intervento a radiopop 1-7-2010 al circolo nautico, un trentennale che è un quarantennale e altro
Sul lago, a Bardolino, si è svolta, con l'esibizione delle Frecce Tricolori, un affollatissima manifestazione per le celebrazioni della ricorrenza del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
La manifestazione è stata fortemente voluta dal ministro Brancher (abita a Bardolino) e dal suo protetto e amico ex sindaco di Bardolino Davide Bendinelli ora supervotato consigliere regionale.
Il ministro, però, le acrobazie delle Frecce Tricolori non se le è gustate dal lungolago in mezzo ad una folla festante e riconoscente, tra strette di mano e applausi dei suoi compaesani e parrocchiani ma ha preferito, come ha dichiarato in una intervista, nella quale ha tirato in ballo i figli che “sono massacrati” per le accuse cui è sottoposto il loro papà, ha preferito ammirarle dal Circolo Nautico, in un luogo tranquillo.
Tranquillo e sicuro, dove entrano solo i soci, lontano dalla folla che non sempre è festante e plaudente.
“Famiglia cristiana”, il settimanale cattolico più diffuso, ha scritto, riferendosi a Brancher: “ Siamo arrivati al colmo della nomina di un ministro del nulla, in funzione dell'ennesima legge ad personam, per sottrarre i politici alla giustizia mentre si tradisce la Costituzione sui temi della legge uguale per tutti, della libertà di stampa e dei fini sociali in tema di economia di mercato”.
Altro che Frecce Tricolori!
Altro argomento.
Andrea Miglioranzi capogruppo della lista Tosi in Consiglio Comunale ha dichiarato che è d'accordo con Tosi (quando mai non lo è?) per quel che riguarda la scelta di avere a Verona un CIE, un centro di identificazione ed espulsione per gli immigrati clandestini, e però, per rassicurare i cittadini, dice, testuale: non dovete aver paura, i clandestini non sono criminali
Ma non è stato il ministro Maroni, stretto, inseparabile e indiscusso amico del suo sindaco Tosi, a proporre e far approvare dal Parlamento, contro il parere di tutti i democratici d'Europa, una legge che ha introdotto in Italia il reato di clandestinità?
Per questa legge un clandestino é un criminale.
Se Miglioranzi pensa che un clandestino non sia un criminale vuol dire che non è d'accordo con la legge dei suoi amici Tosi e Maroni e allora lo dica. Preferisce fare il furbetto.
Ultimo, o quasi ultimo, argomento
Sabato scorso il Comune di Verona ha voluto ricordare, con una cerimonia a Palazzo Barbieri, il trentennale della istituzione dei Consigli di Circoscrizione.
I giornali riferiscono gli interventi dei relatori con giudizi positivi sul ruolo dei Consigli e critici verso le ultime decisioni del Governo che tendono a limitarne l'effettiva presenza sul territorio.
Anch'io penso che, aldilà della loro concreta efficacia, i Consigli di Circoscrizione siano potenzialmente, importanti strumenti di partecipazione.
Che lo siano stati effettivamente è un altro discorso; dipende da diversi fattori: dal loro rapporto con l'amministrazione centrale (Consiglio Comunale e Giunta) e da quanto questa creda nella loro funzione o, invece, ne sopporti malamente gli interventi.
Vorrei fare, molto brevemente, la storia dei Consigli di Circoscrizione come è stata e non come la si racconta nelle cerimonie ufficiali e sui giornali. E basata esclusivamente su documenti e verbali ufficiali del Comune.
Non è noiosa, tutt'altro ed è ben diversa da quella che appare ed è, anche, istruttiva.
La storia comincia non trenta ma più di quarant'anni fa, verso la fine della prima Amministrazione Gozzi (1964-1970). Il gruppo consiliare del PCI propose di istituire anche a Verona (a Bologna c'erano da un anno, unica in Italia) i Consigli di quartiere eletti con voto diretto dai cittadini dei singoli quartieri.
La prima risposta della DC fu: non se ne parla nemmeno.
Ma poi si cominciò a discuterne e il confronto fu duro. La maggioranza non accettava la parola “Consiglio”, sapeva di soviet, e, soprattutto, non accettava il voto diretto dei cittadini.
I quartieri non dovevano consigliare, proporre, ma soltanto essere consultati come e quando voleva la Giunta.
Così nacquero non i Consigli ma le Consulte di quartiere, 21, una per quartiere. I componenti non erano eletti dai cittadini ma nominati dal Consiglio Comunale e la Consulta era presieduta dall'aggiunto del sindaco, nominato dal sindaco, e non potevano deliberare provvedimenti.
Era il meno peggio, ma era già qualcosa rispetto al no iniziale.
Votò contro solo il MSI che aveva proposto una Consulta delle professioni, delle arti, dell'economia e del lavoro.
Una specie di piccola Camera dei Fasci e delle Corporazioni del ventennio.
Solo sul finire del successivo mandato (1975) le Consulte furono finalmente trasformate in Consigli di Circoscrizione con voto diretto e competenti su aree territoriali più vaste.
Anche a Verona l'aria stagnante era stata smossa dalle lotte dei lavoratori degli studenti e dei pensionati si, dei pensionati. Uno dei più grandi scioperi di quelli anni a Verona fu, infatti, proprio quello dei pensionati.
Questa contenuta e incompleta ricostruzione dei fatti serve, forse, a far capire come sia stato difficile arrivare a strumenti di democrazia anche minori, discutibili e discussi, ma che devono essere tuttavia preservati e migliorati e come non si debba cedere, oggi, di fronte ad ogni tentativo di privarci di conquiste di libertà e di democrazia, ben più grandi dei consigli di Circoscrizione.
Ultima nota.
Marcello dell'Utri, il cofondatore assieme a Berlusconi di Forza Italia, è stato condannato in Appello a sette anni di carcere perché riconosciuto colpevole in via definitiva, in via definitiva per quel che riguarda “il merito”, per aver cioè aiutato concretamente Cosa nostra, la mafia.
Questa è la sostanza della sentenza, il “merito” della sentenza che la Cassazione non può cambiare.
Pochi giornali lo dicono e quasi nessuna TV.
Giorgio Bragaja
01 luglio 2010
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