intervento a radiopop 22-6-2011 Pontida, Passalacqua, legopoli, Hellas e altro
In questi giorni si sta riparlando della Passalacqua perché la giunta comunale ha deciso di abbattere alcune centinaia di alberi per dar corso ai lavori.
La ex caserma Passalacqua occupa con i suoi180 mila metri quadrati un terzo dell'intero quartiere di Veronetta. Era già una sede Nato ma doveva diventare la base militare più importante d' Europa.
Tutti, tranne una esigua minoranza, dentro e fuori dal Consiglio Comunale, erano entusiasti, sarebbe stato un secondo miracolo economico per Verona con tutti quei militari americani e alleati allegroni e pieni di soldi da riversare nelle tasche dei veronesi.
I pochi contrari dicevano che no, la Passalacqua doveva risarcire il quartiere di Veronetta da tanti anni di abbandono e doveva diventare il cuore di una vita comunitaria per il quartiere oltre che una grande occasione per l'università.
Ma i pochi non ce l'avrebbero fatta se non fosse nato un comitato di cittadini duro, combattivo, educato non tanto alle buone maniere quanto alla democrazia che per mesi non ha lasciato scampo al Consiglio Comunale, alla sindaca, alla Giunta riuscendo poi a raccogliere il consenso dell'intera città e a far si che l'ipotesi Nato tramontasse.
Dopo, però, come spesso succede, il lavoro di chi, da sempre, accetta che le cose cambino purché tutto resti come prima, ha condotto alla situazione attuale con un progetto per la Passalacqua che prevede l'abbattimento di alberi per fare un parco, 300 appartamenti, qualcosa per l'Università e poco, pochissimo, per il quartiere cioè un progetto che sembra fatto più dalla famelica associazione costruttori che dal Comune e con l'approvazione della Sovrintendenza, come sempre negli ultimi tempi a Verona.
Per fermare il taglio degli alberi (ma io spero anche per ricominciare a ridiscutere l'intero progetto) varie associazioni ambientaliste si sono date appuntamento per domani alle 10,30 davanti al Polo Zanotto invitando i cittadini a partecipare ed è un invito che faccio mio. Ovunque al mondo quando si tratta di costruire dove ci sono grandi alberi si adatta il progetto al paesaggio esistente ritenuto patrimonio naturale indisponibile. A Verona no, a Verona si disbosca per fare case come in Amazzonia si disbosca per fare hamburger.
Cambiamo argomento.
Durante la trasmissione televisiva in diretta del raduno leghista di Pontida il sindaco di Verona Tosi non si vedeva, era sul prato, sotto il palco e così il governatore del Veneto Zaia.
Sul palco, per Verona, si son visti il senatore Bricolo, la sottosegretaria Martini e, mi pare, anche il consigliere regionale Tosato.
Tosi e Zaia giù per terra per motivi diversi. Tosi si era fatto un po' troppo avanti poggiando su Maroni e il capo Bossi gli ha dato una calmata, Zaia ha dichiarato di aver votato “Si” su tutte e quattro le schede del referendum contravvenendo alle indicazioni del capo.
Bricolo e Martini sono bossiani di ferro.
Tosi in televisione (l'ho visto sere fa a “Otto e mezzo” e a “Ballarò”) non è più tanto sicuro.
Al sindaco di Firenze Renzi che a Ballarò, riferendosi a Bossi, impietoso, diceva: “...se mi si viene a dire che qualcuno nella mia città con un ampolla d'acqua del fiume battezza la gente in nome del dio Arno telefono subito all'Unità Sanitaria che lo vengano a prendere”, Tosi, imbolsito, non rispondeva, non apriva bocca.
Sulla stampa fa dichiarazioni che o non hanno senso, come quando afferma che “....ai cittadini non interessano cose come il legittimo impedimento ” dimenticando che i cittadini che sono andati a votare, qualche decina di milioni, hanno votato proprio sul legittimo impedimento, o quando afferma che “...Bossi è il capo indiscusso della Lega tant'è che tutte le volte interpreta in anticipo ciò che succede”. Un vate, un profeta.
Nessuno di loro ha il coraggio e la coscienza di dire che Bossi non sta bene, che dice e disdice, che non tiene il filo del discorso.
Sempre sulla Lega: a Zevio, il direttore sanitario dell'USL 22, il leghista Dall'Ora, assume per chiamata diretta come responsabile del controllo di gestione il bancario Nicola Falsirollo segretario della Lega a Zevio e assessore sempre per la Lega in Comune.
La corte dei conti dice che non aveva i titoli e chiede il rimborso di 40 mila euri a Dall'Ora e 20 mila al direttore amministrativo Polo.
I guai giudiziari e amministrativi della Lega cominciano ad essere tanti.
Dunque l'Hellas-Verona ce l'ha fatta, ha vinto ed è promossa in serie B.
Onore al merito del presidente Martinelli e alla bravura dell'allenatore Mandorlini e di tutti i giocatori. Meno ai tifosi o, meglio, a quella parte molto consistente di tifosi che hanno manifestato la loro gioia in piazza Bra e all'aeroporto nel modo che ci è stato dato di vedere.
Il sindacato di polizia ha protestato affermando, tra l'altro e giustamente, che l'invasione delle piste dell' aeroporto Catullo con gli aerei in manovra da parte dei tifosi per accogliere i calciatori ha comportato reali pericoli per chi in quelle ore era presente sul luogo.
In piazza Bra era presente e ben visibile lo striscione “Fora i butei” cioè “ liberate gli assassini di Tommasoli”.
E il sindaco Tosi si tuffa nella vasca dei giardini della Bra. E' vero: l'hanno fatto anche gli studenti alla fine dell'anno scolastico ma loro non sono gli autori delle ordinanze contro chi mangia un panino sulle scalinate di palazzo Barbieri o si sciacqua le mani nelle fontane della città.
Il tuffo gli porterà un po' di voti? Non credo. I cittadini cominciano ad essere stufi di certe cose e Tosi comincia a perdere colpi. Forse il suo suggeritore, il suo capoufficio stampa, l'ideatore delle sue mosse fino a ieri vincenti, Roberto Bolis è in ferie o, anche lui, comincia a perdere colpi.
Un modesto suggerimento al presidente dell'Hellas Verona.
Convochi una conferenza stampa. Al tavolo, davanti ai microfoni, solo lui, l'allenatore, i giocatori e nessun altro, non gli sponsor (alcuni meglio perderli), non i capi dei tifosi, e dica che bisogna voltar pagina, che è stanco di pagare centinaia di migliaia di euri di multe per cori razzisti, che certa tifoseria è meglio perderla che averla.
Se non fa e non dice questo, da subito, la squadra potrà anche vincere il campionato ma non porterà nulla di buono alla città.
Giorgio Bragaja
questo e i precedenti interventi si trovano su: giorgiobragaja.blogspot.com
e sul sito di Radio Popolare Verona
24 giugno 2011
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