31 marzo 2010

A radiopop il 31-3-2010 su risultati elettorali, ma prima, su altri fatti: Isola della Scala, Provolo e altro.

Due ascoltatrici mi hanno inviato alcune mail su un fatto molto interessante.

Tutti abbiamo saputo di quel sindaco, donna, e di quell'assessore, donna, di Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza, che hanno lasciato a pane e acqua alcuni bambini della scuola materna perché i genitori non pagavano le quote per la mensa.

Bene, queste ascoltatrici mi fanno sapere che nel novembre del 2007 la Giunta di destra di Isola della Scala, la ricca Isola della Scala, con il sindaco Miozzi, attuale presidente della Provincia, aveva deciso di negare il pasto ai bimbi della scuola materna che non pagavano la retta e nella delibera la giunta Miozzi aveva considerato, con citazione tanto crudele quanto inutile, che buona parte dei bambini frequentanti la scuola erano stranieri.

Pochi giorni fa la stesso Consiglio Comunale di Isola della Scala stava decidendo di provvedere ai pasti agli indigenti solo se fossero rimasti soldi dopo tutte le altre spese. I consiglieri di opposizione sono riusciti ad impedirlo e “L'Arena” ne ha dato notizia solo dopo le proteste dei consiglieri.



Altro argomento.

Dei fatti accaduti all'Istituto per sordomuti “Antonio Provolo” se ne parla un po' su tutta la stampa e in televisione.


Nella rubrica delle “Lettere a don Fasani” sull'ultimo numero di “Verona Fedele” una signora che non si firma, ma che si qualifica come mamma cattolica praticante, dopo aver espresso la sua amarezza per la bufera che si è abbattuta sui sacerdoti chiede molto educatamente a don Fasani: “Secondo lei, il problema si potrebbe risolvere ripensando alla norma sul celibato dei sacerdoti?”

Don Fasani comincia così la sua risposta: “ Questa domanda mi fa andare il sangue alla testa”.
E prosegue con varie argomentazioni per negare che ci possa essere un qualsiasi legame tra celibato dei sacerdoti e pedofilia. Niente di strano; non è il solo a pensarla così. Io la penso diversamente ma non è questo il punto.

La cosa curiosa, infatti, è che, pochi giorni prima, era riportata dai giornali italiani una dichiarazione resa dal cardinale Martini al settimanale tedesco “Press am Sontag” a proposito dei casi di pedofilia in istituti retti da religiosi.

Il cardinale Martini, stimato per le sue generose aperture al mondo dei poveri, degli emarginati, per il suo contributo al rinnovamento della Chiesa, aveva così risposto alla domanda dell'intervistatore: “ ...sì, ritengo che si debba sottoporre a ripensamento l'obbligo di celibato per i sacerdoti” .

La risposta del cardinale è identica alla domanda della signora che ha fatto andare il sangue alla testa al portavoce del Vescovo Zenti.

A questo punto io penso che la lettera se la sia scritta lo stesso don Fasani il quale, a conoscenza del pensiero del cardinale, abbia trovato, con l'invenzione della lettera, il modo per ribattere, per dare addosso al cardinale, del quale penso non sia un estimatore date le sue idee (di don Fasani), senza correre rischi.
Artificio letterario e giornalistico non nuovo. Però non esaltante.

Altro argomento. E cosa può essere se non le elezioni?
Visto come sono andate in Italia, nel Nord, nel Veneto, a Verona uno dice: ha vinto la destra, ha perso il centro sinistra, e ha perso la sinistra (da non confondere con il centro sinistra) e basta, morta lì, non servono tante parole .
E invece uno che non voglia fare solo il cronista qualcosa lo deve dire e allora cercherò di dirlo.

Parlerò anche di Verona e del Veneto. A proposito: Brunetta è stato umiliato a Venezia, nella “sua” Venezia con la Lega che gli ha votato contro. Basterebbe questo a risollevare il morale.
Torniamo al voto. Bersani ha detto: non è una vittoria ma neanche una sconfitta. Così non si va da nessuna parte.
La Lega a Verona, ma dappertutto, oltre ad avere la televisione al suo servizio, cammina, va in mezzo alla gente, nei quartieri a parlare e ad ascoltare come faceva il PCI. Con una differenza di fondo. Il “vecchio” PCI parlava dei problemi del quartiere ma anche della pace, della guerra, dei diritti dei lavoratori, della scuola, dell'ambiente, della solidarietà, c'era uno sforzo continuo per non separare mai l'interesse individuale, soggettivo, dalla consapevolezza dell'esistenza di interessi e diritti e doveri più generali.

La Lega porta interessi soggettivi, di rione, di clan, la sicurezza è legata agli estranei, la risoluzione dei problemi economici è legata a “Roma ladrona”, i disoccupati devono essere convinti che sono disoccupati perché, appunto, c'è Roma ladrona e perché ci sono gli extracomunitari.
E allora non serve andare nelle fabbriche bastano gli slogan in TV e nelle strade.
Questo andare tra la gente che era la grande forza della sinistra anche a Verona, adesso è la forza dei leghisti al di là di quello che dicono tant'è che della crisi la Lega non sa nulla e neanche ne parla.
In più la riluttanza del sindacato, a Verona come altrove, ad offrire uno sbocco conflittuale meno incerto ed episodico al disagio del mondo del lavoro ha finito per rafforzare in tanta gente la convinzione che gli uni e gli altri pari sono e, soprattutto, che le soluzioni o si cercano individualmente o non ci sono e allora o non si vota o si vota chi offre la soluzione spacciata per più facile.

La sinistra? Dove è andata unita, Marche, Toscana è andata bene. Dove ognuno è andato per conto proprio, a Verona e altrove, si ferma appena sopra l'1%.
Questo può insegnare qualcosa? Oppure ci adattiamo all'idea occhettiana e veltroniana che il mondo è quello che è e che c'è poco da fare? Io sono di tutt'altra idea.

A Verona il secondo tra i più votati del PDL è Bendinelli lanciato e sostenuto dal sottosegretario Brancher uomo fidato dell'imprenditore Berlusconi tanto fidato che quando lui, Brancher, era in galera si narra che Berlusconi e Dell'Utri girassero in macchina sotto San Vittore per rincuorarlo, per dirgli di tener duro. Bendinelli ha avuto anche l'appoggio dei giovani di estrema destra di Casa Pound, quelli che si qualificano come oppositori duri e puri del sistema e anche l'appoggio dell'ala cosiddetta “sociale” di AN quella di Mariotti e Di Dio. Brancher, Casa Pound, Destra sociale, Dell'Utri, tutti insieme. Mi pare giusto.

Giorgio Bragaja

24 marzo 2010

A radiopop il24-3-2010 su tunnel e sondaggio, Tonino Guerra e “L'Arena”, don Fasani e Santoro *

Domenica, a conclusione del corteo dei cittadini-agricoltori che saranno espropriati dei loro campi per far posto al tracciato del tunnel a nord della città, è stato annunciato che il sindaco Tosi si è detto disponibile ad un sondaggio per verificare il livello del consenso.

Niente referendum, come proposto dal comitato di cittadini contrari al tunnel, ma un sondaggio.

Ricordiamo che la proposta di referendum è stata sottoscritta da migliaia di cittadini e condivisa
anche da un “Gruppo di cittadini per il Referendum” composto da personalità della cultura, della magistratura, della stampa....

L'eventuale sondaggio, annunciato dal sindaco, viene definito come una prima vittoria dal presidente del comitato antitraforo Sperotto che, però, aggiunge: “ Ci sembra un bel cambiamento di rotta vista la posizione tenuta fino ad oggi dalla Amministrazione che diceva: i veronesi ci hanno votato sapendo che volevamo il traforo quindi i cittadini sono con noi”.

“Noi chiediamo-prosegue Sperotto- che sia un sondaggio rappresentativo e soprattutto informato sul progetto e su tutto ciò che lo riguarda. Se questa proposta del Sindaco è sincera, non una semplice sparata elettorale, allora chiediamo di bloccare l'iter del traforo in attesa del sondaggio....”.

Allora dico la mia.
Prima di tutto Tosi non bloccherà l'iter del traforo perché ci sono di mezzo imprese, progettisti, finanziamenti...persone e cose alle quali lui tiene molto. Ma questo è il punto meno importante.
Il punto più importante, l'unico punto importante è il fatto che di Tosi non ci si può e non ci si deve fidare.
Il referendum è una cosa seria. Il numero dei partecipanti è certo, il voto è segreto, la sua preparazione avviene secondo precise modalità stabilite dalla legge, lo scrutinio dei voti è controllato ed eventuali infrazioni vengono punite.

La regolarità di un sondaggio, invece, dipende da chi lo paga, da chi lo fa, non ci sono regole e modalità stabilite così rigidamente come nel referendum e, soprattutto, non c'è la garanzia della segretezza della identità di chi viene sondato e i “sondati” non si sentono liberi.
.
Se poi, come in realtà avverrebbe, malgrado tutte le immaginabili assicurazioni in contrario, garante della sua regolarità dovesse essere la più forte delle parti in causa, Tosi e la sua Giunta, stiamo freschi.
Non si tratta di temere il sondaggio si tratta, date le condizioni, di sapere in anticipo come andrebbe a finire.
Dunque, fermi, e convinti sulla richiesta di Referendum. Ci sono anche le cartoline spedite al Presidente Napolitano... e il Presidente Napolitano sarà a Verona nei prossimi giorni.

Cambiamo argomento.

Nella gremitissima sala Maffeiana del Filarmonico si è festeggiato il novantesimo compleanno di Tonino Guerra il grande poeta scrittore e sceneggiatore assegnandogli il premio dell'Accademia internazionale di poesia.

C'erano intellettuali, poeti , scrittori, i registi Wim Wenders e Theo Angelopulos, molti studenti, insegnanti, tanti cittadini...
Tonino Guerra comincia il suo intervento così: “ Sono un comunista, un comunista zen..”. Centinaia di persone lo sentono chiaramente.

“L'Arena”, il giorno dopo scrive “ Tonino Guerra comincia il suo intervento così: sono di sinistra..”.
Impagabile. Perfetto. Così è “L'Arena”. La parola comunista vomitata da Berlusconi va bene. Detta con dolcezza da un poeta va messa al bando.

Don Fasani, portavoce del vescovo, sull'ultimo numero di “Verona Fedele”sotto il titolo”Si può vivere bene anche senza talk show” afferma: “Sotto l'inganno semantico del pluralismo e della libertà si butta tutto in vacca (che finezza!) creando la cultura dei diritti, dove non c'è rispetto per alcuna verità.

S'è detto – prosegue don Fasani- che sospendere quelle trasmissioni è un attentato alla informazione. Ma c' è qualcuno che ci crede davvero? Ho assistito a dieci minuti di un programma Rai in cui Di Pietro ha definito Berlusconi piduista, razzista, mafioso...un po' prima ho visto altri dieci minuti del programma della Dandini. Una satira feroce contro il direttore del Tg1.

E secondo voi-continua- questa è mancanza di libertà di informazione?...Passate le elezioni perché non mettere sul tavolo il problema della Rai evitando che Floris, Vespa, Santoro, Dandini, Fazio...trasformino i loro spazi in sezioni di partito?”.
Vespa messo lì per sembrare imparziale e neppure sfiorata la schiera dei maggiordomi del Presidente del Consiglio dislocati nelle sue televisioni e anche su due reti della televisione pubblica.

Del resto don Fasani è l'autore della famosa frase ormai passata alla storia: “Se la prendono con Berlusconi solo perché gli piacciono le donne”.

Ultimissima sul caso dei preti pedofili all'Istituto” don Provolo”, quello dei sordomuti. Don Fasani dice ( L'Arena di ieri ) “ Il vescovo si era mosso subito se così non fosse sarebbe stato rimosso”.
Bugia. La prima mossa del vescovo Zenti, un anno fa, è stata quella di respingere le accuse addirittura accusando coloro che avevano denunciato le nefandezze di intenti bassamente economici, ricattatori, tanto è vero che pende una denuncia contro di lui per diffamazione.

E, aggiungo io, un anno fa, non era ancora esploso il problema della pedofilia negli istituti religiosi di tutta Europa e il Vaticano non rimuoveva nessuno, anzi.
E don Fasani conclude così: “in questi giorni sono stati duramente attaccati i preti cattolici e niente si è sentito su quelli protestanti”. Mal comune mezzo gaudio.


Giorgio Bragaja

*
Questo intervento non è andato in onda per difficoltà tecniche della trasmittente.

Viene tuttavia, come al solito, inviato per mail ed è presente, con altri interventi,articoli,
lettere...su “ Il blog di Giorgio Bragaja”.

17 marzo 2010

A radio popolare il 17-3-2010 iniziativa contro le discriminazioni e reazioni; la Bra; “L'Arena”...

La Provincia di Verona ha concesso la sala consiliare della Loggia di Fra Giocondo in piazza dei Signori all'Arci per un seminario sul tema “la diversità come valore” che si terrà venerdì e sabato. L'iniziativa è rivolta soprattutto a chi opera in uffici pubblici o ha a che vedere con i cinque ambiti delle delle discriminazioni: razza e etnia, età, disabilità, religione e opinioni personali.

Un seminario promosso dall'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Cioè una iniziativa con tutte le carte in regola, apprezzabile, senza connotazioni di partito o di schieramento.

Un progetto che intende favorire a livello locale un rapporto corretto tra funzionari, dirigenti pubblici, responsabili degli uffici giuridici, del sindacato, dell'area sociosanitaria, delle politiche abitative, della scuola, dei trasporti e quant'altro.

Tutto questo per una maggiore conoscenza della legislazione europea e italiana a favore delle categorie più vulnerabili.
Nel gruppo di lavoro a livello nazionale ci sono la federazione italiana per il superamento dell'handicap, l'Arci, le Acli, la Comunità di Sant'Egidio e, naturalmente, anche le Associazioni Gay, transgender e tante altre. E così tra i relatori.

E allora proteste da parte di esponenti del centro-destra. Una per tutte quella del consigliere comunale della Lista Tosi Alberto Zengler.

Dice il consigliere: “ Esprimo le mie perplessità sulla concessione di sale pubbliche prestigiose (una delle quali intitolata a Giovanni Paolo II) per iniziative di propaganda ideologica della cultura gay e transgender in netto contrasto con la Costituzione e con le nostre tradizioni culturali e religiose”.

Se le sale non fossero prestigiose andrebbe bene? In contrasto con la Costituzione ? Quale articolo?

Continua Zengler: “ Non voglio misconoscere la sofferenza di chi per problemi psicologici (raramente biologici), spesso frutto di carenze educative, si trova nella situazione di dover essere aiutato per recuperare la sua identità maschile o femminile, e trovo molto preoccupante che la Provincia conceda spazi ad una iniziativa che pone sullo stesso piano l'amore naturale tra un uomo e una donna e le deviazioni psicologiche o sessuali sempre alla ricerca di una patente di normalità mentre invece sono soltanto bisognose di cure o di educazione”.


Nefando. Anche un po' furbetto perché si capisce che vorrebbe dire di più e di peggio ma si frena perché c'è la legge e non si sa mai. Da vergognarsi. Però comprensibile. Lui, Zengler, fa parte della lista Tosi, è stato eletto in quella lista e il suo capolista è il dirigente di un movimento di estrema destra che cantava le gesta del capitano Priebke, quello delle fosse Ardeatine.

Il Presidente della Provincia, Miozzi, che pure è di destra, l'ha mandato giustamente a quel paese.

Altro argomento: il giornale “L'Arena” e le notizie nascoste.
La prima. Il procuratore capo di Verona Schinaia partecipa ad un dibattito sulla sicurezza nella nostra città e tra lo sconcerto dei leghisti presenti al tavolo della presidenza dice a chiare lettere, come è sua abitudine, che le ronde fanno più o meno ridere, che le pattuglie dei militari quasi lo stesso che i problemi della sicurezza non si risolvono cacciando i venditori ambulanti ma prendendo coscienza che Verona è un centro importante per il riciclaggio del danaro sporco e che si sfrutta il tema della sicurezza per fare politica.
“IlCorriere della sera”, redazione di Verona, e “Il Verona” lo scrivono mentre “L'Arena” sorvola.

La seconda. Il sindaco Tosi, condannato in via definitiva dalla Cassazione per razzismo, viene scelto dal comitato Unicef di Verona e dall'Università per tenere una lezione ai giovani sui diritti umani.

Proteste a non finire e la direzione nazionale dell'Unicef nella persona di Roberto Salvan comunica che “il corso di Verona così come è strutturato non è stato minimamente concordato con l'Unicef Italia e se non sarà modificato non sarà riconosciuto”.
Uno schiaffo per Tosi, per l'Università, per la sezione veronese de l'Unicef.

Questo lo scrive Angela Petronio su “Il corriere della sera”.
Su “L'Arena” neppure una sillaba e la notizia non era di poco conto.

Ma per il direttore de”L'Arena” Cattaneo è più importante ospitare articoli di fondo di giornalisti tuttofare e dei due vescovi di Verona e di Vicenza che in coro ammoniscono che per il bene comune bisogna smetterla di litigare mettendo, così, tutti sullo stesso piano, ladri e derubati, sfruttati e sfruttatori, prepotenti e indifesi sapendo bene che non c' è parità e che stare al di sopra delle parti significa, come la Storia insegna, stare con il più forte. Lo sanno bene. Lo sanno da sempre.

Di piazza Bra parlerò la prossima volta perché il tempo è quasi scaduto e l'argomento richiede un
po' di spazio. Così pure delle novità su Unicredit.

Un'altra cosa brevemente.
Il ministro Zaia candidato alla presidenza della Regione Veneto parlando del suo programma annuncia: “Nei primi cento giorni cambieremo il regolamento del Consiglio Regionale per poter approvare una Legge Finanziaria in nove minuti come abbiamo fatto a Roma”.

In nove minuti, senza dibattito. La legge che decide dei nostri soldi, quelli che paghiamo con le tasse, con le trattenute sulla busta paga, In nove minuti.

C'è aria di “aula sorda e grigia” di infausta memoria.


Giorgio Bragaja

10 marzo 2010

A radio popolare il 10-3 2010 su Zaia e il nucleare, Opus Dei e altro


Torna, alla grande, il dibattito sul nucleare.
Il ministro per lo sviluppo economico Scajola e l'amministratore delegato dell'ENI dopo una riunione a Parigi per una conferenza europea sull'accesso al nucleare civile hanno illustrato tutti i vantaggi per i territori coinvolti.

I cittadini pagheranno meno per l'energia e i Comuni e le Regioni avranno introiti supplementari per le casse pubbliche e Scajola ha sottolineato che il programma nucleare italiano procede nei tempi previsti e il Governo sta creando le condizioni necessarie affinché le imprese possano avviare i lavori per la costruzione della prima centrale nucleare entro il 2013.
Una vera e propria fortuna.

Sono contrario alla costruzione di centrali nucleari per una serie infinita di, secondo me, buoni motivi che non elenco e non descrivo perché sono alla portata di tutti su giornali riviste libri ormai da anni.

Ma, tra l'altro non sarebbe meglio tornare a chiamarle centrali “atomiche” che darebbe meglio l'idea di quel che sono e richiamerebbe qualcosa dalla memoria, qualcosa che è meglio non dimenticare ?

Ne ho vista una in Scozia, con una commissione regionale. Siamo stati al suo interno e abbiamo parlato con i tecnici che la facevano funzionare.
Sia per l'ambiente sia per le parole dei tecnici ci siamo sentiti molto meglio quando siamo usciti.

E, soprattutto dopo aver parlato, con l'aiuto dell'interprete, con gli abitanti dei villaggi di pescatori a pochi chilometri dalle centrali abbiamo pensato, non solo io ma anche altri membri della commissione che erano inizialmente favorevoli, che di centrali atomiche sia meglio farne a meno.

Però quello di cui voglio veramente parlare oggi è l'atteggiamento, su questo tema, del ministro per le politiche agricole Luca Zaia, il veneto Zaia candidato alla Presidenza della Regione Veneto.
Tra poco ci saranno le elezioni regionali e lui, che a Roma, al Consiglio dei Ministri, vota si per le centrali atomiche in Italia, aggiunge: però non in Veneto.

Intervistato da “L'Arena” dice: “Non ho nessuna candidatura per ospitare una centrale nella mia regione ma devo ricordare che la presenza di insediamenti umani in Veneto mi trova contrario a dare un ok a questo tipo di progetto.....”

Alcune osservazioni.

Prima osservazione. Dice Zaia: “ non ho nessuna candidatura ecc..” vuol dire che nessun Comune del Veneto ha detto: la centrale atomica la voglio io. E sotto elezioni Zaia non può che adeguarsi.
Dopo sarà un altra musica.

Seconda osservazione. Cosa significa: “...devo ricordare che la presenza di insediamenti umani in Veneto mi trova contrario a dare un ok a questo tipo di progetto” ?

In Calabria o in Basilicata gli insediamenti come sono? Di altro tipo?
Di sicuro è la giornalista che ha saltato un aggettivo, o è rimasto in gola al ministro, per esempio “numerosi” insediamenti...

Però anche con una caritatevole correzione l'intervista al ministro da una idea proprio leghista del ragionamento.

Altro leghista doc: Tosi, il sindaco condannato con sentenza definitiva per razzismo, è invitato dall'Unicef di Verona e dall'Università di Verona a tenere un corso sui diritti ai giovani studenti.
Meraviglia e sdegno.

Sdegno va bene ma meraviglia no. Bastava informarsi su chi è il coordinatore del corso Unicef.
E' tale Alessandro Carone vice segretario nazionale del Movimento Destra Libertaria nel cui Statuto al primo punto sta scritto: “ ...bisogna opporsi all'incontrollata ideologia del multietnicismo, agli ultimi conati ideologici delle collassate ed implodenti rivoluzioni storiche: francese, americana, comunista che sono un insulto alla sacralità della vita umana, all'unità monogamica ed eterosessuale della famiglia ecc. ecc...”.
Roba da manicomio. Anche da Unicef ? Anche da Università di Verona ?

Ma succede di tutto. Anche che una Prefetto nel corso di una cerimonia dica “La città ha avuto dei bravi sindaci...Verona merita bravi Sindaci. E' come se un filo rosso(!) legasse il primo sindaco Fedeli a Tosi: entrambi amati dai cittadini e con una grande capacità di fare”. Tosi come il sindaco socialista Fedeli? Diamo nel matto?
Il consigliere Campagnari a proposito di Unicef e Tosi ha detto in Consiglio Provinciale: “ Ma quelli de l'Unicef leggono i giornali?”

Io aggiungo: Li legge, i giornali e, magari, qualche sentenza, la signora che ricopre la carica di Prefetto di Verona? E' giunta da poco in città e forse si deve ancora ambientare ma è sicura di avere dei bravi collaboratori che la informano su come stanno le cose?

Pochi giorni fa, a Verona, in uno dei tanti edifici dell'Opus Dei, da sempre felicemente esenti dal pagamento dell'ICI e di altre scomode tasse, Flavio Capucci, postulatore della causa di beatificazione del fondatore dell'Opus Dei, Josemaria Escrivà, presentando un libro, con il patrocinio del Comune, ha colto l'occasione per dire che gli attacchi di coloro che scrivono contro l'Opus Dei valgono quanto uno starnuto.

Sarà, ma c'è chi, all'interno della Chiesa, e delle Banche, anche a Verona, pensa oramai che gli starnuti comincino ad essere un po' troppi e troppo insistenti. Si comincia con uno starnuto ma non si sa come finisce.



Giorgio Bragaja

06 marzo 2010

a radiopop il 4-3-2010 su banche, Corsi, assoc. alpini

Una breve premessa per poi dire di una nuova, anche se prevedibile, dura botta per Verona.

La nostra città, lo ricordiamo, doveva diventare la City bancaria del Nord. Da far tremare Milano.
Il più grande Polo Finanziario d'Italia, l' insieme di tre potenze( Unicredit, Banco Popolare e Cattolica Assicurazioni ) aveva già acquistato i terreni dal Comune, a Verona Sud, per costruire edifici avveniristici tutti vetro e acciaio nei quali far lavorare i cervelli della finanza locale, fantasiosa, emergente, dinamica, per produrre soldi dai soldi.

Ad un certo punto però i cervelli veronesi, non tutti, sono andati in corto circuito e gli azionisti di due dei tre soci hanno rischiato di perdere tutto.

E allora niente più City, niente Polo Finanziario, Milano può tirare un sospiro di sollievo, la terribile Verona ha fatto flop e dove dovevano sorgere i luccicanti grattacieli per ora parcheggiano auto e camioncini.
E il Comune di Verona ha restituito alle banche i soldi incassati per i terreni. 38 milioni di euro.
Non si sa perché il Comune abbia restituito i soldi dato che erano state le banche a recedere dal contratto, non il Comune. e un giorno o l'altro qualcuno ce lo dovrà spiegare.

Finita la premessa veniamo all'oggi.
Milano, sopravvissuta all'assalto del defunto Polo Finanziario di Verona, risponde da par suo e decide di inghiottire buona parte della banca Unicredit Verona già Cassa di Risparmio.

Parlano di rimodulazione dei compiti, di ristrutturazione degli indirizzi il che, tradotto in parole più semplici, significa revisione delle competenze e riduzione e trasferimenti di personale.
Il tutto assorbito dal cosiddetto “Bancone” di Milano.

Il sottosegretario Aldo Brancher di Forza Italia che di banche e bilanci se ne intende (tre mesi a San Vittore con l'accusa di falso in bilancio poi depenalizzata dal Governo Berlusconi) si dice molto preoccupato per Verona e chiede alla Fondazione Cariverona, che è il primo socio di Unicredit, di puntare i piedi.

Di impedire, cioè, quello che si profila come un vero e proprio smantellamento con dispersione e riduzione di personale che “lavora, abita e consuma a Verona”.

Da Milano il grande capo Profumo assicura che saranno annullati solo gli organi sociali, cioè i Consigli, ma nessuno gli crede.
Quello dell'annullamento degli organi sociali rappresentativi è di solito il primo passo che non resta mai unico.
Sarebbe l'ultimo atto verso la scomparsa definitiva della vecchia Cassa di Risparmio.
La Cassa andò a Milano e in città, a Verona, fu creata la Fondazione Cariverona titolare di un enorme patrimonio che le ha consentito di distribuire grandi risorse sul territorio per restauri, interventi di sostegno ad attività culturali, sociali...

A Verona inoltre fu istituita la sezione “Corporate” cioè la Banca d'Impresa. Ora il pericolo è che anche questa venga ridimensionata e non solo con la riduzione degli organi sociali.

Del resto questa è la tendenza del capitale: accentramento delle attività finanziarie (spesso con parallelo decentramento delle attività produttive là dove costano meno) e riduzione drastica dei costi di gestione soprattutto in periodi di crisi.

E' evidente la mancanza, a Verona, di una classe dirigente, finanziaria, imprenditoriale e politica con una visione d'insieme, strategica, che riesca a subire il minor danno possibile di fronte a concorrenti spesso sottovalutati e in un periodo difficile come questo.

Basta un breve riassunto degli ultimissimi anni.
Fallimento dell'idea di Polo Finanziario, come ricordato più sopra, ingloriosa chiusura del Parco Scientifico che doveva essere un esempio per tutto il Veneto, lento e inesorabile declassamento culturale ed economico della Fondazione Arena (quella degli spettacoli areniani), chiusura del settore ricerca della Glaxo e temuto conseguente ridimensionamento anche del suo settore produzione.

Aggiungerei anche il non invidiabile primato di Verona nella emissione di polveri sottili, che non è indipendente dalla capacità di governo del territorio da parte di chi regge la città, e abbiamo così un quadro sufficiente per esprimere un giudizio.

Altri due argomenti. Il primo: l'assessore alla viabilità Corsi è anche candidato per la Lega alle prossime elezioni regionali ed è anche l'ideatore, assieme al comandante della Polizia Municipale, di un perverso, ma a modo suo razionale, sistema di divieti, permessi e vincoli studiati con l'unico scopo di incassare soldi, molti soldi, dalle multe.

Bene questo assessore ha fatto installare una serie di cartelloni elettorali grandi come lenzuola con la sua faccia e, naturalmente, con l'invito al voto, su una strada trafficata, a pochi centimetri dal ciglio, piantati su parallelepipedi di cemento pronti ad accogliere il cranio di malcapitati e distratti guidatori.

Il fatto è stato denunciato ma lui ha detto che non lo sapeva e che la colpa era della società pubblicitaria. Peccato che i cartelloni fossero sulla strada che lui percorre tutti i giorni.
Si è multato?

Secondo argomento: il signor Ilario Peraro presidente della sezione veronese della Associazione Nazionale Alpini, sezione che, credo, con i suoi 20 mila soci e 5 mila aggregati sia la più forte d'Italia, è stato intervistato in occasione del prossimo novantesimo anniversario della fondazione della Associazione.

Benevolmente imboccato dalla giornalista di servizio sulle vicende che hanno coinvolto il responsabile della Protezione Civile Guido Bertolaso risponde con convinzione: “Sul caso Bertolaso vorrei chiedere ai tanti che starnazzano chi avrebbe fatto di meglio, chi si sarebbe assunto il compito di correre tra un disastro e l'altro..”. Starnazzano. I magistrati, naturalmente, con le loro toghe svolazzanti e polverose. Non profumate come la biancheria dei Centri Benessere frequentati da Bertolaso.

Convinzione,questa del signor Peraro, in base alla quale in nome dell'emergenza si può fare tutto. Convinzione, come purtroppo si sa, molto pericolosa e che, mi auguro, non sia condivisa da tutti i 25 mila iscritti alla Associazione alpini di Verona.


Giorgio Bragaja