a radiopop il 5-5-09 su tunnel e Tommasoli
La maggioranza di destra che governa Verona ha dunque confermato la sua volontà di costruire il tunnel sotto le Torricelle, cioè la più grande opera pubblica dopo i muraglioni sull'Adige costruiti dopo la catastrofica inondazione di fine Ottocento.
Costerà circa 380 milioni di euri di soldi nostri più i soldi che, poi, dovranno pagare gli utenti per i pedaggi. Si calcola che costerà, per chi sarà costretto ad usarla per il lavoro, circa mille euri l'anno.
Due mesi fa, sempre su Radio Popolare, affermavo che il traforo, da Quinto di Valpantena fino all'Adige, in parte sotterraneo e in parte in trincea a cielo aperto, sventrerebbe la collina che fa da sfondo scenografico alla città, e che ne è il polmone verde, porterebbe inquinamento, non risolverebbe il problema del traffico e, consentendo anche il transito dei Tir, comporterebbe elementi di pericolosità.
Basterebbe, invece, completare il collegamento a sud della città. E pazienza se i Tir dei marmisti della Valpantena saranno costretti a impiegare qualche minuto in più per arrivare a destinazione.
In un Paese dalle norme e dalle regole un po' ballerine come il nostro i progetti, tutti i progetti, quasi sempre, vengono poi modificati con le famigerate “varianti in corso d'opera”e con le più fantasiose motivazioni: supposte necessità tecniche, ostacoli imprevisti, anche se facilmente prevedibili, nuove esigenze di traffico..cosicché, per esempio,nel nostro caso, invece di una sola uscita intermedia sotto Avesa, ne potranno fare altre con relative strutture di supporto: autogrill, motel, negozi....
Durante l'esperienza, non breve, che ho fatto nelle commissioni urbanistiche del Consiglio Comunale e del Consiglio Regionale, ne ho viste di tutti i colori: ho visto zone rigidamente vincolate trasformate in aree edificabili, aree a parco letteralmente scomparse dalla cartografia, tratti di fiume diventare cave di ghiaia, territori a destinazione agricola trasformarsi improvvisamente in zone a vocazione commerciale...e di tutto e di più.
Per cui, quando dicono che il tunnel avrà una sola uscita intermedia, dicono quasi sicuramente una balla perché elementari esigenze di traffico ed economiche, vere o, più spesso, inventate, non importa, imporranno modifiche con “varianti in corso d'opera” tragicamente peggiorative.
E insensate. Perché è bene ricordare, e voglio ricordarlo, che non c'è limite all'insensatezza.
Lo sanno i veronesi e lo ricordano, che personaggi di primo piano di Forza Italia con incarichi istituzionali rilevanti, tuttora mantenuti, avevano proposto, sempre in tema di trafori per snellire il traffico, addirittura una galleria sotto i giardini Lombroso, tra la chiesa di San Giorgio e Ponte Garibaldi? E una passerella aerea tra il romano Ponte Pietra e la piazzetta della romanica chiesa di Santo Stefano per poter eliminare “l'ingombro e i noiosi rallentamenti del traffico provocati dal semaforo”?
Lo sanno, e lo ricordano, i cittadini che la proposta di traforo degli anni novanta, pur sostenuta a spada tratta da sperimentati tecnici e progettisti di valore internazionale, prevedeva, contro ogni elementare norma di sicurezza, un' unica canna con due sensi di marcia e con pressoché inesistenti strutture di emergenza?
Questo per dire, se ce ne fosse bisogno, che c'è sempre da aspettarsi il peggio da parte di chi ha pensato e poi ha avuto l' ottusa disinvoltura di trasformare in proposte queste idee balorde e sconnesse da ogni sia pur minimo buon senso.
E, su queste questioni, purtroppo, non c'è stata molta differenza tra Giunte di centro destra, di centro e di centro sinistra. Dispiace dirlo ma è così.
Una volta costruito il tunnel ( o in fase di costruzione) chi si potrà opporre quando proporranno di costruire grandi centri commerciali agli imbocchi o alle uscite con la minaccia che, altrimenti, l'Ente gestore, di fronte alle spese di gestione aumentate (aumentano sempre!) si vedrebbe costretto ad aumentare i pedaggi?
Oppure quando diranno che per non costringere gli utenti a fare tragitti troppo lunghi per raggiungere gli imbocchi o le destinazioni, occorrerà, appunto, fare un raccordo in entrata e in uscita, a Porta Vescovo o in Valdonega?
Verrebbe da dire che l'idea del traforo è tanto stupida e insensata che finiranno per non farlo ma questa considerazione varrebbe in un Paese, e in una città, “come si deve”, per dirla con una espressione un po' demodé, ma non è il nostro caso e poi, lo sappiamo, il cemento, con poco o tanto ferro al suo interno, ha pur sempre il suo peso.
Ora una breve considerazione per l'anniversario dell'uccisione di Nicola Tommasoli.
Qualcuno ha storto il naso per il corteo di giovani che il primo Maggio ha voluto ricordare il fatto. Corteo durante il quale i manifestanti hanno voluto ricordare le comuni radici di intolleranza, legate a ideologie razziste e naziste, che accomunano i diversi episodi di violenza accaduti nella nostra città.
Voglio solo dire che o questa città ha il coraggio di riflettere seriamente, una volta per tutte, e non per pochi giorni, di volta in volta costretta dai singoli episodi, su questi legami, oppure nelle strade, o allo stadio, questi episodi sono tragicamente destinati a ripetersi.
Giorgio Bragaja
11 giugno 2009
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