17 febbraio 2013
a radiopop luglio 2012 varie di fine estate
La stagione degli spettacoli al Teatro Romano è andata molto bene.
Gli spettatori sono aumentati e le rappresentazioni si sono mantenute al solito buon livello come del resto c'era da aspettarsi conoscendo bene, e da lungo tempo, fin dalla mia esperienza in consiglio comunale, le capacità e l'esperienza del responsabile del settore cioè chi, in definitiva, ha più voce in capitolo per quel che riguarda la scelta degli spettacoli, dei registi e quant'altro: Savorelli.
La stagione degli spettacoli lirici in Arena è andata molto male .
Non conosco altrettanto bene le capacità e l'esperienza del responsabile del settore, Girondini, però, pur essendo forse vero che l'abito non fa il monaco, se penso a certe sue mises viste in qualche occasione mondana, capigliatura parruccata e fusciacche addominali violacee, qualche dubbio sulle sue scelte per gli spettacoli in arena poteva essere più che legittimo.
Quando il sindaco Tosi era assessore in Regione si portò dietro Girondini e lo nominò responsabile del settore cultura.
Quando Tosi tornò a Verona per fare il sindaco riportò con sé anche Girondini e lo nominò sovrintendente dell'Ente Lirico.
Tosi-Girondini è così diventato un binomio inscindibile.
Non risultano tracce importanti del lavoro di Girondini in Regione. Invece, ci sono tracce importanti del suo lavoro a Verona.
In arena spettatori in calo, livello artistico degli spettacoli a dir poco deludente.
Il suo sodale, Tosi, non è da meno.
In città non una mostra dignitosa. Castelvecchio, Palazzo Forti, Palazzi Scaligeri, Gran Guardia, come morti.
Mantova, Ferrara, Brescia, Trento, Vicenza, Padova, Rovereto, per non dire di Venezia, allestiscono mostre in continuazione e mai men che dignitose, spesso di alto livello.
Tosi ha preteso per sé anche l'assessorato alla cultura e pensa perciò che sia suo compito principale dare la caccia ai turisti, soprattutto giovani, che mangiano panini sugli scalini della Domus Mercatorum in piazza Erbe e a chi gli fa osservare che i giovani turisti con pochi soldi di oggi tra cinque, dieci anni potrebbero essere i turisti che portano molti soldi a Verona, risponde, all'unisono con quel genio dell'ex presidente degli albergatori veronesi di confindustria, tale Cavara, che è meglio un uovo oggi che una gallina domani.
Oggi le multe a chi mangia un panino in piazza Erbe.
Tra qualche settimana salsicce a volontà in piazza dei Signori per le sagre degli amici tirolesi dell'assessore Corsi e del sindaco Tosi.
Del resto Tosi è pur sempre quello dei “quattro sassi” . Cioè i reperti archeologici.
Un paio d'anni fa un noto imprenditore veronese mi disse di aver affidato, perché fosse esposta, la sua ricca collezione di quadri (impressionisti e non solo) al Mart, il museo di Rovereto e non a qualche istituzione veronese perché qui non se la meritavano.
In Tv ( se ricordo bene sulla rete “7” ) una conduttrice che, a pare mio, non l'ha molto in simpatia, gli ricorda che lui, Tosi, ha dichiarato di avere tre pistole. E Tosi risponde: ”Si, è vero; è perché sono stato minacciato e ho anche un fucile con la licenza di caccia”.
Tre? Una per un aggressore rom, una per un aggressore marocchino e una per un aggressore albanese?
Non ha fatto una gran bella figura. Forse il suo suggeritore, il capo ufficio stampa Roberto Bolis, è in ferie.
Sul tema delle alleanze Tosi ha dichiarato l'altro giorno: “ per il prossimo governo la Lega non dovrebbe guardare il colore politico di chi ha di fronte”.
E' vero. Lui non ha bisogno di guardare. Va sicuro. A occhi chiusi. Infatti il responsabile della sua campagna elettorale è stato tale Andrea Miglioranzi, esponente della destra veronese più estrema, che senza pudore alcuno dichiara apertamente di essere fascista.
E, siccome ha lavorato bene, ora Miglioranzi è diventato anche presidente dell'Amia con relativo lauto emolumento.
Se osserviamo il panorama degli eletti in cariche istituzionali e dei nominati alle presidenze e nei consigli di amministrazione degli Enti pubblici, Verona si conferma come la città più a destra d'Italia.
Ma non è una novità.
Giorgio Bragaja
I precedenti interventi si trovano su: Radio Popolare Verona
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