22 aprile 2011

Intervento a radiopop 22-4-2011
Festa della Liberazione: lo stato delle cose nel Bel Paese e a Verona

Lunedì 25 Aprile si celebrerà in tutta Italia la Festa della Liberazione e sul sito di Radio Popolare si trovano tutte le indicazioni per partecipare alle iniziative che si avranno nella nostra città e in provincia.
Ma quale è lo stato delle cose nel Bel Paese e a Verona in questa fine aprile del 2011 a tanti anni di distanza dalla cacciata del fascismo e dalla nascita dello stato democratico? Vediamo.

A Roma il primo ministro Berlusconi chiama al governo un esponente della estrema destra di Storace.
A Verona l'estrema destra al governo della città c'è da tempo, anzi, Andrea Miglioranzi, suo esponente di spicco già in carcere per istigazione all'odio razziale, è addirittura capogruppo della lista del sindaco Tosi, sindaco Tosi a sua volta condannato in via definitiva per razzismo.

A Roma e a Milano il presidente Berlusconi accusa i giudici, quelli che lo stanno giudicando per più di un reato, di essere “eversivi” e subito sui muri appaiono manifesti che denunciano la presenza delle brigate rosse all'interno di quella Procura.”Via le BR dalla procura” scrivono sui manifesti.
A Verona il sindaco leghista Tosi è stato un anticipatore. Tempo fa aveva collocato in piazza Bra una lapide funeraria con il nome del procuratore che lo stava indagando.

A Roma il presidente Berlusconi fa leggi ad personam per governare indisturbato malgrado i processi che lo vedono imputato.
A Verona il consiglio generale della Fondazione Cariverona, con il consenso entusiasta di Tosi e con l'impegno del consigliere di amministrazione, il leghista Maccagnani, cambia il suo Statuto, che prevede l'impossibilità di ricoprire cariche dirigenziali nella Fondazione per chi sia condannato anche in primo grado per un reato non colposo, e così il presidente Biasi (Opus Dei) sotto processo per bancarotta, in caso di condanna (si dice quasi certa) avrebbe dovuto dimettersi, e ora invece, con il nuovo statuto depennato di quella norma, può tranquillamente continuare a fare il presidente.

Parentesi: il ministro Tremonti ha acconsentito con difficoltà al cambiamento dello statuto della Fondazione sollevando perplessità sulla tempistica del cambiamento di regole e consigliando l'opportunità di farlo valere per organismi che entreranno in vigore successivamente alla sua introduzione. Cioè non per Biasi. Cioè uno schiaffo e come tale presentato da “Il Corriere di Verona”. “L'Arena”, invece, delicata e bonacciona, lo definisce “un rimbrotto”. Chiusa la parentesi.

A Roma il presidente Berlusconi, il ministro Gelmini e altri famigli partono in un attacco dissennato alla scuola pubblica, agli “insegnanti di sinistra” e ai “libri di testo di sinistra”. A Verona non si vuole essere da meno e, immediatamente, scatta il signorsì al padrone.

L'occasione è una iniziativa presa di comune accordo tra l'Istituto “Marconi” e l' “Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea” per un progetto di informatizzazione di documenti e testimonianze relativi al periodo 1940-1948 a Verona. Per l'occasione all'interno della scuola era stato proiettato un documentario sulla Resistenza nel veronese.

Parte all'attacco l'assessore Di Dio (che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo) quello che al momento del suo insediamento all'assessorato alle pari opportunità commentò: “....pari opportunità? per gli uomini perché le donne di opportunità ne hanno anche troppe” che così commenta: “...è una follia, si vuole l'indottrinamento dei ragazzi” e suggerisce di far leggere i libri di Pansa.

Non è da meno Elena Donazzan, l'assessora alla cultura della Regione, quella che ha imposto la lettura della Bibbia nelle scuole primarie, che preme per una commissione d'inchiesta sui libri di testo.

A Roma il governo Berlusconi rinvia il nucleare e ne approfitta per bloccare il relativo referendum e mettere in difficoltà gli altri due referendum, quello sull'acqua e, soprattutto, quello sul legittimo impedimento che lo riguarda personalmente. .
A Verona Tosi e la sua maggioranza ammansiscono l'opposizione consiliare (salvo un consigliere) con poche modifiche al progetto del traforo sotto le Torricelle, e così possono ribadire tranquillamente il loro no al referendum chiesto dal comitato che si batte da anni contro questo progetto inutile e devastante.

A Roma, e altrove, continua la discriminazione contro chi si ritiene diverso.
Ogni proposta che intenda introdurre leggi aperte, autenticamente liberali, viene boicottata dal governo Berlusconi in nome di “valori” come famiglia, morale...ecc. valori poi, come si sa, celebrati degnamente nelle dimore del presidente del Consiglio dallo stesso presidente e dai suoi amici.
A Verona la maggioranza Tosi rifiuta di abrogare la mozione del 1995 che respingeva la proposta di aderire all'invito del Consiglio d'Europa per eliminare dalle legislazioni ogni discriminazione relativa alla vita sessuale dei cittadini. Indegna quella mozione ma ancora più indegni gli interventi dei difensori dei sacri valori berlusconiani nel dibattito che ha preceduto la votazione.
Dibattito che è raccolto in un volume di più di 300 pagine e che, quello si, andrebbe diffuso nelle scuole.
Tanto indecorosa resta quella pagina della recente storia di Verona che qualche giorno fa il presidente del Consiglio Comunale Fratta Pasini, forse ricordando le sue origini liberali, ha detto che, si, è ora di cancellare quella pagina buia.

Allora festa della Liberazione: giusto festeggiare quella di tanti anni fa ma, democraticamente, lavoriamo anche per quella che dobbiamo costruire adesso.

Giorgio Bragaja

interventi precedenti e altro su: giorgiobragaja.blogspot.com

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