18 marzo 2011

intervento a radiopop 18-3-2011 su il150°,il nucleare a Verona, l'Arena e la Fenice e la Capitolare

Celebrazioni del 150 anniversario de l'unità d'Italia.

Mi faccio una intervista.
Domanda: hai partecipato alle celebrazioni per il 150° anniversario de l'unità d'Italia?
Risposta: si, con qualche riserva.
Domanda: allora anche tu ti commuovi quando senti l'inno di Mameli.
Risposta: checche ne dica Benigni parole e musica non sono un granché ma, se assisto ad una cerimonia, quando lo suonano mi alzo in piedi perché è l'inno del mio Paese, che amo, ma non mi commuovo. Mi commuovo quando ascolto l'Internazionale. Belle le parole e bella la musica.

Cambiamo argomento.
In Giappone è successo quello che sappiamo.
La ministra Prestigiacomo, ministra per l'ambiente, non ha dubbi:”...faremo lo stesso le centrali”.

Il territorio veronese era (e forse lo è ancora) tra quelli indicati per la costruzione di una centrale nucleare. Doveva essere la bassa legnaghese. Poi tutto fu sospeso e poi però si riprese con il governo Berlusconi.
L'allora ministro Zaia, a Roma, votò il piano nucleare ma poi, a Venezia, diventato governatore del veneto, disse (e continua a dire) che per fare le centrali nucleari in Veneto dovranno passare sul suo corpo.
La ministra Prestigiacomo, cambia un po' idea ma insiste: “...le centrali si faranno ma solo dove le regioni sono d'accordo”.

A ruota Vendola, governatore della Puglia fa sapere che loro si opporranno con i carri armati e Formigoni, governatore della Lombardia, fa sapere che per loro l'ipotesi di una centrale nucleare nella loro regione è già stata scartata da tempo.
Dunque si potrebbe dire che le regioni non le vorranno e così si può star tranquilli.

No. Non è così, intanto perché può ancora succedere che qualche regione, particolarmente povera, accetti in cambio di importanti finanziamenti e poi perché, con loro, non si sa mai.

E l'altro ieri si votava alla Camera una mozione, un documento che avrebbe impegnato il governo ad accorpare in una sola data lo svolgimento dei referendum (tra cui quello sul nucleare) con le elezioni amministrative, favorendo cosi il raggiungimento del quorum indispensabile per la validità del voto e dei referendum risparmiando anche 340 milioni di euro, non pochi dati i tempi che corrono.

Bene, anzi male. La mozione non è passata per un solo voto. Mancavano dieci deputati del partito democratico, del partito che aveva proposto la mozione.

Ora una considerazione “antipatica”.
In questi giorni tutti a lodare i giapponesi che, colpiti da questa terribile calamità, non protestano non urlano ma dimostrano una sofferenza “composta” e tutti qui a dire, ammirati, “come sono diversi da noi! ”.E' vero, sono diversi, e per alcuni aspetti è una diversità positiva, ma accettano ancora un imperatore che si ritiene di origine divina ( da noi ancora non c'è); nonostante Hiroshima e Nagasaki hanno accolto un sacco di centrali nucleari gestite da società private (che hanno mentito e continuano a mentire sulla gravità del pericolo), senza fare le barricate e adesso non urlano la loro rabbia, non accusano, sono “composti”.
Preferisco i napoletani, preferisco gli italiani, preferisco noi.

Nella nostra provincia, nell'Est veronese, a Soave e dintorni, dopo quattro mesi dall'alluvione che aveva semidistrutto quella economia, sono andati ancora sotto acqua.
I soldi per fare le opere di contenimento dei torrenti c'erano subito ma non è stato fatto niente.

Il presidente della Provincia, Miozzi, arrivato subito sul posto, di fronte alla rabbia e agli insulti dei cittadini di nuovo con le case invase dall'acqua, si è messo a urlare davanti alla televisione”...è una vergogna, non hanno fatto niente e c'erano i soldi, devono pagare, in quattro mesi non hanno mosso un dito ,bisogna mandarli a casa!”

Mandare a casa chi? Forse il geometra ultimo assunto all'ufficio tecnico della Provincia o del Genio civile o della Regione o del Consorzio di bonifica? O invece bisognerebbe mandare a casa chi avendo accettato i più alti gradi delle cariche civili deve assumersi anche le più alte responsabilità?
Come, per esempio, il presidente della Regione, e il suo assessore competente, o il presidente della Provincia, cioè Miozzi, e il suo assessore competente.
In questi quattro mesi hanno protestato contro chi doveva fare e non ha fatto?
Urlare, da parte di chi ha responsabilità, a disastro avvenuto, non serve a molto, fa solo aumentare la rabbia.


Due sole parole sul carnevale veronese.
Il patron del carnevale, Ginetto D'Agostino, detto anche Volkswagen, aveva intimato “...niente carri politici a Verona“ e, invece, un carro politico c'era. Uno solo.

In una città e in una provincia dove stracomandano Lega e Berlusconi quell'unico carro “politico” dei 70 presenti era quello che inneggiava a Berlusconi e sbeffeggiava quelli che lo attaccano.
Il responsabile del carro dichiara: “...il Cavaliere è incalzato dai draghi cioè da tutti coloro che lo combattono con ogni mezzo e noi siamo suoi sostenitori e speriamo che riesca a cavarsela”.

Cioè il carnevale, che storicamente è nato come un giorno di libertà per criticare il potere, è diventato invece, a Verona, una emanazione del potere tanto che persino il giornale “L'Arena” ha dovuto prendere le distanze.
La giunta Tosi ha dato moli soldi per il carnevale .
D'Agostino se li è meritati tutti, fino all'ultimo centesimo.

Per l'Arena, la Fenice, la Capitolare, sarà per la prossima volta.

Giorgio Bragaja

Per leggere gli interventi precedenti e altro: giorgiobragaja.blogspot.com

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