24 dicembre 2010

intervento a radiopop 24-12-2010 su Torri, l'inno di Mameli, auguri e altro

Alcuni mesi fa qui a radio popolare avevo fatto un primo elenco di alcune vicende non troppo edificanti che coinvolgevano esponenti leghisti del Veneto e di Verona.

Ora l'elenco può essere aggiornato.
Torri è un comune del lago di Garda amministrato da Pdl e Lega.
Pochi giorni fa il pubblico ministero Valeria Ardito ha rinviato a giudizio il sindaco Giorgio Passionelli, Pdl e, praticamente, quasi tutto il gruppo dirigente del Comune.

Le accuse vanno dalla corruzione, all'estorsione, alla tentata estorsione, alle minacce, all'omissione e abuso in atti di ufficio, al falso in atto pubblico e omessa denuncia da pubblico ufficiale.

Una signora, Diomira Guerrato, esponente della Lega e grande procacciatrice di voti per il Carroccio, secondo l'accusa, passa da semplice impiegata del Comune a dirigente dell'area amministrativa contabile grazie ad un concorso interno truccato e in virtù delle minacce agli altri candidati che, o impauriti si ritirano, o vengono bocciati.
Sempre secondo il Pm ad uno dei candidati addirittura si minacciano, nel caso non si fosse ritirato, ritorsioni contro l'attività commerciale della madre.

Stessa, o simile vicenda con il comandante dei vigili.
Anche per la promozione del comandante dei vigili, scrive il Pm, si era preparato un concorso interno su misura, cioè con requisiti stampati esattamente sul curriculum del concorrente.
Il tutto come scambio per ripagare, per ricompensare, il comandante dei vigili che avrebbe chiuso un occhio su altri tre reati commessi per favorire la precedente amministrazione sempre guidata dallo stesso sindaco.
Il sindaco e la signora di cui sopra sono accusati anche di aver convinto il comandante dei vigili a non effettuare i dovuti controlli sugli abusi edilizi nell'abitazione del marito della esponente leghista come richiesto dai carabinieri.
Una bella compagnia, sindaco in testa più una decina di altri dipendenti, in un comune del bel lago di Garda a un tiro di schioppo dalle acque nelle quali il collega del sindaco di Torri, il sindaco di Verona il leghista Tosi, si tufferà, come ogni anno, non mi ricordo se a Natale o a Capodanno, confortato e riscaldato dagli applausi degli amici di partito.
Forse questa volta ci sarà qualche assenza giustificata.

Il consiglio comunale di Verona ha deciso che ogni seduta debba essere aperta con l'inno di Mameli.
La proposta iniziale pare fosse quella di far cantare l'inno dai consiglieri in piedi e con la mano destra sul cuore, all'americana.
L'inno di Mameli è già brutto di per sé sia come musica che come testo e immaginarlo cantato dai consiglieri è una sofferenza peggiore di quella che ognuno di noi prova quando a farfugliarlo sono i calciatori della nazionale.

Fortunatamente poi hanno optato per una registrazione diffusa dagli altoparlanti però sempre con i consiglieri in piedi e con la mano destra sul cuore.
Neanche al Parlamento c'è questa usanza e nessuno se ne lamenta anche perché ci sono modi più intelligenti per ricordare l'Unità d'Italia.
Le cronache riportano che al momento del voto qualcuno dai banchi della Lega abbia commentato ad alta voce “roba da matti”.
Tralasciando ogni considerazione sul pulpito dal quale viene la predica, come dargli torto?

“Il corriere della sera” pubblica una collana di venti libri, in vendita uniti al quotidiano, collana intitolata “Libri che hanno cambiato il mondo-I classici del pensiero libero”. Ci sono i testi di molti autori: Voltaire, Kant, Mazzini, Weill, Luigi Einaudi, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi,.....
Non c'è Marx, non c'è Gramsci.
Con tutto il rispetto e la giusta e grande considerazione dovuta ad Einaudi, a Spinelli, a Rossi e ad altri inclusi nella collana mi riesce difficile pensare che Marx e Gramsci non abbiano titoli almeno uguali a loro per poter essere inclusi tra coloro che hanno scritto libri che hanno contribuito a cambiare il mondo.
Gli scritti e il pensiero del primo hanno contribuito al riscatto, alla emancipazione e alla libertà di intere moltitudini umane. Non c'è stato solo il “socialismo reale”.
Gli scritti ed il pensiero del secondo hanno contribuito al riscatto e alla emancipazione delle classi subalterne italiane, e ad una nuova comprensione della nostra storia.
Il primo esiliato a vita dai potenti, il secondo morto in carcere.
La censura “colta” è la più pericolosa perché passa inavvertita.
E' tradizione, quasi un obbligo giunti a questo punto del calendario fare gli auguri affinché il nuovo anno sia più benevolo.
Credo però che questa volta, alla fine del 2010, gli auguri siano superflui.
Ragioniamo: quest'anno, 2010, oltre ad avere un sovrappiù di disgrazie naturali, ci siamo tenuti, Berlusconi primo ministro, il La Russa, la Santanché, il Bondi come ministri della Repubblica, il senatore Gasparri che propone gli arresti preventivi per i dimostranti, e, cosa non secondaria, noi veronesi, anche Tosi sindaco e, proprio per non farci mancare niente, anche Bricolo senatore della Repubblica.
Considerato tutto ciò gli auguri sono superflui.
Il 2011 non può che essere migliore del 2010.
Però non si sa mai e perciò gli auguri ve li faccio lo stesso: buon 2011 !

Una buona notizia dell'ultima ora.

Nel Comune veronese di Illasi al Gran Galà per la premiazione di cittadini illustri c'è stato un fuori programma
Quando è stato il turno dello studente Alberto Fabris per ritirate la busta del premio con 200 euro e il diploma di encomio per il massimo dei voti conseguito alla maturità classica, questi ha preso la parola ringraziando l'amministrazione ma non ha evitato di denunciare un fatto che ha definito gravissimo ed estremamente preoccupante.
In una delibera di giunta-ha detto-che intendeva assegnare un contributo a favore di una signora straniera in forte stato di indigenza, gli assessori in quota alla Lega Nord, Paolo Fasoli ed Elena Colognato si sono opposti mettendo a verbale che “l'oggetto della delibera va contro i principi morali, etici e ideologici del movimento che noi rappresentiamo”
Lo studente così commentava: “Criterio per ricevere sostentamento dunque non sarebbe l'effettivo bisogno ma una illasianità, una discriminazione consapevolmente motivata in termini morali, etici, e ideologici che ha un nome preciso: razzismo”.
Disgustato da questo fatto Fabris ha tenuto per sé il diploma e ha restituito la busta con il denaro chiedendo che venga data alla signora in difficoltà.

Giorgio Bragaja

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