Al Direttore de “L’Arena”
Egregio Direttore,
Lei, molto gentilmente, ha avuto la cortesia alcuni giorni fa di pubblicare una mia lettera nella quale, ricordando la vicenda delle tonnellate di uova marce che da anni venivano commercializzate per la produzione di alimenti, chiedevo come mai, mentre erano noti i nomi dei venditori di quelle uova (alcuni della nostra provincia), nulla era dato sapere su chi, utilizzandole, avesse prodotto tagliatelle, gelati, merendine per bambini e, aggiungo ora per non far torto a nessuno e per restare dalle nostre parti, anche pandori e tortellini. Nelle vetrine dei Supermercati le confezioni di questi alimenti, nella stragrande maggioranza, riportano tra gli “Ingredienti” la dicitura, un po’ equivoca come abbiamo appreso, “uova” e non quella più chiara e, sembra, più rassicurante, “uova fresche”. Dicono che solo una grande azienda dolciaria veronese (la Bauli) abbia sentito il lodevole obbligo di rassicurare i consumatori con un inserto pubblicitario in TV nel quale assicurava che nei suoi prodotti ci sono esclusivamente uova fresche. E gli altri? Si sentono al di sopra di ogni sospetto?
Fanno male, sbagliano, perché molte persone, invece, nutrono (verbo appropriato in questo caso) legittimi e corposi sospetti.
Non pensa, Direttore, che pubblicare i nomi delle Ditte poco attente (mettiamola così) nell’usare gli “ingredienti”, servirebbe, in futuro, a farle stare più attente?
Grazie e distinti saluti
(Lettera inviata al Direttore del giornale "L'Arena" il 12 gennaio 2006, e pubblicata pochi giorni dopo)
16 aprile 2007
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