28 febbraio 2013
intervento per radiopop su Agec e altre cose.
Parlerò di Agec, l'Agenzia Gestione Edifici Comunali di Verona, del Comune di Verona, che, appunto, gestisce migliaia di appartamenti pubblici e che in questi giorni tiene banco tra le tante squallide vicende che percorrono le nostre giornate.
Però, prima, due minuzie.
La scrittrice Paola Tonussi ha dato alle stampe una “Antologia dei grandi scrittori veronesi degli ultimi centocinquant' anni”.
Con una lettera a “L'Arena” Luciano Zenari critica le scelte dell'autrice sia per le esclusioni che per le inclusioni.
Tra le ingiuste esclusioni, secondo Zenari, il poeta Giuseppe Piccoli, lo storico Pier Paolo Brugnoli, l'editrice e saggista Giuliana Pistoso...
Tra le inclusioni, tra gli altri, spicca il nome di Giorgio Gioco che, afferma Zenari, “...stimo moltissimo come ristoratore e chef ma non riesco ad immaginarlo come grande scrittore”.
Neppure come scultore anche se l'onnipresente .....Zucchetta ha patrocinato una sua scultura (di Gioco) per una esposizione alla Gran Guardia.
La scultura si intitolava “Le melagrane” e rappresentava, ovviamente, un grappolo di melagrane a grandezza naturale. Naturalissime.
Infatti, non erano state modellate dalla mano dello chef-scultore che, semplicemente, aveva comprato i frutti in un negozio, gli aveva portati, cosi com'erano, freschi e profumati, in fonderia dove dei bravi artigiani ne avrebbero ricavato il modello in creta, poi in cera, lo avrebbero messo nella fornace, da dove sarebbero uscite, dopo la colata di bronzo fuso, lucide e “come vere”così come sono ora, ornamento sui tavoli del “12 Apostoli”.
Gioco, di suo, ci ha messo solo i soldi per comprare le melagrane dal fruttivendolo.
Qualcuno può dire ma tu ce l'hai con Gioco.
Si, un po', ma per un altro motivo, più serio.
Tutti ammiriamo la bella scultura di Finotti, il Berto Barbarani, in piazza Erbe.
Ma, lì dov'è, non è il suo posto.
Quando fu messa lì un veronese molto importante scrisse: “.....Berto guarda la sua piazza, gli ombrelloni, la fontana con madonna Verona”.
Balle. Se osservate il volto della statua vi accorgete subito che gli occhi non “vedono” gli ombrelloni ma sono fissi verso l'alto ben al di sopra degli ombrelloni, di palazzo Maffei, perfino più in alto della torre del Gardello.
Il perché è semplice: era stata pensata e modellata per essere collocata in piazza San Zeno e gli occhi di Berto puntati sul rosone della basilica.
Gioco riuscì a farla mettere vicino al suo ristorante.
E gli occhi di Berto ora scrutano il cielo per capire “se vien da piovar”.
Agec.
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