A radiopop il 16-6-2010 su Tosi meglio di Zaia?..Hellas Verona e telecronisti, ancora su Glaxo, e Napolitano
Quando Zaia, il presidente della Regione quando va in televisione penso: ma perché va in televisione? Con quel unto sulla testa impietosamente messo in primo piano, l'unto, dalle telecamere, e poi parla male nel senso che esprime due tre concetti e poi basta, li ripete e fa fatica a sostenere un contraddittorio. E' a disagio. Non è all'altezza.
Poi uno legge quello che scrive e si ricrede. I concetti ci sono, il ragionamento fila, la sintassi regge, il vocabolario è ricco. Come mai?
Le spiegazioni possono essere due. La prima: è molto sensibile e davanti alle telecamere si agita; la seconda: ha al suo servizio un bravo capoufficio stampa o, addirittura, un Ghost Writer, scrittore fantasma, che gli scrive gli articoli e gli prepara gli interventi ufficiali.
Propendo per la seconda ipotesi: davanti alle telecamere è quello che è nella realtà però ha uno, bravo, che gli scrive gli articoli e gli interventi.
Zaia è adatto a rappresentare il volto e gli interessi della neo borghesia dei capannoni, dei Suv, delle partite Iva...
Tosi, sindaco di Verona, in televisione sta a suo agio. A differenza di Zaia, che pure ha una laurea, ha una solida cultura di base, esprime concetti aberranti e feroci con proprietà di linguaggio e disinvoltura, i suoi ragionamenti filano anche se su un binario costruito su discriminazione e cinismo.
In più ha un capace capoufficio stampa, proveniente dalla sinistra, che non gli scrive gli articoli , Tosi non ne ha bisogno, Tosi non scrive sui giornali, ma gli prepara con abilità ogni mossa, ogni presenza, lo documenta. Tenta anche di smarcarlo, senza riuscirci, dalle frange nere che lo hanno sostenuto e lo sostengono sempre più servili.
Lo costruisce per essere il rappresentante anche della borghesia ricca, quella vecchia, quella di certe Banche, quella immobiliarista, dei Piani Regolatori, dei grossi affari, dell'Opus Dei, mantenendo però sempre il forte legame con la base.
Zaia e Tosi due facce, due aspetti, funzionali ad una organizzazione che è potente solo perché gli altri, salvo lodevoli, ma piccole, eccezioni, non si organizzano e non sanno trovare tracce, parole, programmi per organizzarsi e rendersi alternativi nei quartieri, nelle fabbriche, nelle campagne.
Hanno perso gli ideali di partenza e, sul mercato, di ideali, non ce ne sono tanti altri di nuovi.
Tanto è vero che per dire che faranno opposizione dura in Parlamento dicono:”Faremo un Vietnam”.
Da vergognarsi.
Sulla partita di Domenica tra il Verona Hellas e il Pescara. Ultima possibilità per il Verona di salire in serie B.
I tifosi ultras del Pescara si sono comportati come tutti gli ultras di tutte le squadre sia di serie A che di serie B, C e altre.
Cioè hanno insultato, sbeffeggiato, fatto trovare pesci morti e schifezze nel settore riservato ai tifosi veronesi in trasferta, minacciato, provocato cioè hanno messo in campo tutto l'armamentario idiota tipico di questa specie di tifoseria.
I sostenitori del Verona, per non essere da meno, per non far brutta figura, hanno risposto, pensando al terremoto de l'Aquila, con il delicato coretto :”Terremotati, voi siete terremotati”.
Niente a che vedere con lo sport. E' risaputo. Così è e continuerà ad essere se non cambieranno altre cose. Faccio fatica a sopportarlo ma è così.
Però faccio fatica anche a sopportare il giornalista di Telearena che da Pescara a fine partita commentando il comportamento dei tifosi pescaresi e le loro provocazioni ha ripetuto più volte:”....cosa volete, è questione di latitudine, lo dico da tempo”.
Cioè siamo al Sud, queste cose succedono perché Pescara è al Sud, in Meridione, in Bassa Italia, sono terroni, da noi, al Nord, è diverso.
Questo commento è stato immediatamente classificato per quello che è, cioè stupidamente razzista, da una notizia arrivata il giorno dopo su tutti i giornali.
A Torino, vale a dire al Nord più Nord del Nord, una giovane nomade incinta di otto mesi suona i campanelli di un condominio per chiedere l'elemosina.
Un tifoso ultra della Juventus conosciuto dalla Questura come facente parte delle frange più violente della tifoseria locale, e come tale diffidato, apre la porta vede la giovane nomade, torna dentro, apre l'armadio, prende una mazza da baseball e gliela dà sulla schiena. La donna abortisce.
A che latitudine siamo?
Per non parlare della nordica Verona con le violenze in centro storico che hanno visto, e vedono tuttora come protagonisti, quelli della curva sud.
Una per tutte Corticella Leoni con Tommasoli ammazzato e lo stadio con simboli nazisti e il manichino di un nero impiccato sugli spalti e altre incursioni in questi ultimi giorni.
Nel lungo articolo scritto il giorno dopo su “L'Arena” lo stesso giornalista esorta i politici veronesi ad intervenire in Parlament affinché “...sia tutelata l'immagine di una città, Verona, spesso bersagliata dai media nazionali” ma però non fa più cenno alla “latitudine” pensando probabilmente che: ”scripta manent...”. Però anche le registrazioni restano. O no?
Perché Telearena non ci fa risentire quel commento?
Ancora su Glaxo la prossima volta perché mi sono fatto un idea su come è andata.
Giorgio Bragaja
16 giugno 2010
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