16 dicembre 2011

Intervento a radiopop-16-12-11 iniquo, quella del Vajont, quelli di Pound, ca' del Bue

Iniquo. E' il vocabolo più scritto, più detto in questi giorni.
Ogni pagina di giornale ne è piena, ogni telegiornale ne è pieno, tiene banco in ogni dibattito televisivo .
Usato soprattutto dai sindacati, tutti, per accusare, per condannare le scelte della manovra del governo definita, appunto, iniqua. Usato da Confindustria e Governo per negare le accuse di iniquità.

I vocabolari della lingua italiana danno questa definizione di iniquo: “volto deliberatamente al male con volontà cosciente di sopraffazione e di ingiustizia”.
E se è giusta la definizione di “iniqua” riferita alla manovra del governo Monti-Marchionne, governo probabilmente integerrimo ma sicuramente reazionario, la risposta dei tre sindacati di nuovo uniti, tre ore di sciopero generale, è stata adeguata?
O è stata una risposta ritenuta doverosa ma timida e del tutto inefficace?
Così tanto per non fare del tutto brutta figura?

A Firenze un neo nazista, abituale frequentatore dell'associazione Casa Pound, ha ammazzato due ambulanti senegalesi e ne ha ferito altri tre.

“L'Arena” il giorno dopo scrive della vicenda riferendosi a Casa Pound come un qualsiasi centro sociale di destra senza un cenno ai contenuto ideologico e politico di questo “indistinto” centro sociale, poi, però, siccome tutti i giornali nazionali (o quasi tutti ) dicono come stanno le cose e cioè che Casa Pound è un ricettacolo di idee e simboli del cosiddetto fascismo del terzo millennio, si adegua ma molto timidamente perché Casa Pound a Verona ha sostenuto, e sostiene, il centro destra che amministra la città.
Inoltre l'assessore regionale alla cultura, la signora Donazzan, quella che, quando c'è una manifestazione di omosessuali, espone davanti all'ingresso di casa sua una cassetta di finocchi, è una assidua frequentatrice di Casa Pound Verona.

Si adegua timidamente, “L'Arena”, ma abbastanza. Tanto da pubblicare una foto di un paio di anni fa nella quale si vede Maurizio Boccacci, il veronese capo della estrema destra arrestato ieri a Roma con le accuse di associazione a delinquere finalizzata all'apologia del fascismo, alla diffusione dell'odio razziale ed etnico, accolto affettuosamente a Verona da Andrea Miglioranzi l'attuale capogruppo della lista Tosi in Consiglio Comunale.

L'occasione era quella di un raduno pseudo culturale in una località periferica. Per aiutare i convenuti a raggiungere quella località avevano installato una segnaletica stradale provvisoria con la scritta “Camelot 88”.
“88” perché la numero 8 nell'alfabeto italiano è la lettera H e 88 sta per HH e HH sta per Heil Hitler.

Del resto lo stesso Miglioranzi riferendosi alla stima che hanno per lui in Comune, dichiara:” Sanno che siamo alleati seri con una nostra identità, sanno che siamo camerati e fascisti e lo apprezzano”.
Più chiari di così.
Bossi almeno una giusta l'ha detta e cioè quando ha definito Tosi uno stronzo perché a Verona ha fatto entrare i fascisti nella Lega.

Cambiamo argomento.
La casa editrice veronese CR ha pubblicato un libro sul Vajont ma non è la storia della tragedia che provocò migliaia di vittime, è la storia della giornalista che, snobbata da tutti, denunciò per anni il pericolo incombente e, per questo, fu portata in tribunale per diffusione di notizie false e tendenziose dalla SADE la potente Società Adriatica Di Elettricità.

Si intitola “Quella del Vajont: una donna contro”. L'autrice è Adriana Lotto. Quella del Vajont è Tina Merlin la giornalista de”L'Unità” che, nata in quelle montagne, a contatto con la gente del posto aveva capito quello che stava succedendo ne scrisse e, inutilmente, cercò qualcuno che le desse ascolto per evitare la tragedia.

Scrisse che il monte Toc, quello che smottando all'interno dell'invaso della diga avrebbe provocato l'esondazione, si chiamava in realtà patoc, patocco che per la gente del posto. e anche per noi, significa marcio.

A Verona nella nostra Università c'è una facoltà di Scienze della informazione.
Se non l'hanno già fatto dovrebbero indicare questo libro come testo indispensabile alla formazione dei futuri informatori, dei futuri giornalisti.

Ca' del Bue. Ottomila firme di ottomila cittadini contro l'inceneritore portate in Consiglio Regionale.
Non serve, è fuori tempo, è uno spreco, è dannoso per la salute. Fermatelo.

Un paio di giorni fa un tale mi ha fermato per strada e un po' arrabbiato mi ha detto “Perché ce l'ha con Ca' del Bue e poi quella bugia sull'impianto che sarebbe stato innalzato di cinque metri dopo la sua denuncia che l'impianto era stato costruito in un area esposta a possibili esondazioni!”

Era un po' arrabbiato ma educato e io gli risposto altrettanto educatamente che, se non mi credeva, non doveva far altro che riflettere sul perché i camion che si vedono arrivare all'impianto devono fare un tratto in salita e ove questa considerazione da sola non lo convincesse andasse in Agsm e si facesse vedere i primi progetti e quelli definitivi e li confrontasse.

Il progetto per Ca' del Bue era sbagliato fin dall'inizio, non si doveva neppure cominciare.
Non buttate altri soldi, fermatevi.

Da domenica 18 fino all'otto gennaio alla libreria “pagina 12” di corte Sgarzarie mostra e vendita di opere offerte da artisti veronesi in sostegno di radio popolare.

giorgio.bragaja@gmail.com

La trascrizione di questo e dei precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot,com
e su: radio popolare Verona





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