29 aprile 2011

Intervento a radiopop 29-4-2011 su “i bravi ragazzi”, il “Quo vadis?”e altro

Domani sabato alle 16,30 in piazza Bra ci sarà una manifestazione a sostegno delle fabbriche veronesi in crisi e, dalle19,30 in avanti, un presidio a Porta Leoni nell'anniversario dell'uccisione di Nicola Tommasoli da parte di alcuni “bravi ragazzi veronesi” .

A proposito è notizia di un paio di giorni fa di un patteggiamento in tribunale.
Nel 2007, un anno prima dell'aggressione che costò la vita a Tommasoli, nella piazzola del Patataro sulla strada per Grezzana fu colpito duramente al volto un uomo che si era fermato per prendere un panino. L'aggredito aveva sporto denuncia ma la Procura aveva chiesto l'archiviazione, malgrado l'aggressione fosse stata particolarmente violenta, perché non era stato possibile individuare l'aggressore.

Un anno dopo furono le foto pubblicate sui giornali in occasione dell'omicidio di Nicola Tommasoli
a far si che la vittima indicasse in Guglielmo Corsi (uno dei cinque arrestati per la morte di Nicola e recentemente assolto dall'accusa di omicidio preterintenzionale) chi lo fece finire in ospedale.

Così si oppose alla richiesta di archiviazione e qualche giorno fa, dopo quattro anni, Corsi in tribunale ha patteggiato 4 mesi, e ha risarcito economicamente l'aggredito.
Nessun commento.

A proposito di bravi ragazzi, brai butei in dialetto, dopo ogni partita sia che giochi in casa o in trasferta, la squadra di calcio Hellas Verona, la sua società, viene multata dalla Lega calcio di 5 o 6 mila euro perché un parte dei suoi tifosi, due o trecento, intona cori razzisti.

Nessuna meraviglia perché quei tifosi sono gli stessi che, dopo l'incarcerazione degli aggressori di Nicola Tommasoli, andavano alle partite con gli striscioni “Fora i butei” cioè chiedevano che gli aggressori fossero immediatamente scarcerati e prima ancora andavano sugli spalti con croci uncinate manichini dipinti di nero impiccati e cose simili.

Quello che un po' mi meraviglia è un altro fatto.
Quando l' Hellas Verona gioca fuori casa la TV locale, Telearena, trasmette le partite e io le guardo perché, malgrado tutto, il gioco del calcio mi piace ancora.
Le partite del Chievo non vengono riprese perché in serie A valgono altre regole.

Bene, mai una volta che durante la telecronaca si senta uno di quei cori razzisti intonati dai tifosi veronesi in trasferta e questo può essere spiegato con la selezione dei suoni e dei rumori necessaria per poter comprendere quanto dicono i due giornalisti a commento e descrizione delle fasi del gioco, d'accordo, ma mai dico mai che uno di loro due dica, per esempio: “Senti, ancora quei deficienti con i cori razzisti”.
E dovrebbero dirlo sempre, ogni volta che succede, ad ogni partita.
Tra l'altro sarebbe anche educativo per gli ascoltatori.
Ma probabilmente la protervia di quel tipo di tifoseria consiglia loro di far finta di niente ma non è un bel modo di fare giornalismo.

Altro argomento.
Il 22 giugno del 2007 Silvio Berlusconi posò la prima pietra del “Quo vadis?” l'avveniristico ospedale che avrebbe dovuto garantire ai suoi futuri ospiti una durata della vita fino ai 120 anni in piena salute
Con lui ,naturalmente, don Verzè il prete veronese (di Illasi) proprietario del complesso ospedaliero milanese del San Raffaele, suo amico, ideatore dell'iniziativa e titolare (cosi pareva) dei fondi necessari per realizzarla, il ministro Maroni e l'allora presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro, si “quel” Cuffaro, e numerosi famigli.

Era un progetto da realizzare su mezzo milione di metri quadri di cui 750 mila da edificare per un costo previsto di almeno 150 milioni di euro.
Milioni di euro che, in parte, si pensava dovesse dare lo Stato.

Ora però tutto è svanito . I soldi, quelli dello Stato, erano inventati e quelli di don Verzè si sono liquefatti tanto che il prete manager sta vendendo le sue proprietà sparse nel mondo per sanare un buco finanziario di ben 900 milioni di euro procurato dalla gestione della sua struttura ospedaliera milanese.
Don Verzè sta ora vendendo tutto, hotel, aerei, terreni, fazendas, piantagioni di frutta in Brasile, una compagnia aerea, alloggi, centri sanitari. Soldi e capitali ammassati in tanti anni di iniziative naturalmente caritatevoli e disinteressate.

Tutto era cominciato a Illasi il suo paese natale ma l'allora sindaco di quel comune, Alberto Trabucchi, sentì odore di speculazione e bloccò la variante al piano regolatore che avrebbe permesso il cambio di destinazione d'uso di una vasta area agricola e allora don Verzè spostò i suoi interessi nel vicino comune di Lavagno evidentemente più accogliente.

E così potè annunciare: “..sarà un centro per far vivere fino a 120 anni e dove sarà possibile trovare la cura per tutte le malattie” e con l'amico Silvio posò la prima pietra destinata però ad essere anche l'unica.

Il nucleare in provincia.

Malgrado quel che è successo in Giappone, e prima in Russia, il governo tenta di non far votare il referendum sul nucleare e ha deciso che tra uno o due anni si ricomincerà con la costruzione di centrali nucleari.

Sarebbe opportuno che qualcuno nella Bassa veronese , che so a Legnago, a Cerea, lì intorno,
a Nogara, a Bovolone ...cominciasse a parlarne e a ricordare a quelle popolazioni della nostra provincia che quando, anni fa, si stava decidendo per il nucleare uno dei siti privilegiati per l'installazione di impianti nucleari era stato individuato proprio nel Veneto e più precisamente nel comune di Legnago.

E poi perché parlarne solo nella Bassa? In fondo Legnago dista pochi chilometri dalla città di Verona, più o meno gli stessi chilometri che, a Fukushima, delimitano l'area radioattiva attorno alla centrale avariata, area fatta sgomberare dalle autorità giapponesi.

Giorgio Bragaja

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22 aprile 2011

Intervento a radiopop 22-4-2011
Festa della Liberazione: lo stato delle cose nel Bel Paese e a Verona

Lunedì 25 Aprile si celebrerà in tutta Italia la Festa della Liberazione e sul sito di Radio Popolare si trovano tutte le indicazioni per partecipare alle iniziative che si avranno nella nostra città e in provincia.
Ma quale è lo stato delle cose nel Bel Paese e a Verona in questa fine aprile del 2011 a tanti anni di distanza dalla cacciata del fascismo e dalla nascita dello stato democratico? Vediamo.

A Roma il primo ministro Berlusconi chiama al governo un esponente della estrema destra di Storace.
A Verona l'estrema destra al governo della città c'è da tempo, anzi, Andrea Miglioranzi, suo esponente di spicco già in carcere per istigazione all'odio razziale, è addirittura capogruppo della lista del sindaco Tosi, sindaco Tosi a sua volta condannato in via definitiva per razzismo.

A Roma e a Milano il presidente Berlusconi accusa i giudici, quelli che lo stanno giudicando per più di un reato, di essere “eversivi” e subito sui muri appaiono manifesti che denunciano la presenza delle brigate rosse all'interno di quella Procura.”Via le BR dalla procura” scrivono sui manifesti.
A Verona il sindaco leghista Tosi è stato un anticipatore. Tempo fa aveva collocato in piazza Bra una lapide funeraria con il nome del procuratore che lo stava indagando.

A Roma il presidente Berlusconi fa leggi ad personam per governare indisturbato malgrado i processi che lo vedono imputato.
A Verona il consiglio generale della Fondazione Cariverona, con il consenso entusiasta di Tosi e con l'impegno del consigliere di amministrazione, il leghista Maccagnani, cambia il suo Statuto, che prevede l'impossibilità di ricoprire cariche dirigenziali nella Fondazione per chi sia condannato anche in primo grado per un reato non colposo, e così il presidente Biasi (Opus Dei) sotto processo per bancarotta, in caso di condanna (si dice quasi certa) avrebbe dovuto dimettersi, e ora invece, con il nuovo statuto depennato di quella norma, può tranquillamente continuare a fare il presidente.

Parentesi: il ministro Tremonti ha acconsentito con difficoltà al cambiamento dello statuto della Fondazione sollevando perplessità sulla tempistica del cambiamento di regole e consigliando l'opportunità di farlo valere per organismi che entreranno in vigore successivamente alla sua introduzione. Cioè non per Biasi. Cioè uno schiaffo e come tale presentato da “Il Corriere di Verona”. “L'Arena”, invece, delicata e bonacciona, lo definisce “un rimbrotto”. Chiusa la parentesi.

A Roma il presidente Berlusconi, il ministro Gelmini e altri famigli partono in un attacco dissennato alla scuola pubblica, agli “insegnanti di sinistra” e ai “libri di testo di sinistra”. A Verona non si vuole essere da meno e, immediatamente, scatta il signorsì al padrone.

L'occasione è una iniziativa presa di comune accordo tra l'Istituto “Marconi” e l' “Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea” per un progetto di informatizzazione di documenti e testimonianze relativi al periodo 1940-1948 a Verona. Per l'occasione all'interno della scuola era stato proiettato un documentario sulla Resistenza nel veronese.

Parte all'attacco l'assessore Di Dio (che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo) quello che al momento del suo insediamento all'assessorato alle pari opportunità commentò: “....pari opportunità? per gli uomini perché le donne di opportunità ne hanno anche troppe” che così commenta: “...è una follia, si vuole l'indottrinamento dei ragazzi” e suggerisce di far leggere i libri di Pansa.

Non è da meno Elena Donazzan, l'assessora alla cultura della Regione, quella che ha imposto la lettura della Bibbia nelle scuole primarie, che preme per una commissione d'inchiesta sui libri di testo.

A Roma il governo Berlusconi rinvia il nucleare e ne approfitta per bloccare il relativo referendum e mettere in difficoltà gli altri due referendum, quello sull'acqua e, soprattutto, quello sul legittimo impedimento che lo riguarda personalmente. .
A Verona Tosi e la sua maggioranza ammansiscono l'opposizione consiliare (salvo un consigliere) con poche modifiche al progetto del traforo sotto le Torricelle, e così possono ribadire tranquillamente il loro no al referendum chiesto dal comitato che si batte da anni contro questo progetto inutile e devastante.

A Roma, e altrove, continua la discriminazione contro chi si ritiene diverso.
Ogni proposta che intenda introdurre leggi aperte, autenticamente liberali, viene boicottata dal governo Berlusconi in nome di “valori” come famiglia, morale...ecc. valori poi, come si sa, celebrati degnamente nelle dimore del presidente del Consiglio dallo stesso presidente e dai suoi amici.
A Verona la maggioranza Tosi rifiuta di abrogare la mozione del 1995 che respingeva la proposta di aderire all'invito del Consiglio d'Europa per eliminare dalle legislazioni ogni discriminazione relativa alla vita sessuale dei cittadini. Indegna quella mozione ma ancora più indegni gli interventi dei difensori dei sacri valori berlusconiani nel dibattito che ha preceduto la votazione.
Dibattito che è raccolto in un volume di più di 300 pagine e che, quello si, andrebbe diffuso nelle scuole.
Tanto indecorosa resta quella pagina della recente storia di Verona che qualche giorno fa il presidente del Consiglio Comunale Fratta Pasini, forse ricordando le sue origini liberali, ha detto che, si, è ora di cancellare quella pagina buia.

Allora festa della Liberazione: giusto festeggiare quella di tanti anni fa ma, democraticamente, lavoriamo anche per quella che dobbiamo costruire adesso.

Giorgio Bragaja

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15 aprile 2011

Intervento a radio pop 15-4-2011 Cultura a Verona, non ci facciamo mancare niente, Quo vadis?

Scrive “L'Arena”: E' ormai guerra aperta tra la presidente della commissione cultura Lucia Cametti (An-Pdl) e l'assessore alla cultura del Comune Erminia Perbellini (Lista Tosi).
La Cametti stigmatizza “ l'indirizzo che ha preso la promozione della cultura in questa città con interventi spot senza alcuna continuità”.

Tutti i componenti della commissione sono d'accordo con la Cametti salvo il consigliere, e commendatore, Andrea Miglioranzi (Fiamma tricolore) che bacchetta tutti perché, dice, “....si è passato il segno e se ci sono divergenze se ne parli prima e poi si arriva in commissione”.

Non ci sarebbe niente di strano in tutto ciò se non fosse che manca l'oggetto del contendere.
Cultura a Verona? Cultura ideata, promossa, organizzata dal Comune di Verona? Ma quando e dove?

Se non fosse per l'Estate teatrale con i suoi spettacoli quasi sempre di considerevole livello e soprattutto per la sua rassegna dedicata a Shakespeare (63 edizioni) che è la più antica e anche la più grande dopo quella della città natale del poeta, a Verona, escluse alcune (non tutte) mostre dei musei cittadini, regnerebbe il vuoto.

E l'Estate teatrale va avanti solo perché è pensata, organizzata, preparata dal suo responsabile, Gianpaolo Savorelli e nonostante negli ultimi due anni il budget sia stato praticamente dimezzato.

A Verona fanno cultura, quando possono e quando ci riescono, solo la Società letteraria, l' Accademia, L'Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, e poche altre istituzioni e gruppi privati o amatoriali nel teatro e nella musica.

Dimenticavo: durante la seduta della commissione il consigliere della Lega Flego ha detto di aver già concordato con l'assessore Perbellini l'organizzazione di una regata storica sull'Adige durante il Bacanal del gnoco. Avanti così.

Altro argomento.

Noi veronesi non ci facciamo mancare proprio niente.
Nei giorni scorsi ha fatto molto rumore e suscitato giustamente scandalo il fatto che il vicepresidente del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, il professore universitario Roberto De Mattei, voluto caparbiamente a quel posto prima dalla Moratti e poi dalla Gelmini, a “Radio Maria”, dopo aver attribuito la caduta dell'impero romano “all'effeminatezza degli invertiti” spiegò che il terremoto e lo tsunami che avevano colpito il Giappone “..sono una voce terribile di Dio” e successivamente su Repubblica “...anche i popoli possono peccare e per questo essere puniti”.

Vecchi, donne, bambini, tutti insieme.
Tutti peccatori tutti puniti, anche i lattanti.

Dicevo che noi veronesi non ci facciamo mancare niente anzi, come in questo caso, spesso siamo anticipatori.

Infatti. Tutti ricordiamo il precedente tsunami, quello che sconvolse l'Indonesia con decine di migliaia di morti qualche anno fa. Bene, in quell'occasione, una professoressa veronese Patrizia, spesso presente sui media veronesi, e in particolare nella pagina delle lettere a “L'Arena”, per sostenere i sani e morali principi della nostra gente, inviò in rete internet un documento della “Associazione dei Genitori Cattolici” raccomandandone la lettura “...data la profondità delle riflessioni contenute”.

Nel documento c'era scritto:”..forse non ci sono oggi nel mondo sufficienti iniquità da meritare le ire del Cielo e della terra? ....il cataclisma che si è scatenato proprio nel giorno di Natale non ci dice nulla?... .il cristiano sa vedere nello tsunami un richiamo di Dio...non dimentichiamo che Dio si è servito di fenomeni ed eventi tragici come il diluvio, Sodoma e Gomorra, pestilenze e guerre come castighi per portare il suo popolo alla conversione del cuore”.

E ancora:” Si narra che durante uno dei bombardamenti sulla città di Verona,San Giovanni Calabria, che dal monte dove abitava assisteva a quella distruzione, mentre pregava per le vittime e invocava la misericordia di Dio, fu sentito sussurrare: un solo peccato veniale è un male più grave e peggiore di questo bombardamento!”

E il documento conclude così: “Così ragionavano i santi e questo ci saremmo aspettati di sentirci dire dagli uomini di chiesa”.

A parte l'inverosimile riferimento a don Calabria, non è su questo delirante documento, ma sulle attuali dichiarazioni del vicepresidente del Cnr che ha risposto molto bene un prelato veronese per il quale non ho eccessive simpatie ma al quale in questa occasione va dato onore al merito.

Il vescovo di Verona Zenti, a proposito delle dichiarazioni del vicepresidente del Cnr di cui sopra, durante un incontro con i militari nella chiesa dei frati di san Bernardino, ha dichiarato: “ La tesi del professor De Mattei offende Dio e offenderebbe me se ve la facessi credere”.

A questo punto cosa penseranno i piccoli alunni delle scuole primarie del Veneto obbligati a leggere anche sulla Bibbia, come ha ordinato che debbano fare l'assessore alla cultura della regione Veneto Elena Donazzan, che Dio si è servito, come “castighi” riparatori per l'umanità, di diluvi, di pestilenze, di serpenti velenosi, di stragi di uomini, donne, vecchi, bambini, innocenti?
L'ho chiesto la settimana scorsa e lo chiedo anche oggi: ma l'assessore alla cultura della regione Veneto Elena Donazzan l'ha letta la Bibbia?
Forse no occupata com'è a promuovere le iniziative dei suoi amici, i fascisti del terzo millennio di Casa Pound, nella università veronese.

Il Quo vadis, l'ospedale miliardario, quello di don Verzè e di Berlusconi, quello che doveva assicurare la vita fino a 120 anni ,quello che doveva dare ricchezza e benessere al comune di Lavagno e a tutta la provincia è svanito nel nulla in una nuvola di debiti. Ne parlerò la prossima settimana.

Domani sabato alle 16.30 nel cortile del Tribunale (piazza dei Signori) lo spettacolo “Voci della memoria”. Canti e canzoni popolari.

Giorgio Bragaja

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08 aprile 2011

Intervento a radiopop 8-4-2011 la Capitolare, monumenti, la Passalacqua e ancora la guerra

Trecento migranti tra i quali donne e bambini provenienti dalla Libia annegano nel Mediterraneo.
Scappavano dalla guerra. Altri, quanti altri non sappiamo, partono e non arrivano, scomparsi. Dall'Eritrea, dal Niger,.....da dove non c'è pane verso dove c'è pane e companatico.

Solo menti piccole, irriflessive e indecentemente egoiste possono pensare di riuscire a respingerli con blocchi navali o con eserciti regionali o, poi, contenerli con tendopoli o recinti.
Se i disperati pensano che tutto intorno a loro sia fame e miseria stanno fermi ma se capiscono che di la dal mare c'è, appunto, pane e companatico si muovono.

Continueranno a venire anche se i barconi affondano. Assisteremo a un miracolo: verranno a nuoto o addirittura cammineranno sulle acque perché nessuno riuscirà a fermare un padre e una madre che cercano cibo e avvenire per i loro figli.

Soprattutto dopo che la guerra sta dimostrando di perseguire, in realtà, quello che tutti i paesi occidentali, e Gheddafi insieme, vogliono: rallentare, ingabbiare, limitare la nuova rivolta araba e quella che ne dovrebbe essere la conseguenza e cioè la trasformazione democratica di quei Paesi liberi da condizionamenti politici ed economici neocolonialisti.
Trasformazione che sola potrebbe consentire uno sviluppo economico sul posto capace di creare lavoro e avvenire e fermare l'esodo..

La guerra dicono di farla per cambiare. In realtà la fanno per non cambiare nulla.
Il nome dell'isola Lampedusa evoca il nome dello scrittore de “Il gattopardo”. “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
Ma i disperati del mondo, anche se non hanno letto il libro, hanno capito come vanno le cose e tutto cambierà.

Quello che segue può sembrare un argomento di secondaria importanza ma non lo è perché riguarda il peso che l'informazione locale ha sul più generale bagaglio informativo nazionale. Cioè riguarda il fatto che “L'Arena”, telenuovo e altri media locali sono stati determinanti nella formazione delle opinioni e dei giudizi di un ceto sociale misto, rancoroso e ignorante.

Qualche mese fa don Piazzi lasciò l'incarico di direttore della prestigiosa Biblioteca Capitolare di Verona e il vescovo Zenti nominò al suo posto don Bruno Fasani già direttore del settimanale della Diocesi “Verona Fedele”.
Ho molti amici cattolici con i quali mi trovo spesso. Alcuni di loro appresero la notizia di questa nomina con disappunto, altri con soddisfazione.

Il disappunto dei primi era dovuto al fatto che, essendo la Capitolare la biblioteca più antica del mondo nell'area della cultura latina, ritenevano la nomina di don Fasani del tutto inadeguata.

La soddisfazione degli altri, pur d'accordo con i primi sulla inadeguatezza del prescelto, era dovuta al fatto che, ricordando il detto latino: promoveatur ut amoveatur, pensavano che il vescovo con quella nomina avesse finalmente, diciamo così, promosso don Fasani per rimuoverlo dal suo, ormai ingombrante impegno, nel settimanale diocesano.

Perché è pur vero che don Fasani da tempo non ne era più il direttore ma una intera pagina, la seconda, quella del commento politico e delle lettere, quella che dà l'impronta politica ad un giornale, era, ed è, rimasta sua e chi ha un po' di esperienza in questo campo sa che questo tipo di pagina è la più seguita dai lettori e se a ciò aggiungiamo il fatto che “Verona Fedele” tira decine di migliaia di copie e che perciò viene letto da buona parte dei veronesi ben si capisce la soddisfazione di quei miei amici cattolici che credevano, e speravano, che la sua nomina a direttore della Capitolare preludesse ad un suo soffice allontanamento dalla politica attiva, almeno da quella giornalistica, e che la sua inadeguatezza al nuovo ruolo potesse essere sopportata. Tanto, è difficile fare danni alla Capitolare.

Ma i mesi son passati don Fasani è ancora lì e quei miei amici cattolici non sono più tanto soddisfatti.

Don Fasani, che sa scrivere, anche se in un modo che a me non piace per alcune punte di compiaciuta volgarità, quasi volesse dimostrare che è un prete “di mondo”, su “Verona fedele” ha scritto e scrive: “....ce l'hanno con Berlusconi perché gli piacciono le donne” “....sul nucleare bisogna lasciar decantare l'emozione e onestamente non riesco a vedere alternative credibili al nucleare” “....mi chiedo e chiedo se non sia arrivato il tempo di chiedere una rapida privatizzazione della Rai” e avanti così.

E sulla giustizia la settimana passata è incorso in un piccolo, ma rivelatore, infortunio. Ad un lettore che gli aveva fatto delle domande sulla riforma della “giustizia”, rispose parlando, invece, di riforma della “magistratura” cioè usando, inconsapevolmente, lo stesso lessico di Berlusconi e di Alfano cioè, per lui come per Berlusconi e Alfano, si tratta di intervenire sulla “magistratura” , di limitarne l'indipendenza e la libertà di giudizio, più che sul funzionamento della “giustizia”.

Ho parlato troppo di “Verona Fedele” e di don Fasani? Mi son lasciato prendere la mano?
Non credo. Non lo credo perché ricordo bene come sia stato uno dei grandi errori dell'area progressista italiana, e veronese, la sottovalutazione dell'importanza dei mezzi di comunicazione locali, carta stampata e radio e televisione, lasciando così il campo completamente, o quasi, sguarnito e cioè facilmente coltivato e messo a frutto oltre che da “L'Arena” dalle varie Telearena, Telenuovo, Radiomaria, Verona Fedele, e parenti vari e multicolori tutti più o meno, però, della stessa famiglia salvo il “Corriere della sera” (inserto veronese), pochi altri e, naturalmente, Radio Popolare.

E ancora oggi l'area progressista veronese fatica a mettere insieme un progetto per l'informazione democratica in questa città.
Però, come si usa dire, non è mai troppo tardi.

Notizia dell'ultima ora: la Consulta ha bocciato la norma che consentiva ai sindaci di perseguire mendicanti e lucciole perché viola ben tre articoli della Costituzione. Il sindaco Tosi dice che la decisione della Consulta è sbagliata. Ieri Tosi ha consentito l'uso del teatro Camploy all'Arcigay proseguendo nel suo tentativo di accreditarsi come volto presentabile della Lega, oggi la Consulta ci ha ripresentato l'altro volto della Lega e di Tosi, quello impresentabile, quello vero.


Buona giornata.

Giorgio Bragaja

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01 aprile 2011

intervento a radiopop 1-4-2011 su dimenticanze in Letteraria, la Bibbia, e altro

Qualche giorno si è svolto alla Società Letteraria di Verona ha un dibattito su di un libro uscito da poco: “Sei di destra o sei di sinistra?”, una quasi guida per scoprire se nell'animo si è di destra o di sinistra.
A confrontarsi, come riferisce “L'Arena”, erano due parlamentari definiti “di opposti schieramenti”, il sottosegretario veronese all'Economia Alberto Giorgetti del Pdl-AN e il deputato del Pd e docente universitario Federico Testa pure lui veronese.

Alla fine del dibattito il giornalista, confuso e sconsolato, conclude il suo resoconto così: “...vien proprio da pensare che la destra e la sinistra non esistano più”.
Avrebbe però dovuto cogliere una incongruenza, di non secondaria importanza, in quel dibattito: al tavolo del confronto, mentre la destra (e che destra!) era più che ben rappresentata, la sinistra non c'era proprio.
Alla Società Letteraria si erano dimenticati di invitarla. Succede.

Altro argomento.

L' assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan (AN- Casa Pound) è riuscita nel suo intento: la Bibbia sarà distribuita agli alunni delle scuole primarie della nostra regione perché, dice la Donazzan, “...una seria riflessione sui temi biblici da parte dei bambini in età scolare può essere utile per comprendere i grandi temi di attualità che coinvolgono il consesso sociale...la Bibbia rappresenta per tutti noi un riferimento indispensabile...il nostro diritto, la nostra morale, i nostri costumi, ne sono intrisi”.

Come darle torto?
L'assassinio, il genocidio, lo stupro, l'incesto, la guerra, sono presenti in quasi tutti i passi del libro , permessi, giustificati e lodati.
I nostri “bambini in età scolare” oggi sono svegli e curiosi. Faranno tante domande. Speriamo.
Mi viene all'improvviso un dubbio: ma l'assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan l'avrà letta la Bibbia?

Sul destino della caserma Passalacqua si stanno muovendo in molti e non nel modo migliore per la città.
Devo vedere alcuni documenti e capire meglio e ne parlerò la prossima volta.

La guerra.
Alle ore 11 circa di oggi lo stato delle cose è, più o meno, il seguente:

In Libia la popolazione insorge contro il dittatore Gheddafi, Francia e inghilterra intervengono, dicono per aiutare gli insorti e bombardano le basi e le truppe del Rais.
Le motivazioni vere sono molteplici e diverse da quelle dichiarate ma facciamo finta che siano solo quelle dichiarate cioè motivazioni umanitarie.

Subito dopo si uniscono Stati uniti (molto defilati), Italia e qualcun altro con aerei e navi, missili e bombe, autorizzati da una risoluzione dell'ONU.

Chiedono a Gheddafi di dimettersi e di andare in esilio ma contemporaneamente lo dichiarano colpevole di crimini contro l'umanità e da ricercarsi e arrestare in qualsiasi Paese si trovi e confiscano i beni suoi e della sua famiglia depositati all'estero rendendo praticamente impraticabile il precedente invito ad andarsene.

Nel frattempo, dopo i primi successi immediati, gli insorti, come era prevedibile data la disparità di armamenti e di capacità all'uso delle armi, stanno cedendo di fronte all'esercito del governo e i bombardamenti, ora della Nato, come era altrettanto prevedibile, provocano i noti effetti collaterali con morti e feriti tra i civili.

Cioè peggio di così non poteva andare.

La guerra è sempre una cosa stupida ma, a volte, può essere condotta, diretta, da persone, da capi, intelligenti.

Vediamo: da noi quelli che dovrebbero essere i diretti responsabili della condotta delle operazioni militari e diplomatiche sono il ministro della difesa Ignazio La Russa e il ministro degli Esteri Franco Frattini.
Può esserci qualcosa di peggio, di più insulso, di più inadatto, di questi due?
E, per di più, il presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi.

Visto come stanno andando le cose in Libia c'è da pensare che coloro che ricoprono gli stessi ruoli in Francia e in Inghilterra non siano un granche meglio.

E intanto al dramma delle popolazioni libiche si aggiunge quello dei profughi, anche questo affrontato nel modo peggiore e disumano.

Come andrà a finire? Non lo so.
So solo che bisogna farla finire al più presto e perciò ben vengano tutte le manifestazioni per la pace.
Qualche ascoltatore può chiedersi: perché parlare prima della Società Letteraria e della Bibbia nelle scuole e soltanto dopo della guerra?
Perché se parlo della guerra dopo non ho più voglia di parlare d'altro.

Buona giornata.

I precedenti interventi a Radiopop e altro si possono trovare su:
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e su: Radio Popolare Verona


Giovedi 7 aprile alle 20,30 alla Loggia di Fra' Giocondo in piazza dei Signori
sarà presentato il libro: “Svastica Verde” di Walter Peruzzi e G.Luca Paciucci.