31 ottobre 2010

Intervento a Radiopop 29-10-2010 banche veronesi, vicinanze e altro.

Cerchiamo di capire un po' meglio quello che è successo in questi giorni nelle banche veronesi.

Fondazione Cariverona che è la principale azionista di Unicredit che, a sua volta, è una delle più grandi banche europee, ha rinnovato il suo Consiglio di Amministrazione.

Un paio di mesi fa il sindaco Tosi aveva dato una mano al presidente della Fondazione Biasi per cacciare l'amministratore delegato di Unicredit, Profumo, che non approvava il proclama di Bossi “La Lega si deve prendere le banche del Nord”.

Biasi vuole essere rieletto per la terza volta alla guida della Fondazione. Lo vuole, ne ha bisogno. per vari motivi ma è in difficoltà sia perché dovrà affrontare, in gennaio, un processo per bancarotta sia perché molti fanno osservare che lui è pure in conflitto di interesse in quanto socio della banca che finanzia le sue aziende in difficoltà e per il risanamento delle quali ha bisogno di un sacco di soldi per fronteggiare l'esposizione (debiti) che ha verso fornitori e altre banche, circa 100 milioni.

Milioni che possono venire dalla cessione, dalla vendita, dei terreni e degli immobili di sua proprietà situati a ridosso dell'autostrada Serenissima nel comune di Verona.
Come si sa il valore di terreni e di immobili dipende dalla loro destinazione d'uso e la loro destinazione d'uso può essere decisa, indicata, cambiata solo dal Comune cioè, per essere chiari, solo dal sindaco.

Nei giorni immediatamente precedenti l'assemblea dei soci che dovrà eleggere il CdA, le riunioni preparatorie si succedono a ritmo frenetico.
La Fondazione è un istituto privato ma dove si tengono queste riunioni? Nell'ufficio del sindaco.
E Tosi chiede, pretende, che un suo uomo, della Lega, non del Consiglio comunale, abbia un posto di comando: vuole il vicepresidente e propone l'avvocato Maccagnani “vicino” alla Lega.

Biasi, in qualche modo, tenta di allentare la pressione della Lega ma più di tanto non può.
La matita per disegnare i piani territoriali ce l'ha in mano Tosi e allora Biasi dice che alla vicepresidenza ci deve andare una persona esperta di finanza perché, dice, se sarò condannato per bancarotta dovrò lasciare.
L'accordo viene raggiunto con la nomina del professor Giovanni Sala come vicepresidente e di Maccagnani nel CdA come responsabile di due commissioni fondamentali: quella che decide le erogazioni e quella riservata agli investimenti e al patrimonio.
Cioè la cassaforte di Cariverona.

Cioè un potere economico e finanziario, una disponibilità di fondi, di soldi, immensa.

Qualche politico nostrano del centro sinistra e qualche giornale hanno detto e scritto che la Lega ha dovuto fare un passo indietro.
Forse sarebbe bene spiegare che quando Bossi dice “La Lega si deve prendere le banche del Nord” intende semplicemente dire che la Lega vuole le chiavi della cassaforte; il resto se lo tengano pure gli altri.
E gli altri, i berlusconiani veronesi, esclusi dal desco, sono infuriati.

Intendiamoci,non sono per i bei tempi passati.
La DC, a Verona, faceva più o meno lo stesso. Le banche erano “sue”ma il panorama, per alcuni aspetti, era diverso.
La finanza contava meno. Contava di più l'economia cioè il lavoro, la produzione pur se sempre di capitalismo si trattava.
Quel che mi sembra di poter dire è che una persona come Bias, con i problemi che ha, allora, non sarebbe stato eletto ancora una volta presidente del maggior istituto finanziario della città.
Una mano gliela deve aver data anche la sua casa di appartenenza: l'Opus Dei.

Parliamo di vicinanze.

La lingua, scritta e parlata, con una singola parola, un aggettivo, è spesso più precisa delle più elaborate descrizioni nel rappresentare i tempi in cui si vive.

Una volta, non tanto tempo fa, uno che faceva politica veniva indicato come democristiano, o comunista, o socialista o socialdemocratico....Poi si cominciò a distinguere: un democristiano poteva essere andreottiano o moroteo...; un comunista poteva essere migliorista o ingraiano...; un socialista poteva essere craxiano o lombardiano e così via.

Oggi dai giornali e dalle televisioni i politici vengono indicati, classificati così: il consigliere Mattia Galbiero è vicino a Conta, anche la consigliera Leso è vicina a Conta, mentre il consigliere Bruno Frustoli è vicino al consigliere Gasparato, ma il consigliere Bolcato è invece vicino a Brancher e l'assessore Di Dio è vicino a Mariotti e Alberto Murari si avvicina alla senatrice Bonfrisco.
Vicini, solo vicini perché non si sa mai...se le cose dovessero cambiare...non ero “con” lui, ero solo vicino, passavo di lì... non mi ero neanche fermato!
Ci vorrebbe Alberto Sordi.

Un ricordo personale che, forse, interesserà poco gli ascoltatori ma pazienza.
Negli anni '70 l'Estate Teatrale veronese mi chiese di fare una medaglia da consegnare a quanti avessero significativamente meritato del teatro italiano.
Così modellai una medaglia con castel San Pietro, il Teatro Romano e, sotto, l'Adige e una scritta: “Non c'è mondo fuori dalle mura di Verona”.
Niente di molto originale, tanto meno la scritta, ma mi andava bene così. Ritenevo che la mia città fosse un buon luogo dove viverci malgrado fosse governata da forze sostanzialmente conservatrici (l'esperienza Gozzi sarebbe stata immediatamente successiva).

Pochi anni fa, 2007, il Circolo del Cinema mi chiese di fare una medaglia per il sessantesimo anniversario della sua fondazione. Ne avevo già fatte per precedenti anniversari.
Modellai il tracciato delle mura attraversato dall'Adige e la scritta: “C'è un mondo fuori da queste mura”.
Si era appena insediata in Comune la nuova maggioranza composta dalla Lega, dall'estrema destra e da Forza Italia.

Giorgio Bragaja

23 ottobre 2010

intervento a radiopop 22-10-2010 su nucleare a Verona e altro

Adesso siamo quasi al completo. Non ci manca quasi nulla.

Dopo il traforo delle Torricelle, il Motorcity, il Centro Identificazione ed Espulsione per gli immigrati (CIE), il mefitico Ca' del Bue, le panchine con i dissuasori, le ronde padane multicolore (a proposito dove sono finite?), i parcheggi sotterranei al posto di giardini e siti archeologici, inguardabili monumenti, targhe e targhette di sedicenti artisti locali in ogni luogo, soprattutto in piazza Bra, finalmente è arrivato anche l'entusiastico sì del sindaco Tosi alla centrale nucleare ai confini di Verona ma, meglio ancora, come vedremo, se dentro i nostri confini.

Il grumo politico che comanda da noi fatto dai fascisti dichiarati del gruppo consiliare della lista Tosi, dai berlusconiani della prima e dell'ultima ora, dai padani della Lega, dagli integralisti negazionisti, grumo sostenuto all'esterno da banchieri Opus Dei intimi di Tosi e inquisiti, da associazioni imprenditoriali ingorde, da istituzioni culturali fatue e inconsistenti (salvo rare eccezioni), con stupida noncuranza del futuro, sa, pensa, di poter impunemente dire e fare tutto.

Nella nostra provincia al confine con Mantova sorgerà il più grande centro commerciale d'Europa con una pista per le gare automobilistiche e relative tribune per mezzo milione di spettatori e strade, raccordi, immensi parcheggi, alberghi, ipermercati, parchi divertimenti con un impatto ambientale , sociale ed economico devastante.

E ora, dall'altra parte del confine, la centrale nucleare che-dice Tosi- è un bene perché porterà lavoro , benessere e sviluppo.
Il nucleare-continua Tosi- è una scelta indispensabile e l'Italia è già in ritardo e oggi il nucleare è sicuro e il luogo dove si costruiscono queste centrali non è così determinante, farla in Lombardia o in Emilia o in Veneto non cambia molto. Chissà se la pensano così anche a Cernobyl.

Formigoni, il governatore della Lombardia non la vuole. Zaia governatore del Veneto neppure perché, dice, il Veneto ha già dato con il rigasificatore, la centrale a carbone di Porto Tolle e la centrale a idrogeno di Fusina che utilizza il materiale di scarto del polo industriale di Marghera per la produzione di elettricità.
Ma tutti e due poi dicono che va bene costruirle in altre parti d'Italia.

E, invece non vanno bene in nessun posto perché, oltre al resto, la montagna di soldi che si spenderà per la loro costruzione bloccherà ogni intervento per le energie rinnovabili e per la ricerca su nuove fonti di energia.
Subito dopo a Tosi, Zaia, ai fratelli Giorgetti, al presidente della Provincia Miozzi viene in mente che, a pensarci bene, può essere anche un affare, che si possono fare un bel po' di soldi.
E allora dicono: anziché farla, la centrale, al di la del confine con Mantova facciamola al di qua, un dieci o quindici chilometri dentro il nostro territorio così ci becchiamo i milioni di euri erogati dallo stato.

Tanto se succede qualcosa un po' di chilometri in più o in meno non fanno differenza.
Solo, nel caso succedesse qualcosa, qualche decina di migliaia di contaminati in più o in meno ma, si sa, chi non risica non rosica.
Ambientalisti e opposizioni sono, naturalmente contrari e sostengono il loro no con argomenti concreti.
Il problema delle scorie, la ancora elevata insicurezza, i costi enormi e ricordano che in Italia ogni cittadino deve ancora sostenere le ingenti spese per coprire i buchi lasciati in eredità dal nucleare del passato. E cioè 150 milioni di euri l'anno prelevati direttamente sulle casalinghe bollette dell'energia elettrica.

E ancora: spese enormi a fronte di una domanda di energia che in Italia è in calo. Abbiamo, produciamo e importiamo più energia di quella che consumiamo. Il problema sta nella cattiva distribuzione, negli sprechi e nelle perdite in rete.

Argomenti forti ma, per adesso, considerati, da chi comanda, frutto di una cultura separata dal presente, una cultura arcaica da omettere più che da contrastare con altri argomenti.

Altro fatto.
una insegnante veronese su “L'Arena”:
“Sapere che il sindaco è stato negli USA con il suo nutrito drappello a spese delle casse comunali mi fa infuriare. Ognuno di loro ha chiesto un anticipo di cassa di 3600 euro per il viaggio. L'allegra brigata è costata quanto un insegnante guadagna in un anno...Vergogna! Se veramente sono stati in USA per promuovere l'Ente Fiera di Verona perché non ha pagato l'Ente Fiera questa costosa trasferta?”
Penso che i conti siano un po' diversi perché, secondo me, nei 3600 euri anticipati ad ogni consigliere non dovrebbero essere compresi né il costo del biglietto aereo né altre spese di soggiorno per cui forse si può parlare del costo di due insegnanti e non di uno soltanto.
Per quel che riguarda la domanda: se sono andati in America per la Fiera perché non ha pagato la Fiera? La risposta può essere: perché la Fiera è un po' più seria della Giunta comunale e con il viaggio non c'entra niente.

Giorgio Bragaja







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15 ottobre 2010

a radiopop 15-10-2010 su un libro ignorato, il festival areniano e altro

Circa un anno fa è uscito un volume: “Spazi per camminare. Camminare fa bene alla salute” scritto da Armando Barp e Domenico Bolla professori alla Facoltà di Architettura di Venezia nell'ambito di una convenzione tra quella Università e la ULSS 20 di Verona, con la collaborazione del dottor Massimo Valsecchi, degli architetti Andrea Lauria e Giuseppe Caldarola e delle dottoresse Susanna Morgante e Lucia De Noni.

E' un volume di un centinaio di pagine con molti disegni, fotografie, mappe, planimetrie.
Non è in vendita; è stato distribuito alle unità sanitarie del Veneto, ai Comuni, alle Province, ad altri Enti pubblici.
Barp è di Belluno, Bolla è veronese.

E' un testo, impegnativo, sul metodo e sulle concrete possibilità per rendere veramente abitato un luogo abitato. Con cittadini che si muovono, camminano, si incontrano, respirano, parlano tra loro, osservano e capiscono i luoghi della loro esistenza.
Di lettura non sempre facile ma utile, utilissimo. Per tutti, naturalmente, ma soprattutto dovrebbe esserlo per chi, votato, ha il compito di amministrare i beni e i luoghi della nostra vita.

Perché ne parlo? Vedo di spiegarmi.
In questi ultimissimi anni assistiamo nella nostra città, per quel che riguarda la vivibilità dei centri urbani, il traffico, la salute, ad un vero e proprio “Festival dei fuori di testa”.

Dal forzaitaliota che propone in Consiglio Comunale un terrazzamento in cemento armato sporgente un paio di metri su l'Adige lungo le Regaste Redentore da Ponte Pietra alla Giarina, con annessa passerella aerea tra il ponte e piazzetta Santo Stefano, per agevolare il traffico nella strettoia di fronte al Teatro Romano.

Alla gentile consigliera comunale che propone uguale balcone su l'Adige da ponte Catena fino a Parona e lo scavo di tutti i valli sotto le mura sanmicheliane e austriache per fare chilometri di parcheggi sotterranei.

All'assessore Corsi e al sindaco Tosi che, giustificandosi anche con errori delle precedenti Giunte (che ci sono stati, e grossi) scavano dappertutto con chiese che si crepano e reperti archeologici, definiti “quattro sassi”, buttati al macero, piazze alberate distrutte come a San Zeno e giardini senza panchine desolatamente vuoti come in lungadige Matteotti.
Alle panchine con i deterrenti anti immigrati e senzatetto.
A piazza Bra ridotta a becera sagra paesana con rotoli di carta igienica pubblicitari più alti del monumento a Vittorio Emanuele II°.

Allora avevo pensato: questo libro se lo staranno leggendo, i nostri amministratori e tra un po' ne vedremo i benefici effetti; in fondo è stato pagato con i soldi di una azienda pubblica, cioè nostri, e con lo scopo di dare utili indicazioni per migliorare per quanto possibile la nostra vita.

Così mi sono informato e ho avuto le informazioni: la Ussl 20 ha fatto promozione presso tutti gli Enti anche verso il Comune di Verona ma non ha avuto risposte né dalla maggioranza né dalla opposizione mentre altre Ussl sparse per il Veneto e altri Enti pubblici hanno risposto e così gli autori e i loro collaboratori e i dirigenti dell'azienda hanno girato per la regione a fare conferenze e il libro ha avuto successo e apprezzamenti tranne che a Verona.

Così, forse, in qualche altra parte del Veneto le cose miglioreranno mentre da noi continuerà il “Festival dei fuori di testa”.

Altro argomento.

Il sovrintendente della Fondazione Arena, quella degli spettacoli lirici, ha lanciato un grido di allarme perché i soldi calano insieme con gli spettatori e i commercianti e gli industriali veronesi non tirano fuori un euro malgrado, come dice il sovrintendente Girondini, si riempiano le tasche con il famoso indotto. Spalleggiato dall'assessore alla cultura Perbellini fa notare che in altre parti del mondo, che lui ha visitato come la Germania il Giappone, Dubai, gi Stati Uniti..., la cultura è sostenuta e generosamente finanziata.

Girondini potrebbe far risparmiare alla Fondazione Arena i soldi per i suoi viaggi in terre lontane e con l'auto o con il treno o in corriera andare molto più vicino, a Ferrara, a Modena, a Mantova dove ai festival della letteratura, della filosofia, dell'opera lirica nelle strade e nelle piazze, ci vanno, e partecipano attivamente, artisti, letterati, premi Nobel da tutto il mondo e fiumane di gente soprattutto giovani entusiasti e veri protagonisti degli eventi.
E ogni anno va sempre meglio.

Oppure andare al Mart di Rovereto a gustarsi la stupenda collezione di quadri (di impressionisti, e non solo) che recentemente un noto e colto imprenditore veronese ha lasciato in uso a quel museo e non a Verona ritenuta non meritevole.
E poi riflettere e capire che, forse, il trionfo de l'Aida e il balcone di Giulietta non sono il massimo e che occorre fare qualcosa di diverso. Avendone la voglia e la capacità, s'intende.

Ultimo argomento.

L'assessore Di Dio ha detto che lui e la Giunta non sono andati all'incontro con Saviano, padre Alex Zanotelli e i comboniani, che parlavano della tragica realtà del Sud e dei diseredati del mondo, perché era una iniziativa di parte.
Come dire: io sono di un altra parte. Di Dio, lo sapevamo!

Giorgio Bragaja

08 ottobre 2010

Intervento a radiopop 8-10-2010 su “solo per disinfettare”, Quo Vadis , giardini e altro

Il prete Floriano Abrahamowicz. quello che “le camere a gas sono esistite almeno per disinfettare, ma non so dire se abbiano fatto morti oppure no” e i suoi amici dei vari comitati integralisti veronesi hanno vinto facile.

La Curia ha infatti sfrattato la comunità luterana di Verona dalla chiesa di San Pietro Martire, avuta in uso dal precedente vescovo Carraro, e l'ha costretta in quella sconsacrata di S.Domenico così come chiedevano con tridui, veglie e cortei i fanatici dei comitati integralisti e così come ha deciso, senza fare una piega, il vescovo Zenti.
Anche in disaccordo con le indicazioni del Papa che ha fatto visita alla chiesa luterana della capitale richiamandosi all'ecumenismo della Chiesa.

E il comitato, per ricordare la battaglia di Lepanto, voleva celebrare giovedì, con il prete di cui sopra, una messa nella basilica di Santa Anastasia rivolgendo in particolare una preghiera di ringraziamento alla Vergine Maria per la cacciata dei luterani dalla chiesa di San Pietro Martire.

La notizia di questa celebrazione, riportata con grande evidenza dai media, ha provocato la reazione di alcuni parroci della città tanto che la Diocesi è stata costretta a rifiutare l'uso della basilica affermando, poco credibilmente, di non essere stata informata, di non aver avuto comunicazione riguardo all'uso che se ne voleva fare.

A proposito dello svolgersi di questa triste vicenda don Carlo Vinco scrive su “L'Arena”: “Davvero non c'è altra soluzione che soccombere a chi fa la voce più grossa e minaccia? Mi fa molto pensare la parola della pastora luterana quando dice che la chiesa veronese ha avuto paura. Questa vicenda-prosegue don Vinco-certo piccola e marginale rispetto a tante altre questioni, sembra tuttavia emblematica di un clima che si respira in questi tempi, un clima triste...sembra impossibile che non ci sia altra soluzione che accettare la provocazione e la durezza di alcuni tradizionalisti...”.
Don Vinco è un prete generoso e intelligente e coraggioso ma più di tanto non può.
Posso io e do la mia spiegazione dei fatti.

Il vescovo Zenti è molto amico del sindaco Tosi (condannato in via definitiva per propaganda razzista), il sindaco Tosi è molto amico di Maurizio Ruggiero, presidente dei comitati integralisti che in Comune gira come a casa sua, e dunque la spiegazione è semplice.
Si dice che ogni città ha il sindaco che si merita cosi come ogni diocesi ha il vescovo che si merita.
Non può essere, per caso, che ci sia stato dato al di sopra dei nostri meriti?

Ieri sera, alla Gran Guardia, parlavano quelli di Nigrizia, i Comboniani, padre Alex Zanotelli, Gad Lerner e Roberto Saviano che è anche cittadino onorario di Verona. Sala stracolma. La lunga fila di poltrone riservata alle autorità comunali, deserta. Pure il vescovo Zenti assente.

Altro argomento.
La volta scorsa ho parlato del nuovo sponsor della squadra di calcio Hellas Verona e delle sue cariche in un certo Ordine di Malta e della distribuzione a pioggia di cavalierati e commende a consiglieri comunali della lista Tosi. ( la trascrizione di quel intervento di una settimana fa si può trovare sul mio blog).

Alcuni cittadini mi hanno fatto osservare che l'Ordine di Malta è una cosa seria.
Certo che lo è. Ma lo è quello che si chiama esattamente “Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta” la cui Delegazione veronese ha la sua sede a Santa Toscana e che, assieme a l' “Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme” è uno dei due soli Ordini cavallereschi religiosi riconosciuti dal Vaticano e che, naturalmente, non ha niente a che vedere con quello, stravagante, del nuovo sponsor dell'Hellas-Verona così prodigo di onorificenze agli amici di Tosi.

Per associazione di idee mi torna alla memoria un fatto divertente di alcuni anni fa.
Un giorno un tizio, don Qualcosa, arriva a Verona si sistema in un prestigioso alloggio del centro cittadino e afferma di essere il pretendente al trono del Portogallo. Organizza ricevimenti per la “Verona bene” e distribuisce titoli nobiliari dietro compenso. Naturalmente i soldi servono per la santa causa della riconquista del trono del Portogallo.

I postulanti sono molti, l'anticamera del suo alloggio è molto frequentata.
Tra questi il potente direttore della più grande banca della città, la Cassa Di Risparmio, che viene insignito del titolo di marchese di Fatima. si, proprio di Fatima. Dopo qualche giorno il pretendente al trono si dilegua e il direttore resta senza marchesato e senza 80 milioni delle vecchie lire.

Altro argomento
Non ho testimoni che lo possano confermare perché ero solo davanti alla TV perciò non dovrei dirlo ma lo dico lo stesso.
Quando, giorni fa, ho sentito del fallito attentato al direttore di “Libero”, Belpietro, delle modalità dell'azione, del racconto dell'uomo della scorta, mi son detto: “Ma questa è una patacca, una balla!”
Naturalmente mi posso sbagliare e, come si usa dire in questi casi, attendo fiducioso la conclusione delle indagini. Tuttavia ho poi constatato che molti altri hanno avuto la mia stessa immediata reazione.

Giorgio Bragaja

01 ottobre 2010

a radio popolare 1-10-2010 dimissioni difficili, Hellas e sponsor, varie

Il leghista Soardi, dimessosi da Presidente dell'Azienda Trasporti perché indagato per essersi approfittato di soldi pubblici, è anche sindaco del Comune di Sommacampagna.
Rispondendo a chi gli chiedeva di dimettersi anche da sindaco rispondeva che lui per il bene del Comune sarebbe rimasto al suo posto.
Anche la sindaca leghista del comune di Zimella ha detto che lei resta al suo posto malgrado risulti che il padre, funzionario dell'Ufficio delle Entrate (tasse), indagato per aver intascato bustarelle in cambio di occhi chiusi sulla situazione fiscale di alcuni industriali del settore della concia, abbia così risposto ai magistrati: “erano soldi per la mia famiglia, mia figlia ha comprato due piccoli appartamenti e io ho partecipato alle spese dandole 40 mila euro”.
La sindaca a chi le osservava che sarebbe stato opportuno dimettersi ha risposto. “...perché? sono affari miei e resto per il bene del Comune”. Per il nostro bene.
Il presidente della Fondazione Cariverona Biasi, indagato per bancarotta e, secondo il deputato dell'Italia dei Valori Borghesi, anche in aperto conflitto di interessi perché le sue aziende (ora in liquidazione) avrebbero avuto finanziamenti dalla stessa banca di cui Biasi è socio, è stato affettuosamente invitato dal Consiglio della Fondazione a non dare le dimissioni, a restare al suo posto e lui, commosso, ha benevolmente accolto l'invito. Per il bene della istituzione. Per il nostro bene.
L'ex viceministro socialista veronese Angelo Cresco ha però sollevato una obiezione. Con una lettera a “L'Arena” ha ricordato che “...qualche lustro fa Biasi chiese di rassegnare le dimissioni all'allora membro del consiglio della Cassa di Risparmio dottor Carlo Rinaldini, noto imprenditore titolare tra l'altro della Richard Ginori e delle ceramiche Pagnossin indipendente segnalato dai socialisti, colpito da un avviso di garanzia. Rinaldini mi incontrò e mi comunicò la richiesta fattagli dall'ingegner Biasi in nome dell'opportunità e in difesa del buon nome della Banca.
Il dottor Rinaldini si dimise, venne processato e assolto. Come cambiano i tempi, giustizialisti per gli altri, garantisti per se stessi ”. Così Angelo Cresco.
Biasi è, oggi, in amorosi sensi con i leghisti e con Tosi, nuovi apprendisti stregoni della finanza internazionale, e, dunque, fa come fanno i leghisti. Resta al suo posto per il nostro bene. Fin che dura.
Invece non resta al suo posto l'assessore leghista di S.Michele al Tagliamento (VE) perché arrestato ieri per aver intascato tangenti.

Altro argomento.
Una delle due squadre di calcio della nostra città è l'Hellas Verona nata, più di cento anni fa, per volontà di un gruppo di studenti del liceo “Scipione Maffei” ( perciò il nome Hellas, Grecia ) con un fondo sociale di 32 lire raccolte tra gli stessi studenti. Ora l'Hellas ha un nuovo sponsor.
La presentazione , riportata con grande evidenza da TV e giornali, è avvenuta con tutti i dirigenti della squadra e, naturalmente, con anche la presenza dello sponsor e del suo dirigente amministrativo Andrea Miglioranzi.
Miglioranzi, come si sa, è anche capogruppo della lista Tosi in Consiglio Comunale e lo sponsor, già candidato per “Fiamma tricolore” nelle ultime elezioni provinciali, così si presenta nel suo sito Internet: “.....dopo aver frequentato l'Istituto Superiore ha conseguito il dottorato in diritto internazionale e nel 2008 ha ricevuto l'investitura di Cavaliere di Malta del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. La Miami International University, prestigioso college e Università degli Stati Uniti d'America, gli ha conferito il 12 settembre 2008 la laurea Honoris Causa in Economia e Gestione Aziendale....in data 15 novembre 2008, a Malta, è stato innalzato al grado di Cav. Grand Ufficiale e, nell'occasione gli è stata conferita la nomina di Ministro della Sicurezza dell'Ordine di Malta “. E poi, in rapida successione, “Gran Croce, Priore, Colonnello comandante provinciale”.
Poche settimane fa , felice coincidenza, il quotidiano “L'Arena”, nella rubrica “Dalla parte del cittadino” tenuta dalla giornalista Marina Fracasso, metteva in guardia sulle lauree facili rilasciate a pagamento da strane Università americane.
Miglioranzi è stato nominato Cavaliere del sopracitato Ordine di Malta e, solo dopo pochi mesi anche Commendatore, mentre è soltanto Cavaliere l'altro consigliere della lista Tosi, Sardelli.

Però si da il caso che la Santa Sede riconosca due soli ordini cavallereschi e quello di cui si parla non è uno dei due e anche il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica italiana ha pubblicato una lunga lista di ordini cavallereschi non riconosciuti e in questo elenco pare proprio che ci sia anche quello di cui stiamo parlando.
Nel logo del nuovo sponsor, sulle maglie dei giocatori, c'è la solita aquila.

Alcuni miei amici, persone per bene, tuttora irriducibili sostenitori dell'Hellas, mi dicono che, in pratica, la squadra è sotto tutela di qualche centinaia di tifosi esagitati che insultano, minacciano, tengono sotto pressione giocatori e dirigenti e che solo recenti provvedimenti di polizia li costringono a non esibire più svastiche e scritte razziste ma che comunque la squadra è continuamente multata per colpa del loro comportamento.
Uno dei rappresentanti della tifoseria, spesso in TV e in Comune, è tale Lomastro denunciato nel 1996 per “l'impiccagione” di un manichino nero sugli spalti della curva sud e, pure lui, già candidato nelle liste di estrema destra.
L'Hellas, per molti veronesi, fa parte del patrimonio anche culturale di Verona. Purché torni ad essere quel che era anni fa prima che la tifoseria proterva di cui sopra occupasse lo stadio.

Alcune varie.

Al Liceo “Montanari” preside e genitori hanno istituito la “Commissione bon ton” ( si, proprio così: commissione bon ton) costituita da genitori e docenti preoccupati per gli atteggiamenti dei giovani allievi (in grande maggioranza ragazze) che userebbero espressioni un po' ardite con esibizione di qualche centimetro di pelle nuda tra jeans e magliette.
La demenziale proposta ha trovato tutti entusiasti; anche i dirigenti scolastici provinciali e regionali Pontara e Palumbo :”così devono fare tutti“e pure i rappresentanti degli studenti di quel liceo . Soprattutto l'assessore regionale all'istruzione Donazzan (AN) che, tra una comparsata e l'altra alle adunate di Casa Pound, ha trovato il tempo per proporre anche l' introduzione della divisa negli istituti superiori perché, ha detto, “la forma é sostanza”. Tutti i giorni meno uno da dedicare, in tuta mimetica, al tiro a segno con il fucile e l'arco come ha proposto il ministro La Russa.
Essendo queste le proposte del liceo “Montanari” per la scuola italiana, la ministra Gelmini, grata, ringrazia e prosegue tranquilla.

A proposito di scuola si registra il solito intasamento di macchine, in seconda e terza fila, con blocco del traffico davanti alle scuole cittadine con genitori ansiosi che accompagnano i propri figli fin sulla porta delle aule. Soprattutto in Borgo Trento quartiere nel quale spopolano fuoristrada mostruosi per i cui proprietari l'educazione è inversamente proporzionale alla cilindrata.

Ho seguito alla televisione il dibattito sulla fiducia al governo Berlusconi. Fortunatamente questa volta i commentatori “democratici” e di sinistra non hanno parlato dell'intervento di Di Pietro con la consueta puzza sotto il naso.

Giorgio Bragaja