11 marzo 2011

a radio popolare 11-3-2011 l'accoppiata vincente, che bravo Tosi, Capitolare, carnevale

A fare gli onori di casa c'era l'assessore alle pari opportunità del Comune di Verona Vittorio di Dio.
Memorabile la sua dichiarazione resa quando fu insediato in quell'incarico: “...pari opportunità? Per gli uomini perché le donne di opportunità ne hanno avute anche troppe”. A seguire, non meno illuminante, quella di qualche giorno fa sul caso Ruby: “...la colpa è delle donne che oramai sono troppo disponibili, nessuno ha ordinato loro di fare le escort”. Se la colpa è delle donne Silvio è una vittima.

Moderatrice del dibattito la giornalista Elena Gaiardoni passata, tempo fa, da “L'Arena” al “Giornale” della famiglia Berlusconi.
Sto parlando della celebrazione dell '”8 marzo” organizzata dalla Giunta al palazzo della Gran Guardia.
La moderatrice Gaiardoni, vera maitresse à penser, ha arricchito il dibattito con affermazioni come queste : “...il premier Silvio Berlusconi ha avuto il merito di farci affrontare la festa della donna in modo nuovo” e “...un presidente così divertente non ce l'avremo mai più” e ancora “...voglio toccare un argomento scabroso che non mi fanno mai toccare sui giornali ovvero che chi comanda in questo Paese è una lobby gay”.

I presenti sostengono che fosse sicuramente sobria ma, forse, un po' disturbata dalla notizia, appresa poco prima, che il marito, Alfredo Meocci, una volta grigio notabile democristiano e ora grosso esponente berlusconiano, con sentenza della Corte dei Conti dovrà restituire all'Erario 107 mila euro (circa 215 milioni delle vecchie lirette) in seguito alla vicenda della sua nomina a direttore generale della Rai, ritenuta illegittima.
Dopo le esternazioni della Gaiardoni molte delle donne presenti se ne sono andate protestando vivacemente.
Fortunatamente poco distante dalla Gran Guardia, sul Liston di piazza Bra. centinaia di donne con le candele accese hanno ricordato il perché la festa della donna si celebra in quella data cioè hanno voluto ricordare l'eccidio del 1908 a New York quando 129 donne furono lasciate morire nell'incendio della fabbrica dove lavoravano.

Nella corsa al peggio l'accoppiata Di Dio-Gaiardoni è sicuramente tra le favorite seguita a una incollatura dall'immancabile don Fasani sempre presente in questa gara.
Pochi giorni fa, infatti, sul settimanale diocesano “Verona Fedele” rispondendo a un lettore che si diceva indignato per l'atteggiamento troppo tiepido della Chiesa sulla vicenda Berlusconi-Ruby, così scriveva: “...una cannonata a Berlusconi sarebbe un tappeto rosso all'altra parte e Lei è proprio sicuro che dall'altra parte ci siano i poveri, i giusti, i moralmente ineccepibili?...se poi vuole che gliela dica tutta, la Chiesa non ha preso posizione neanche ai tempi della DC, la Chiesa non deve fare o disfare governi”.
A parte la spudorata menzogna sulla Chiesa silente ai tempi della DC e sulla sua imparzialità verso i governi di questa nostra Italia, don Fasani, a conti fatti, dice che è bene che ci teniamo Berlusconi e, d'altra parte, non è lui che ha anche scritto: “..ce l'hanno con Berlusconi solo perché gli piacciono le donne”?

Per chiudere questa prima parte ci vuole una boccata d'aria buona.
Rispondendo ad una intervistatrice, la dottoressa Annamaria Molino, senologa, direttore dell'Oncologia medica di Borgo Roma, afferma: “...le quote rosa? se veramente ci fosse meritocrazia e la professionalità venisse riconosciuta, le quote, oggi, dovrebbero chiederle gli uomini”. Parole sante.
Altro argomento.
Che bravo Tosi! che brava anche certa Lega!
Verona in questi giorni è attraversata da un fremito di ansiosa meraviglia per il nostro sindaco.
Comincia Gianbattista Ruffo (che è anche presidente onorario della gloriosa e antica Società Letteraria) con un lungo articolo su “L'Arena” elogia il fatto che Tosi abbia invitato il Presidente Napolitano a venire a Verona per il 150 anniversario de l'unità d'Italia.

Scelta coraggiosa, quella di Tosi, afferma Ruffo, poi svolge un inno al federalismo da costruire e auspica l'eliminazione dell'assistenzialismo di stato. e conclude: “...bisogna dare atto al sindaco di avere preso una iniziativa quanto mai opportuna e intelligente e di aver avuto anche il coraggio di portarla avanti andando controcorrente nel suo partito”.

Su “L'Arena” Maurizio Battista fa un ragionamento un po' più approfondito (non ci voleva molto) e parla di un cambio di rotta di Tosi, “da verde padano a italiano”. Cioè all'interno della Lega si starebbe consumando uno scontro tra la parte grezza, dura, di Bossi, di Gobbo, del Trota, di Borghezio, del sindaco e deputato Montagnoli, del capogruppo al senato Bricolo, che per l'occasione si è spostato da Ginevra, della Martini e altri contro l'area di Maroni e Tosi.
Ha ragione Maurizio Battista quando scrive che Tosi, con questi 'nuovi atteggiamenti' pensa di diventare punto di riferimento per i moderati di Verona.
Tosi, dice Battista, non è più il sindaco che firmava ordinanze a raffica, si è sganciato dai tradizionalisti cattolici, dialoga con le comunità straniere, frequenta i salotti televisivi, ha accettato di intitolare un ponte a Mariano Rumor citando il buon governo della DC veneta....e ne deduce, senza dirlo, che questa può essere una buona Lega e che, in fondo, con questa Lega bisognerà trattare.

Voglio fare alcune considerazioni.
Per prima cosa penso che a Tosi dei cento e cinquanta anni dell'Unità d'Italia gliene importi meno che niente. E così pure di Napolitano.

Penso che, in previsione del calo dei consensi a Berlusconi, stia mettendo in atto una strategia di facciata, e solo di facciata, di perbenismo per pescare voti in quell'area. Chi non voterà più Berlusconi non vorrà però votare Borghezio o il Trota e allora il nuovo Tosi si è vestito a nuovo per ricevere quei voti.

Però questo Tosi vestito a nuovo, l'altro giorno, ha incamerato nella sua compagine anche il peggio della destra violenta, xenofoba e incolta di Verona, quella che inneggia al boia delle fosse Ardeatine, quella il cui esponente in consiglio comunale si dichiara fascista, confermando così di non essere diverso da quel Tosi che pochi mesi fa sfilava con loro per le vie di Verona.

Battista scrive che Tosi mostra di non essere più quello delle ordinanze a raffica contro tutto e tutti quelli che non fossero omologabili ai principi discriminatori e razzisti della Lega.
Non è vero perché quelle ordinanze ci sono ancora tutte e sono, tutte con la loro ferocia sociale, ancora in vigore e Tosi le fa applicare. E continua a fare il palo a Berlusconi.
Questa Lega di Tosi è migliore perché invita Napolitano?

Giorgio Bragaja

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