19 aprile 2009

Intervento a Radio Popolare Verona - Zenti e Provolo (31 marzo 2009)

Qualche giorno fa, il 27 di questo mese, due giornali, l'edizione di Verona del “Corriere della Sera” e “Il Verona”, il quotidiano che si distribuisce gratuitamente e che si può trovare anche su Internet, davano la stessa notizia pur con titoli lievemente diversi. Sul Corriere: “Provolo, il vescovo indagato per diffamazione. Atto dovuto.” Su Il Verona: “ Caso Provolo, vescovo indagato sotto inchiesta per le sue parole”. I testi degli articoli erano pressochè uguali; si limitavano a dare la notizia correttamente, senza commenti.

La vicenda è quella, nota, dei reati sessuali che, secondo la denuncia di 67 ex allievi dell'Istituto per sordomuti Provolo e del responsabile della loro Associazione Giorgio Dalla Bernardina, sarebbero stati commessi, anni fa, da alcuni sacerdoti (tra cui anche alti prelati) e laici, sui giovani ospiti dell'Istituto.

Vicende che sarebbero terminate nel 1984 e, per questo, prescritte cioè non più perseguibili.

I due giornali riportavano alcune frasi del vescovo del tipo: “Sono convinto che si tratta di una grossa montatura fatta di menzogne e se il signor Dalla Bernardina voleva fare la guerra doveva corazzarsi e non usare la bicicletta da bersagliere e la baionetta” e “Questo teorema di accuse è una vendetta per non aver ottenuto quello che volevano cioè l'uso gratuito di alcune strutture dell'Istituto”.

Dalla Bernardina per queste dichiarazioni del vescovo si è sentito diffamato e ha sporto denuncia e ora il vescovo Zenti è indagato.
Se si dovesse arrivare al processo dubito che, benchè ci sia la prescrizione, non si parlerà anche dei fatti denunciati dai 67 ex allievi. La prescrizione, penso, riguarda la possibilità di arrivare a un processo e a condanne ma non la possibiltà di ricordare e parlare anche dei fatti che hanno portato alla denuncia per diffamazione.

Ma. come ha detto il Procuratore Schinaia, nessuna strumentalizzazione. Sono d'accordo e infatti se ho fatto riferimento alla vicenda Provolo, senza dare giudizi o fare commenti, è soltanto per mettere in risalto un fatto piuttosto grave che riguarda l'informazione o, meglio, la non informazione, a Verona.

Come ho detto all'inizio due, dei tre giornali veronesi, hanno dato la notizia del vescovo Zenti indagato.
Il terzo giornale no. E, il terzo giornale, è il più grosso, se non il più diffuso, è quello che si definisce, nella testata di prima pagina, ”Il giornale di Verona”, cioè il giornale “L'Arena”.
Non ne ha fatto parola. Ho scorso di nuovo i numeri dal 27 ad oggi: niente, non una riga che sia una riga.

Ora nel nostro Paese, nelle nostre città, le persone, le autorità che contano veramente per l'immaginario popolare, per il senso comune, sono due: il Sindaco e il Vescovo, esattamente come alcuni secoli fa. Del Presidente della Provincia, del Prefetto, i cittadini neanche se ne ricordano.

Ora su Tosi sindaco indagato, processato, è stato scritto e si scriverà. Meglio sarebbe scriverne anche di più. E sul vescovo no? E dire che ogni Domenica questo giornale,”L'Arena”, ci rifila colonne intere di banalità con le quali il vescovo ci da consigli per la nostra vita, indicazioni su come educare i nostri figli, come accudire gli anziani, come affrontare le difficoltà, gli studi, il lavoro, il sesso, il matrimonio...

E di questa persona, una delle due che più contano nella nostra città, di un fatto cosi importante che la riguarda, su “L'Arena” non una parola. E' informazione questa?

Una nota a margine: il giornale “Il Verona” di ieri, 30 marzo, riporta una notizia, anche questa interessante, e cioè di una lettera aperta scritta dal vescovo Giuseppe Zenti a Benedetto XVI sullo spinoso argomento della recente revoca, da parte del papa, della scomunica ai vescovi lefebvriani uno dei quali è il vescovo Richard Williamson, negazionista delle camere a gas; ha detto cioè che sono una montatura

Zenti, che si dichiara d'accordo con le spiegazioni date dal papa del perchè della revoca della scomunica , nella lettera fin troppo ossequiosa anche per un vescovo che si rivolge al suo papa, usa parole ed espressioni, anche letterariamente, un po' esagerate. Definisce il papa Maestro sicuro, cuore sensibilissimo, mente perspicace, Esperto Ammiraglio...Che siano verosimili le notizie di qualche tempo fa, dopo la vicenda Provolo, della possibilità di una sostituzione del vescovo e che il tono della lettera sia un tentativo per scongiurarla?

Giorgio Bragaja

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