuttora. Furono soprattutto i cittadini organizzati. Raccolsero 5000 firme, pubblicarono dossier, contattarono tutti, dai consiglieri di circoscrizione al presidente della Repubblica, ai ministri, ai segretari nazionali dei partiti e, soprattutto, non lasciarono respirare, per mesi, il consiglio comunale, la giunta, la sindaca Sironi con una presenza fisica costante, poco educata secondo i media di allora ma, invece, molto educata alla democrazia, una presenza dura, senza alcuna violenza, per mesi.
E vinsero e la città ebbe in dono da questi cittadini, e non da altri, un patrimonio di spazi, di opportunità urbanistiche, di opportunità sociali inestimabile.
Il vicesindaco Giacino dice che il costruito sarà molto meno di quello esistente di quello cioè che potrebbero costruire rispettando la legge.
Ma i metri cubi esistenti sono quelli edificati dagli americani al di fuori di ogni pianificazione contro ogni regola e senza tener conto dei vincoli monumentali e che perciò, dal punto di vista urbanistico dovrebbero essere abbattuti senza essere conteggiati come credito edilizio.
Facciamo un esempio: supponiamo che qualcuno, anni fa, un prepotente, avesse costruito, fuori da ogni regola, un condominio di sei piani sul Liston in piazza Bra.
Passano un po' di anni e un sindaco fa abbattere quel condominio e al suo posto ne fa costruire uno di cinque piani assumendosi il merito di aver diminuito la cubatura esistente.
Questo è quanto sta succedendo alla Passalacqua.
Veronetta è un quartiere abituato ad essere dimenticato, ad essere ritenuto di seconda categoria.
Una scelta per la Passalacqua che penalizzasse ancora il quartiere rispetto all'Università e agli interessi del mattone sarebbe l'ennesimo rifiuto di comprendere i bisogni di un quartiere, complesso ma vitale che potrebbe trasformarsi in laboratorio avanzato di convivenza civile e di partecipazione.
I cittadini del quartiere e non solo si stanno organizzando. Siamo ancora in tempo.
Il 14 luglio del 1995 il consiglio comunale di Verona, giunta Sironi, a maggioranza di centro destra, approva le vergognose mozioni omofobe dopo una discussione che vede i protagonisti della Verona bene esibirsi in consiglio comunale con espressioni come “i gay bisogna farli capponi” “le donne? allargano troppo facilmente le gambe” tra le risate di assessori e sindaca Sironi.
Dopo 16 anni di tentativi per annullarle quelle mozioni sono ancora lì malgrado questi sedici anni siano composti anche dai cinque della giunta di centro sinistra del cattolico Zanotto.
Il circolo Pink ieri ha annunciato che ricorrerà presso la corte Europea dei Diritti dell'uomo di Strasburgo. E fa bene.
Altro argomento
La settimana scorsa avevo accennato al premio che la Lega calcio ha assegnato alla squadra di calcio Hellas-Verona “per la correttezza dei suoi tifosi”.
Incredulo non avevo fatto tanti commenti perché la notizia mi sembrava frutto di uno scherzo.
Incredulo perché la squadra di calcio Hellas Verona è tra le più multate per il comportamento violento dei suoi tifosi.
Su trentotto partite di campionato è stata multata per ben venti volte per un totale di più di 80 mila euro e le motivazioni sempre quelle : violenza e cori e striscioni razzisti.
Il presidente dei calcio-club del l'Hellas-Verona, cioè dei tifosi, è Alberto Lo Mastro inventore del manichino nero appeso, impiccato, sugli spalti dello stadio.
Ma ero stato impreciso. A dare il premio “ un attestato di certificazione di qualità per la correttezza della tifoseria e per l'attività del club” non era stata la Lega calcio ma il Viminale, il Ministero degli Interni.
Si proprio così il Ministero degli interni ha premiato “per la sua correttezza” una tifoseria tra le più violente d'Italia.
I cui appartenenti compaiono nelle cronache giudiziarie quasi giornalmente. Dall'assassinio di Tommasoli all'aggressione al bar Posta, dalla devastazione della festa sportiva a Caprino, alle notti di violenza in centro storico.
Uno si chiede: come è potuto succedere?
Avanzo una ipotesi: Tosi, il sindaco Tosi, è tifoso dell' Hellas Verona (per carità non del Chievo, l'ha detto lui) è della corrente di Maroni che è il ministro degli Interni e cosi si arriva al premio che probabilmente sarà consegnato dalla prefetta Perla Stancari emanazione del ministero di Maroni e estimatrice dichiarata di Tosi.
Se fosse così cioè se in qualche modo il premio fosse dovuto ad un qualche intervento di Tosi, si tratterebbe di una volgare bravata, una offesa alla città, alla gente perbene, allo sport, ma non lontana dallo stile del sindaco.
Una domanda: cosa ne pensa il questore di Verona che ha dichiarato di non andare più a vedere partite di calcio perché non sopporta il tifo violento?
Cosa ne pensano i sindacati di polizia i cui iscritti passano le domeniche a vedersela con la tifoseria premiata dal loro ministro?
Giorgio Bragaja
questo e i precedenti interventi si trovano su
giorgiobragaja.blogspot.com
e su Radio Popolare Verona
Tra poco, dicono, cominceremo i lavori per realizzare il ”Progetto Passalacqua” e prima, dicono, dovremo tagliare qualche centinaio di alberi per poter fare un parco.
Gruppi di cittadini e associazioni si stanno organizzando per impedire che si faccia un parco tagliando gli alberi e per vederci chiaro su quello che hanno intenzione di fare gli allegri boscaioli della giunta di centro-destra quando diventeranno operosi muratori.
Cioè cosa e per chi costruiranno? E quanto?
Quando si parla di Passalacqua è sempre opportuno fare un passo indietro e ricordare alcune cose a chi non vuol ricordare, stampa e televisione comprese.
Perché il vasto comprensorio della caserma Passalacqua divenne patrimonio della città di Verona, della nostra città, solo per la volontà e l'impegno dei cittadini, di un loro comitato, di gruppi di personalità della cultura, di pochissime mosche bianche (più rosse che bianche) in consiglio comunale, contro tutte le istituzioni, militari, politiche, religiose e soprattutto contro la maggioranza di centro destra che governava la città allora e che la governa tuttora. Furono soprattutto i cittadini organizzati. Raccolsero 5000 firme, pubblicarono dossier, contattarono tutti, dai consiglieri di circoscrizione al presidente della Repubblica, ai ministri, ai segretari nazionali dei partiti e, soprattutto, non lasciarono respirare, per mesi, il consiglio comunale, la giunta, la sindaca Sironi con una presenza fisica costante, poco educata secondo i media di allora ma, invece, molto educata alla democrazia, una presenza dura, senza alcuna violenza, per mesi.
E vinsero e la città ebbe in dono da questi cittadini, e non da altri, un patrimonio di spazi, di opportunità urbanistiche, di opportunità sociali inestimabile.
Il vicesindaco Giacino dice che il costruito sarà molto meno di quello esistente di quello cioè che potrebbero costruire rispettando la legge.
Ma i metri cubi esistenti sono quelli edificati dagli americani al di fuori di ogni pianificazione contro ogni regola e senza tener conto dei vincoli monumentali e che perciò, dal punto di vista urbanistico dovrebbero essere abbattuti senza essere conteggiati come credito edilizio.
Facciamo un esempio: supponiamo che qualcuno, anni fa, un prepotente, avesse costruito, fuori da ogni regola, un condominio di sei piani sul Liston in piazza Bra.
Passano un po' di anni e un sindaco fa abbattere quel condominio e al suo posto ne fa costruire uno di cinque piani assumendosi il merito di aver diminuito la cubatura esistente.
Questo è quanto sta succedendo alla Passalacqua.
Veronetta è un quartiere abituato ad essere dimenticato, ad essere ritenuto di seconda categoria.
Una scelta per la Passalacqua che penalizzasse ancora il quartiere rispetto all'Università e agli interessi del mattone sarebbe l'ennesimo rifiuto di comprendere i bisogni di un quartiere, complesso ma vitale che potrebbe trasformarsi in laboratorio avanzato di convivenza civile e di partecipazione.
I cittadini del quartiere e non solo si stanno organizzando. Siamo ancora in tempo.
Il 14 luglio del 1995 il consiglio comunale di Verona, giunta Sironi, a maggioranza di centro destra, approva le vergognose mozioni omofobe dopo una discussione che vede i protagonisti della Verona bene esibirsi in consiglio comunale con espressioni come “i gay bisogna farli capponi” “le donne? allargano troppo facilmente le gambe” tra le risate di assessori e sindaca Sironi.
Dopo 16 anni di tentativi per annullarle quelle mozioni sono ancora lì malgrado questi sedici anni siano composti anche dai cinque della giunta di centro sinistra del cattolico Zanotto.
Il circolo Pink ieri ha annunciato che ricorrerà presso la corte Europea dei Diritti dell'uomo di Strasburgo. E fa bene.
Altro argomento
La settimana scorsa avevo accennato al premio che la Lega calcio ha assegnato alla squadra di calcio Hellas-Verona “per la correttezza dei suoi tifosi”.
Incredulo non avevo fatto tanti commenti perché la notizia mi sembrava frutto di uno scherzo.
Incredulo perché la squadra di calcio Hellas Verona è tra le più multate per il comportamento violento dei suoi tifosi.
Su trentotto partite di campionato è stata multata per ben venti volte per un totale di più di 80 mila euro e le motivazioni sempre quelle : violenza e cori e striscioni razzisti.
Il presidente dei calcio-club del l'Hellas-Verona, cioè dei tifosi, è Alberto Lo Mastro inventore del manichino nero appeso, impiccato, sugli spalti dello stadio.
Ma ero stato impreciso. A dare il premio “ un attestato di certificazione di qualità per la correttezza della tifoseria e per l'attività del club” non era stata la Lega calcio ma il Viminale, il Ministero degli Interni.
Si proprio così il Ministero degli interni ha premiato “per la sua correttezza” una tifoseria tra le più violente d'Italia.
I cui appartenenti compaiono nelle cronache giudiziarie quasi giornalmente. Dall'assassinio di Tommasoli all'aggressione al bar Posta, dalla devastazione della festa sportiva a Caprino, alle notti di violenza in centro storico.
Uno si chiede: come è potuto succedere?
Avanzo una ipotesi: Tosi, il sindaco Tosi, è tifoso dell' Hellas Verona (per carità non del Chievo, l'ha detto lui) è della corrente di Maroni che è il ministro degli Interni e cosi si arriva al premio che probabilmente sarà consegnato dalla prefetta Perla Stancari emanazione del ministero di Maroni e estimatrice dichiarata di Tosi.
Se fosse così cioè se in qualche modo il premio fosse dovuto ad un qualche intervento di Tosi, si tratterebbe di una volgare bravata, una offesa alla città, alla gente perbene, allo sport, ma non lontana dallo stile del sindaco.
Una domanda: cosa ne pensa il questore di Verona che ha dichiarato di non andare più a vedere partite di calcio perché non sopporta il tifo violento?
Cosa ne pensano i sindacati di polizia i cui iscritti passano le domeniche a vedersela con la tifoseria premiata dal loro ministro?
Giorgio Bragaja
questo e i precedenti interventi si trovano su
giorgiobragaja.blogspot.com
e su Radio Popolare Verona
08 luglio 2011
Intervento a radiopop 8-7-2011 Tosi, Grillo, parco Star, industriali e jeans
Mai come in queste settimane Tosi, il sindaco di Verona, è stato lodato, coccolato da “L'Arena” e dalle televisioni locali e nazionali.
Un diluvio di interviste, di articoli, di commenti uno più lusinghiero dell'altro.
Dopo il Tosi che doma le tigri e che volteggia sul trapezio (prima c'era stato il Tosi ciclista, tuffatore, calciatore ecc...) ecco il Tosi duro, durissimo critico di Berlusconi.
Lo fa un po' per disturbare Bossi (lui, Tosi, sta con Maroni) e un po' per fare la figura di quello che certe cose non le manda giù.
“Siamo stufi di ingoiare rospi, noi della Lega non ne possiamo più” dice Tosi
Il riferimento è alla bellissima vicenda dell'ultima legge “salva Berlusconi” (i suoi soldi) presentata e poi frettolosamente ritirata perché ritenuta troppo indecente anche dai suoi servi più fedeli.
In due parole: domani, sabato, sarà emessa la sentenza di secondo grado che, molto probabilmente, confermerà quella di primo grado sul cosiddetto Lodo Mondadori che aveva condannato la Fininvest, l'azienda della famiglia Berlusconi, a un risarcimento di centinaia di milioni di euro da corrispondere alla azienda di De Benedetti, per la vicenda della compravendita della Mondadori.
Una vicenda processuale che aveva visto la Fininvest inizialmente vincitrice ma, poi, si scoprì che il giudice era stato corrotto da Cesare Previti, l'avvocato di Berlusconi, e così ora Berlusconi dovrà restituire il maltolto.
A preparare la impresentabile norma salva Berlusconi pare sia stato l'ex ministro della giustizia e ora nominato per acclamazione segretario nazionale del Popolo della Libertà Angelino Alfano Popolo della Libertà da lui definito il partito degli onesti.
E allora Tosi dice che è stufo di ingoiare rospi.
Il suo suggeritore abituale, il suo capo ufficio stampa Roberto Bolis, di solito prodigo di suggerimenti intelligenti, deve essere in ferie o ha deciso di sabotarlo perché è un bel po' di tempo che Tosi è sopra le righe, che esagera, che oltrepassa il limite del ridicolo aiutato anche dai media molto servili ma non per questo sempre utili.
Come si fa a criticare Berlusconi e Alfano e poi, a Verona, nella sua giunta, tenersi i servi fedelissimi di Berlusconi e Alfano, i quali servi, di ritorno da Roma dopo l'assemblea nazionale, dichiarano alla stampa il loro straripante entusiasmo per il premier e per il nuovo segretario?
Come fa a dichiararsi soddisfatto perché la Lega ha finalmente ottenuto il federalismo fiscale quando invece il Comune di Verona, il suo, il nostro Comune è costretto a vendere le proprie quote in Fiera per decine di milioni di euro perché con la nuova legge finanziaria del suo governo non ha più i soldi per le spese correnti, cioè per la salute dei cittadini, per i trasporti, per l'assistenza all'handicap, per la cultura, per l'istruzione, per il lavoro....?
Altro che federalismo fiscale, siamo all'agonia dei Comuni e di tutti gli Enti locali.
Via dalla guerra in Libia proclama e, ieri, il governo dice: no restiamo.
Di rospi ne sta ingoiando a chili.
Altro argomento.
Uno dei due Giorgetti di alleanza nazionale, non mi ricordo quale, se il vice ministro o l'assessore regionale, tanto fa lo stesso, ha chiesto al Comune di Verona di non concedere spazi pubblici a Beppe Grillo per le sue manifestazioni perché Beppe Grillo ha definito eroi i manifestanti della Val Susa contrari alla Tav, la ferrovia che distruggerà la loro valle.
No a Grillo perché ha definito eroi quelli della Val Susa, si, qualche anno fa, a quelli del gruppo nazirock Gesta Bellica che negli spazi comunali dei Magazzini Generali cantavano l'eroe Priebke ( Fosse Ardeatine) e invocavano ancora i forni crematori per gli ebrei.
Del resto uno di quei cantori è in Consiglio comunale come capogruppo della lista Tosi.
Gli industriali veronesi per bocca dei loro rappresentanti riuniti in assemblea hanno detto che a Verona le istituzioni, Comune e Provincia devono fare meno chiacchiere e più fatti.
Quelli della Valpantena poi, quelli del consorzio marmisti come Campedelli e quelli dei jeans come Tacchella riunitisi in un ristorante a Grezzana hanno preteso anche loro più attenzione e, dopo l'ultimo bicchiere, hanno chiesto anche un altro tunnel, oltre a quello delle Torricelle, un tunnel che unisca la Valpantena con la Valle dell'Adige.
A parte i tunnel non hanno forse tutti i torti ma qualcosa potrebbero fare anche loro.
Per esempio modificare alcuni parametri nei costi di produzione.
Una rivista specializzata pubblica come risultato di una ricerca alcuni dati su come viene ripartito il valore di un prodotto, per esempio i jeans. Anche quelli di Tacchella. Cioè come vanno ripartiti i soldi che noi spendiamo per comprarci un paio di jeans.
Ecco: il 50% va ai negozianti e all'Iva, il 24% va alla pubblicità, il 13% va al trasporto, il 12% va alle materie prime e costi di produzione, l'1% va agli operai, a chi lavora in fabbrica. L'1% !
Questo è un fatto che spetta agli industriali modificare altrimenti hanno poco titolo per chiedere interventi pubblici più qualificati a sostegno dell'economia dato che gli interventi pubblici, come si sa, vengono pagati con i soldi che i cittadini si guadagnano nelle loro fabbriche.
Ultima: l'altro giorno è arrivato a Verona il giro d'Italia femminile.
Arrivate in piazza Bra, sotto i portoni capitombolo generale causato dalle buche. Cicliste infuriate.
L'assessore Pisa chiamato in causa ha detto: cercherò di capire cosa si può fare.
Assessore Pisa, non è difficile: basta tappare le buche.
Tifosi Hellas-Verona hanno devastato una festa sportiva a Caprino.
La Lega calcio ha rilasciato l'attestato di “Tifoseria corretta” all'Hellas -Verona. Da “L'Arena” di ieri.
Giorgio Bragaja
precedenti interventi si trovano su: giorgiobragaja.blogspot.com
e sul sito di Radio popolare Verona
Mai come in queste settimane Tosi, il sindaco di Verona, è stato lodato, coccolato da “L'Arena” e dalle televisioni locali e nazionali.
Un diluvio di interviste, di articoli, di commenti uno più lusinghiero dell'altro.
Dopo il Tosi che doma le tigri e che volteggia sul trapezio (prima c'era stato il Tosi ciclista, tuffatore, calciatore ecc...) ecco il Tosi duro, durissimo critico di Berlusconi.
Lo fa un po' per disturbare Bossi (lui, Tosi, sta con Maroni) e un po' per fare la figura di quello che certe cose non le manda giù.
“Siamo stufi di ingoiare rospi, noi della Lega non ne possiamo più” dice Tosi
Il riferimento è alla bellissima vicenda dell'ultima legge “salva Berlusconi” (i suoi soldi) presentata e poi frettolosamente ritirata perché ritenuta troppo indecente anche dai suoi servi più fedeli.
In due parole: domani, sabato, sarà emessa la sentenza di secondo grado che, molto probabilmente, confermerà quella di primo grado sul cosiddetto Lodo Mondadori che aveva condannato la Fininvest, l'azienda della famiglia Berlusconi, a un risarcimento di centinaia di milioni di euro da corrispondere alla azienda di De Benedetti, per la vicenda della compravendita della Mondadori.
Una vicenda processuale che aveva visto la Fininvest inizialmente vincitrice ma, poi, si scoprì che il giudice era stato corrotto da Cesare Previti, l'avvocato di Berlusconi, e così ora Berlusconi dovrà restituire il maltolto.
A preparare la impresentabile norma salva Berlusconi pare sia stato l'ex ministro della giustizia e ora nominato per acclamazione segretario nazionale del Popolo della Libertà Angelino Alfano Popolo della Libertà da lui definito il partito degli onesti.
E allora Tosi dice che è stufo di ingoiare rospi.
Il suo suggeritore abituale, il suo capo ufficio stampa Roberto Bolis, di solito prodigo di suggerimenti intelligenti, deve essere in ferie o ha deciso di sabotarlo perché è un bel po' di tempo che Tosi è sopra le righe, che esagera, che oltrepassa il limite del ridicolo aiutato anche dai media molto servili ma non per questo sempre utili.
Come si fa a criticare Berlusconi e Alfano e poi, a Verona, nella sua giunta, tenersi i servi fedelissimi di Berlusconi e Alfano, i quali servi, di ritorno da Roma dopo l'assemblea nazionale, dichiarano alla stampa il loro straripante entusiasmo per il premier e per il nuovo segretario?
Come fa a dichiararsi soddisfatto perché la Lega ha finalmente ottenuto il federalismo fiscale quando invece il Comune di Verona, il suo, il nostro Comune è costretto a vendere le proprie quote in Fiera per decine di milioni di euro perché con la nuova legge finanziaria del suo governo non ha più i soldi per le spese correnti, cioè per la salute dei cittadini, per i trasporti, per l'assistenza all'handicap, per la cultura, per l'istruzione, per il lavoro....?
Altro che federalismo fiscale, siamo all'agonia dei Comuni e di tutti gli Enti locali.
Via dalla guerra in Libia proclama e, ieri, il governo dice: no restiamo.
Di rospi ne sta ingoiando a chili.
Altro argomento.
Uno dei due Giorgetti di alleanza nazionale, non mi ricordo quale, se il vice ministro o l'assessore regionale, tanto fa lo stesso, ha chiesto al Comune di Verona di non concedere spazi pubblici a Beppe Grillo per le sue manifestazioni perché Beppe Grillo ha definito eroi i manifestanti della Val Susa contrari alla Tav, la ferrovia che distruggerà la loro valle.
No a Grillo perché ha definito eroi quelli della Val Susa, si, qualche anno fa, a quelli del gruppo nazirock Gesta Bellica che negli spazi comunali dei Magazzini Generali cantavano l'eroe Priebke ( Fosse Ardeatine) e invocavano ancora i forni crematori per gli ebrei.
Del resto uno di quei cantori è in Consiglio comunale come capogruppo della lista Tosi.
Gli industriali veronesi per bocca dei loro rappresentanti riuniti in assemblea hanno detto che a Verona le istituzioni, Comune e Provincia devono fare meno chiacchiere e più fatti.
Quelli della Valpantena poi, quelli del consorzio marmisti come Campedelli e quelli dei jeans come Tacchella riunitisi in un ristorante a Grezzana hanno preteso anche loro più attenzione e, dopo l'ultimo bicchiere, hanno chiesto anche un altro tunnel, oltre a quello delle Torricelle, un tunnel che unisca la Valpantena con la Valle dell'Adige.
A parte i tunnel non hanno forse tutti i torti ma qualcosa potrebbero fare anche loro.
Per esempio modificare alcuni parametri nei costi di produzione.
Una rivista specializzata pubblica come risultato di una ricerca alcuni dati su come viene ripartito il valore di un prodotto, per esempio i jeans. Anche quelli di Tacchella. Cioè come vanno ripartiti i soldi che noi spendiamo per comprarci un paio di jeans.
Ecco: il 50% va ai negozianti e all'Iva, il 24% va alla pubblicità, il 13% va al trasporto, il 12% va alle materie prime e costi di produzione, l'1% va agli operai, a chi lavora in fabbrica. L'1% !
Questo è un fatto che spetta agli industriali modificare altrimenti hanno poco titolo per chiedere interventi pubblici più qualificati a sostegno dell'economia dato che gli interventi pubblici, come si sa, vengono pagati con i soldi che i cittadini si guadagnano nelle loro fabbriche.
Ultima: l'altro giorno è arrivato a Verona il giro d'Italia femminile.
Arrivate in piazza Bra, sotto i portoni capitombolo generale causato dalle buche. Cicliste infuriate.
L'assessore Pisa chiamato in causa ha detto: cercherò di capire cosa si può fare.
Assessore Pisa, non è difficile: basta tappare le buche.
Tifosi Hellas-Verona hanno devastato una festa sportiva a Caprino.
La Lega calcio ha rilasciato l'attestato di “Tifoseria corretta” all'Hellas -Verona. Da “L'Arena” di ieri.
Giorgio Bragaja
precedenti interventi si trovano su: giorgiobragaja.blogspot.com
e sul sito di Radio popolare Verona
01 luglio 2011
intervento a radiopop 1-7-2011 libri in discarica, senso dell'umorismo e altro
Valentino Alberti dalla fine del 1700 ai primi decenni del 1800 gestiva un' osteria in piazza Bra e aveva il gusto di tenere un diario nel quale annotava gli accadimenti grandi e piccoli dei quali era testimone.
Quel diario, anni fa, curato da Maurizio Zangarini, è stato pubblicato per le edizioni CR con il titolo, appunto, “Il diario dell'oste”.
Una piccola storia privata. Ma essendo l' osteria dell' Alberti situata in pieno centro città ed essendo quelli gli anni della fase storica forse più movimentata d'Europa, d'Italia e di Verona, questa piccola storia privata dell'oste fa capire meglio la grande storia di quel periodo.
E allora la spedizione in Valpolicella sul carretto per la consueta provvista di vino si intreccia con la prepotenza dei soldati francesi che se ne vanno dall'osteria senza pagare la abbondante cena appena consumata o con l'arrivo in città di re e imperatori per congressi e conferenze internazionali.
“Il diario dell'oste” è un libro piacevole da leggere ed è anche utile per conoscere meglio la storia della nostra città e qualche volta l'ho regalato in occasione di compleanni o altro pensando di fare una cosa simpatica e utile.
Giorni fa ho appreso da un articolo del giornalista e studioso della storia veronese Bartolo Fraccaroli che”Il diario dell'oste”, assieme a centinaia di altri libri di storia, di arte, di letteratura, è stato buttato in discarica dai responsabili della biblioteca comunale di Bussolengo per “mancanza di spazio”.
E così pare succeda non solo a Bussolengo.
I libri fino a qualche hanno fa erano considerati come il pane. Non si buttavano.
Fino a qualche anno fa (più di qualche anno) i libri appena comprati si “coprivano” cioè si proteggevano dall'usura ricoprendoli con una sorta di vestitino di carta e tutti sapevano fare questo lavoro e dal tipo di carta usata si capiva quasi l'appartenenza sociale del proprietario del libro: con carta da zucchero blu ( quella con la quale i bottegai incartavano e vendevano lo zucchero sfuso), venivano rivestiti dai proletari, con quella bella carta colorata a disegnini minuti, forse si chiama carta Varese, dalla borghesia.
Ma chiunque fossero, proletari o borghesi custodivano, proteggevano i libri.
Li proteggevano dall'usura, cioè dall'uso, perché venivano letti, riletti e passati da padri a figli, da fratelli maggiori a fratelli minori, una cosa preziosa.
Ora si buttano in discarica.
Mi viene naturale fare una proposta: nelle piazze di Verona si fanno numerose manifestazioni da quelle serie alle più stravaganti. Nel nutrito calendario non ci potrebbero stare, coinvolgendo le biblioteche comunali, una o più giornate del libro dato gratuitamente ai cittadini? Presentate e organizzate in modo intelligente potrebbero diventare una buona e benemerita abitudine culturale.
Sempre a proposito di libri
Anni fa fu ristrutturata la sede della Società Letteraria e durante il periodo dei lavori decine di migliaia di libri furono trasferiti ai Magazzini Generali. Dopo qualche tempo scoppiò un incendio e molti preziosi volumi andarono distrutti ma tanti altri si trovarono poi in giro in case private e in botteghe di antiquariato.
Ci furono delle indagini ma non ricordo se e come si conclusero.
Senso dell'umorismo.
Al Circolo ufficiali la associazione “Eurodonne Italia”, associazione fiancheggiatrice di Forza Italia, durante la cena del solstizio d'estate, allietata da musiche e omaggi alle signore, ha consegnato il premio intestato al sodalizio all'assessore Vittorio Di Dio per la sua grande sensibilità in difesa dei diritti delle donne.
Di Dio quando fu nominato assessore alle pari opportunità, dichiarò: “Pari opportunità? Si ma per gli uomini perché le donne di opportunità ne hanno anche troppe”. E non era una battuta.
Qualche anno prima l'identico premio la benemerita associazione l'aveva assegnato, confermando la sua innata propensione all'umorismo, ad Emilio Fede noto assertore della dignità femminile.
Senso dell'umorismo che pure il sindaco Tosi aveva dimostrato quando aveva nominato il nazirock consigliere comunale Andrea Miglioranzi, cantore del boia delle Fosse Ardeatine Priebke, a rappresentare il Comune nel consiglio direttivo dell'Istituto veronese per la storia della Resistenza.
E pure in Regione non si scherza: l'assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan ha fatto sapere che lei durante le manifestazione del Gay Pride esponeva una cassetta di finocchi con un cartello con su scritto “Sono solo questi i finocchi che vogliamo vedere”
Qualche mese fa uscì un libro “Adieu pearà “ nel quale si narrava di una tetra Verona futura ancora in mano alla Lega.
Alla sua presentazione, alla libreria Gheduzzi, “L'Arena” mandò un giornalista per la recensione.
La recensione non è mai uscita sul giornale. Come mai?
Due parole, solo due, sulla politica nazionale.
Le forze democratiche e progressiste hanno vinto due volte. Alle elezioni amministrative e ai due referendum.
Ho una desolante sensazione. Mi pare che chi ha vinto si sia spaventato e che si stia comportando come se avesse perso. CGIL compresa.
Giorgio Bragaja
Questo e i precedenti interventi si trovano su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: Radio Popolare Verona
Valentino Alberti dalla fine del 1700 ai primi decenni del 1800 gestiva un' osteria in piazza Bra e aveva il gusto di tenere un diario nel quale annotava gli accadimenti grandi e piccoli dei quali era testimone.
Quel diario, anni fa, curato da Maurizio Zangarini, è stato pubblicato per le edizioni CR con il titolo, appunto, “Il diario dell'oste”.
Una piccola storia privata. Ma essendo l' osteria dell' Alberti situata in pieno centro città ed essendo quelli gli anni della fase storica forse più movimentata d'Europa, d'Italia e di Verona, questa piccola storia privata dell'oste fa capire meglio la grande storia di quel periodo.
E allora la spedizione in Valpolicella sul carretto per la consueta provvista di vino si intreccia con la prepotenza dei soldati francesi che se ne vanno dall'osteria senza pagare la abbondante cena appena consumata o con l'arrivo in città di re e imperatori per congressi e conferenze internazionali.
“Il diario dell'oste” è un libro piacevole da leggere ed è anche utile per conoscere meglio la storia della nostra città e qualche volta l'ho regalato in occasione di compleanni o altro pensando di fare una cosa simpatica e utile.
Giorni fa ho appreso da un articolo del giornalista e studioso della storia veronese Bartolo Fraccaroli che”Il diario dell'oste”, assieme a centinaia di altri libri di storia, di arte, di letteratura, è stato buttato in discarica dai responsabili della biblioteca comunale di Bussolengo per “mancanza di spazio”.
E così pare succeda non solo a Bussolengo.
I libri fino a qualche hanno fa erano considerati come il pane. Non si buttavano.
Fino a qualche anno fa (più di qualche anno) i libri appena comprati si “coprivano” cioè si proteggevano dall'usura ricoprendoli con una sorta di vestitino di carta e tutti sapevano fare questo lavoro e dal tipo di carta usata si capiva quasi l'appartenenza sociale del proprietario del libro: con carta da zucchero blu ( quella con la quale i bottegai incartavano e vendevano lo zucchero sfuso), venivano rivestiti dai proletari, con quella bella carta colorata a disegnini minuti, forse si chiama carta Varese, dalla borghesia.
Ma chiunque fossero, proletari o borghesi custodivano, proteggevano i libri.
Li proteggevano dall'usura, cioè dall'uso, perché venivano letti, riletti e passati da padri a figli, da fratelli maggiori a fratelli minori, una cosa preziosa.
Ora si buttano in discarica.
Mi viene naturale fare una proposta: nelle piazze di Verona si fanno numerose manifestazioni da quelle serie alle più stravaganti. Nel nutrito calendario non ci potrebbero stare, coinvolgendo le biblioteche comunali, una o più giornate del libro dato gratuitamente ai cittadini? Presentate e organizzate in modo intelligente potrebbero diventare una buona e benemerita abitudine culturale.
Sempre a proposito di libri
Anni fa fu ristrutturata la sede della Società Letteraria e durante il periodo dei lavori decine di migliaia di libri furono trasferiti ai Magazzini Generali. Dopo qualche tempo scoppiò un incendio e molti preziosi volumi andarono distrutti ma tanti altri si trovarono poi in giro in case private e in botteghe di antiquariato.
Ci furono delle indagini ma non ricordo se e come si conclusero.
Senso dell'umorismo.
Al Circolo ufficiali la associazione “Eurodonne Italia”, associazione fiancheggiatrice di Forza Italia, durante la cena del solstizio d'estate, allietata da musiche e omaggi alle signore, ha consegnato il premio intestato al sodalizio all'assessore Vittorio Di Dio per la sua grande sensibilità in difesa dei diritti delle donne.
Di Dio quando fu nominato assessore alle pari opportunità, dichiarò: “Pari opportunità? Si ma per gli uomini perché le donne di opportunità ne hanno anche troppe”. E non era una battuta.
Qualche anno prima l'identico premio la benemerita associazione l'aveva assegnato, confermando la sua innata propensione all'umorismo, ad Emilio Fede noto assertore della dignità femminile.
Senso dell'umorismo che pure il sindaco Tosi aveva dimostrato quando aveva nominato il nazirock consigliere comunale Andrea Miglioranzi, cantore del boia delle Fosse Ardeatine Priebke, a rappresentare il Comune nel consiglio direttivo dell'Istituto veronese per la storia della Resistenza.
E pure in Regione non si scherza: l'assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan ha fatto sapere che lei durante le manifestazione del Gay Pride esponeva una cassetta di finocchi con un cartello con su scritto “Sono solo questi i finocchi che vogliamo vedere”
Qualche mese fa uscì un libro “Adieu pearà “ nel quale si narrava di una tetra Verona futura ancora in mano alla Lega.
Alla sua presentazione, alla libreria Gheduzzi, “L'Arena” mandò un giornalista per la recensione.
La recensione non è mai uscita sul giornale. Come mai?
Due parole, solo due, sulla politica nazionale.
Le forze democratiche e progressiste hanno vinto due volte. Alle elezioni amministrative e ai due referendum.
Ho una desolante sensazione. Mi pare che chi ha vinto si sia spaventato e che si stia comportando come se avesse perso. CGIL compresa.
Giorgio Bragaja
Questo e i precedenti interventi si trovano su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: Radio Popolare Verona
24 giugno 2011
intervento a radiopop 22-6-2011 Pontida, Passalacqua, legopoli, Hellas e altro
In questi giorni si sta riparlando della Passalacqua perché la giunta comunale ha deciso di abbattere alcune centinaia di alberi per dar corso ai lavori.
La ex caserma Passalacqua occupa con i suoi180 mila metri quadrati un terzo dell'intero quartiere di Veronetta. Era già una sede Nato ma doveva diventare la base militare più importante d' Europa.
Tutti, tranne una esigua minoranza, dentro e fuori dal Consiglio Comunale, erano entusiasti, sarebbe stato un secondo miracolo economico per Verona con tutti quei militari americani e alleati allegroni e pieni di soldi da riversare nelle tasche dei veronesi.
I pochi contrari dicevano che no, la Passalacqua doveva risarcire il quartiere di Veronetta da tanti anni di abbandono e doveva diventare il cuore di una vita comunitaria per il quartiere oltre che una grande occasione per l'università.
Ma i pochi non ce l'avrebbero fatta se non fosse nato un comitato di cittadini duro, combattivo, educato non tanto alle buone maniere quanto alla democrazia che per mesi non ha lasciato scampo al Consiglio Comunale, alla sindaca, alla Giunta riuscendo poi a raccogliere il consenso dell'intera città e a far si che l'ipotesi Nato tramontasse.
Dopo, però, come spesso succede, il lavoro di chi, da sempre, accetta che le cose cambino purché tutto resti come prima, ha condotto alla situazione attuale con un progetto per la Passalacqua che prevede l'abbattimento di alberi per fare un parco, 300 appartamenti, qualcosa per l'Università e poco, pochissimo, per il quartiere cioè un progetto che sembra fatto più dalla famelica associazione costruttori che dal Comune e con l'approvazione della Sovrintendenza, come sempre negli ultimi tempi a Verona.
Per fermare il taglio degli alberi (ma io spero anche per ricominciare a ridiscutere l'intero progetto) varie associazioni ambientaliste si sono date appuntamento per domani alle 10,30 davanti al Polo Zanotto invitando i cittadini a partecipare ed è un invito che faccio mio. Ovunque al mondo quando si tratta di costruire dove ci sono grandi alberi si adatta il progetto al paesaggio esistente ritenuto patrimonio naturale indisponibile. A Verona no, a Verona si disbosca per fare case come in Amazzonia si disbosca per fare hamburger.
Cambiamo argomento.
Durante la trasmissione televisiva in diretta del raduno leghista di Pontida il sindaco di Verona Tosi non si vedeva, era sul prato, sotto il palco e così il governatore del Veneto Zaia.
Sul palco, per Verona, si son visti il senatore Bricolo, la sottosegretaria Martini e, mi pare, anche il consigliere regionale Tosato.
Tosi e Zaia giù per terra per motivi diversi. Tosi si era fatto un po' troppo avanti poggiando su Maroni e il capo Bossi gli ha dato una calmata, Zaia ha dichiarato di aver votato “Si” su tutte e quattro le schede del referendum contravvenendo alle indicazioni del capo.
Bricolo e Martini sono bossiani di ferro.
Tosi in televisione (l'ho visto sere fa a “Otto e mezzo” e a “Ballarò”) non è più tanto sicuro.
Al sindaco di Firenze Renzi che a Ballarò, riferendosi a Bossi, impietoso, diceva: “...se mi si viene a dire che qualcuno nella mia città con un ampolla d'acqua del fiume battezza la gente in nome del dio Arno telefono subito all'Unità Sanitaria che lo vengano a prendere”, Tosi, imbolsito, non rispondeva, non apriva bocca.
Sulla stampa fa dichiarazioni che o non hanno senso, come quando afferma che “....ai cittadini non interessano cose come il legittimo impedimento ” dimenticando che i cittadini che sono andati a votare, qualche decina di milioni, hanno votato proprio sul legittimo impedimento, o quando afferma che “...Bossi è il capo indiscusso della Lega tant'è che tutte le volte interpreta in anticipo ciò che succede”. Un vate, un profeta.
Nessuno di loro ha il coraggio e la coscienza di dire che Bossi non sta bene, che dice e disdice, che non tiene il filo del discorso.
Sempre sulla Lega: a Zevio, il direttore sanitario dell'USL 22, il leghista Dall'Ora, assume per chiamata diretta come responsabile del controllo di gestione il bancario Nicola Falsirollo segretario della Lega a Zevio e assessore sempre per la Lega in Comune.
La corte dei conti dice che non aveva i titoli e chiede il rimborso di 40 mila euri a Dall'Ora e 20 mila al direttore amministrativo Polo.
I guai giudiziari e amministrativi della Lega cominciano ad essere tanti.
Dunque l'Hellas-Verona ce l'ha fatta, ha vinto ed è promossa in serie B.
Onore al merito del presidente Martinelli e alla bravura dell'allenatore Mandorlini e di tutti i giocatori. Meno ai tifosi o, meglio, a quella parte molto consistente di tifosi che hanno manifestato la loro gioia in piazza Bra e all'aeroporto nel modo che ci è stato dato di vedere.
Il sindacato di polizia ha protestato affermando, tra l'altro e giustamente, che l'invasione delle piste dell' aeroporto Catullo con gli aerei in manovra da parte dei tifosi per accogliere i calciatori ha comportato reali pericoli per chi in quelle ore era presente sul luogo.
In piazza Bra era presente e ben visibile lo striscione “Fora i butei” cioè “ liberate gli assassini di Tommasoli”.
E il sindaco Tosi si tuffa nella vasca dei giardini della Bra. E' vero: l'hanno fatto anche gli studenti alla fine dell'anno scolastico ma loro non sono gli autori delle ordinanze contro chi mangia un panino sulle scalinate di palazzo Barbieri o si sciacqua le mani nelle fontane della città.
Il tuffo gli porterà un po' di voti? Non credo. I cittadini cominciano ad essere stufi di certe cose e Tosi comincia a perdere colpi. Forse il suo suggeritore, il suo capoufficio stampa, l'ideatore delle sue mosse fino a ieri vincenti, Roberto Bolis è in ferie o, anche lui, comincia a perdere colpi.
Un modesto suggerimento al presidente dell'Hellas Verona.
Convochi una conferenza stampa. Al tavolo, davanti ai microfoni, solo lui, l'allenatore, i giocatori e nessun altro, non gli sponsor (alcuni meglio perderli), non i capi dei tifosi, e dica che bisogna voltar pagina, che è stanco di pagare centinaia di migliaia di euri di multe per cori razzisti, che certa tifoseria è meglio perderla che averla.
Se non fa e non dice questo, da subito, la squadra potrà anche vincere il campionato ma non porterà nulla di buono alla città.
Giorgio Bragaja
questo e i precedenti interventi si trovano su: giorgiobragaja.blogspot.com
e sul sito di Radio Popolare Verona
In questi giorni si sta riparlando della Passalacqua perché la giunta comunale ha deciso di abbattere alcune centinaia di alberi per dar corso ai lavori.
La ex caserma Passalacqua occupa con i suoi180 mila metri quadrati un terzo dell'intero quartiere di Veronetta. Era già una sede Nato ma doveva diventare la base militare più importante d' Europa.
Tutti, tranne una esigua minoranza, dentro e fuori dal Consiglio Comunale, erano entusiasti, sarebbe stato un secondo miracolo economico per Verona con tutti quei militari americani e alleati allegroni e pieni di soldi da riversare nelle tasche dei veronesi.
I pochi contrari dicevano che no, la Passalacqua doveva risarcire il quartiere di Veronetta da tanti anni di abbandono e doveva diventare il cuore di una vita comunitaria per il quartiere oltre che una grande occasione per l'università.
Ma i pochi non ce l'avrebbero fatta se non fosse nato un comitato di cittadini duro, combattivo, educato non tanto alle buone maniere quanto alla democrazia che per mesi non ha lasciato scampo al Consiglio Comunale, alla sindaca, alla Giunta riuscendo poi a raccogliere il consenso dell'intera città e a far si che l'ipotesi Nato tramontasse.
Dopo, però, come spesso succede, il lavoro di chi, da sempre, accetta che le cose cambino purché tutto resti come prima, ha condotto alla situazione attuale con un progetto per la Passalacqua che prevede l'abbattimento di alberi per fare un parco, 300 appartamenti, qualcosa per l'Università e poco, pochissimo, per il quartiere cioè un progetto che sembra fatto più dalla famelica associazione costruttori che dal Comune e con l'approvazione della Sovrintendenza, come sempre negli ultimi tempi a Verona.
Per fermare il taglio degli alberi (ma io spero anche per ricominciare a ridiscutere l'intero progetto) varie associazioni ambientaliste si sono date appuntamento per domani alle 10,30 davanti al Polo Zanotto invitando i cittadini a partecipare ed è un invito che faccio mio. Ovunque al mondo quando si tratta di costruire dove ci sono grandi alberi si adatta il progetto al paesaggio esistente ritenuto patrimonio naturale indisponibile. A Verona no, a Verona si disbosca per fare case come in Amazzonia si disbosca per fare hamburger.
Cambiamo argomento.
Durante la trasmissione televisiva in diretta del raduno leghista di Pontida il sindaco di Verona Tosi non si vedeva, era sul prato, sotto il palco e così il governatore del Veneto Zaia.
Sul palco, per Verona, si son visti il senatore Bricolo, la sottosegretaria Martini e, mi pare, anche il consigliere regionale Tosato.
Tosi e Zaia giù per terra per motivi diversi. Tosi si era fatto un po' troppo avanti poggiando su Maroni e il capo Bossi gli ha dato una calmata, Zaia ha dichiarato di aver votato “Si” su tutte e quattro le schede del referendum contravvenendo alle indicazioni del capo.
Bricolo e Martini sono bossiani di ferro.
Tosi in televisione (l'ho visto sere fa a “Otto e mezzo” e a “Ballarò”) non è più tanto sicuro.
Al sindaco di Firenze Renzi che a Ballarò, riferendosi a Bossi, impietoso, diceva: “...se mi si viene a dire che qualcuno nella mia città con un ampolla d'acqua del fiume battezza la gente in nome del dio Arno telefono subito all'Unità Sanitaria che lo vengano a prendere”, Tosi, imbolsito, non rispondeva, non apriva bocca.
Sulla stampa fa dichiarazioni che o non hanno senso, come quando afferma che “....ai cittadini non interessano cose come il legittimo impedimento ” dimenticando che i cittadini che sono andati a votare, qualche decina di milioni, hanno votato proprio sul legittimo impedimento, o quando afferma che “...Bossi è il capo indiscusso della Lega tant'è che tutte le volte interpreta in anticipo ciò che succede”. Un vate, un profeta.
Nessuno di loro ha il coraggio e la coscienza di dire che Bossi non sta bene, che dice e disdice, che non tiene il filo del discorso.
Sempre sulla Lega: a Zevio, il direttore sanitario dell'USL 22, il leghista Dall'Ora, assume per chiamata diretta come responsabile del controllo di gestione il bancario Nicola Falsirollo segretario della Lega a Zevio e assessore sempre per la Lega in Comune.
La corte dei conti dice che non aveva i titoli e chiede il rimborso di 40 mila euri a Dall'Ora e 20 mila al direttore amministrativo Polo.
I guai giudiziari e amministrativi della Lega cominciano ad essere tanti.
Dunque l'Hellas-Verona ce l'ha fatta, ha vinto ed è promossa in serie B.
Onore al merito del presidente Martinelli e alla bravura dell'allenatore Mandorlini e di tutti i giocatori. Meno ai tifosi o, meglio, a quella parte molto consistente di tifosi che hanno manifestato la loro gioia in piazza Bra e all'aeroporto nel modo che ci è stato dato di vedere.
Il sindacato di polizia ha protestato affermando, tra l'altro e giustamente, che l'invasione delle piste dell' aeroporto Catullo con gli aerei in manovra da parte dei tifosi per accogliere i calciatori ha comportato reali pericoli per chi in quelle ore era presente sul luogo.
In piazza Bra era presente e ben visibile lo striscione “Fora i butei” cioè “ liberate gli assassini di Tommasoli”.
E il sindaco Tosi si tuffa nella vasca dei giardini della Bra. E' vero: l'hanno fatto anche gli studenti alla fine dell'anno scolastico ma loro non sono gli autori delle ordinanze contro chi mangia un panino sulle scalinate di palazzo Barbieri o si sciacqua le mani nelle fontane della città.
Il tuffo gli porterà un po' di voti? Non credo. I cittadini cominciano ad essere stufi di certe cose e Tosi comincia a perdere colpi. Forse il suo suggeritore, il suo capoufficio stampa, l'ideatore delle sue mosse fino a ieri vincenti, Roberto Bolis è in ferie o, anche lui, comincia a perdere colpi.
Un modesto suggerimento al presidente dell'Hellas Verona.
Convochi una conferenza stampa. Al tavolo, davanti ai microfoni, solo lui, l'allenatore, i giocatori e nessun altro, non gli sponsor (alcuni meglio perderli), non i capi dei tifosi, e dica che bisogna voltar pagina, che è stanco di pagare centinaia di migliaia di euri di multe per cori razzisti, che certa tifoseria è meglio perderla che averla.
Se non fa e non dice questo, da subito, la squadra potrà anche vincere il campionato ma non porterà nulla di buono alla città.
Giorgio Bragaja
questo e i precedenti interventi si trovano su: giorgiobragaja.blogspot.com
e sul sito di Radio Popolare Verona
10 giugno 2011
intervento a radiopop 10-6-2011 referendum e vip veronesi, Hellas.
Per le televisioni e le radio è in vigore la par condicio cioè non si può dire di votare si o di votare no sulle schede per i quattro referendum ma però di andare a votare lo si può dire e allora lo dico: andate, andiamo, a votare, votate come volete ma andate a votare.
Si tratta di esprimere il nostro parere su chi deve essere il proprietario dell'acqua bene comune, sulle centrali nucleari dopo Fukushima, sulla uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
Non fate che per voi decidano gli altri, quelli che stanno a casa e non votano.
Alcuni veronesi, alcuni vip veronesi, noti per le cariche che ricoprono o per altri motivi hanno espresso il loro parere pubblicamente sui referendum.
Alcuni come Sara Simeoni e il questore hanno semplicemente detto che andranno a votare, altri come Gianmarco Mazzi, manager dello spettacolo e organizzatore oltre che del festival di San Remo anche delle festacce in arena, dice che ancora non sa se andrà a votare perché troppo impegnato non ha avuto tempo per pensarci però dice che “anche l'astensione è un'espressione”. Già, abbiamo capito.
Berlusconiano rabbioso, che più di così non si può, è il presidente dell' aereoporto Fabio Bortolazzi, ancora un po' cotto per le ultime vicende dell'Ente areoportuale veronese, che dichiara: “La mia intenzione è di non andare a votare, ma se si dovesse profilare il raggiungimento del quorum lo farò lunedì ed esprimerò quattro no”. Pronto fin da prima mattina di lunedì in tuta sportiva e scarpette da corsa.
Però è anche previdente dato che tra poco si dovranno rinnovare le cariche dell'aereoporto veronese e lui al suo posto ci tiene e qui da noi se non si è in linea con chi comanda si resta a casa e, allora, eccolo pronto per il grande balzo pro nucleare, pro acqua ai privati, pro impunità per l'amico Silvio.
Però il buon gusto vorrebbe che non si esagerasse.
Non potendo parlare dei referendum, e avrei molte cose da dire, parlerò di un altro argomento, apparentemente futile ma che, invece, non lo è.
La squadra di calcio Hellas-Verona si gioca le ultime partite per tornare in serie B e mi auguro che vinca, che torni in serie B e che, magari, dopo, torni anche in seria A e così si vedranno delle belle sfide con l'altra squadra veronese che in serie A c'è da tempo, il Chievo.
Auguri al presidente della squadra Martinelli che, se tutto andrà bene, sicuramente, porterà con sé il bravo allenatore Mandorlini e, invece, secondo me, dovrà lasciare indietro il presidente del calcio club hellas verona Alberto Lo Mastro e la sua banda di sedicenti tifosi che nel solo ultimo anno sono stati cosi bravi da procurare 60 mila euro di multa alla squadra per i cori e gli striscioni razzisti che puntualmente ostentano durante ogni partita.
Lo Mastro, legato agli ambienti più beceri della destra, assiduo di Casa Pound, non ha niente a che vedere con lo sport, con le vere tradizioni della squadra nata, più di cento anni fa, con il suo glorioso nome, Hellas, nel più antico liceo classico statale d'Italia, il “Maffei”.
Lo sport non ha nulla da spartire con i manichini neri impiccati sugli spalti, con gli striscioni di solidarietà agli assassini di Tommasoli con una cultura della violenza che era stata iniettata nelle curve dello stadio negli anni ''80 dalla destra istituzionale veronese. Cultura della violenza praticata dentro e fuori dallo stadio, con le parole e con le spranghe , tollerata e vezzeggiata dal conservatorismo cittadino come difesa dai retaggi del'68, dalle rivendicazioni operaie, dalle lotte degli studenti, delle donne.
E' di ieri la notizia che alcuni di questi violenti in questi giorni sono passati nuovamente per le aule giudiziarie e nuovamente condannati per violenze e aggressioni nelle strade della città.
Il presidente della squadra, i dirigenti, i giocatori se, come mi auguro, saliranno in serie B, dovranno lasciarsi alle spalle la zavorra, questa zavorra, perché il marcio nel calcio non è solo le scommesse e le partite truccate.
E in questa impresa, non facile, potrebbero essere aiutati anche dai giornalisti sportivi se questi non si lasciassero facilmente intimorire dai sedicenti tifosi di cui sopra.
Ricordiamoci che oggi una città è rappresentata anche dalla sua, o dalle sue, come nel nostro caso, squadre di calcio.
Ultima : la lite tra Tosi e Brancher sulle divisioni interne ai due partiti di appartenenza.
Tosi dice che nel Pdl c'è confusione Brancher risponde guarda a casa tua e se non la smetti vado a dirlo a Berlusconi. (testuale dai giornali).
Brancher è stato in carcere per vari reati ma anche per proteggere Berlusconi. Dopo è stato premiato con la nomina a ministro, carica della quale ha goduto solo per diciassette giorni e poi l'hanno cacciato, un record assoluto in negativo .
E adesso, bastonato da Tosi, gli ricorda che lui, Brancher, quando si trattò di decidere chi dovesse essere il candidato sindaco per Verona, fu buono con lui e chiamò Berlusconi che venne in elicottero a Cisano a casa sua per convincere l'altro candidato Meocci a rinunciare a favore di Tosi che così, per merito suo, di Brancher, diventò sindaco di Verona.
E' vero che al peggio non c'è mai fine ma insomma....
Lasciamo perdere Brancher e altre miserie e andiamo a votare.
Giorgio Bragaja
i precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
Per le televisioni e le radio è in vigore la par condicio cioè non si può dire di votare si o di votare no sulle schede per i quattro referendum ma però di andare a votare lo si può dire e allora lo dico: andate, andiamo, a votare, votate come volete ma andate a votare.
Si tratta di esprimere il nostro parere su chi deve essere il proprietario dell'acqua bene comune, sulle centrali nucleari dopo Fukushima, sulla uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
Non fate che per voi decidano gli altri, quelli che stanno a casa e non votano.
Alcuni veronesi, alcuni vip veronesi, noti per le cariche che ricoprono o per altri motivi hanno espresso il loro parere pubblicamente sui referendum.
Alcuni come Sara Simeoni e il questore hanno semplicemente detto che andranno a votare, altri come Gianmarco Mazzi, manager dello spettacolo e organizzatore oltre che del festival di San Remo anche delle festacce in arena, dice che ancora non sa se andrà a votare perché troppo impegnato non ha avuto tempo per pensarci però dice che “anche l'astensione è un'espressione”. Già, abbiamo capito.
Berlusconiano rabbioso, che più di così non si può, è il presidente dell' aereoporto Fabio Bortolazzi, ancora un po' cotto per le ultime vicende dell'Ente areoportuale veronese, che dichiara: “La mia intenzione è di non andare a votare, ma se si dovesse profilare il raggiungimento del quorum lo farò lunedì ed esprimerò quattro no”. Pronto fin da prima mattina di lunedì in tuta sportiva e scarpette da corsa.
Però è anche previdente dato che tra poco si dovranno rinnovare le cariche dell'aereoporto veronese e lui al suo posto ci tiene e qui da noi se non si è in linea con chi comanda si resta a casa e, allora, eccolo pronto per il grande balzo pro nucleare, pro acqua ai privati, pro impunità per l'amico Silvio.
Però il buon gusto vorrebbe che non si esagerasse.
Non potendo parlare dei referendum, e avrei molte cose da dire, parlerò di un altro argomento, apparentemente futile ma che, invece, non lo è.
La squadra di calcio Hellas-Verona si gioca le ultime partite per tornare in serie B e mi auguro che vinca, che torni in serie B e che, magari, dopo, torni anche in seria A e così si vedranno delle belle sfide con l'altra squadra veronese che in serie A c'è da tempo, il Chievo.
Auguri al presidente della squadra Martinelli che, se tutto andrà bene, sicuramente, porterà con sé il bravo allenatore Mandorlini e, invece, secondo me, dovrà lasciare indietro il presidente del calcio club hellas verona Alberto Lo Mastro e la sua banda di sedicenti tifosi che nel solo ultimo anno sono stati cosi bravi da procurare 60 mila euro di multa alla squadra per i cori e gli striscioni razzisti che puntualmente ostentano durante ogni partita.
Lo Mastro, legato agli ambienti più beceri della destra, assiduo di Casa Pound, non ha niente a che vedere con lo sport, con le vere tradizioni della squadra nata, più di cento anni fa, con il suo glorioso nome, Hellas, nel più antico liceo classico statale d'Italia, il “Maffei”.
Lo sport non ha nulla da spartire con i manichini neri impiccati sugli spalti, con gli striscioni di solidarietà agli assassini di Tommasoli con una cultura della violenza che era stata iniettata nelle curve dello stadio negli anni ''80 dalla destra istituzionale veronese. Cultura della violenza praticata dentro e fuori dallo stadio, con le parole e con le spranghe , tollerata e vezzeggiata dal conservatorismo cittadino come difesa dai retaggi del'68, dalle rivendicazioni operaie, dalle lotte degli studenti, delle donne.
E' di ieri la notizia che alcuni di questi violenti in questi giorni sono passati nuovamente per le aule giudiziarie e nuovamente condannati per violenze e aggressioni nelle strade della città.
Il presidente della squadra, i dirigenti, i giocatori se, come mi auguro, saliranno in serie B, dovranno lasciarsi alle spalle la zavorra, questa zavorra, perché il marcio nel calcio non è solo le scommesse e le partite truccate.
E in questa impresa, non facile, potrebbero essere aiutati anche dai giornalisti sportivi se questi non si lasciassero facilmente intimorire dai sedicenti tifosi di cui sopra.
Ricordiamoci che oggi una città è rappresentata anche dalla sua, o dalle sue, come nel nostro caso, squadre di calcio.
Ultima : la lite tra Tosi e Brancher sulle divisioni interne ai due partiti di appartenenza.
Tosi dice che nel Pdl c'è confusione Brancher risponde guarda a casa tua e se non la smetti vado a dirlo a Berlusconi. (testuale dai giornali).
Brancher è stato in carcere per vari reati ma anche per proteggere Berlusconi. Dopo è stato premiato con la nomina a ministro, carica della quale ha goduto solo per diciassette giorni e poi l'hanno cacciato, un record assoluto in negativo .
E adesso, bastonato da Tosi, gli ricorda che lui, Brancher, quando si trattò di decidere chi dovesse essere il candidato sindaco per Verona, fu buono con lui e chiamò Berlusconi che venne in elicottero a Cisano a casa sua per convincere l'altro candidato Meocci a rinunciare a favore di Tosi che così, per merito suo, di Brancher, diventò sindaco di Verona.
E' vero che al peggio non c'è mai fine ma insomma....
Lasciamo perdere Brancher e altre miserie e andiamo a votare.
Giorgio Bragaja
i precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
03 giugno 2011
intervento a radiopop 3-6-2011 Tosi non vota, parenti e amici, cervelloni e altro
Il sindaco Tosi ha dichiarato che il 12 e il 13 di questo mese non andrà a votare per i referendum.
Chi andrà a votare e voterà a favore dei quesiti referendari, facendo abrogare alcune leggi in vigore, deciderà che l'acqua resta pubblica, cioè un bene comune, che le centrali nucleari non si faranno, che Silvio Berlusconi, di fronte alla legge, è un cittadino come tutti gli altri e dovrà presentarsi ai processi che lo riguardano.
Il voto, si dice, è un “diritto-dovere”.
Quando, dopo la caduta del regime fascista, si stabilirono le modalità per le elezioni politiche e amministrative e per i referendum ci fu chi propose di declinarle più sul “dovere” rendendo in qualche modo obbligatorio l'esercizio del voto. Non fu così e perciò si è liberi di non votare.
Perché i referendum siano validi occorre che i votanti siano più del 50% degli aventi diritto. Uno di meno e il referendum salta.
Quindi chi non va a votare, nel caso in questione, contribuisce a rendere nulla la consultazione ed è come dicesse no ai quesiti referendari e le leggi che consentono di costruire le centrali nucleari, che danno l'acqua ai privati e che consentono a Berlusconi di non essere processato continueranno ad essere in vigore.
Dunque, stando così le cose, il sindaco di Verona è per le centrali nucleari, per l'impunità del presidente del consiglio, per dare l'acqua ai privati.
Da alcuni giorni la stampa quotidiana e settimanale racconta di amici e parenti di uomini politici della Lega veronese favoriti con sistemazioni in Enti pubblici.
L'elenco comincia ad essere lungo( ne abbiamo parlato anche noi) e si aggiungono sempre nuovi casi.
Si racconta della moglie di Tosi promossa fulmineamente da impiegata a dirigente con stipendio triplicato in Regione dove suo marito era assessore. Parlano del presidente leghista della azienda trasporti veronese, Soardi, rinviato a giudizio (con la moglie) per uso allegro e disinvolto di soldi pubblici.
Senza muoversi dalla sua poltrona di presidente, o dal suo seggio di sindaco di Sommacampagna, presentava al rimborso, tra l'altro, pacchetti di scontrini di cappuccini mai bevuti nei bar di piazza Erbe, scontrino procuratigli da un compiacente gestore . Quando si dice lo stile.
Si è dimesso da presidente dell'azienda trasporti ma resta sindaco del suo paese.
Parlano del deputato leghista Bragantini al quale un provvido emendamento al piano casa della regione consente l'ampliamento di un condominio di proprietà del padre.
Parlano di un presidente leghista di un ente pubblico veronese che, in occasione di ricorrenze, fa comprare regali per i dipendenti, per decine di migliaia di euro, nel negozio della moglie. Parlano della sindaca leghista di San Stefano di Zimella che si trova sequestrati dalla magistratura due appartamenti e la macchina nuova comperati con i soldi delle tangenti che il padre, pure lui notabile leghista e dipendente dell'ufficio dogana, intascava dagli industriali della concia.
Parlano di amici e parenti assunti in altre aziende pubbliche dirette sempre da leghisti.
Saremo costretti a rimpiangere il leghista duro e puro Flego, quello che in consiglio comunale diceva che i gay bisogna farli capponi?
La consigliera Cametti di AN presidente della commissione cultura del consiglio comunale, una ne fa e cento ne pensa. Non passa settimana che una sua proposta non abbia l'onore di uno spazio con titolo accattivante su “L'Arena”.
L'ultima: la costituzione della associazione ”Qui e adesso” “Cervelloni in pista per la città futura”.
Questo il titolo dell'articolo.
Il compito: “..il progetto muove dalla necessità di difendere, serbare e se possibile valorizzare il patrimonio immenso lasciato da secoli di civiltà elevatissima” e segue un lungo elenco di nomi alcuni, pochissimi, noti per i più vari motivi, ma, i più, sconosciuti.
Una docente universitaria , alcuni commercialisti, consulenti finanziari, alcuni bancari, un assicuratore, i consoli onorari di Olanda e Ungheria, avvocati...
Non c'e nessuno della Letteraria, della Accademia, della biblioteca comunale, della biblioteca Capitolare, dei Musei....
Penso siano tutte brave e volenterose persone; non c'è alcun dubbio, ma non riesco a capire cosa dovranno e potranno fare. Penso non lo sappiano neppure loro.
La mia impressione è che tra poco comincerà un fuggi fuggi generale e ognuno di loro tornerà a fare quello che ha sempre fatto.
E poi a Verona non c'è un assessorato alla cultura che, quello si, ha il compito istituzionale di coordinare per quanto possibile quanti in città si occupano non solo di eventi culturali ma soprattutto di conservazione, valorizzazione e diffusione del nostro patrimonio culturale e di coordinare coloro che agiscono in tale settore?
Qualcuno sostiene che alla base di questa stralunata iniziativa ci sia una insofferenza reciproca tra la presidente della commissione cultura del consiglio comunale Lucia Cametti e l'assessore alla cultura Erminia Perbellini. Sarà; ma intanto vanno alla grande solo sagre paesane e simili.
Ho detto all'inizio che la Cametti una ne fa e cento ne pensa ma sarebbe più giusto dire che cento ne fa e, quando va bene, una ne pensa.
E' stato nominato il nuovo presidente dell' Esu, l' Ente regionale per il diritto allo studio, un certo Francullo.
Sentite come lo descrive “L'Arena” : cresciuto politicamente nel centro destra area Alleanza nazionale poi passato anche alla Lega, fedelissimo anche dei fratelli Giorgetti, amico anche dell'area Brancher, molto vicino anche al sindaco Tosi, che a sua volta è anche vicino al rettore Mazzucco”.
Non ci sono parole.
Giorgio Bragaja
i precedenti interventi e altro si possono trovare su: giorgiobragaja.blogspot. com
e sul sito di Radio Popolare Verona
Il sindaco Tosi ha dichiarato che il 12 e il 13 di questo mese non andrà a votare per i referendum.
Chi andrà a votare e voterà a favore dei quesiti referendari, facendo abrogare alcune leggi in vigore, deciderà che l'acqua resta pubblica, cioè un bene comune, che le centrali nucleari non si faranno, che Silvio Berlusconi, di fronte alla legge, è un cittadino come tutti gli altri e dovrà presentarsi ai processi che lo riguardano.
Il voto, si dice, è un “diritto-dovere”.
Quando, dopo la caduta del regime fascista, si stabilirono le modalità per le elezioni politiche e amministrative e per i referendum ci fu chi propose di declinarle più sul “dovere” rendendo in qualche modo obbligatorio l'esercizio del voto. Non fu così e perciò si è liberi di non votare.
Perché i referendum siano validi occorre che i votanti siano più del 50% degli aventi diritto. Uno di meno e il referendum salta.
Quindi chi non va a votare, nel caso in questione, contribuisce a rendere nulla la consultazione ed è come dicesse no ai quesiti referendari e le leggi che consentono di costruire le centrali nucleari, che danno l'acqua ai privati e che consentono a Berlusconi di non essere processato continueranno ad essere in vigore.
Dunque, stando così le cose, il sindaco di Verona è per le centrali nucleari, per l'impunità del presidente del consiglio, per dare l'acqua ai privati.
Da alcuni giorni la stampa quotidiana e settimanale racconta di amici e parenti di uomini politici della Lega veronese favoriti con sistemazioni in Enti pubblici.
L'elenco comincia ad essere lungo( ne abbiamo parlato anche noi) e si aggiungono sempre nuovi casi.
Si racconta della moglie di Tosi promossa fulmineamente da impiegata a dirigente con stipendio triplicato in Regione dove suo marito era assessore. Parlano del presidente leghista della azienda trasporti veronese, Soardi, rinviato a giudizio (con la moglie) per uso allegro e disinvolto di soldi pubblici.
Senza muoversi dalla sua poltrona di presidente, o dal suo seggio di sindaco di Sommacampagna, presentava al rimborso, tra l'altro, pacchetti di scontrini di cappuccini mai bevuti nei bar di piazza Erbe, scontrino procuratigli da un compiacente gestore . Quando si dice lo stile.
Si è dimesso da presidente dell'azienda trasporti ma resta sindaco del suo paese.
Parlano del deputato leghista Bragantini al quale un provvido emendamento al piano casa della regione consente l'ampliamento di un condominio di proprietà del padre.
Parlano di un presidente leghista di un ente pubblico veronese che, in occasione di ricorrenze, fa comprare regali per i dipendenti, per decine di migliaia di euro, nel negozio della moglie. Parlano della sindaca leghista di San Stefano di Zimella che si trova sequestrati dalla magistratura due appartamenti e la macchina nuova comperati con i soldi delle tangenti che il padre, pure lui notabile leghista e dipendente dell'ufficio dogana, intascava dagli industriali della concia.
Parlano di amici e parenti assunti in altre aziende pubbliche dirette sempre da leghisti.
Saremo costretti a rimpiangere il leghista duro e puro Flego, quello che in consiglio comunale diceva che i gay bisogna farli capponi?
La consigliera Cametti di AN presidente della commissione cultura del consiglio comunale, una ne fa e cento ne pensa. Non passa settimana che una sua proposta non abbia l'onore di uno spazio con titolo accattivante su “L'Arena”.
L'ultima: la costituzione della associazione ”Qui e adesso” “Cervelloni in pista per la città futura”.
Questo il titolo dell'articolo.
Il compito: “..il progetto muove dalla necessità di difendere, serbare e se possibile valorizzare il patrimonio immenso lasciato da secoli di civiltà elevatissima” e segue un lungo elenco di nomi alcuni, pochissimi, noti per i più vari motivi, ma, i più, sconosciuti.
Una docente universitaria , alcuni commercialisti, consulenti finanziari, alcuni bancari, un assicuratore, i consoli onorari di Olanda e Ungheria, avvocati...
Non c'e nessuno della Letteraria, della Accademia, della biblioteca comunale, della biblioteca Capitolare, dei Musei....
Penso siano tutte brave e volenterose persone; non c'è alcun dubbio, ma non riesco a capire cosa dovranno e potranno fare. Penso non lo sappiano neppure loro.
La mia impressione è che tra poco comincerà un fuggi fuggi generale e ognuno di loro tornerà a fare quello che ha sempre fatto.
E poi a Verona non c'è un assessorato alla cultura che, quello si, ha il compito istituzionale di coordinare per quanto possibile quanti in città si occupano non solo di eventi culturali ma soprattutto di conservazione, valorizzazione e diffusione del nostro patrimonio culturale e di coordinare coloro che agiscono in tale settore?
Qualcuno sostiene che alla base di questa stralunata iniziativa ci sia una insofferenza reciproca tra la presidente della commissione cultura del consiglio comunale Lucia Cametti e l'assessore alla cultura Erminia Perbellini. Sarà; ma intanto vanno alla grande solo sagre paesane e simili.
Ho detto all'inizio che la Cametti una ne fa e cento ne pensa ma sarebbe più giusto dire che cento ne fa e, quando va bene, una ne pensa.
E' stato nominato il nuovo presidente dell' Esu, l' Ente regionale per il diritto allo studio, un certo Francullo.
Sentite come lo descrive “L'Arena” : cresciuto politicamente nel centro destra area Alleanza nazionale poi passato anche alla Lega, fedelissimo anche dei fratelli Giorgetti, amico anche dell'area Brancher, molto vicino anche al sindaco Tosi, che a sua volta è anche vicino al rettore Mazzucco”.
Non ci sono parole.
Giorgio Bragaja
i precedenti interventi e altro si possono trovare su: giorgiobragaja.blogspot. com
e sul sito di Radio Popolare Verona
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