28 febbraio 2013
a radio pop 20130226 su fascisti all'università, il rettore e altro.
La storica Alessandra Kersevan doveva presentare un suo libro sulle vicissitudini degli italiani d'Istria, le foibe e le vicende politiche del dopoguerra in quella regione ma non ha potuto farlo perché fascisti e autorità accademiche non l'hanno consentito.
Gino Spiazzi, presidente dell'ANED, la Associazione Nazionale degli Ex Deportati, scrive: “ ...hanno voluto usare una denominazione e una vicinanza temporale per creare una sorta di par condicio rispetto al 27 gennaio “Giorno della Memoria” che commemora la deportazione di antifascisti, ebrei, rom e sinti, omosessuali, partigiani, militari renitenti alla leva da parte dei nazifascisti, e lo sterminio di 11 milioni di persone, quasi fosse possibile una “comparazione” tra i progetti di sterminio del nazionalsocialismo e altre dolorose vicende, in una inaccettabile e oscena guerra delle memorie.
Certo non tutte le interpretazioni storiche possono essere condivisibili, ogni ricerca storica può essere dibattuta, ma non con la forza come è avvenuto facendo chiudere aule, togliendo la corrente elettrica dell'intero piano per vietare la proiezione di fotografie dell'epoca, consentendo l'irruzione di uno squadrismo fascista che conosciamo bene, lo abbiamo patito. Tutto questo non fa onore all'Università, ma, soprattutto, getta una ennesima luce sinistra sulla cultura politica della città di Verona.
Attendiamo le scuse del Rettore insieme a quelle del mondo accademico veronese, certo nei riguardi della relatrice, delle studentesse e degli studenti che hanno avuto una ben triste testimonianza da parte della istituzione, ma anche a noi che abbiamo consumato la vita per non vedere più l'uso della forza per impedire il libero dispiegarsi delle idee.”
E, così, interviene anche l'ex senatrice Tiziana Valpiana:
“Gentile signor Rettore, sono rimasta basita nel leggere alcuni degli argomenti della lettera con cui Lei, cedendo alle pressioni di una ben precisa parte politica, proponeva al professor Romagnani di annullare una conferenza storica, che trova proprio nell'Università la sua collocazione più naturale.
Lei scrive:”....l'impressione estremamente forte è che non si giustifichi la coincidenza di questa conferenza con il tempo della commemorazione....c'è un tempo per la pietà e un tempo per la scienza”.
Contrariamente a quanto Lei sembra credere, signor Rettore, la legge chiede espressamente di...”rinnovare la memoria di quelle vicende” e dunque ritengo molto gravi le sue affermazioni che contrastano con il dettato legislativo e che impediscono una iniziativa non solo del tutto legittima ma auspicata dalla legge stessa. Sarebbe stato opportuno da parte della importante istituzione culturale che Lei presiede, prima di giudicare e reprimere, almeno ascoltare.
Auspico che l'Università di Verona possa nel futuro farsi promotrice di iniziative per diffondere la conoscenza della complessa vicenda del confine orientale anziché vietare quelle organizzate e, attraverso il confronto delle idee, diventare un baluardo di cultura democratica anziché spettatrice impreparata di squadrismo fascista.”
Dunque, nella nostra bella Verona, dove già abbiamo nelle cariche amministrative più importanti:
Flavio Tosi, sindaco, condannato in via definitiva per razzismo
Matteo Bragantini, deputato Lega, condannato in via definitiva per razzismo
Luca Coletto, assessore del Comune di Verona, condannato in via definitiva per razzismo
Maurizio Filippi, presidente Parco Scientifico “Star”, condannato in via definitiva per razzismo
Enrico Corsi, assessore del Comine di Verona, condannato in via definitiva per razzismo
Barbara Tosi, nel Cda della Cassa di San Miniato, condannata in via definitiva per razzismo
Massimo Mariotti, che indossa la camicia nera quando presiede il Consiglio comunale di Verona, è presidente Acque Veronesi.
Andrea Miglioranzi (Forza nuova e poi Lega), che compone e canta in lode del capitano
delle SS Priebke, è presidente Amia..
Probabilmente, dimentico qualcuno.
.......si aggiunge ora un Rettore che se la prende con gli studenti democratici aggrediti dai fascisti.
Con tutto questo abbiamo fatto il pieno. Non serve altro.
Giorgio Bragaja
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