intervento a radiopop 10-6-2011 referendum e vip veronesi, Hellas.
Per le televisioni e le radio è in vigore la par condicio cioè non si può dire di votare si o di votare no sulle schede per i quattro referendum ma però di andare a votare lo si può dire e allora lo dico: andate, andiamo, a votare, votate come volete ma andate a votare.
Si tratta di esprimere il nostro parere su chi deve essere il proprietario dell'acqua bene comune, sulle centrali nucleari dopo Fukushima, sulla uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
Non fate che per voi decidano gli altri, quelli che stanno a casa e non votano.
Alcuni veronesi, alcuni vip veronesi, noti per le cariche che ricoprono o per altri motivi hanno espresso il loro parere pubblicamente sui referendum.
Alcuni come Sara Simeoni e il questore hanno semplicemente detto che andranno a votare, altri come Gianmarco Mazzi, manager dello spettacolo e organizzatore oltre che del festival di San Remo anche delle festacce in arena, dice che ancora non sa se andrà a votare perché troppo impegnato non ha avuto tempo per pensarci però dice che “anche l'astensione è un'espressione”. Già, abbiamo capito.
Berlusconiano rabbioso, che più di così non si può, è il presidente dell' aereoporto Fabio Bortolazzi, ancora un po' cotto per le ultime vicende dell'Ente areoportuale veronese, che dichiara: “La mia intenzione è di non andare a votare, ma se si dovesse profilare il raggiungimento del quorum lo farò lunedì ed esprimerò quattro no”. Pronto fin da prima mattina di lunedì in tuta sportiva e scarpette da corsa.
Però è anche previdente dato che tra poco si dovranno rinnovare le cariche dell'aereoporto veronese e lui al suo posto ci tiene e qui da noi se non si è in linea con chi comanda si resta a casa e, allora, eccolo pronto per il grande balzo pro nucleare, pro acqua ai privati, pro impunità per l'amico Silvio.
Però il buon gusto vorrebbe che non si esagerasse.
Non potendo parlare dei referendum, e avrei molte cose da dire, parlerò di un altro argomento, apparentemente futile ma che, invece, non lo è.
La squadra di calcio Hellas-Verona si gioca le ultime partite per tornare in serie B e mi auguro che vinca, che torni in serie B e che, magari, dopo, torni anche in seria A e così si vedranno delle belle sfide con l'altra squadra veronese che in serie A c'è da tempo, il Chievo.
Auguri al presidente della squadra Martinelli che, se tutto andrà bene, sicuramente, porterà con sé il bravo allenatore Mandorlini e, invece, secondo me, dovrà lasciare indietro il presidente del calcio club hellas verona Alberto Lo Mastro e la sua banda di sedicenti tifosi che nel solo ultimo anno sono stati cosi bravi da procurare 60 mila euro di multa alla squadra per i cori e gli striscioni razzisti che puntualmente ostentano durante ogni partita.
Lo Mastro, legato agli ambienti più beceri della destra, assiduo di Casa Pound, non ha niente a che vedere con lo sport, con le vere tradizioni della squadra nata, più di cento anni fa, con il suo glorioso nome, Hellas, nel più antico liceo classico statale d'Italia, il “Maffei”.
Lo sport non ha nulla da spartire con i manichini neri impiccati sugli spalti, con gli striscioni di solidarietà agli assassini di Tommasoli con una cultura della violenza che era stata iniettata nelle curve dello stadio negli anni ''80 dalla destra istituzionale veronese. Cultura della violenza praticata dentro e fuori dallo stadio, con le parole e con le spranghe , tollerata e vezzeggiata dal conservatorismo cittadino come difesa dai retaggi del'68, dalle rivendicazioni operaie, dalle lotte degli studenti, delle donne.
E' di ieri la notizia che alcuni di questi violenti in questi giorni sono passati nuovamente per le aule giudiziarie e nuovamente condannati per violenze e aggressioni nelle strade della città.
Il presidente della squadra, i dirigenti, i giocatori se, come mi auguro, saliranno in serie B, dovranno lasciarsi alle spalle la zavorra, questa zavorra, perché il marcio nel calcio non è solo le scommesse e le partite truccate.
E in questa impresa, non facile, potrebbero essere aiutati anche dai giornalisti sportivi se questi non si lasciassero facilmente intimorire dai sedicenti tifosi di cui sopra.
Ricordiamoci che oggi una città è rappresentata anche dalla sua, o dalle sue, come nel nostro caso, squadre di calcio.
Ultima : la lite tra Tosi e Brancher sulle divisioni interne ai due partiti di appartenenza.
Tosi dice che nel Pdl c'è confusione Brancher risponde guarda a casa tua e se non la smetti vado a dirlo a Berlusconi. (testuale dai giornali).
Brancher è stato in carcere per vari reati ma anche per proteggere Berlusconi. Dopo è stato premiato con la nomina a ministro, carica della quale ha goduto solo per diciassette giorni e poi l'hanno cacciato, un record assoluto in negativo .
E adesso, bastonato da Tosi, gli ricorda che lui, Brancher, quando si trattò di decidere chi dovesse essere il candidato sindaco per Verona, fu buono con lui e chiamò Berlusconi che venne in elicottero a Cisano a casa sua per convincere l'altro candidato Meocci a rinunciare a favore di Tosi che così, per merito suo, di Brancher, diventò sindaco di Verona.
E' vero che al peggio non c'è mai fine ma insomma....
Lasciamo perdere Brancher e altre miserie e andiamo a votare.
Giorgio Bragaja
i precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
10 giugno 2011
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