A radio popolare il 5-6-2010 su banche, Tosi, La Chimica, Glaxo...
E' iniziato l'assalto alle banche del Nord, in previsione del rinnovo dei loro Consigli di Amministrazione, cosi come aveva preannunciato e ordinato Bossi.
“Ci prenderemo le Banche del Nord” aveva detto qualche mese fa e, ora, Tosi, che mal ha sopportato la sconfitta nella partita contro Zaia per la Presidenza della Regione e che, comunque pensa che la sua carriera non debba finire a Verona, ubbidisce e va a testa bassa contro il Presidente della Banca d'Italia Draghi e contro il Presidente della Fondazione Cariverona Biasi che sostengono la necessità della autonomia delle Fondazioni bancarie dalla politica.
E' una bella gara a chi ha meno pudore.
Le Banche non sono mai state “autonome” dalla politica e dai partiti. I Consigli di Amministrazione sono sempre stati preda dei partiti di maggioranza e solo negli ultimissimi anni qualche posto andava alle minoranze.
La differenza con l'oggi è che la spartizione, all'interno della maggioranza, avviene con schemi e priorità diverse.
La lega quando parla della necessità che le Banche si “rapportino al territorio” intende riferirsi alla piccola impresa, alle partite IVA, all'evasione diffusa, ai campanili, mentre gli altri, meno impulsivi e più educati ma non meno determinati, quando parlano di “autonomia” intendono una classe sociale diversa, industriali, imprenditori, grandi opere, grandi evasori, Opus Dei...
Il fatto è che lavoratori, pensionati, precari, giovani in cerca di lavoro, cassintegrati, in questo scontro non c' entrano. La lotta per la conquista dei posti nei consigli di Amministrazione delle Banche ha fini del tutto estranei agli interessi reali di queste categorie sociali oltre che, beninteso, ad ogni categoria morale.
Tosi ubbidiente anche sui CIE, i Centri di Identificazione ed Espulsione degli extracomunitari clandestini. I suoi uomini nei Comuni della provincia, salvo eccezioni, si sono detti pronti, a differenza di altri sindaci leghisti del Veneto, ad accettarne uno sul loro territorio.
Il suo referente questa volta è il ministro dell'Interno Maroni suo grande amico che gli potrà essere utile in futuro e che gli aveva già dato una mano durante la campagna elettorale sul tema della sicurezza a Verona e del quale, con questo assenso, diventa creditore
A proposito di sicurezza parliamo de “La Chimica”. Un giudice del Tribunale di Verona ha emesso un sentenza, con relativa motivazione, sui fatti di qualche anno fa che riguardavano l'occupazione di una struttura comunale fatiscente da parte dei giovani de ”La Chimica” per farne un centro di aggregazione sociale nel quartiere di Borgo Venezia.
Concerti, conferenze, dibattiti, incontri con personalità della cultura nazionale ed internazionale, un mercatino mensile molto apprezzato dalla gente del quartiere e non solo, una iniziativa con rilievo internazionale come , per anni, è stato il ”Critical Wine” con la presenza di Veronelli e di altri nomi della gastronomia e del buon mangiare e del buon bere, e, naturalmente, il tutto pervaso da una profonda caratterizzazione democratica, allegra, aperta al nuovo e allo straniero, all'accoglienza.
E, naturalmente, antifascista.
Fumo negli occhi per Tosi. Multe, ingiunzioni, sopralluoghi, avvisi...E oltre alla malevolenza del Comune gli assalti dei fascisti e delle teste rasate.
Tosi impostò gran parte della sua campagna elettorale sulla sicurezza minacciata dalla presenza de “La Chimica” e dalla esigenza di eliminarla.
Vinte le elezioni, con ottusa coerenza, mantenne l'impegno.
“La Chimica” fu cacciata i locali sgombrati, l'edificio rifatto come centro di quartiere, l'attività morta e loro processati e condannati a pagare una multa.
Ma il giudice, pur avendo dovuto multarli, nella motivazione della sentenza scrive: “..è emerso che gli imputati non hanno perseguito interessi personali, individuali o egoistici di appropriazione personale ma finalità collettive valorizzando un bene lasciato in stato di abbandono e in disuso dal Comune, per dargli la stessa destinazione successivamente deliberata dallo stesso Ente, ossia centro di aggregazione sociale”.
E la motivazione della sentenza continua: “...hanno svolto, i giovani de “La Chimica”, una azione con tratti di particolare valore sociale e hanno saputo valorizzare il centro di aggregazione sociale organizzando al suo interno anche manifestazioni di risonanza positiva non solo locale”.
Il sindaco Tosi nel leggere questa motivazione è diventato più verde del fazzoletto che esce dal taschino della sua giacca.
“La Chimica” prosegue ora, all'aperto, la sua attività con un mercatino di microeconomia socializzata diversa anche dall'esperienza dei mercatini a chilometri zero oggi tanto in voga.
Ma anche questo non va bene per Tosi e i suoi vigili tant'è che hanno inflitto due multe di 400 euro l'una per due volantini del mercato affissi con lo scotch tra un volantino della parrocchia e uno, immancabile, della Lega.
La notizia di questa sentenza e della sua motivazione, riportata anche da giornali nazionali, è stata invece ignorata da “L'Arena”, “Telearena” e relativi domestici.
Questa vicenda porta nuovamente in discussione la possibilità di sopravvivenza a Verona di organizzazioni culturali, sociali non schierate con il potere cittadino.
Dopo “La Chimica” uguale sorte sta toccando a “Metropolis” un centro di organizzazione socio-culturale preso di mira dalle ordinanze del sindaco e dagli interventi dei vigili urbani.
E' “ un luogo dove si incontrano varie culture dove si fa doposcuola per bambine e bambini migranti e italiani, corsi di italiano e alfabetizzazione informatica per migranti, concerti e mostre d'arte....”.
“Brutti caratteri”, si chiama così un altra iniziativa libraria -culturale (non trovo definizione più adatta), sta allestendo in città, in un luogo prestigioso, Porta Palio, concessa dalla società di Mutuo Soccorso, incontri e dibattiti di grande interesse. Con difficoltà.
In ZAI “Interzona” porta avanti con grandi difficoltà spettacoli teatrali e musicali di valore.
Si pubblica da parte di un gruppo di giovani un periodico: “L'Ombroso”, di satira intelligente, anarchica e irriverente. Anche questo con difficoltà.
Un altro luogo di aggregazione culturale “Esposta” sta invece chiudendo per difficoltà economiche.
Invece non ha difficoltà “Casa Pound” che fa dibattiti con Dell'Utri e con Stefania Craxi.
Forse una secolare istituzione culturale come, per esempio, la Società Letteraria potrebbe promuovere un approfondimento sullo stato della cultura giovanile a Verona. Non sarebbe male.
Della Glaxo parlerò la prossima volta tanto, purtroppo, non c'è fretta.
Giorgio Bragaja
05 giugno 2010
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