14 aprile 2007

Opus Dei, banche e città

Il signor Enzo Miglioranzi, su “L'Arena” del 31 marzo mi chiede: “cosa Le ha fatto San Josemaria Escrivà per avercela tanto con l'Opus Dei ?”
Credo che l'Opus Dei, in quanto speciale prelatura, paghi poche tasse e tributi sulle molte proprietà e attività che ha a Verona e in Italia. Se tutti pagassero tutti pagheremmo meno. Semplice.
Ma, naturalmente, questo non è il solo, o il più importante, motivo per il quale io e, per fortuna, tanti altri, siamo critici verso l'Opus Dei.
Dice, il signor Miglioranzi, che non siamo bene informati. Davvero?
Chi ha Internet può informarsi collegandosi al sito pubblico, della dottoressa Patrizia Stella, citata come esempio positivo di aderente all'Opus Dei dal signor Miglioranzi, severa custode dei “valori assoluti quale, ad esempio, la vita umana”, spesso presente sui media, e apprenderà che lo Tsunami, il maremoto che ha provocato migliaia di vittime in Indonesia, sarebbe stato un giusto castigo di Dio, potrà ascoltare le urla di Satana quando l'esorcista lo fa uscire dalla bocca di un malato e leggerà anche : ” si narra che durante uno dei bombardamenti sulla città di Verona San Giovanni Calabria, che dal monte dove abitava assisteva a quella distruzione, mentre pregava per le vittime e invocava la misericordia di Dio, fu sentito sussurrare: un solo peccato veniale è un male ben più grave e peggiore di questo bombardamento”.
Io, però, mi ero limitato a dire che, per l'Opus Dei, esiste ancora, con altro nome, l'Indice dei libri proibiti cioè l'indicazione a non leggere le opere dei più grandi pensatori dell'umanità ma chiedevo anche se fosse possibile conoscere il bilancio dell'Opus Dei cosi come si possono conoscere i bilanci delle banche, dei giornali, dei partiti, delle cooperative, dei Comuni, dello Stato, delle aziende ecc. ma questa richiesta, non ha avuto risposta.
[le righe seguenti, fino alla successiva parentesi quadra, non sono state pubblicate]
Già che ci sono aggiungo un altra cosa.
Alcuni dei più consistenti interventi urbanistici a Verona sono stati finanziati, sono finanziati , e decisi, dalle banche : il polo bancario, Castel S.Pietro, parte di Verona Sud, i palazzi Scaligeri,i magazzini generali...La Banca dice : ti do i soldi e lì farai questo e là farai quello.
Io ritengo che sia cosa utile, e doverosa, che le banche diano i soldi ( che sono, però, non dimentichiamolo, anche i “ nostri ” soldi ) per interventi nel territorio ma ritengo anche che non debbano essere loro, le banche, a decidere dove e come spenderli perchè è il Comune, e solo il Comune con i suoi organi elettivi, che può e deve decidere lo sviluppo della città e perciò se è vero , come si dice e si scrive, che alcuni responsabili di Istituti Bancari veronesi siano membri dell'Opus Dei, visto quanto riportato più sopra, non mi va tanto bene che siano loro a decidere il futuro della mia città.
[fine della parte non pubblicata]
Ma non mi faccio illusioni. In fondo non è Verona la città che ha pensato bene di mettere la statua del suo poeta, quello de “i pitochi”, a far la guardia proprio davanti ad una banca?

(Lettera pubblicata dal quotidiano "L'Arena" il 15 aprile 2007)

Nessun commento: