16 maggio 2013

Intervento a radiopop 15-5-2013 su Vittorio Di Dio e varie Il governo Letta ha un ministro, una ministra, di colore. Anzi,“nera”, come, giustamente, si definisce lei. Il dicastero è quello dell'integrazione. Si chiama Cecile Kyenge, modenese, e al momento del suo insediamento ha dichiarato di essere si italiana ma di sentirsi anche congolese. Vittorio Di Dio, l' esponente della estrema destra veronese, amico di Casa Pound e del noto picchiatore Marcello Ruffo, già assessore del Comune di Verona e attualmente dirigente della Fiera, in vita sua non ha perso una sola occasione per poter dire delle stupidaggini e dunque non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione della nomina di una “negra”, come dice lui, ad un alta carica dello Stato. Ne ha chiesto le dimissioni perché al momento del giuramento la Kyenge ha fatto la dichiarazione di cui sopra. Per di più la neo ministra aveva detto: ”....sono italo-congolese e tengo a sottolinearlo perché appartengo a due culture a due Paesi che sono dentro di me e non potrei essere interamente italiana.” I camerati di Di Dio, quelli di Forza Nuova, hanno aggiunto:”....torni in Africa”. Probabilmente però quello che ha maggiormente infastidito Di Dio non è stato vedere una “negra” a capo di un ministero ma quella frase della Kengye: “ Appartengo a due culture”. Per uno come lui, sentire che, qualcuno, di culture ne ha addirittura due, è troppo. Io, come è noto a chi mi legge o mi ascolta, ho una pessima opinione della mia città e della maggioranza dei miei concittadini però, a volte, penso che, forse, esagero un po'. Poi si fa risentire Di Dio che, è vero, non è veronese “de soca” ma è stato nominato a cariche pubbliche e rimpannucciato dai veronesi, e allora mi consolido nelle mie opinioni. Il 20 di questo mese, cioè lunedì, grande festa in Arena per i 110 anni della squadra di calcio Hellas Verona. Tra i gruppi musicali che si esibiranno c'è un posto d'onore per quelli di estrema destra tanto cari alla tifoseria della squadra, tifoseria la più di destra e becera d'Italia- Questa cosa ha fatto preoccupare alcuni consiglieri comunali che ne hanno chiesto conto al sindaco che ha risposto: per mia formazione mentale non mi sono posto il problema dell'appartenenza politica degli artisti anche se è notorio che alcuni sono di destra e altri di sinistra. Cioè per lui, per il sindaco, va bene tutto sia chi canta “Bella ciao” sia chi canta “morte agli ebrei” come il gruppo Gesta Bellica”? Completa il quadro Alberto Lo Mastro estremista di destra noto alle cronache e non solo a quelle e organizzatore dell'evento (e anche organizzatore della campagna elettorale del sindaco) che dichiara: “....li abbiamo invitati a suonare senza chiedere la loro tessera politica”. Non aveva bisogno di chiederla perché lui, Lo Mastro, li conosce benissimo. Andiamo alle cose serie. Al momento, però, non ne trovo. E per oggi la chiudo qui. Giorgio Bragaja

10 maggio 2013

intervento a radiopop 9-5-13 su monumenti, tangenti e altro..... La sovrintendenza ai beni culturali ha giustamente negato al sindaco Tosi il permesso di utilizzare l'anfiteatro per due manifestazioni, una sportiva e una religiosa. “L'Arena è un monumento e va rispettato”. Tosi si è arrabbiato ma gli è stato risposto che il divieto di utilizzare l'Arena per manifestazioni sportive è stata proprio una idea sua e si vede che se ne è dimenticato. Sui monumenti tornerò più avanti. Prima voglio parlare delle tangenti a Verona per precisare alcune cose e dare a Cesare quel che è di Cesare. Il giornale “L'Arena”ricorda il democristiano Pietro Albertini scomparso qualche giorno fa e parla naturalmente anche delle vicende di tangentopoli veronese e di Ca' del Bue il mega impianto inceneritore che fu alla base di quelle vicende, vicende per le quali Albertini finì in carcere e che portarono alla fine della DC veronese e ricorda “....tutto ebbe inizio con l'inchiesta del Procuratore capo Guido Papalia”. Però “L'Arena” non dice perché il Procuratore capo Papalia si mosse. Penso sia giusto dare meriti e responsabilità a chi veramente diede inizio a tutta la vicenda. 1993, Consiglio comunale di Verona. All'ordine del giorno c'è l' AGSM l'Azienda Generale dei Servizi Municipalizzati, acqua, luce, gas. Nadir Welponer è seduto accanto a me in Consiglio e mi dice che il giorno prima era stato avvicinato da un suo amico, un piccolo imprenditore veronese, mi pare si chiamasse Donisi o Dionisi, il quale gli aveva confidato di aver pagato una tangente per poter avere l'affidamento di un lavoro da parte dell'AGSM. Welponer era preoccupato perché, disse, se ne parlo coinvolgo anche il mio amico però non posso tacere perché sarei complice. Io gli diedi ragione aggiungendo che, come consigliere comunale, era anche un pubblico ufficiale e il reato sarebbe stato ancor più grave. Welponer fece la sua denuncia in Consiglio e tutto ebbe inizio. Ecco perché il Procuratore capo Papalia si mosse. Dunque “L'Arena” avrebbe dovuto scrivere: “....tutto ebbe inizio con la denuncia di Nadir Welponer”. Albertini fu arrestato e dopo quasi due mesi di carcere cominciò a parlare e Verona entrò nelle cronache giudiziarie come il luogo della tangentopoli più grande, più grande anche di quella di Milano. L'intera DC veronese fu spazzata via, distrutta, e anche parte del PSI veronese. Torniamo ai monumenti. Perché la Sovrintendenza non compila una mappa delle innumerevoli opere pseudo artistiche prodotte da sedicenti artiste e artisti veronesi disseminate con oscena dovizia, in tutta la città, nei suoi giardini, nelle sue piazze, nelle sue strade? Per citarne qualcuno: le grasse sanguisughe volanti del monumento al marinaio di corso Porta Nuova, lo stormo di cornacchie del monumento all'aviatore di piazza Simoni, l'artigliere stanco di Valverde, il muro spezzato in piazza Bra, il grande libro bronzeo sempre in piazza Bra, il busto di Barbarani appiccicato sui portoni viscontei sempre in piazza Bra, la grande piastra bronzea del Bacanal a san Zeno, e tante targhe e targhette distribuite su monumenti e muraglioni, edifici storici. Quale concorso è stato indetto per decidere cosa mettere nelle nostre piazze, sui nostri monumenti, sui nostri edifici storici? Chi l'ha deciso? Che razza di città è questa? Aveva ragione John Ruskin nel 1869 quando scriveva: “...il luogo, Verona, è stupendo ma la gente è terribile, le sue creature umane sono terribili”?. Verona è la città più a destra, destra estrema, più razzista d'Italia e, in quanto tale, cioè più a destra e più razzista, è anche la più incolta d'Italia? E' morto Andreotti. Anni fa due scrittori, Renzi e Aristarco, scrissero un copione cinematografico intitolato “L'armata s'agapò” sull'occupazione della Grecia da parte dell'esercito italiano durante la seconda guerra mondiale. Ministro della Difesa era Andreotti che li fece arrestare e rinchiudere nel carcere militare di Peschiera sul Garda. Questo era Andreotti. Giorgio Bragaja
a radio pop 20130502 su le botteghe del centro, e altro L'”L'Arena”, il giornale di Verona, dedica una intera pagina alla “Città che cambia” con il titolo: “Spariti quasi tutti i negozi storici sostituiti da grandi catene, griffe, e dagli empori di souvenir; dalle vecchie botteghe della Via Nuova al Centro-vetrina per turisti”. “Cinque solo intorno alla casa di Giulietta. Spuntati come funghi uno dopo l'altro. Cinque negozi di gadget, che vendono tutti gli stessi souvenir di Verona per lo più made in Cina. E' questo forse uno dei segnali più chiari del profondo cambiamento del nostro centro storico dove la rapidità con cui le attività commerciali aprono e chiudono è sempre maggiore: un paio di settimane senza passare da via Mazzini e via Cappello e si può star certi che al ritorno si troverà qualche nuovo arrivo e altrettante defezioni. Il centro è sempre meno il luogo degli acquisti dei veronesi, che per comprarsi abiti e scarpe preferiscono probabilmente andare ai centri commerciali fuori città. Intanto il centro si vota ai turisti: anche chi non se ne va si trasforma in tal senso”. L'architetto Giorgio Forti afferma “.....questo dipende da scelte sia individuali che amministrative e politiche che nel nostro caso sono totalmente mancate.....molti negozi sono stati comprati dai cinesi....poi gli stessi commercianti si lamentano perché arrivano i cinesi: ma chi è che ha venduto?”. Non ha torto ma la domanda vera è: “Perché hanno venduto?”. Perché era sparita la loro clientela cioè gli abitanti del centro città, 30 mila espulsi in dieci anni dalle politiche urbanistiche asociali delle amministrazioni. I cinesi sono venuti dopo. Ho tenuto i volantini e i manifesti che testimoniano che quella devastazione non è stata senza avversari. Ma erano in troppi: Confindustria, immobiliari, Chiesa, Banche..... E' cambiato completamente il tessuto sociale del centro storico, è cambiato il tipo di cliente. Nel centro storico fino agli anni 50/60 aveva il suo insediamento anche un ceto sociale proletario e piccolo borghese, a basso reddito, i cui consumi erano legati alle piccole botteghe, cliente e bottegaio si conoscevano da anni, dove era possibile”mettere sul conto” cioè pagare alla fine della settimana o alla fine del mese secondo il tipo di salario o stipendio che si percepiva. Abitare alla Carega o ai Filippini o a Santo Stefano, qualche decennio fa, significava avere pochi soldi, fare fatica a tirare avanti. Oggi, dopo la scellerata politica urbanistica di quegli anni, significa avere un buon conto in Banca. Cambia la domanda cambia l'offerta. Clienti danarosi? Botteghe lussuose. “E' il mercato bellezza!” ( mi scuso per la citazione storpiata). Corrono tempi nei quali motivi per stare un po' allegri non ce ne sono molti però una qualche distrazione ce la dà ogni tanto il consigliere comunale Gianluca Fantoni che mi pare sia ora della Lega o del Pdl ma non ha importanza. Dimenticavo, è anche vicepresidente del Consiglio. Per chi non ce l'ha nel suo taccuino delle persone importanti è quel tale che propose, nell'ordine: il terrazzamento sull'Adige di fronte al Teatro Romano per snellire il traffico, una passerella aerea tra il ponte della Pietra e il sagrato della chiesa di Santo Stefano, sempre per snellire il traffico, una galleria tra i bastioni di San Giorgio e i giardini di ponte Garibaldi sempre per snellire il traffico (è una sua fissa), battelli per turisti, sulle rapide sotto Ponte Pietra, battelli con cingoli naturalmente, per poter risalire, alla Giarina, e portare i turisti in giro per Verona e sollecitava la Giunta comunale a chiedere agli USA uno di quelli usati nella guerra in Irak. E ieri la sua proposta di copertura dell'anfiteatro con una cupola amovibile sostenuta da quattro grandi pilastri di acciaio, è stata ricordata dal quotidiano cittadino. E subito è arrivato il secco e infastidito no del ministero. Però, secondo me, sarà bene stare attenti perché il nostro è un paese nel quale anche le cose più stupide, se ripetute molte e molte volte, diventano cose accettabili. Giorgio Bragaja