14 settembre 2010

altre note per la ripresa degli interventi a Radiopop 13-9-2010

Roma ladrona? Necrologi e incenso, cromosomi e “ veronesità”.

Disperso l'incenso, non solo quello dei turiboli ma anche quello dei giornali e dei “partecipanti al lutto” per la morte dell'avvocato Luigi Righetti che hanno occupato intere pagine dei giornali per più giorni, mi permetto una osservazione.
L'avvocato Righetti, presidente del gruppo Athesis, gruppo proprietario del giornale “L'Arena” del “Giornale di Brescia” e del “Giornale di Vicenza”, è stato uomo di molto peso a Verona e ha influito su scelte importanti per la città.
Non ultima, come ha ricordato l'ex direttore Giuseppe Brugnoli su “L'Arena”, quella di aver bloccato con un blitz notturno anni fa assieme a Giorgio Zanotto e con i soldi della Banca Popolare, l'arrivo a Verona del gruppo editoriale di “Repubblica” quando il giornale “L'Arena”, in difficoltà finanziarie, era in vendita.

Per alcuni, tra questi Brugnoli, fu una fortuna, per altri, e tra questi chi scrive, una disgrazia.
A posteriori, oggi, osservando, per esempio, la sostanziale differenza tra le informazioni e le opinioni offerte da “L'Arena” e, quelle offerte dall'inserto veronese de “Il Corriere della Sera” cioè “Il Corriere di Verona”, confermo quel mio giudizio.
E “Il Corriere di Verona” non è certo un foglio bolscevico.

Si dice anche che l'avvocato Righetti sia stato tra i protagonisti della scomparsa di un libro. Un libro che trattava di Verona e di veronesi che contavano e che ancora contano, politici, giornalisti, banchieri, industriali, alti prelati.... rappresentati con nomi di fantasia ma, tuttavia, riconoscibili.
Per chi volesse saperne di più su quella straordinaria e istruttiva vicenda, quasi incredibile ma vera, sulla scomparsa di quel libro, può andare sul mio Blog e cercare alla data 23-giugno 2009 la trascrizione di un mio intervento a Radio Popolare.

Altro argomento.
Il presidente di una delle più grandi aziende pubbliche di Verona, l'Azienda Trasporti, è indagato dalla magistratura per per l'uso disinvolto di soldi pubblici. E' un leghista doc.
Secondo i magistrati avrebbe usato impropriamente auto e permessi autostradali e autisti dell'Azienda per andarsene in giro per l'Italia, lui e i suoi famigliari, in vacanza con relativi pernottamenti in albergo sempre pagati con i soldi pubblici, cioè nostri, e per aver usato auto e autisti dell'Azienda per accompagnare la figlia all'Università di Padova o la moglie a far la spesa e per essersi fatto rimborsare colazioni consumate in piazza Erbe pur non essendosi mosso dalla sua poltrona di sindaco di Sommacampagna.
Costui oltre che presidente dell'Azienda Trasporti è anche, imposto da Tosi, sindaco leghista del comune di Sommacampagna, fa parte dell'Associazione nazionale delle Aziende di trasporto, è dirigente responsabile dell'Unione piccoli proprietari immobiliari, Uppi, di Verona.
Come presidente dell'Azienda Trasporti ha un compenso lordo di 80 mila euri l'anno (se l'è aumentato un anno fa).
Sommando i vari presumibili compensi lordi delle sue varie attività e togliendo circa il 45% si arriva ad un attendibile netto mensile di circa 12 mila euri (24 milioni delle vecchie lire).
Pochi per lui visto che era anche costretto a mettersi d'accordo con un Caffè di piazza Erbe per aver pacchetti di scontrini di consumazioni, mai fatte, che però si faceva rimborsare dalla sua Azienda.

Quando si parla di soldi pubblici occorre , secondo me, chiarire sempre una cosa che invece viene taciuta e cioè i soldi pubblici non derivano solo da chi, avendo un qualche lavoro e un reddito non da fame paga, o dovrebbe pagare, le tasse, ma anche da chi, disoccupato, precario, barbone compera un sacchetto di pane o un arancia al Supermercato perché su ogni merce venduta una parte del costo va a finire, con l'Iva o altre imposte, allo Stato nel mucchio dei “soldi pubblici”. Cioè chi mette le mani nei soldi pubblici mette le mani anche nelle tasche dei disoccupati, dei precari, dei barboni. Il che rende il tutto ancora più insopportabile.

Ad Arzignano (Vicenza), zona altamente leghista, è in corso una vasta operazione della Guardia di Finanza operazione che coinvolge quasi tutti gli industriali della concia e della lavorazione delle pelli per un gran giro di tangenti con relativa corruzione di funzionari della Agenzia delle Entrate.

Uno dei funzionari indagati per aver intascato mazzette è il padre della sindaca leghista del comune veronese di Zimella. Quando gli inquirenti gli hanno chiesto come impiegasse il denaro delle bustarelle lui ha risposto: “Per il sostentamento del mio nucleo familiare....mia figlia ha comprato due piccoli appartamenti...ho partecipato alla spesa dandole una somma di denaro nell'ordine di 40 mila euro”.
La sindaca taglia corto: “Sono affari miei”. Il segretario provinciale della Lega Nord pure: “Se suo padre ha sbagliato non vedo perché debba essere lei a pagare”.
Non c'è alcun dubbio, le colpe dei padri non devono cadere sui figli. Neppure gli appartamenti pagati con le mazzette però.

Sullo stesso argomento.
Nel veronese sempre la Guardia di Finanza ha scoperto in questi giorni una associazione che, per anni, ha favorito l'immigrazione clandestina promettendo a extracomunitari un posto in aziende italiane, inesistenti, previa il pagamento di 7-8 mila euri. I poveri disgraziati vendevano casa, gregge o altro, pagavano, partivano, arrivavano in Italia e qui, privi di documenti, non trovavano niente e nessuno se non la Polizia che, quando li trovava, li rimandava, disperati, al loro paese di origine.
Alcuni dei responsabili sono finiti in carcere tra questi il presidente del sindacato Ugl coltivatori, altri ai domiciliari con varie e pesantissime accuse tra questi un esponente della Lega già consigliere comunale di Albaredo e segretario politico accusato di aver garantito l'ingresso illegale di almeno 285 cittadini stranieri.

Il presidente leghista del Consiglio regionale del Friulu-Venezia Giulia, Ballaman, è stato costretto alle dimissioni perché indagato per una vicenda simile a quella che riguarda il presidente dell'azienda trasporti di Verona
“Roma ladrona”? Sarà il caso che qualcuno pensi ad un aggiornamento dello slogan.

Ultima.
Il vescovo Zenti ha detto in un convegno che la mafia ha attecchito anche da noi perché con il provvedimento del soggiorno obbligato sono arrivate persone con ” cromosomi estranei alla veronesità”.
Un mio amico mi ha telefonato dicendo: “Ma questo è razzismo! “
L'ho rassicurato: è solo stupidità padana.

Giorgio Bragaja