29 maggio 2009

Intervento a Radio Popolare Verona - Tosi, giudici, 25 aprile (28 aprile 2009)

Forse mi sbaglio ma ho l'impressione che gli ultimi giorni non siano stati un granché per il sindaco Tosi e la Lega. Si comincia con le liti interne alla maggioranza per quel che riguarda il tunnel sotto le Torricelle con il “vi mando tutti a casa” del sindaco rivolto ai suoi alleati che, però, non si rassegnano. Poi Alleanza Nazionale che si porta a casa la presidenza della Fiera e la candidatura alla presidenza della Provincia, Forza Italia che si prende la candidatura alla presidenza della Regione che sembrava già in tasca a Tosi e ancora AN che diventa coordinatrice del nuovo Partito della Libertà sia in provincia che in regione e niente da fare, per Tosi, anche per il Parlamento Europeo.

Maurizio Battista scrive su “L'Arena”, facendo l'elenco di queste batoste, che il mese di Aprile ha visto la Lega e Tosi fortemente ridimensionati e, aggiungo io, rabbiosi e un po' fuori di testa.

Infatti solo così si può spiegare l'attacco di Tosi alla Magistratura veronese, immotivato e, comunque, per i toni e la torva arroganza, al di là delle pur note antipatie del Sindaco per i giudici veronesi.

Il fatto: tale Stefano Armigliato ultrà di estrema destra della tifoseria del Verona durante una partita lancia un razzo. Scatta la legge sulla violenza negli stadi, il giudice la applica e lo condanna a due anni e nove mesi di reclusione.
Tosi si infuria anche perché il condannato appartiene all'area politica di estrema destra del capogruppo della sua lista in Consiglio Comunale, e dice, tra l'altro che dovevano applicare l'indulto e ridurre la pena.

Il giudice in questione risponde, gelidamente, elencando le recidive dell'Armigliato: cioè cinque condanne passate in giudicato e tra queste, tre per lesioni, altre per rissa, porto d'armi, resistenza. Nel passato recente condannato per aggressione a esponenti dell'estrema sinistra, violazione di domicilio, interruzione di pubblico servizio, lesioni e ingiurie.

E, aggiunge il giudice, ho applicato la norma contenuta nella legge voluta dalla maggioranza di cui fa parte la Lega del sindaco Tosi, e, ultima bacchettata sulle dita, l'indulto non poteva essere applicato perché l'imputato ne aveva già usufruito in un altro processo.

Il giorno dopo interviene addirittura il Presidente del Tribunale di Verona con una durissima dichiarazione contro “i ripetuti attacchi del sindaco di Verona alle sentenze emesse..attacchi tanto generici ed approssimati quanto preconcetti e tendenziosi che mirano a confondere l'opinione pubblica e tradiscono l'aspirazione di applicare ai processi non il metro della legge ma la parzialità del giudizio politico..tutto ciò non giova al corretto rapporto tra le istituzioni né contribuisce al funzionamento della giustizia”.

In soldoni: Tosi non sai neanche di cosa parli, non conosci la legge fatta dal tuo ministro leghista e non sai neppure nulla della persona per la quale intervieni e della quale, probabilmente ti importa meno che niente.

A questo punto un sindaco quasi normale incassa e stop. Cose che succedono. E invece no, Tosi ritorna all'attacco dicendo, in pratica, che i magistrati veronesi possono dire e fare quello che vogliono ma” il giudizio mio e di gran parte dei cittadini rimane inalterato e a loro, ai cittadini, non va bene così”.

Cioè : il popolo è con me al di fuori e a dispetto delle leggi. Concetto assai pericoloso soprattutto in bocca ad un sindaco o a un presidente del Consiglio dei ministri. Tanto che persino “L'Arena” non ne può più e titola: “il sindaco a testa bassa” che non è un titolo lusinghiero per Tosi. A testa bassa non si vede e non si capisce niente.


Altro argomento.

Il 25 Aprile, al palazzo della Gran Guardia, hanno parlato l'ambasciatore tedesco e quello americano dicendo, soprattutto il primo, cose importanti. Però, secondo me, quello che ha caratterizzato la cerimonia è stato l'intervento ufficiale di Maurizio Zangarini professore di storia dell'età contemporanea alla nostra Università e presidente dell'Istituto Veronese per la Storia della Resistenza e dell'età contemporanea.

Discorso non rituale su quanto successe nel veronese in quel periodo, con riferimenti documentali precisi e, per molti ascoltatori, inediti e chiarificatori su vicende finora controverse e oggetto di dispute che durano da decenni, demolendo, con questo intervento, alcuni qualunquistici e denigratori luoghi comuni.

Discorso al quale, in due pagine intere, dedicate da “L'Arena” alle celebrazioni della Festa della Liberazione, sono state riservate in tutto, vergognosamente, solo due righe e mezza, per cui ritengo che bene farebbe l'Istituto Veronese per la Storia della Resistenza e dell'Età contemporanea a stamparlo e divulgarlo.

Giorgio Bragaja