10 maggio 2013

intervento a radiopop 9-5-13 su monumenti, tangenti e altro..... La sovrintendenza ai beni culturali ha giustamente negato al sindaco Tosi il permesso di utilizzare l'anfiteatro per due manifestazioni, una sportiva e una religiosa. “L'Arena è un monumento e va rispettato”. Tosi si è arrabbiato ma gli è stato risposto che il divieto di utilizzare l'Arena per manifestazioni sportive è stata proprio una idea sua e si vede che se ne è dimenticato. Sui monumenti tornerò più avanti. Prima voglio parlare delle tangenti a Verona per precisare alcune cose e dare a Cesare quel che è di Cesare. Il giornale “L'Arena”ricorda il democristiano Pietro Albertini scomparso qualche giorno fa e parla naturalmente anche delle vicende di tangentopoli veronese e di Ca' del Bue il mega impianto inceneritore che fu alla base di quelle vicende, vicende per le quali Albertini finì in carcere e che portarono alla fine della DC veronese e ricorda “....tutto ebbe inizio con l'inchiesta del Procuratore capo Guido Papalia”. Però “L'Arena” non dice perché il Procuratore capo Papalia si mosse. Penso sia giusto dare meriti e responsabilità a chi veramente diede inizio a tutta la vicenda. 1993, Consiglio comunale di Verona. All'ordine del giorno c'è l' AGSM l'Azienda Generale dei Servizi Municipalizzati, acqua, luce, gas. Nadir Welponer è seduto accanto a me in Consiglio e mi dice che il giorno prima era stato avvicinato da un suo amico, un piccolo imprenditore veronese, mi pare si chiamasse Donisi o Dionisi, il quale gli aveva confidato di aver pagato una tangente per poter avere l'affidamento di un lavoro da parte dell'AGSM. Welponer era preoccupato perché, disse, se ne parlo coinvolgo anche il mio amico però non posso tacere perché sarei complice. Io gli diedi ragione aggiungendo che, come consigliere comunale, era anche un pubblico ufficiale e il reato sarebbe stato ancor più grave. Welponer fece la sua denuncia in Consiglio e tutto ebbe inizio. Ecco perché il Procuratore capo Papalia si mosse. Dunque “L'Arena” avrebbe dovuto scrivere: “....tutto ebbe inizio con la denuncia di Nadir Welponer”. Albertini fu arrestato e dopo quasi due mesi di carcere cominciò a parlare e Verona entrò nelle cronache giudiziarie come il luogo della tangentopoli più grande, più grande anche di quella di Milano. L'intera DC veronese fu spazzata via, distrutta, e anche parte del PSI veronese. Torniamo ai monumenti. Perché la Sovrintendenza non compila una mappa delle innumerevoli opere pseudo artistiche prodotte da sedicenti artiste e artisti veronesi disseminate con oscena dovizia, in tutta la città, nei suoi giardini, nelle sue piazze, nelle sue strade? Per citarne qualcuno: le grasse sanguisughe volanti del monumento al marinaio di corso Porta Nuova, lo stormo di cornacchie del monumento all'aviatore di piazza Simoni, l'artigliere stanco di Valverde, il muro spezzato in piazza Bra, il grande libro bronzeo sempre in piazza Bra, il busto di Barbarani appiccicato sui portoni viscontei sempre in piazza Bra, la grande piastra bronzea del Bacanal a san Zeno, e tante targhe e targhette distribuite su monumenti e muraglioni, edifici storici. Quale concorso è stato indetto per decidere cosa mettere nelle nostre piazze, sui nostri monumenti, sui nostri edifici storici? Chi l'ha deciso? Che razza di città è questa? Aveva ragione John Ruskin nel 1869 quando scriveva: “...il luogo, Verona, è stupendo ma la gente è terribile, le sue creature umane sono terribili”?. Verona è la città più a destra, destra estrema, più razzista d'Italia e, in quanto tale, cioè più a destra e più razzista, è anche la più incolta d'Italia? E' morto Andreotti. Anni fa due scrittori, Renzi e Aristarco, scrissero un copione cinematografico intitolato “L'armata s'agapò” sull'occupazione della Grecia da parte dell'esercito italiano durante la seconda guerra mondiale. Ministro della Difesa era Andreotti che li fece arrestare e rinchiudere nel carcere militare di Peschiera sul Garda. Questo era Andreotti. Giorgio Bragaja

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