19 aprile 2009

Intervento a Radio Popolare Verona - Tasse e SS Apostoli (03 febbraio 2009)

Oggi parliamo di tasse, di servizi pubblici e di chiese con le crepe.
Come è noto per alcuni servizi pubblici: asili nido, scuola materna, case dell'Agec ecc. si formano delle graduatorie sulla base dello stato di famiglia, della residenza, del reddito....
I cittadini, le famiglie veronesi, fanno domanda e, sulla base di questi requisiti, avranno, o no, la casa, l'asilo nido per ifigli. Cioè anche sulla base del reddito dichiarato che, però, spesso non corrisponde a quello vero.
Ci sono due categorie di contribuenti: una è quella di chi, come per esempio gli insegnanti, gli autisti degli autobus, i dipendenti dell'Amia, gli operai, gli impiegati degli enti pubblici o privati, i polizziotti, i carabinieri i finanzieri, hanno la busta paga e con quella fanno la dichiarazione dei redditi (automatica alla fonte). Non scappa un euro.
L'altra categoria non ha la busta paga, ha un un reddito professionale: artigiani, avvocati, commercialisti, gioiellieri, architetti, commercianti ecc. hanno un reddito non certificato da un datore di lavoro ma certificato da loro stessi, sulla loro parola.
Bene, anzi male. L'Italia, e Verona è in Italia, è il Paese nel quale, più che in altre parti del mondo, si ritiene che sia giusto non pagare le tasse. Però lo fa chi può perchè, come ho detto, l'operaio, l'insegnante ecc. non possono, gli altri si.
Ogni anno a Verona la Guardia di Finanza individua un bel numero di evasori e recupera un bel po' di soldi. Una recente valutazione della Agenzia per le Entrate, cioè lo Stato, ha rivelato che il mancato entroito per evasione fiscale in Italia corrisponde, all'incirca, a 100 miliardi di euri l'anno. 100 miliardi! Uuna cifra pari a tutta la spesa sanitaria nazionale. Se tutti pagassero le tasse si potrebbe, contemporaneamente raddoppiare il numero degli asili nido, raddoppiare la spesa per la ricerca, aumentare del 45% tutte le pensioni.
L'evasione fiscale comporta anche un'altra palese ingiustizia. A Verona, per esempio. Prima ricordavo che per avere diritto ad alcuni servizi come asili nido, scuole materne, case dell'Agec ecc. bisogna presentare la denuncia dei redditi e, allora, può succedere, e succede, che un architetto o un commerciante che guadagna 100 ma denuncia 10 può mandare suo figlio all'asilo nido pubblico mentre l'impiegato o l'operaio che guadagna 50 e denuncia 50, no, non può, suo figlio resta a casa.
Per anni ho chiesto che Comune e Guardia di Finanza di Verona collaborassero e intrecciassero le loro documentazioni in modo da eliminare questa ingiustizia.
Cioè: chi fa domanda per avere un servizio dal Comune, scuola materna, casa o altro, deve sapere che la sua dichiarazione dei redditi, sulla base della quale può o meno avere diritto a quel servizio, sarà sottoposta ad una giusta verifica per impedire che chi ha tanto abbia ancora di più e che chi ha poco abbia ancora meno.
Finora non è stato fatto ma, come si sa, non è mai troppo tardi.

Ora voglio dire qualcosa sulle crepe della chiesa dei Santi Apostoli, quella chiesa più che millenaria che si affaccia in una piazzetta in corso Cavour.
Il parroco è preoccupato perchè il soffitto è pericolante e, da qualche mese, sono apparse crepe sulle murature. E' un monumento bellissimo, del primo romanico e con notevoli opere d'arte all'interno. Ed è, anche , una delle quattro pieve battesimali della città.
Ora tutti sono preoccupati e, siccome lì si è scavato, e si sta scavando, per fare un parcheggio sotterraneo a più piani, tutti, meno l'impresa costruttrice naturalmente, dicono che le crepe nei muri della chiesa sono dovuti allo sconquasso provocato dalle scavatrici tanto più che anche le case attorno hanno avuto gli stessi problemi.
Allora, a parte il fatto che è demenziale pensare di costruire parcheggi sotterranei in pieno centro storico a Verona perchè, per ben che ti vada, la ruspa sbatte contro qualche reperto romano o medioevale e ti capita, come è capitato in piazza Viviani, che i proprietari, sulla carta, del parcheggio dovranno richiudere tutto e, giustamente, pagare anche le spese del ripristino.
Oppure succede che una delle più antiche chiese di Verona si crepi.
Fin qui tutto normale, anzi no ma, purtroppo, va così.
Quello che invece non è normale è che si pretenda di far pagare il danno a tutti i cittadini. Infatti il Comune di Verona ha stanziato 35 mila euri (70 milioni di lire) per un primo intervento e, dice l'assessore Di Dio: “ ne seguiranno altri”.
Perchè deve pagare il cttadino, il contribuente veronese? Non è certo stato l'impiegato dell'AMIA o l'insegnante delle elementari di Borgo Venezia o l'operaio di Galtarossa a fare le crepe nei muri della chiesa dei Santi Apostoli.
Se le crepe dipendono dagli scavi per il parcheggio a pagare dovranno essere o l'impresa costruttrice o i proprietari dei garage o gli sconsiderati consiglieri comunali che hanno approvato quell'intervento.
Purtroppo non si considera mai il fatto che, quando un assessore, un po' su di giri, proclama: “il Comune darà subito 35 mila euri” quei 35 mila euri vengono fuori dalle nostre tasche.

Giorgio Bragaja

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