intervento a radiopop 14-9-2011 su Brancher e Tosi, il Mattarellum, e altro.
Dunque il sindaco Tosi e Brancher (l'ex ministro più veloce del mondo; dopo soli diciassette giorni l'hanno costretto a dimettersi) hanno fatto la pace e con i sodali Pisa,Venturini, Polato...... davanti ad una tavola imbandita hanno posto le basi per la prossima campagna elettorale per la riconquista del Comune e per l'occupazione di qualche altro posto nelle banche veronesi (così si spiega la presenza al desco anche dell' avvocato Carlo Alberto Munari consigliere della Fondazione Cariverona )
Brancher poche settimane fa ha visto riconfermata in via definitiva la sua condanna a due anni di reclusione per ricettazione e appropriazione indebita e l'associazione “Lago di Garda tutto l'anno” costituita dai Comuni delle tre sponde di cui Brancher è presidente l'ha contestato duramente ritenendolo incompatibile con le finalità della associazione stessa. Ma negli stessi giorni Brancher è stato nominato dal governo Berlusconi a capo di un nuovo Ente pubblico con sede a Verona in lungadige Capuleti 11 con ricca dotazione di 160 milioni di euro e dunque la sua amicizia per qualcuno è tornata di nuovo preziosa e ricercata.
Un milione e duecentomila cittadini hanno firmato la richiesta per indire un referendum per cancellare la vigente legge elettorale. Tra questi anche molti veronesi. Io non ho firmato.
La vigente legge è stata voluta dal leghista Calderoli e battezzata dallo stesso come “Legge Porcellum” tanto è schifosa e antidemocratica.
La precedente legge pensata e voluta dal deputato del centro sinistra Mattarella fu soprannominata “Mattarellum” dal politologo Sartori per denunciarne il carattere punitivo verso una libera e democratica espressione del voto.
Per alcuni è addirittura peggiore del “Porcellum”.
Si farà il referendum per passare dal “Porcellum” al “Mattarellum”. Non capisco e so che molti non sono d'accordo con quello che ho detto.
Giuseppe Brugnoli, già direttore de “L'Arena”, si è conservato uno spazio settimanale sullo stesso giornale, una rubrica, “Il canton del Bepi”, nella quale scrive, in un italiano impeccabile anche se un po' troppo aulico, di fatti e di persone di Verona cogliendone spesso aspetti sfuggiti ai più.
Il che non vuol dire che io sia sempre d'accordo con lui.
Per esempio consideriamo due degli ultimi “cantoni”.
In uno ha santificato l' ex sindaco di Verona e presidente della Banca Popolare Giorgio Zanotto.
Ognuno si sceglie i propri santi ma forse sarebbe stato opportuno ricordare oltre le sue benemerenze anche la vicenda delle sanatorie edilizie con annessa rocambolesca scomparsa dei documenti di prova nelle acque del Canal Grande durante il loro viaggio verso la corte d'Appello, e anche che, anni fa, quando “L'Arena” era in difficoltà finanziarie e stava per essere
acquisita dall'editore di Repubblica ,Zanotto presidente della Popolare, la notte prima della conclusione della transazione riunì il consiglio di amministrazione della banca e buttò sul tavolo della trattativa alcuni miliardi bloccando così ogni possibilità di cambiamento.
Erano soldi della banca, non suoi, ma dei cittadini che li avevano versati, di tutti i cittadini anche di quelli che avrebbero voluto un giornale diverso da “L'Arena”, diverso da come era e da come è.
Nell'altro prendendo spunto dalla ricorrenza di un episodio della Resistenza svoltosi alle Poste, oggi piazza Viviani, fa un breve elenco dei protagonisti della Resistenza veronese.
E' uno scritto partecipato e commosso ma tutto bianco. Non c'è traccia di rosso.
Eppure a Verona ci sono stati anche Bertin Zampieri, Emilio Moretto, Miro Marchi, Vittorio Ugolini, Aldo Petacchi...che proprio bianchi non erano.
Evidentemente all'amico Brugnoli, già direttore de “L'Arena”, è rimasto un po' del daltonismo che, come un virus, colpisce tutti i direttori di quel giornale.
Poi, cessata la funzione, il virus scompare. Non del tutto, però.
Come si sa nella passata stagione calcistica la squadra dell' Hellas-Verona su 38 partite è stata multata per ben 20 volte per cori e striscioni razzisti per un totale di quasi 100 mila euro.
Domenica scorsa nuova multa di 7 mila euro sempre per gli stessi motivi e l'AGSM azienda di servizi, con socio unico il Comune e con presidente il segretario provinciale della Lega, ha scelto di sponsorizzare con un mucchio di soldi proprio l'Hellas-Verona.
Verona ha due squadre di calcio. L'altra è il Chievo in serie A. Ma il Chievo non è mai stato multato per cori e striscioni razzisti e dunque non ha bisogno di soldi pubblici per pagare le multe.
Il presidente dell'Hellas Martinelli, che tutti dicono essere una brava persona, non potrebbe, anche nell'interesse della squadra, che tutti vogliamo arrivi in serie A, darci un taglio con questa tifoseria?
Altrimenti vien naturale pensare che certe sponsorizzazioni siano anche condizionanti.
Nei giorni scorsi su un terreno comunale, e con il permesso della giunta, estremisti di destra di Forza Nuova provenienti da tutta Italia hanno tenuto un corso di arti marziali accompagnato e arricchito da urla guerresche di stampo nazista e razzista suscitando le proteste degli abitanti del quartiere. Qualche ingenuo si è chiesto come sia possibile.
Per finire in bellezza: sul settimanale della diocesi “Verona Fedele” don Fasani è tornato alla grande a parlare di politica
Con un lungo articolo loda Marchionne e si lamenta che ce ne sia uno solo, lancia anatemi contro la FIOM, contro il teologo Mancuso, contro la magistratura e persino contro la Marcegaglia che critica il governo.
Non una parola sull'amico Silvio con il quale “ce l'hanno tutti - parole sue, di don Fasani-solo perché gli piacciono le donne”.
Pensiero un po' irriverente: se al tempo di Sandro Pertini Presidente della Repubblica ci fosse stato un presidente del Consiglio come Silvio Berlusconi cosa avrebbe detto e fatto il Presidente della Repubblica Sandro Pertini?
Giorgio Bragaja
Questo intervento e i precedenti si trovano su: giorgiobragaja.blogspot.com
e sul sito: radio popolare Verona
15 ottobre 2011
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