In questi giorni si torna a parlare con insistenza della caserma Passalacqua perchè la Giunta ne sta decidendo il futuro.
La Passalacqua è situata in pieno centro storico, occupa, con i suoi 180 mila metri quadri, un terzo dell'intero quartiere di Veronetta, quartiere diviso solo da un ponte da piazza Erbe e piazza dei Signori.
La caserma era, dal dopoguerra, una sede Nato. Nel 1999 cioè 10 anni fa, decisero che dovesse avanzare di grado, dovesse, cioè, diventare la sede del più importante comando Nato del nord-europa.
La stragrande maggioranza del Consiglio Comunale di allora, sindaca Sironi con la sua Giunta di centro destra e altri, Lega compresa, si dichiararono entusiasti per questa decisione perchè “grande occasione per Verona, 500 famiglie di soldati americani, inglesi ecc. ben pagati avrebbero portato benessere a tutti”.
I contrari in Consiglio Comunale, cioè coloro che, invece, volevano quello spazio per il quartiere, per la città, così, come in altre occasioni, si contarono con le dita di una sola mano .La partita sembrava irrimediabilmente persa.
Fortunatamente, però si era costituito un Comitato di cittadini che in pochi mesi, coinvolgendo personalità del mondo della cultura ma, soprattutto tanti e tanti cittadini (in pochissimo tempo vennero raccolte più di 5000 firme) riuscì a capovolgere la situazione.
Per mesi, instancabilmente, circondarono il Municipio durante le sedute del Consiglio Comunale,mandarono delegazioni, organizzarono dibattiti e conferenze stampa, incontri con parlamentari finchè la maggioranza del Consiglio Comunale filo Nato alzò le mani, si arrese e la Passalacqua divenne patrimonio della città.
Fu uno degli eventi più autenticamente e profondamente democratici vissuti da Verona negli ultimi decenni.
Ne parlarono tutti i giornali nazionali.
Il giornale “L'Arena”che nel sottotitolo si definisce “Il giornale dei veronesi” dedicando, in questi giorni, paginate intere alla vicenda della Passalacqua non stampa una riga per dire come, perchè, ,quando, la caserma diventò veronese, chi furono, di quella vicenda, i protagonisti. Evidentemente per il direttore de “L'Arena” e per i suoi giornalisti le migliaia di cittadini che si impegnarono e ottennero quel risultato straordinario non erano veronesi. Solo uno studente del consiglio di amministrazione dell'Università, scrivendo una lettera al giornale, ha ricordato il “benemerito comitato”.
Ora, in questi giorni, stanno,in pratica, decidendo cosa farne della caserma: propongono, naturalmente, grandi spazi per l'Università, naturamente un grande parcheggio, due campi per il rugby, due palestre, naturalmente case, una piastra polivalente (non si sa cosa sia), altri impianti sportivi....Con la nuova legge e il condono preventivo proposto in questi giorni dal governo Berlusconi la benemerita associazione dei Costruttori Mazzi, Marani e sodali, sta brindando a champagne.
Già l'area di Alte San Nazaro, nel cuore del quartiere, con abitazioni popolari ora abbattute e sostituite con residenze di lusso, è stato già un duro colpo.
Con questa ultima legge si potranno aumentare del 20% tutte le cubature di tutti gli edifici residenziali esistenti e della stessa quantità le aree coperte dagli edifici con altra destinazione. Si potranno demolire e ricostruire con il 30% in più gli edifici costruiti prima del 1989. Tutto questo in deroga e contro i Piani Regolatori e ai pareri degli uffici comunali; basta la certificazione di un tecnico qualsiasi, magari quello della stessa impresa che vuol costruire. Una follia.
La Passalacqua che fine farà con questa legge e con questi amministratori pubblici se nessuno interviene?
Con il Trattato di Luneville del 1801 Verona venne divisa in due: la destra Adige, piazza Erbe, piazza dei Signori ecc, il salotto, ai francesi, la sinistra Adige, San Tommaso ecc. agli austriaci e questa parte fu chiamata dai soldati di Napoleone, un po' sprezzantemente, Veronette.
Veronetta è un quartiere abituato ad assere dimenticato e ad essere ritenuto di seconda categoria e, stretto, come è, tra presenze importanti e invasive: le proprietà ecclesiastiche e militari (non c'è solo la Passalacqua) l'Università che è rimasta un corpo autonomo e separato, e anche la presenza crescente di cittadini stranieri, per l'assenza di un intervento positivo delle istituzioni pubbliche, è percepita da molti come invasione e sottrazione di spazi. Gli stranieri conducono una vita separata, i loro negozi e i luoghi di incontro sono ancora isole separate nel tessuto urbano di Veronetta.
Il Comitato scriveva, dieci anni fa : “Una scelta, per la Passalacqua, che apparisse di second'ordine rispetto a quella prevalente e prestigiosa a favore dell'Università sarebbe l'ennesimo rifiuto di comprendere i bisogni di un quartiere, complesso ma vitale, che potrebbe trasformarsi, grazie ad un sapiente intervento, in un laboratorio avanzato di convivenza civile e di partecipazione”.
Oggi il destino della Passalacqua può diventare il destino di Veronetta.
Ci sono ancora, in qualche luogo,in qualche strada, in qualche circolo, in qualche osteria di Veronetta quei cittadini di dieci anni fa? Se ci sono sarebbe un bene per tutti che si facessero sentire.
Giorgio Bragaja
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