03 dicembre 2010

Intervento a radiopop 3-12-2010 un Rettore entusiasta, don Verzè, gnocco fritto e altro

Il rettore dell'università di Verona Alessandro Mazzucco, è intervenuto autorevolmente (e pesantemente) a proposito della legge Gelmini affermando, in un editoriale dell'altro ieri sul sito dell'Ateneo, che “ come ogni provvedimento assunto da un parlamento così litigioso, qual'è quello italiano, il disegno di legge è stato costruito con una singolare convergenza di contributi e con un consenso sostanzialmente totale” e prosegue e conclude così “ elementi fondamentali di innovazione rendono questa legge un incontestabile, anche se parziale, miglioramento rispetto alla insostenibile situazione attuale tale da consentire di affrontare il 2011 senza dover affrontare drammi”.
Questo zelante entusiasmo non è piaciuto agli studenti, ai ricercatori e docenti veronesi che da giorni protestano contro questa legge.

“Ieri è stato un giorno triste. Per l'università, per la ricerca per tutta l'istruzione italiana” affermano
e di fronte alle dichiarazioni del rettore replicano “ stupisce per prima cosa la tempistica di questo editoriale e non comprendiamo la ragione di un intervento che dichiari che il consenso a questa riforma è stato totale trasversale ed esteso mentre è del tutto chiaro che non è così.”

E ancora “Il rettore forse dimentica che ad oggi circa un centinaio di ricercatori dell'ateneo scaligero sono in mobilitazione contro questo disegno di legge, che quattro consigli di facoltà hanno approvato mozioni di critica severa alle norme ivi contenute, che non a tutti i presidi di facoltà questa riforma piace, che sono spuntate in soli due giorni 2000 firme nella sola facoltà di Lettere per chiedere al rettore la convocazione di una conferenza d'ateneo per discuterne i contenuti e nella quale il nostro rettore spieghi a quale titolo ritenga che in questa riforma vi siano elementi di miglioramento rispetto alla situazione veramente caotica di oggi”.

E concludono: “Anche qualora fosse approvata, questa legge, avrebbe bisogno di una decina di decreti attuativi delle singole norme. Tutto questo è destinato a bloccare il sistema universitario per parecchi anni”.

Docenti e studenti, in tutta Italia, con la loro protesta contro una legge che risponde ad una logica feroce di censo e di classe, sono riusciti a far diventare l'università, la scuola, l'istruzione, la cultura, un tema centrale nel panorama politico italiano come non avveniva da anni.
E sono anche riusciti, con l'aiuto della crisi governativa, a far rinviare la definitiva approvazione della legge a dopo il 15 dicembre e, se le cose andranno come dovrebbero andare, ad affossarla.

E il rettore Mazzucco, giorni fa, alle prime proteste di studenti e docenti aveva reagito dicendo, con un po' di puzza sotto il naso,: “Ma sono proteste con motivazioni politiche”.
Straordinario. E come e cosa dovrebbero essere? La legge non è fatta dalla politica? E le eventuali proteste contro una legge fatta dalla politica cosa potrebbero essere se non politiche?
E' proprio vero: non c'è due senza tre,... le disgrazie non vengono mai da sole,... piove sul bagnato, eccetera, eccetera
Dopo il vescovo Zenti e il sindaco Tosi ora anche il rettore. Siamo a posto.

A proposito di “piove sul bagnato”.
Per i disastri provocati dall'alluvione il procuratore capo di Verona Mario Giulio Schinaia ha aperto un inchiesta penale. L'ipotesi di reato è quella di disastro colposo e cercherà di individuare i responsabili e le altre contestazioni per le quali chiamarli in causa e di esaminare fino in fondo i piani regolatori dei territori coinvolti nel disastro.
Bene. E' un buon inizio.
Lega ambiente, Italia nostra,altre associazioni, alcune forze politiche e anche chi vi parla, in tempi, come si usa dire, non sospetti, avevano denunciato come la devastazione del territorio veneto, dovuta ad un intrecciarsi di interessi miopi e povertà culturali, avrebbe comportato, inevitabilmente, distruzioni e danni grandissimi.
Ora si tratta di non lasciare alla sola magistratura il compito di colpire chi ancora ritiene che l'acqua, il suolo, l'aria siano beni privati e come tali da sfruttare e sfinire.

Altro argomento-
Un paio di settimane fa commentai, ritenendola esagerata, la defenestrazione dell'assessore Rossi da parte del sindaco Tosi che non aveva sopportato le critiche al suo operato da parte dell'esponente UDC. Rossi aveva detto che a comandare a Verona, in realtà, fosse non il sindaco ma il suo portavoce Bolis. Critica sgradevole ma, ritenevo, punita esageratamente.

Ora però, riordinando alcune carte, ho trovato un intervento di un paio di mesi fa dell'ex assessore Rossi, che nella sua veste di consigliere provinciale oltre che assessore comunale, criticava duramente il progetto di don Verzè, il padrone dell'ospedale San Raffaele di Milano e grande amico di Berlusconi, per la costruzione in terra veronese, a Lavagno, di una megastruttura “per il benessere e il prolungamento della vita fino a 120 anni”.

L'argomentazione di Rossi era ineccepibile: “Se vogliamo rispettare il diritto della gente ad avere una sanità pubblica efficiente non possiamo spendere soldi per centri di cura privati. Chiudiamo gli ospedali pubblici e poi diamo i soldi a un centro privato, gli costruiamo le strade e poi partecipiamo alle spese per i suoi assistiti... Don Verzè costruisca pure l'ospedale ma lo faccia con i soldi suoi”.
Con ciò si capisce meglio il perché della sua cacciata dalla giunta comunale.


Ora una cosa simpatica e gradevole.

Oggi, venerdì, alle ore 20 alla libreria Gheduzzi di corso Santa Anastasia 7, si inaugura la mostra “Le ricette del Vigio nei disegni di Gianni Burato” e sarà presentata la riedizione del relativo libro di ricette.
Alberto Cavazzuti, detto El Bogòn, genero del Vigio, introdurrà e darà dimostrazione pratica cucinando gnocco fritto per il piacere e il palato dei presenti. Cavazzuti e Gianni Burato furono tra i principali collaboratori di Cesare Furnari nella redazione di “Verona Infedele” lo storico irriverente periodico satirico e di costume al quale mi onoro di aver collaborato e del quale sento insieme nostalgia e mancanza.

Il Vigio era il suocero di Cavazzuti, un emiliano tosto e gentile che nelle sue visite a Verona preparava il cibo per le cene casalinghe di “Verona Infedele”. Casalinghe nel senso che il desco era quello della ospitale casa di Alberto e Or nella.
Le ricette di quel cibo, illustrate da Gianni Burato, e gli originali delle illustrazioni, ora sono alla portata di chi le vuole fino al 12 dicembre.

Giorgio Bragaja

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