28 luglio 2009

Dunque l'Autodromo in provincia di Verona, a Trevenzuolo, si farà.
Motor City, la Città dei motori, approvata e voluta dalla maggioranza di destra in Regione e in Provincia, coprirà, con con una desolata gettata di cemento, prati e coltivazioni.

Una vera e propria città con parcheggi sotterranei per 18 mila automobili, un Parco giochi da fare invidia a Disneyland, 400 appartamenti, un Centro commerciale di 180 mila metri quadrati con all'interno una copia di piazza Erbe (!), alberghi per 1100 stanze e una pista lunga 7 chilometri sulla quale sfrecceranno i bolidi della Formula Uno, le moto dei Gran Premi. Volume complessivo degli edifici 7 milioni di metri cubi. L'investimento, affermano i promotori, sarà superiore al miliardo di euri.

Una demenziale idea, ora in via di realizzazione, che ha avuto la contrarietà di quasi tutti i Comuni vicini, tranne Trevenzuolo e Vigasio. Il Sindaco di Isola della Scala, tale Miozzi (AN poi PDL) si era dichiarato contrario ma poi, eletto Presidente della Provincia, ha detto che va bene. Come Berlusconi. Dico una cosa e poi la smentisco.

Il Presidente della limitrofa Provincia di Mantova dichiara, invece, di essere nettamente contrario perché, “tra l'altro- afferma - una struttura cosi grande potrà attrarre gli appetiti della malavita organizzata”.

Il coro dei favorevoli lo accusa di fare allarmismo per invidia e dicono che se ha prove vada dai carabinieri.
Come se nel nostro Bel Paese cose del genere, cioè penetrazione di mafia, camorra e ndrangheta dove volano appalti e miliardi, fossero un eccezione.

I promotori dell'opera dicono che una struttura del genere c'è anche in altre parti del mondo come ad Abu Dabi, Indianapolis, Singapore. Appunto, mi pare un buon argomento per non farla.

Se ricordo bene Cansignorio, Signore di Verona, portò sull'orlo della rovina finanziaria la sua famiglia per aver speso molti denari (suoi e dei cittadini) per abbellire la città e la provincia.

Opere da lui volute e realizzate furono alcuni dei palazzi della reggia degli Scaligeri, la fontana di Madonna Verona con relativo acquedotto dal Lorì di Avesa, la torre del Gardello, mura e castelli in città e provincia a Soave, a Montorio, a Riva del Garda, e altro.

Si narra che amasse dire: “L'edificare è un dolce impoverire”. Un dolce impoverire!

C'è qualche temerario che se la sente di affermare che così è, e sarà, anche per gli immobiliaristi veronesi, per le imprese, per i promotori di Motor City ? Godranno di un dolce impoverire?

Altro argomento.

Sabato scorso “L'Arena” ha pubblicato l'articolo di una giornalista sulla vicenda dei denunciati per alcuni episodi accaduti durante il corteo di protesta per l'uccisione di Nicola Tommasoli del 17 maggio dell'anno passato.

Per la delicatezza del tema penso che l'articolo abbia avuto anche il via dal direttore Cattaneo per cui le osservazioni che farò riguardano anche lui.

Nell'articolo la giornalista scrive: “Tommasoli morto dopo una rissa”. Una rissa, non una aggressione. Cioè come se da una parte non ci fossero stati individui, alcuni recidivi, dediti ad aggredire chi viene ritenuto diverso, legati al tifo violento e all'estrema destra.

Se questa è l'aria che tira a “L'Arena” allora hanno ragione gli organizzatori di quella manifestazione che in un loro comunicato scrivono: “Il processo per l'uccisione di Nicola Tommasoli va per le lunghe....la Corte si è affidata a due periti super partes, di cui il luminare è il professor Carlo Torre, autore della famosa trovata del sasso che avrebbe deviato la pallottola che uccise Carlo Giuliani al G8 di Genova...nel frattempo si assiste ad una banalizzazione dei fatti di violenza accaduti a Verona....vogliamo sperare che questo tipo di azione giudiziaria (quella per i fatti di un anno fa durante la manifestazione) non sia l'ennesimo controbilanciamento volto a distogliere dalle vere responsabilità per la morte di Nicola....in una città che sembra aver già in gran parte assolto gli aggressori”.

La trasformazione dell'aggressione a rissa, da parte de”L'Arena”, rientra in questo clima.

Ultima cosa:

Anche questa Domenica “L'Arena” ha pubblicato il consueto articolo del vescovo Zenti. Quasi mezza pagina per dirci che al tempo, caldo o freddo, sole o pioggia, non si comanda.
E' da manuale. Succede di tutto. Nel vasto mondo, e anche da noi, ma lui, il vescovo, parla del tempo
Sempre di clima si tratta. Del clima di Verona.


Giorgio Bragaja



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