03 giugno 2011

intervento a radiopop 3-6-2011 Tosi non vota, parenti e amici, cervelloni e altro

Il sindaco Tosi ha dichiarato che il 12 e il 13 di questo mese non andrà a votare per i referendum.
Chi andrà a votare e voterà a favore dei quesiti referendari, facendo abrogare alcune leggi in vigore, deciderà che l'acqua resta pubblica, cioè un bene comune, che le centrali nucleari non si faranno, che Silvio Berlusconi, di fronte alla legge, è un cittadino come tutti gli altri e dovrà presentarsi ai processi che lo riguardano.

Il voto, si dice, è un “diritto-dovere”.
Quando, dopo la caduta del regime fascista, si stabilirono le modalità per le elezioni politiche e amministrative e per i referendum ci fu chi propose di declinarle più sul “dovere” rendendo in qualche modo obbligatorio l'esercizio del voto. Non fu così e perciò si è liberi di non votare.

Perché i referendum siano validi occorre che i votanti siano più del 50% degli aventi diritto. Uno di meno e il referendum salta.
Quindi chi non va a votare, nel caso in questione, contribuisce a rendere nulla la consultazione ed è come dicesse no ai quesiti referendari e le leggi che consentono di costruire le centrali nucleari, che danno l'acqua ai privati e che consentono a Berlusconi di non essere processato continueranno ad essere in vigore.

Dunque, stando così le cose, il sindaco di Verona è per le centrali nucleari, per l'impunità del presidente del consiglio, per dare l'acqua ai privati.

Da alcuni giorni la stampa quotidiana e settimanale racconta di amici e parenti di uomini politici della Lega veronese favoriti con sistemazioni in Enti pubblici.
L'elenco comincia ad essere lungo( ne abbiamo parlato anche noi) e si aggiungono sempre nuovi casi.
Si racconta della moglie di Tosi promossa fulmineamente da impiegata a dirigente con stipendio triplicato in Regione dove suo marito era assessore. Parlano del presidente leghista della azienda trasporti veronese, Soardi, rinviato a giudizio (con la moglie) per uso allegro e disinvolto di soldi pubblici.
Senza muoversi dalla sua poltrona di presidente, o dal suo seggio di sindaco di Sommacampagna, presentava al rimborso, tra l'altro, pacchetti di scontrini di cappuccini mai bevuti nei bar di piazza Erbe, scontrino procuratigli da un compiacente gestore . Quando si dice lo stile.
Si è dimesso da presidente dell'azienda trasporti ma resta sindaco del suo paese.

Parlano del deputato leghista Bragantini al quale un provvido emendamento al piano casa della regione consente l'ampliamento di un condominio di proprietà del padre.

Parlano di un presidente leghista di un ente pubblico veronese che, in occasione di ricorrenze, fa comprare regali per i dipendenti, per decine di migliaia di euro, nel negozio della moglie. Parlano della sindaca leghista di San Stefano di Zimella che si trova sequestrati dalla magistratura due appartamenti e la macchina nuova comperati con i soldi delle tangenti che il padre, pure lui notabile leghista e dipendente dell'ufficio dogana, intascava dagli industriali della concia.

Parlano di amici e parenti assunti in altre aziende pubbliche dirette sempre da leghisti.
Saremo costretti a rimpiangere il leghista duro e puro Flego, quello che in consiglio comunale diceva che i gay bisogna farli capponi?

La consigliera Cametti di AN presidente della commissione cultura del consiglio comunale, una ne fa e cento ne pensa. Non passa settimana che una sua proposta non abbia l'onore di uno spazio con titolo accattivante su “L'Arena”.

L'ultima: la costituzione della associazione ”Qui e adesso” “Cervelloni in pista per la città futura”.
Questo il titolo dell'articolo.
Il compito: “..il progetto muove dalla necessità di difendere, serbare e se possibile valorizzare il patrimonio immenso lasciato da secoli di civiltà elevatissima” e segue un lungo elenco di nomi alcuni, pochissimi, noti per i più vari motivi, ma, i più, sconosciuti.
Una docente universitaria , alcuni commercialisti, consulenti finanziari, alcuni bancari, un assicuratore, i consoli onorari di Olanda e Ungheria, avvocati...
Non c'e nessuno della Letteraria, della Accademia, della biblioteca comunale, della biblioteca Capitolare, dei Musei....

Penso siano tutte brave e volenterose persone; non c'è alcun dubbio, ma non riesco a capire cosa dovranno e potranno fare. Penso non lo sappiano neppure loro.
La mia impressione è che tra poco comincerà un fuggi fuggi generale e ognuno di loro tornerà a fare quello che ha sempre fatto.

E poi a Verona non c'è un assessorato alla cultura che, quello si, ha il compito istituzionale di coordinare per quanto possibile quanti in città si occupano non solo di eventi culturali ma soprattutto di conservazione, valorizzazione e diffusione del nostro patrimonio culturale e di coordinare coloro che agiscono in tale settore?

Qualcuno sostiene che alla base di questa stralunata iniziativa ci sia una insofferenza reciproca tra la presidente della commissione cultura del consiglio comunale Lucia Cametti e l'assessore alla cultura Erminia Perbellini. Sarà; ma intanto vanno alla grande solo sagre paesane e simili.

Ho detto all'inizio che la Cametti una ne fa e cento ne pensa ma sarebbe più giusto dire che cento ne fa e, quando va bene, una ne pensa.

E' stato nominato il nuovo presidente dell' Esu, l' Ente regionale per il diritto allo studio, un certo Francullo.
Sentite come lo descrive “L'Arena” : cresciuto politicamente nel centro destra area Alleanza nazionale poi passato anche alla Lega, fedelissimo anche dei fratelli Giorgetti, amico anche dell'area Brancher, molto vicino anche al sindaco Tosi, che a sua volta è anche vicino al rettore Mazzucco”.

Non ci sono parole.

Giorgio Bragaja

i precedenti interventi e altro si possono trovare su: giorgiobragaja.blogspot. com
e sul sito di Radio Popolare Verona

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