14 novembre 2009

Parcheggi e Ludwig

Riprendiamo dopo la lunga pausa estiva queste conversazioni a radio popolare.
Come nei mesi passati parlerò, quasi esclusivamente, di fatti, persone, avvenimenti veronesi ritenendo che, su vicende nazionali, parleranno tanti altri sicuramente più informati di me. E anche perché ritengo, per antica esperienza, che parlare di Verona (o di qualsiasi altro luogo del nostro Paese) spesso è come parlare di tutto il Paese.
Oggi vi parlerò di due fatti, uno in svolgimento in questi giorni e l'altro più lontano nel tempo ma riemerso in questi giorni con alcuni aspetti inquietanti.

Il primo: i contestati (giustamente) parcheggi sotterranei in particolare quello di San Zeno e quello di piazza S.S Apostoli.
E' vero che il piano dei parcheggi era stato approvato dalla precedente Giunta di centro sinistra, quella di Zanotto, ma è anche vero che, ancora prima, era stato preparato e approvato dalla giunta Sironi con relativa maggioranza di centro destra cioè con il voto di alcuni dei partiti che ora sono fieramente contrari.

Per il parcheggio di San Zeno, in piazza Corrubio, Zanotto ha precisato che Corsi e Tosi, rispettivamente assessore alla viabilità e sindaco, raccontano balle quando affermano che non si può tornare indietro perché l'iter burocratico è troppo avanti e il Comune avrebbe dovrebbe pagare una forte penale.

Zanotto ricorda che lui, Zanotto, si era limitato a inserire il parcheggio di San Zeno nel piano triennale delle opere e che si era fermato a quell'unica azione ufficiale e che è stato Tosi a voler procedere nell'iter burocratico e a far avanzare l'opera mentre poteva agevolmente bloccarla senza conseguenze di risarcimento alla ditta costruttrice e Zanotto ha ragione.

Però,aggiungo io, che è un altra balla affermare, come fa Corsi, che il risarcimento alla ditta costruttrice sarebbe altissimo. Non è vero perché, per esempio, uno degli elementi che ci ha consentito di bloccare il parcheggio di piazzale Cadorna è stata la tesi che sarebbe bastato sollevare la questione del pericolo per la salute dei cittadini per l'inquinamento provocato dai gas di scarico soffiati nell'aria dagli sfiatatoi e dalle rampe di entrata e uscita del garage per bloccare la costruzione e la penale si sarebbe ridotta al pagamento delle sole spese di progettazione. Cioè poca cosa

Per quel che riguarda l'altro parcheggio, quello della piazza S.S. Apostoli con il danneggiamento della omonima chiesa dovuto agli scavi a pochi metri dalle sua fondamenta, nel febbraio scorso qui, a radio popolare, dicevo che era assurdo che si pretendesse di far pagare il danno a tutti i cittadini e che il Comune avesse già versato 35 mila euri e che si apprestasse a versarne altri.

Se le crepe nei muri della antica chiesa dipendono dagli scavi per il parcheggio a pagare dovranno essere o l'impresa costruttrice o i proprietari dei garage o gli sconsiderati consiglieri comunali che hanno approvato quell'intervento.
Nessuno ne ha più parlato forse perché la ditta che sta facendo il parcheggio è la stessa che vuole fare il tunnel sotto le Torricelle e, si sa, gli affari sono affari.
Qualche consigliere comunale di opposizione può chiedere spiegazioni?


Ora veniamo all'altro fatto che come ho detto è molto lontano nel tempo ma che oggi si ripresenta con aspetti inquietanti.

Gianni Cantù era (ora è da tempo in pensione) il più preparato “cronista di nera” de “L'Arena”.
Ha scritto anche dei libri ma era soprattutto il giornalista della cronaca nera e aveva entrature serie presso la Questura, i carabinieri, la polizia politica( oggi Digos) la Prefettura e in un giorno di agosto di quest'anno rilascia un intervista ad un giornale nazionale, intervista che viene ripresa da “L'Arena” il 24 agosto.

L'intervistatore è Stefano Lorenzetto anche lui è stato giornalista de “L'Arena” e perciò conosce bene il Cantù.
Si parla della vicenda Ludwig cioè di quella mattanza in stile nazista (quindici assassinati) commessa dai veronesi Furlan e Abel tra il 1977 e il 1984.
Sostiene il Cantù che quando tentarono di incendiare con una tanica di benzina la discoteca di Castiglione delle Stiviere affollata di ragazzi e ragazze e furono invece arrestati necessariamente dovevano essere stati accompagnati e assistiti da un altra persona.

Una terza persona che, dice il Cantù, “ oggi, 2009, è un personaggio molto in vista che ha ricoperto incarichi pubblici ed era il rampollo di un imprenditore ricchissimo”.
Un identikit perfetto. Non resta che la caccia al tesoro cioè al complice. A Verona il campo non è tanto esteso.

Cantù non dice penso, presumo, che dovesse esserci una terza persona, no. Ne descrive con precisione le caratteristiche, quasi l'identità. Personaggio pubblico, rampollo di un imprenditore ricchissimo che, altro particolare, “accompagnò Abel e Furlan con la sua Mercedes”.

Cioè Cantù afferma, in pratica, di sapere chi era il terzo uomo, il complice di Ludwig.

All'epoca anch'io su “L'Unità” avanzai l'ipotesi del terzo uomo scrivendo che era difficile che i due fossero andati in giro in motorino, motorino che non si è mai trovato, con una tanica di benzina sul manubrio. Ma la Magistratura decise che i due avevano agito da soli.
Non ne fui (e non ne sono ) convinto ma tant'è.

Ora però il fatto strano, e un po' inquietante, è che, dopo l'intervista a Cantù dell'agosto scorso, dopo quasi due mesi, “L'Arena”, non abbia ripreso l'argomento magari per dire che era un pezzo giornalistico di colore, estivo, senza importanza.
Niente, silenzio.
Forse sarebbe bene che qualcuno (magari “chi di dovere” come si diceva una volta) intervenisse per spiegare, chiarire o smentire. Altrimenti seguendo le indicazioni di Cantù ognuno di noi può sbizzarrirsi a dare un qualsiasi nome a quel rampollo figlio di ecc. ecc e, per dir la verità, non mi sembra una gran bella cosa.

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