Lunedì è iniziato il processo al gruppo violento responsabile della aggressione di Porta Leoni, aggressione che si è conclusa con la morte di Nicola Tommasoli.
Di questo processo hanno parlato e scritto TV e giornali e continueranno giustamente a parlarne e a scriverne.
Il mio intervento di oggi si riconduce ad un episodio apparentemente marginale ma che invece ha comunque a che vedere con i fatti violenti di questi ultimi tempi.
Domenica pomeriggio ho seguito su Telearena le ultime fasi delle partite del Chievo e del Verona.
Finita la partita il cronista, sul campo, malgrado il conduttore dallo studio centrale, imbarazzatissimo, cercasse di frenarlo, si è lanciato in un verboso attacco contro tutti quei giornalisti e quei giornali, contro tutta quella stampa che osano associare i violenti di Porta Leoni e di Piazza Viviani a una certa tifoseria della società calcistica Hellas-Verona.
Il giorno dopo ho appreso dai giornali che anche durante quella partita era apparso in curva sud l'infame striscione: “Fora i butei” cioè: fate uscire dal carcere quei bravi ragazzi, i butei, indipendentemente dal fatto che, a causa loro, un vero bravo ragazzo sia morto. Uno striscione tra il mafioso e l'affettuoso. Tipico.
E' vero che la curva sud è fatta anche da migliaia di tifosi normali ed è ancora vero che gli esaltati sono, dicono, poche centinaia ed è infine vero che la maggioranza della curva e le tribune, domenica, hanno fischiato l'esibizione di quella scritta.
Ma un anno fa, due anni fa? Cioè prima di Porta Leoni, dell'agressione di Porta Leoni, quanti infami striscioni e simboli e cori nazisti sono apparsi nella curva sud senza che qualcuno dissentisse? C'è voluto il morto e, per qualcuno, neppure quello basta?
Qualcuno, compreso il cronista di cui sopra, si è chiesto, seriamente, se ci sia un qualche motivo, una qualche ragione del fatto che, invece, mai nessun tifoso del Chievo sia stato coinvolto in episodi violenti?
Ci sarà una qualche responsabilità o, viceversa, un qualche merito, delle società sportive, dei presidenti, dei calcio-club, se, nello stesso stadio, nella stessa curva, cambiando gli attori cambia anche il copione?
Ed è un fatto riconosciuto che il tifo violento, quello di parte della curva sud dell'Hellas-Verona, quello del manichino nero impiccato, quello che, in contrapposizione alle bandiere arcobaleno con la scritta Pace, espone striscioni con la scritta Pache (botte) è stata creato, nutrito ideologicamente e politicamente dall'estrema destra veronese.
Il commento del dopo partita di domenica scorsa non aiuta nè i “butei” che sono “dentro” nè quelli che sono fuori.
Giorgio Bragaja
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