31 marzo 2010

A radiopop il 31-3-2010 su risultati elettorali, ma prima, su altri fatti: Isola della Scala, Provolo e altro.

Due ascoltatrici mi hanno inviato alcune mail su un fatto molto interessante.

Tutti abbiamo saputo di quel sindaco, donna, e di quell'assessore, donna, di Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza, che hanno lasciato a pane e acqua alcuni bambini della scuola materna perché i genitori non pagavano le quote per la mensa.

Bene, queste ascoltatrici mi fanno sapere che nel novembre del 2007 la Giunta di destra di Isola della Scala, la ricca Isola della Scala, con il sindaco Miozzi, attuale presidente della Provincia, aveva deciso di negare il pasto ai bimbi della scuola materna che non pagavano la retta e nella delibera la giunta Miozzi aveva considerato, con citazione tanto crudele quanto inutile, che buona parte dei bambini frequentanti la scuola erano stranieri.

Pochi giorni fa la stesso Consiglio Comunale di Isola della Scala stava decidendo di provvedere ai pasti agli indigenti solo se fossero rimasti soldi dopo tutte le altre spese. I consiglieri di opposizione sono riusciti ad impedirlo e “L'Arena” ne ha dato notizia solo dopo le proteste dei consiglieri.



Altro argomento.

Dei fatti accaduti all'Istituto per sordomuti “Antonio Provolo” se ne parla un po' su tutta la stampa e in televisione.


Nella rubrica delle “Lettere a don Fasani” sull'ultimo numero di “Verona Fedele” una signora che non si firma, ma che si qualifica come mamma cattolica praticante, dopo aver espresso la sua amarezza per la bufera che si è abbattuta sui sacerdoti chiede molto educatamente a don Fasani: “Secondo lei, il problema si potrebbe risolvere ripensando alla norma sul celibato dei sacerdoti?”

Don Fasani comincia così la sua risposta: “ Questa domanda mi fa andare il sangue alla testa”.
E prosegue con varie argomentazioni per negare che ci possa essere un qualsiasi legame tra celibato dei sacerdoti e pedofilia. Niente di strano; non è il solo a pensarla così. Io la penso diversamente ma non è questo il punto.

La cosa curiosa, infatti, è che, pochi giorni prima, era riportata dai giornali italiani una dichiarazione resa dal cardinale Martini al settimanale tedesco “Press am Sontag” a proposito dei casi di pedofilia in istituti retti da religiosi.

Il cardinale Martini, stimato per le sue generose aperture al mondo dei poveri, degli emarginati, per il suo contributo al rinnovamento della Chiesa, aveva così risposto alla domanda dell'intervistatore: “ ...sì, ritengo che si debba sottoporre a ripensamento l'obbligo di celibato per i sacerdoti” .

La risposta del cardinale è identica alla domanda della signora che ha fatto andare il sangue alla testa al portavoce del Vescovo Zenti.

A questo punto io penso che la lettera se la sia scritta lo stesso don Fasani il quale, a conoscenza del pensiero del cardinale, abbia trovato, con l'invenzione della lettera, il modo per ribattere, per dare addosso al cardinale, del quale penso non sia un estimatore date le sue idee (di don Fasani), senza correre rischi.
Artificio letterario e giornalistico non nuovo. Però non esaltante.

Altro argomento. E cosa può essere se non le elezioni?
Visto come sono andate in Italia, nel Nord, nel Veneto, a Verona uno dice: ha vinto la destra, ha perso il centro sinistra, e ha perso la sinistra (da non confondere con il centro sinistra) e basta, morta lì, non servono tante parole .
E invece uno che non voglia fare solo il cronista qualcosa lo deve dire e allora cercherò di dirlo.

Parlerò anche di Verona e del Veneto. A proposito: Brunetta è stato umiliato a Venezia, nella “sua” Venezia con la Lega che gli ha votato contro. Basterebbe questo a risollevare il morale.
Torniamo al voto. Bersani ha detto: non è una vittoria ma neanche una sconfitta. Così non si va da nessuna parte.
La Lega a Verona, ma dappertutto, oltre ad avere la televisione al suo servizio, cammina, va in mezzo alla gente, nei quartieri a parlare e ad ascoltare come faceva il PCI. Con una differenza di fondo. Il “vecchio” PCI parlava dei problemi del quartiere ma anche della pace, della guerra, dei diritti dei lavoratori, della scuola, dell'ambiente, della solidarietà, c'era uno sforzo continuo per non separare mai l'interesse individuale, soggettivo, dalla consapevolezza dell'esistenza di interessi e diritti e doveri più generali.

La Lega porta interessi soggettivi, di rione, di clan, la sicurezza è legata agli estranei, la risoluzione dei problemi economici è legata a “Roma ladrona”, i disoccupati devono essere convinti che sono disoccupati perché, appunto, c'è Roma ladrona e perché ci sono gli extracomunitari.
E allora non serve andare nelle fabbriche bastano gli slogan in TV e nelle strade.
Questo andare tra la gente che era la grande forza della sinistra anche a Verona, adesso è la forza dei leghisti al di là di quello che dicono tant'è che della crisi la Lega non sa nulla e neanche ne parla.
In più la riluttanza del sindacato, a Verona come altrove, ad offrire uno sbocco conflittuale meno incerto ed episodico al disagio del mondo del lavoro ha finito per rafforzare in tanta gente la convinzione che gli uni e gli altri pari sono e, soprattutto, che le soluzioni o si cercano individualmente o non ci sono e allora o non si vota o si vota chi offre la soluzione spacciata per più facile.

La sinistra? Dove è andata unita, Marche, Toscana è andata bene. Dove ognuno è andato per conto proprio, a Verona e altrove, si ferma appena sopra l'1%.
Questo può insegnare qualcosa? Oppure ci adattiamo all'idea occhettiana e veltroniana che il mondo è quello che è e che c'è poco da fare? Io sono di tutt'altra idea.

A Verona il secondo tra i più votati del PDL è Bendinelli lanciato e sostenuto dal sottosegretario Brancher uomo fidato dell'imprenditore Berlusconi tanto fidato che quando lui, Brancher, era in galera si narra che Berlusconi e Dell'Utri girassero in macchina sotto San Vittore per rincuorarlo, per dirgli di tener duro. Bendinelli ha avuto anche l'appoggio dei giovani di estrema destra di Casa Pound, quelli che si qualificano come oppositori duri e puri del sistema e anche l'appoggio dell'ala cosiddetta “sociale” di AN quella di Mariotti e Di Dio. Brancher, Casa Pound, Destra sociale, Dell'Utri, tutti insieme. Mi pare giusto.

Giorgio Bragaja

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