01 luglio 2011

intervento a radiopop 1-7-2011 libri in discarica, senso dell'umorismo e altro

Valentino Alberti dalla fine del 1700 ai primi decenni del 1800 gestiva un' osteria in piazza Bra e aveva il gusto di tenere un diario nel quale annotava gli accadimenti grandi e piccoli dei quali era testimone.

Quel diario, anni fa, curato da Maurizio Zangarini, è stato pubblicato per le edizioni CR con il titolo, appunto, “Il diario dell'oste”.

Una piccola storia privata. Ma essendo l' osteria dell' Alberti situata in pieno centro città ed essendo quelli gli anni della fase storica forse più movimentata d'Europa, d'Italia e di Verona, questa piccola storia privata dell'oste fa capire meglio la grande storia di quel periodo.
E allora la spedizione in Valpolicella sul carretto per la consueta provvista di vino si intreccia con la prepotenza dei soldati francesi che se ne vanno dall'osteria senza pagare la abbondante cena appena consumata o con l'arrivo in città di re e imperatori per congressi e conferenze internazionali.

“Il diario dell'oste” è un libro piacevole da leggere ed è anche utile per conoscere meglio la storia della nostra città e qualche volta l'ho regalato in occasione di compleanni o altro pensando di fare una cosa simpatica e utile.
Giorni fa ho appreso da un articolo del giornalista e studioso della storia veronese Bartolo Fraccaroli che”Il diario dell'oste”, assieme a centinaia di altri libri di storia, di arte, di letteratura, è stato buttato in discarica dai responsabili della biblioteca comunale di Bussolengo per “mancanza di spazio”.
E così pare succeda non solo a Bussolengo.

I libri fino a qualche hanno fa erano considerati come il pane. Non si buttavano.

Fino a qualche anno fa (più di qualche anno) i libri appena comprati si “coprivano” cioè si proteggevano dall'usura ricoprendoli con una sorta di vestitino di carta e tutti sapevano fare questo lavoro e dal tipo di carta usata si capiva quasi l'appartenenza sociale del proprietario del libro: con carta da zucchero blu ( quella con la quale i bottegai incartavano e vendevano lo zucchero sfuso), venivano rivestiti dai proletari, con quella bella carta colorata a disegnini minuti, forse si chiama carta Varese, dalla borghesia.

Ma chiunque fossero, proletari o borghesi custodivano, proteggevano i libri.
Li proteggevano dall'usura, cioè dall'uso, perché venivano letti, riletti e passati da padri a figli, da fratelli maggiori a fratelli minori, una cosa preziosa.
Ora si buttano in discarica.

Mi viene naturale fare una proposta: nelle piazze di Verona si fanno numerose manifestazioni da quelle serie alle più stravaganti. Nel nutrito calendario non ci potrebbero stare, coinvolgendo le biblioteche comunali, una o più giornate del libro dato gratuitamente ai cittadini? Presentate e organizzate in modo intelligente potrebbero diventare una buona e benemerita abitudine culturale.
Sempre a proposito di libri
Anni fa fu ristrutturata la sede della Società Letteraria e durante il periodo dei lavori decine di migliaia di libri furono trasferiti ai Magazzini Generali. Dopo qualche tempo scoppiò un incendio e molti preziosi volumi andarono distrutti ma tanti altri si trovarono poi in giro in case private e in botteghe di antiquariato.
Ci furono delle indagini ma non ricordo se e come si conclusero.

Senso dell'umorismo.
Al Circolo ufficiali la associazione “Eurodonne Italia”, associazione fiancheggiatrice di Forza Italia, durante la cena del solstizio d'estate, allietata da musiche e omaggi alle signore, ha consegnato il premio intestato al sodalizio all'assessore Vittorio Di Dio per la sua grande sensibilità in difesa dei diritti delle donne.

Di Dio quando fu nominato assessore alle pari opportunità, dichiarò: “Pari opportunità? Si ma per gli uomini perché le donne di opportunità ne hanno anche troppe”. E non era una battuta.
Qualche anno prima l'identico premio la benemerita associazione l'aveva assegnato, confermando la sua innata propensione all'umorismo, ad Emilio Fede noto assertore della dignità femminile.

Senso dell'umorismo che pure il sindaco Tosi aveva dimostrato quando aveva nominato il nazirock consigliere comunale Andrea Miglioranzi, cantore del boia delle Fosse Ardeatine Priebke, a rappresentare il Comune nel consiglio direttivo dell'Istituto veronese per la storia della Resistenza.

E pure in Regione non si scherza: l'assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan ha fatto sapere che lei durante le manifestazione del Gay Pride esponeva una cassetta di finocchi con un cartello con su scritto “Sono solo questi i finocchi che vogliamo vedere”

Qualche mese fa uscì un libro “Adieu pearà “ nel quale si narrava di una tetra Verona futura ancora in mano alla Lega.
Alla sua presentazione, alla libreria Gheduzzi, “L'Arena” mandò un giornalista per la recensione.
La recensione non è mai uscita sul giornale. Come mai?

Due parole, solo due, sulla politica nazionale.
Le forze democratiche e progressiste hanno vinto due volte. Alle elezioni amministrative e ai due referendum.
Ho una desolante sensazione. Mi pare che chi ha vinto si sia spaventato e che si stia comportando come se avesse perso. CGIL compresa.

Giorgio Bragaja

Questo e i precedenti interventi si trovano su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: Radio Popolare Verona

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