16 giugno 2009

a radio pop giovani industriali veronesi e Berlusconi

a radio pop 20090616 giovani imprenditori veronesi, Berlusconi e altro


Parlando ai giovani industriali in assemblea generale, dunque anche davanti alla rappresentanza veronese, il presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi, come riportato da tutti i telegiornali e dalla stampa, ha avvertito i cittadini italiani dell'esistenza di un progetto eversivo contro di lui per mettere al suo posto un' altra persona non eletta.

Questo mentre il suo governo con il lodo Alfano, l'attacco forsennato alla magistratura, l'idea di svuotare le funzioni del Parlamento, il controllo dell' informazione attraverso il conflitto di interessi, e il disegno di legge sulle intercettazioni procede verso un vero progetto antidemocratico.

E infine conclude, davanti alla platea dei giovani industriali, alzando il tiro contro i giornali invitando gli imprenditori a non dare pubblicità ai media disfattisti.

Cioè come se avesse detto: voi imprenditori italiani non dovete più fare inserzioni pubblicitarie, cioè dare soldi, contribuire al loro finanziamento, a quei giornali, a quelle riviste, a quelle trasmissioni televisive ( anno zero, report...) che sono critici verso di me.
Basta con le cronache dei processi contro di me, basta con i voli di Stato usati per le mie feste, basta con le veline, il conflitto di interessi....

A quel convegno, o assemblea, nazionale dei giovani imprenditori di Confindustria c'erano, di sicuro, anche i giovani imprenditori veronesi di Confindustria di Verona, probabilmente anche il loro presidente provinciale, mi pare si chiami De Paoli, e avranno ascoltato con l'attenzione dovuta il discorso del capo del Governo.

Bene, penso che i cittadini italiani, e perciò anche i cittadini veronesi, abbiano il diritto di capire alcune cose e per capirle hanno il diritto di fare alcune domande ai rappresentanti degli imprenditori veronesi presenti a quel convegno e il conseguente diritto ad avere delle risposte.

L'invito di Berlusconi, al netto delle previste e ovvie smentite, per le orecchie sensibili degli imprenditori, vecchi o giovani che siano, è stato chiaro: se finora qualcuno di voi ha tenuto aperti i cordoni della borsa con i media, giornali, TV dei miei avversari ora quei cordoni stringeteli forte immediatamente.

La domanda è: anche voi giovani imprenditori veronesi avete capito quel che hanno capito tutti, compreso quelli che dicono di non aver capito?

Se avete capito cosa ve ne sembra?

Siete d'accordo con l'indicazione di Berlusconi oppure la ritenete perlomeno inopportuna, un po' antidemocratica, un tantino facente parte di quel famoso conflitto di interessi del quale non si dovrebbe parlare e che, dunque, proprio perché inopportuna, antidemocratica ecc.. non ne terrete conto?

Oppure, terza possibilità, pensate, anche voi, che Berlusconi sia stato, come dice sempre lui, male interpretato, travisato e a voi non è parso che dicesse cose tanto rilevanti?

Molti cittadini veronesi gradirebbero sentire il vostro parere magari dalle colonne del “ giornale di Verona “ a voi, dicono, molto vicino: “L'Arena”, con una bella intervista condotta da uno dei redattori del quotidiano.

Piccola riflessione sulle dichiarazioni di Berlusconi:

Kant, tanto tempo fa, diceva che chi mente pone se stesso in una condizione simile a quella di Dio perché crea, crea! uno stato delle cose diverso da quello realmente esistente e perciò chi mente presume di avere un potere assoluto sulle persone. La menzogna ha, dunque, un intrinseco carattere tirannico quindi inaccettabile in una repubblica.


PS

Il fratello dell'assessore comunale Di Dio, candidato per il PDL alle recenti elezioni provinciali, aveva tappezzato la città con volantini recanti la scritta “Di Dio c'è” portando così acqua al mulino dei sostenitori dell'esistenza di dio dato che non è stato eletto.
Dio, se esiste, era evidentemente disattento quando invece è stato eletto l'altro Di Dio assessore alle pari opportunità del Comune di Verona quello che aveva detto, al momento della nomina, che di pari opportunità, in questi tempi permissivi, ne avevano più bisogno gli uomini che le donne e che era ora di finirla con un certo vittimismo da parte delle donne.

Giorgio Bragaja

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