Il signor Giovanni Facchinetti su L'Arena del 25 aprile mi rimprovera per aver parlato male di don Calabria e dell'Opus Dei. E' evidente, da parte sua, l'errore frutto di una disattenta lettura. La frase “un solo peccato veniale è un male ben più grave e peggiore di questo bombardamento (su Verona)” attribuita, chissà quanto in buona fede, a don Calabria, era tratta, come avevo precisato, dal sito Internet dei simpatizzanti dell'Opus Dei. Costoro, con quel riferimento a don Calabria, cercavano una conferma alla loro aberrante tesi secondo la quale tutte le disgrazie che capitano all'umanità, dai bombardamenti allo tsunami, sono giusti castighi divini e io, quella incredibile frase, l'avevo riportata proprio per denunciare la loro, e non di don Calabria, invereconda dissennatezza.
Un errore di lettura dunque, ovviamente in buona fede, da parte del signor Facchinetti. Però la buona fede non dovrebbe esimere dal fare ogni sforzo per capire bene quel che si legge.
(Lettera al giornale "L'ARENA" inviata 26 aprile 2007)
28 ottobre 2007
23 aprile 2007
17 aprile 2007
Uova marce 2
Al Direttore de “L’Arena”
Egregio Direttore,
leggo ogni giorno “L’Arena” e anche altri quotidiani, seguo i notiziari TV e Radio e perciò ho saputo la vicenda dei bidoni con quintali e quintali di uova putrefatte e ho appreso anche i nomi dei produttori di tali schifezze, però non ho letto, sentito o visto i nomi di chi ha utilizzato quelle schifezze per fare tagliatelle, dolci, gelati, merendine per i bambini ecc.. e, siccome è proprio questo che a me, consumatore, interessa, Le chiedo: mi sono perso qualche notizia, mi è sfuggito qualcosa?
La ringrazio e La saluto
(Lettera inviata al Direttore del giornale "L'Arena" il 4 gennaio 2006, e pubblicata pochi giorni dopo)
Egregio Direttore,
leggo ogni giorno “L’Arena” e anche altri quotidiani, seguo i notiziari TV e Radio e perciò ho saputo la vicenda dei bidoni con quintali e quintali di uova putrefatte e ho appreso anche i nomi dei produttori di tali schifezze, però non ho letto, sentito o visto i nomi di chi ha utilizzato quelle schifezze per fare tagliatelle, dolci, gelati, merendine per i bambini ecc.. e, siccome è proprio questo che a me, consumatore, interessa, Le chiedo: mi sono perso qualche notizia, mi è sfuggito qualcosa?
La ringrazio e La saluto
(Lettera inviata al Direttore del giornale "L'Arena" il 4 gennaio 2006, e pubblicata pochi giorni dopo)
16 aprile 2007
Uova marce negli alimenti
Al Direttore de “L’Arena”
Egregio Direttore,
Lei, molto gentilmente, ha avuto la cortesia alcuni giorni fa di pubblicare una mia lettera nella quale, ricordando la vicenda delle tonnellate di uova marce che da anni venivano commercializzate per la produzione di alimenti, chiedevo come mai, mentre erano noti i nomi dei venditori di quelle uova (alcuni della nostra provincia), nulla era dato sapere su chi, utilizzandole, avesse prodotto tagliatelle, gelati, merendine per bambini e, aggiungo ora per non far torto a nessuno e per restare dalle nostre parti, anche pandori e tortellini. Nelle vetrine dei Supermercati le confezioni di questi alimenti, nella stragrande maggioranza, riportano tra gli “Ingredienti” la dicitura, un po’ equivoca come abbiamo appreso, “uova” e non quella più chiara e, sembra, più rassicurante, “uova fresche”. Dicono che solo una grande azienda dolciaria veronese (la Bauli) abbia sentito il lodevole obbligo di rassicurare i consumatori con un inserto pubblicitario in TV nel quale assicurava che nei suoi prodotti ci sono esclusivamente uova fresche. E gli altri? Si sentono al di sopra di ogni sospetto?
Fanno male, sbagliano, perché molte persone, invece, nutrono (verbo appropriato in questo caso) legittimi e corposi sospetti.
Non pensa, Direttore, che pubblicare i nomi delle Ditte poco attente (mettiamola così) nell’usare gli “ingredienti”, servirebbe, in futuro, a farle stare più attente?
Grazie e distinti saluti
(Lettera inviata al Direttore del giornale "L'Arena" il 12 gennaio 2006, e pubblicata pochi giorni dopo)
Egregio Direttore,
Lei, molto gentilmente, ha avuto la cortesia alcuni giorni fa di pubblicare una mia lettera nella quale, ricordando la vicenda delle tonnellate di uova marce che da anni venivano commercializzate per la produzione di alimenti, chiedevo come mai, mentre erano noti i nomi dei venditori di quelle uova (alcuni della nostra provincia), nulla era dato sapere su chi, utilizzandole, avesse prodotto tagliatelle, gelati, merendine per bambini e, aggiungo ora per non far torto a nessuno e per restare dalle nostre parti, anche pandori e tortellini. Nelle vetrine dei Supermercati le confezioni di questi alimenti, nella stragrande maggioranza, riportano tra gli “Ingredienti” la dicitura, un po’ equivoca come abbiamo appreso, “uova” e non quella più chiara e, sembra, più rassicurante, “uova fresche”. Dicono che solo una grande azienda dolciaria veronese (la Bauli) abbia sentito il lodevole obbligo di rassicurare i consumatori con un inserto pubblicitario in TV nel quale assicurava che nei suoi prodotti ci sono esclusivamente uova fresche. E gli altri? Si sentono al di sopra di ogni sospetto?
Fanno male, sbagliano, perché molte persone, invece, nutrono (verbo appropriato in questo caso) legittimi e corposi sospetti.
Non pensa, Direttore, che pubblicare i nomi delle Ditte poco attente (mettiamola così) nell’usare gli “ingredienti”, servirebbe, in futuro, a farle stare più attente?
Grazie e distinti saluti
(Lettera inviata al Direttore del giornale "L'Arena" il 12 gennaio 2006, e pubblicata pochi giorni dopo)
14 aprile 2007
Opus Dei, banche e città
Il signor Enzo Miglioranzi, su “L'Arena” del 31 marzo mi chiede: “cosa Le ha fatto San Josemaria Escrivà per avercela tanto con l'Opus Dei ?”
Credo che l'Opus Dei, in quanto speciale prelatura, paghi poche tasse e tributi sulle molte proprietà e attività che ha a Verona e in Italia. Se tutti pagassero tutti pagheremmo meno. Semplice.
Ma, naturalmente, questo non è il solo, o il più importante, motivo per il quale io e, per fortuna, tanti altri, siamo critici verso l'Opus Dei.
Dice, il signor Miglioranzi, che non siamo bene informati. Davvero?
Chi ha Internet può informarsi collegandosi al sito pubblico, della dottoressa Patrizia Stella, citata come esempio positivo di aderente all'Opus Dei dal signor Miglioranzi, severa custode dei “valori assoluti quale, ad esempio, la vita umana”, spesso presente sui media, e apprenderà che lo Tsunami, il maremoto che ha provocato migliaia di vittime in Indonesia, sarebbe stato un giusto castigo di Dio, potrà ascoltare le urla di Satana quando l'esorcista lo fa uscire dalla bocca di un malato e leggerà anche : ” si narra che durante uno dei bombardamenti sulla città di Verona San Giovanni Calabria, che dal monte dove abitava assisteva a quella distruzione, mentre pregava per le vittime e invocava la misericordia di Dio, fu sentito sussurrare: un solo peccato veniale è un male ben più grave e peggiore di questo bombardamento”.
Io, però, mi ero limitato a dire che, per l'Opus Dei, esiste ancora, con altro nome, l'Indice dei libri proibiti cioè l'indicazione a non leggere le opere dei più grandi pensatori dell'umanità ma chiedevo anche se fosse possibile conoscere il bilancio dell'Opus Dei cosi come si possono conoscere i bilanci delle banche, dei giornali, dei partiti, delle cooperative, dei Comuni, dello Stato, delle aziende ecc. ma questa richiesta, non ha avuto risposta.
[le righe seguenti, fino alla successiva parentesi quadra, non sono state pubblicate]
Già che ci sono aggiungo un altra cosa.
Alcuni dei più consistenti interventi urbanistici a Verona sono stati finanziati, sono finanziati , e decisi, dalle banche : il polo bancario, Castel S.Pietro, parte di Verona Sud, i palazzi Scaligeri,i magazzini generali...La Banca dice : ti do i soldi e lì farai questo e là farai quello.
Io ritengo che sia cosa utile, e doverosa, che le banche diano i soldi ( che sono, però, non dimentichiamolo, anche i “ nostri ” soldi ) per interventi nel territorio ma ritengo anche che non debbano essere loro, le banche, a decidere dove e come spenderli perchè è il Comune, e solo il Comune con i suoi organi elettivi, che può e deve decidere lo sviluppo della città e perciò se è vero , come si dice e si scrive, che alcuni responsabili di Istituti Bancari veronesi siano membri dell'Opus Dei, visto quanto riportato più sopra, non mi va tanto bene che siano loro a decidere il futuro della mia città.
[fine della parte non pubblicata]
Ma non mi faccio illusioni. In fondo non è Verona la città che ha pensato bene di mettere la statua del suo poeta, quello de “i pitochi”, a far la guardia proprio davanti ad una banca?
(Lettera pubblicata dal quotidiano "L'Arena" il 15 aprile 2007)
Credo che l'Opus Dei, in quanto speciale prelatura, paghi poche tasse e tributi sulle molte proprietà e attività che ha a Verona e in Italia. Se tutti pagassero tutti pagheremmo meno. Semplice.
Ma, naturalmente, questo non è il solo, o il più importante, motivo per il quale io e, per fortuna, tanti altri, siamo critici verso l'Opus Dei.
Dice, il signor Miglioranzi, che non siamo bene informati. Davvero?
Chi ha Internet può informarsi collegandosi al sito pubblico, della dottoressa Patrizia Stella, citata come esempio positivo di aderente all'Opus Dei dal signor Miglioranzi, severa custode dei “valori assoluti quale, ad esempio, la vita umana”, spesso presente sui media, e apprenderà che lo Tsunami, il maremoto che ha provocato migliaia di vittime in Indonesia, sarebbe stato un giusto castigo di Dio, potrà ascoltare le urla di Satana quando l'esorcista lo fa uscire dalla bocca di un malato e leggerà anche : ” si narra che durante uno dei bombardamenti sulla città di Verona San Giovanni Calabria, che dal monte dove abitava assisteva a quella distruzione, mentre pregava per le vittime e invocava la misericordia di Dio, fu sentito sussurrare: un solo peccato veniale è un male ben più grave e peggiore di questo bombardamento”.
Io, però, mi ero limitato a dire che, per l'Opus Dei, esiste ancora, con altro nome, l'Indice dei libri proibiti cioè l'indicazione a non leggere le opere dei più grandi pensatori dell'umanità ma chiedevo anche se fosse possibile conoscere il bilancio dell'Opus Dei cosi come si possono conoscere i bilanci delle banche, dei giornali, dei partiti, delle cooperative, dei Comuni, dello Stato, delle aziende ecc. ma questa richiesta, non ha avuto risposta.
[le righe seguenti, fino alla successiva parentesi quadra, non sono state pubblicate]
Già che ci sono aggiungo un altra cosa.
Alcuni dei più consistenti interventi urbanistici a Verona sono stati finanziati, sono finanziati , e decisi, dalle banche : il polo bancario, Castel S.Pietro, parte di Verona Sud, i palazzi Scaligeri,i magazzini generali...La Banca dice : ti do i soldi e lì farai questo e là farai quello.
Io ritengo che sia cosa utile, e doverosa, che le banche diano i soldi ( che sono, però, non dimentichiamolo, anche i “ nostri ” soldi ) per interventi nel territorio ma ritengo anche che non debbano essere loro, le banche, a decidere dove e come spenderli perchè è il Comune, e solo il Comune con i suoi organi elettivi, che può e deve decidere lo sviluppo della città e perciò se è vero , come si dice e si scrive, che alcuni responsabili di Istituti Bancari veronesi siano membri dell'Opus Dei, visto quanto riportato più sopra, non mi va tanto bene che siano loro a decidere il futuro della mia città.
[fine della parte non pubblicata]
Ma non mi faccio illusioni. In fondo non è Verona la città che ha pensato bene di mettere la statua del suo poeta, quello de “i pitochi”, a far la guardia proprio davanti ad una banca?
(Lettera pubblicata dal quotidiano "L'Arena" il 15 aprile 2007)
01 aprile 2007
Per Cesare Furnari
Ci si vedeva in piazza Erbe davanti al banco di frutta e verdura di Armando e Natale: pacco di giornali e libri sotto il braccio, calzoni larghi “all'inglese” e sandali anche d'inverno. Mia moglie diceva che, a modo suo, era elegantissimo.
Negli ultimi anni mi telefonava spesso e mi leggeva alcuni suoi “pensieri” che avrebbero dovuto far parte di un libro che, poi, non c'è stato.
Ce l'aveva, ancora, con gli ipocriti, con i basabanchi e i basaBanche, con i banchieri opusdeini, con i grandi ladri riveriti dai piccoli opportunisti, con i moralisti senza morale, con le intelligenze mercenarie, con i preti televisivi “infasanadi”, con la sinistra per modo di dire... cioè con tutti quelli che comandano a Verona. Per cui vita grama. Ma non triste. Anzi.
Gli incontri, a casa sua, con gli altri “infedeli”, erano allegri, leggeri, con lui tra montagne di carte, disegni, bicchieri di vino e gatti nevrastenici rifugiati sull'armadio, felice all'idea che un nuovo numero del giornale si stava formando.
Cesare è stato, per tutta la sua vita, un commovente caos di idee chiare.
Mi piace ricordarlo con una poesia di Edoardo Galeano, “L'utopia”
“Lei è all'orizzonte.
Mi avvicino di due passi,
lei si allontana di due
passi.
Cammino per dieci passi e
l'orizzonte si sposta
dieci passi più in là.
Per quanto io cammini,
non la raggiungerò mai.
A cosa serve l'utopia?
Serve a questo:
a camminare.”
...a camminare. Anche se con i sandali.
Giorgio Bragaja
Verona, 24/03/2007
Negli ultimi anni mi telefonava spesso e mi leggeva alcuni suoi “pensieri” che avrebbero dovuto far parte di un libro che, poi, non c'è stato.
Ce l'aveva, ancora, con gli ipocriti, con i basabanchi e i basaBanche, con i banchieri opusdeini, con i grandi ladri riveriti dai piccoli opportunisti, con i moralisti senza morale, con le intelligenze mercenarie, con i preti televisivi “infasanadi”, con la sinistra per modo di dire... cioè con tutti quelli che comandano a Verona. Per cui vita grama. Ma non triste. Anzi.
Gli incontri, a casa sua, con gli altri “infedeli”, erano allegri, leggeri, con lui tra montagne di carte, disegni, bicchieri di vino e gatti nevrastenici rifugiati sull'armadio, felice all'idea che un nuovo numero del giornale si stava formando.
Cesare è stato, per tutta la sua vita, un commovente caos di idee chiare.
Mi piace ricordarlo con una poesia di Edoardo Galeano, “L'utopia”
“Lei è all'orizzonte.
Mi avvicino di due passi,
lei si allontana di due
passi.
Cammino per dieci passi e
l'orizzonte si sposta
dieci passi più in là.
Per quanto io cammini,
non la raggiungerò mai.
A cosa serve l'utopia?
Serve a questo:
a camminare.”
...a camminare. Anche se con i sandali.
Giorgio Bragaja
Verona, 24/03/2007
19 marzo 2007
Hermitage a Verona ?
È un pianto generale: maggioranza, opposizione, i media, le associazioni di categoria ...
“Ci hanno scippato l’Hermitage e ora ci vogliono togliere l’Authority per la Sicurezza Alimentare”. Il grande museo russo non viene più a Castel San Pietro, e giustamente, perché dove andrà troverà il posto praticamente pronto, mentre la ristrutturazione di Castel San Pietro è ancora nella mente degli dei (le banche), e troverà anche, pare, strutture scientifiche e didattiche adeguate. Qualcuno l’aveva detto. Ma perché l’Authority per la Sicurezza Alimentare non viene dove dovrebbe, e cioè nella bella Verona, nel ricco Nord, e se ne andrà invece nella disgraziata Foggia, in quel Sud che non ha le nostre tecnologie, le nostre capacità, la nostra agricoltura, la nostra Università? Dovevamo fare di più, più pressioni su Roma, dicono tutti, dovevamo fare squadra, Sindaco in testa, e tutti indistintamente i parlamentari veronesi e veneti andare a Roma.
Proporrei qualche riflessione. L’Authority per la Sicurezza Alimentare (più precisamente si tratta della Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare dato che la vera e propria Authority europea ha già la sua sede a Parma), se andrà al Sud, sarà, oltre che per le esigenze elettorali di qualche ministro, anche, mi auguro, per quella tal politica verso il Mezzogiorno della quale tutti parlano ma per la quale pochi o nessuno fa qualcosa di concreto. L’ Agenzia per la Sicurezza Alimentare penso che, come dice il nome, debba verificare, controllare la qualità dei prodotti agricoli, cioè garantire consulenza scientifica obiettiva su questioni di sicurezza degli alimenti e dei mangimi, trasparenza della catena alimentare, intervenire nei settori a rischio, fornire dati e valutazioni per la normativa e la tutela. Verona ha una grande e specializzata Facoltà universitaria di Scienze Agrarie. È vero, ma, questa Facoltà, è anche un’antesignana, forse la più agguerrita in Italia, per la propagazione nel mondo degli OGM, gli organismi geneticamente modificati. Se si tratta di sicurezza alimentare, non sono queste le referenze che mi piacciono e che, comunque, dovrebbero servire ad una Agenzia per la Sicurezza Alimentare, anzi. Dunque meglio la meno dotata Foggia.
Giorgio Bragaja
ottobre 2006
“Ci hanno scippato l’Hermitage e ora ci vogliono togliere l’Authority per la Sicurezza Alimentare”. Il grande museo russo non viene più a Castel San Pietro, e giustamente, perché dove andrà troverà il posto praticamente pronto, mentre la ristrutturazione di Castel San Pietro è ancora nella mente degli dei (le banche), e troverà anche, pare, strutture scientifiche e didattiche adeguate. Qualcuno l’aveva detto. Ma perché l’Authority per la Sicurezza Alimentare non viene dove dovrebbe, e cioè nella bella Verona, nel ricco Nord, e se ne andrà invece nella disgraziata Foggia, in quel Sud che non ha le nostre tecnologie, le nostre capacità, la nostra agricoltura, la nostra Università? Dovevamo fare di più, più pressioni su Roma, dicono tutti, dovevamo fare squadra, Sindaco in testa, e tutti indistintamente i parlamentari veronesi e veneti andare a Roma.
Proporrei qualche riflessione. L’Authority per la Sicurezza Alimentare (più precisamente si tratta della Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare dato che la vera e propria Authority europea ha già la sua sede a Parma), se andrà al Sud, sarà, oltre che per le esigenze elettorali di qualche ministro, anche, mi auguro, per quella tal politica verso il Mezzogiorno della quale tutti parlano ma per la quale pochi o nessuno fa qualcosa di concreto. L’ Agenzia per la Sicurezza Alimentare penso che, come dice il nome, debba verificare, controllare la qualità dei prodotti agricoli, cioè garantire consulenza scientifica obiettiva su questioni di sicurezza degli alimenti e dei mangimi, trasparenza della catena alimentare, intervenire nei settori a rischio, fornire dati e valutazioni per la normativa e la tutela. Verona ha una grande e specializzata Facoltà universitaria di Scienze Agrarie. È vero, ma, questa Facoltà, è anche un’antesignana, forse la più agguerrita in Italia, per la propagazione nel mondo degli OGM, gli organismi geneticamente modificati. Se si tratta di sicurezza alimentare, non sono queste le referenze che mi piacciono e che, comunque, dovrebbero servire ad una Agenzia per la Sicurezza Alimentare, anzi. Dunque meglio la meno dotata Foggia.
Giorgio Bragaja
ottobre 2006
18 marzo 2007
Monumenti ecc.
Meno male! Meno male che il Vicesindaco e Assessore alla cultura Pedrazza Gorlero ha invitato tutti ad un momento di riflessione. Invito rivolto ai fautori dei traslochi di statue e monumenti.
Il Veronese, ha detto, per adesso, non si muove dalla Giarina e piazza S.Anastasia è, sarà, bella così com’è con S.Giorgeto, la Basilica, l’arca di Castelbarco che Ruskin definiva molto più bella delle Arche Scaligere…..E la Bra è anche troppo affollata di targhe e monumenti.
E, aggiungo, già fin troppo penalizzata dalla brutta fontana e, per cinque mesi, dalle sciagurate scenografie delle opere areniane. Temo per il futuro Liston.
L’inesausto sostenitore dei traslochi di statue e monumenti, applaudito da alcune firme istituzionali, è l’amico Giorgio Gioco che ha già ottenuto un infausto successo, qualche anno fa, riuscendo a far traslocare il Berto da S.Zeno (sua originale e naturale destinazione) in piazza Erbe a far da guardia allo sportello di una importante Banca cittadina.
Bene, dunque, l’invito del vicesindaco ad una riflessione sui luoghi nei quali collocare i monumenti.
Aggiungerei un consiglio se mi è lecito: perché il vicesindaco e la commissione cultura del Consiglio Comunale non programmano un “giro conoscitivo”nei luoghi dove sono già stati collocati negli ultimi anni monumenti, busti, targhe, portali, acquasantiere….in un crescendo impressionante di veri e propri delitt artistici e urbanistici? Alla fine potrebbero anche decidere di togliere anziché aggiungere. Un giro che toccasse il cortile del Tribunale, via Mazzini, corso Cavour, i Portoni della Bra, l’alzaia dell’Adige a Castelvecchio, Valverde, S.Zeno, la tomba(?) di Giulietta con relativo portale…
Possibile che in una città come Verona chiunque abbia voglia, e soldi, per regalare una statua, un portale, una targa, trovi, subito,l’assenso delle autorità e questi regali vengano impiantati, appiccicati nelle piazze e sui palazzi di Verona senza che i cittadini possano dire una parola?
Le mura, i muri, le strade, le piazze, il fiume, i ponti, sono di tutti i cittadini, del “popolo” inteso come comunità, e, allora, perché almeno i suoi rappresentanti non sono chiamati a dire il loro parere?
E’ vero ci sono cose più grandi, terribili, a cui pensare ma forse, io credo, se si ha più attenzione e sensibilità per le cose piccole entro le nostre mura si finisce per avere anche più attenzione e sensibilità per le cose grandi fuori dalle nostre mura
(Pubblicato sul quotidiano "L'Arena" il )
Il Veronese, ha detto, per adesso, non si muove dalla Giarina e piazza S.Anastasia è, sarà, bella così com’è con S.Giorgeto, la Basilica, l’arca di Castelbarco che Ruskin definiva molto più bella delle Arche Scaligere…..E la Bra è anche troppo affollata di targhe e monumenti.
E, aggiungo, già fin troppo penalizzata dalla brutta fontana e, per cinque mesi, dalle sciagurate scenografie delle opere areniane. Temo per il futuro Liston.
L’inesausto sostenitore dei traslochi di statue e monumenti, applaudito da alcune firme istituzionali, è l’amico Giorgio Gioco che ha già ottenuto un infausto successo, qualche anno fa, riuscendo a far traslocare il Berto da S.Zeno (sua originale e naturale destinazione) in piazza Erbe a far da guardia allo sportello di una importante Banca cittadina.
Bene, dunque, l’invito del vicesindaco ad una riflessione sui luoghi nei quali collocare i monumenti.
Aggiungerei un consiglio se mi è lecito: perché il vicesindaco e la commissione cultura del Consiglio Comunale non programmano un “giro conoscitivo”nei luoghi dove sono già stati collocati negli ultimi anni monumenti, busti, targhe, portali, acquasantiere….in un crescendo impressionante di veri e propri delitt artistici e urbanistici? Alla fine potrebbero anche decidere di togliere anziché aggiungere. Un giro che toccasse il cortile del Tribunale, via Mazzini, corso Cavour, i Portoni della Bra, l’alzaia dell’Adige a Castelvecchio, Valverde, S.Zeno, la tomba(?) di Giulietta con relativo portale…
Possibile che in una città come Verona chiunque abbia voglia, e soldi, per regalare una statua, un portale, una targa, trovi, subito,l’assenso delle autorità e questi regali vengano impiantati, appiccicati nelle piazze e sui palazzi di Verona senza che i cittadini possano dire una parola?
Le mura, i muri, le strade, le piazze, il fiume, i ponti, sono di tutti i cittadini, del “popolo” inteso come comunità, e, allora, perché almeno i suoi rappresentanti non sono chiamati a dire il loro parere?
E’ vero ci sono cose più grandi, terribili, a cui pensare ma forse, io credo, se si ha più attenzione e sensibilità per le cose piccole entro le nostre mura si finisce per avere anche più attenzione e sensibilità per le cose grandi fuori dalle nostre mura
(Pubblicato sul quotidiano "L'Arena" il )
15 marzo 2007
Evasori fiscali
Finalmente una buona notizia. Il Sindaco Zanotto e la Guardia di Finanza d'accordo per impedire che i servizi del Comune, casa, asili nido, assistenza...vadano a chi, evadendo il fisco, e perciò salendo nelle graduatorie, ruba un diritto a chi le tasse le paga.
Ci sono voluti quasi vent'anni e un Governo che, con gli evasori, sembra aver cambiato veramente registro.
Quasi vent'anni perchè risalgono ad allora le prime richieste che feci, prima in Consiglio Regionale e poi in Consiglio Comunale (documentate dai verbali) e anche con incontri con i responsabili della Guardia di Finanza, perchè si intervenisse in questo senso.
Bene, meglio tardi che mai. Ciò vuol dire che Prodi e Zanotto vanno comunque bene perchè, se no, c'è Berlusconi che gli evasori li ha, prima, giustificati, e, poi, premiati con i condoni?
Questo è un altro discorso e un po' meno semplice.
(Pubblicato sul quotidiano "L'Arena" il )
Ci sono voluti quasi vent'anni e un Governo che, con gli evasori, sembra aver cambiato veramente registro.
Quasi vent'anni perchè risalgono ad allora le prime richieste che feci, prima in Consiglio Regionale e poi in Consiglio Comunale (documentate dai verbali) e anche con incontri con i responsabili della Guardia di Finanza, perchè si intervenisse in questo senso.
Bene, meglio tardi che mai. Ciò vuol dire che Prodi e Zanotto vanno comunque bene perchè, se no, c'è Berlusconi che gli evasori li ha, prima, giustificati, e, poi, premiati con i condoni?
Questo è un altro discorso e un po' meno semplice.
(Pubblicato sul quotidiano "L'Arena" il )
04 marzo 2007
Monumento Lions
Per carità fermiamoci. Il 23 gennaio è apparso su “L'Arena”, in grande evidenza, un articolo nel quale si racconta di una cena al”12 Apostoli” per presentare il progetto di un monumento, alto 10 metri, commissionato dal Lions Club Verona Host come messaggio dei Lions nel mondo quale “faro irradiante pace e solidarietà fra i popoli dell'intero globo”.
I dieci metri del monumento, che sono formati da elementi mobili che si compongono e si scompongono, con profili sintetizzanti la L dei Lions, vele mobili, le eliche del D N A e aironi, dovrebbero essere collocati o “nei giardini antistanti la Porta romana (quale?) o in Corso Porta Nuova o davanti alla Porta Nuova verso la stazione”.
Il Sindaco ha affermato:”Questo monumento mi pare una grande occasione per la nostra città”.
Ripeto, per carità fermiamoci. Verona è stata stipata, inconsultamente, di statue, targhe, targhette, busti, portali....senza alcun rispetto per i siti, la storia, l'ambiente, le tradizioni, senza concorsi, solo perché qualcuno si faceva avanti e, aprendo la borsa, “offriva” l'opera, il tutto tra l'indifferenza delle varie Sovrintendenze.
In questi giorni l'Associazione degli ex consiglieri comunali di Verona sta preparando, con il consenso del Sindaco, una proposta per un nuovo Statuto del Comune. Ho suggerito che vi sia introdotta la norma che ogni proposta di nuovi elementi monumentali, decorativi ecc. debba essere valutata, oltre che dalle apposite commissioni (funzionano?) anche dall'intero Consiglio Comunale e che, in alcuni casi, si possa prevedere anche un referendum.
Intanto fermiamoci. Tra l'altro, da quel che si vede dalla fotografia, questo monumento mi pare anche molto brutto. Ma questo è un parere personale e conta poco.
(pubblicato il dal quotidiano "L'Arena")
I dieci metri del monumento, che sono formati da elementi mobili che si compongono e si scompongono, con profili sintetizzanti la L dei Lions, vele mobili, le eliche del D N A e aironi, dovrebbero essere collocati o “nei giardini antistanti la Porta romana (quale?) o in Corso Porta Nuova o davanti alla Porta Nuova verso la stazione”.
Il Sindaco ha affermato:”Questo monumento mi pare una grande occasione per la nostra città”.
Ripeto, per carità fermiamoci. Verona è stata stipata, inconsultamente, di statue, targhe, targhette, busti, portali....senza alcun rispetto per i siti, la storia, l'ambiente, le tradizioni, senza concorsi, solo perché qualcuno si faceva avanti e, aprendo la borsa, “offriva” l'opera, il tutto tra l'indifferenza delle varie Sovrintendenze.
In questi giorni l'Associazione degli ex consiglieri comunali di Verona sta preparando, con il consenso del Sindaco, una proposta per un nuovo Statuto del Comune. Ho suggerito che vi sia introdotta la norma che ogni proposta di nuovi elementi monumentali, decorativi ecc. debba essere valutata, oltre che dalle apposite commissioni (funzionano?) anche dall'intero Consiglio Comunale e che, in alcuni casi, si possa prevedere anche un referendum.
Intanto fermiamoci. Tra l'altro, da quel che si vede dalla fotografia, questo monumento mi pare anche molto brutto. Ma questo è un parere personale e conta poco.
(pubblicato il dal quotidiano "L'Arena")
20 gennaio 2007
Commento alla lettera del Direttore dell'Ufficio Informazioni della Prelatura dell'Opus Dei in Italia
Il Direttore dell'Ufficio Informazioni della Prelatura dell'Opus Dei in Italia, ing. Giuseppe Corigliano, ha scritto una lettera a “l'Arena” per denunciare la parzialità dell'ultimo libro di Ferruccio Pinotti “Opus Dei segreta” che raccoglie alcune drammatiche interviste ad ex appartenenti all'Opus Dei che descrivono e rappresentano assai negativamente tale organizzazione.
L'ing. Corigliano definisce il libro “un po' come un libro su Verona scritto intervistando turisti che hanno litigato col tassista o derubati alla stazione. Legittimo, ma parziale”.
Spiritoso. Però il turista derubato va in Questura e denuncia il fatto e se, per caso, se lo è inventato, passa seri guai.
Così se quelli che nel libro di Pinotti denunciano quel che succede nell'Opus Dei hanno detto il falso dovrebbero essere accusati di falso e denunciati ma l'ing. Corigliano non dice nulla. Invita invece a leggere altri libri che parlano bene dell'Opus Dei, cioè a sentire l'altra campana. Ma l'altra campana ha suonato a distesa, pochi anni fa, quando il fondatore dell'Opus Dei, Escrivà de Balaguer, è stato fatto santo da Papa Woytila con tempi da primato olimpico.
Vorrei, però, rilevare un aspetto del libro di Pinotti. Tra gli altri documenti riporta un elenco, parzialissimo, dei libri vietati ai “numerari” dell'Opus Dei salvo permesso esplicito della Prelatura.
Papa Montini nel 1966 aveva abolito l'Index Librorum Prohibitorum in vigore dal 1559 ma, subito, l'Opus Dei istituì, ricalcandolo, la sua Guida Bibliografica dei libri vietati. Tra questi, libri di Alfieri, Adorno, Balzac, Bergson, Bobbio, Croce (l'opera completa!), Cartesio, Kundera, Pascal, Pavese, Proust, Roth, Rousseau, Spinoza, Voltaire, Zola.....per non parlare, naturalmente, di Marx o Gramsci e tanti altri. Ogni commento è superfluo.
Una domanda: da anni tutti, enti, banche, associazioni, partiti, giornali rendono pubblici i loro bilanci. Esiste in qualche parte un bilancio dell'Opus Dei che si possa vedere?
((pubblicato il 28.12.2006 dal quotidiano "L'Arena")
L'ing. Corigliano definisce il libro “un po' come un libro su Verona scritto intervistando turisti che hanno litigato col tassista o derubati alla stazione. Legittimo, ma parziale”.
Spiritoso. Però il turista derubato va in Questura e denuncia il fatto e se, per caso, se lo è inventato, passa seri guai.
Così se quelli che nel libro di Pinotti denunciano quel che succede nell'Opus Dei hanno detto il falso dovrebbero essere accusati di falso e denunciati ma l'ing. Corigliano non dice nulla. Invita invece a leggere altri libri che parlano bene dell'Opus Dei, cioè a sentire l'altra campana. Ma l'altra campana ha suonato a distesa, pochi anni fa, quando il fondatore dell'Opus Dei, Escrivà de Balaguer, è stato fatto santo da Papa Woytila con tempi da primato olimpico.
Vorrei, però, rilevare un aspetto del libro di Pinotti. Tra gli altri documenti riporta un elenco, parzialissimo, dei libri vietati ai “numerari” dell'Opus Dei salvo permesso esplicito della Prelatura.
Papa Montini nel 1966 aveva abolito l'Index Librorum Prohibitorum in vigore dal 1559 ma, subito, l'Opus Dei istituì, ricalcandolo, la sua Guida Bibliografica dei libri vietati. Tra questi, libri di Alfieri, Adorno, Balzac, Bergson, Bobbio, Croce (l'opera completa!), Cartesio, Kundera, Pascal, Pavese, Proust, Roth, Rousseau, Spinoza, Voltaire, Zola.....per non parlare, naturalmente, di Marx o Gramsci e tanti altri. Ogni commento è superfluo.
Una domanda: da anni tutti, enti, banche, associazioni, partiti, giornali rendono pubblici i loro bilanci. Esiste in qualche parte un bilancio dell'Opus Dei che si possa vedere?
((pubblicato il 28.12.2006 dal quotidiano "L'Arena")
Iscriviti a:
Post (Atom)