A radio popolare il 3-2-10 su Lessinia, esorcisti, aziende e altro
Vent'anni fa, il 30 gennaio 1990, nasceva il Parco Naturale Regionale della Lessinia.
Giustamente “L'Arena” ha dato risalto alla ricorrenza con un lungo articolo del giornalista Vittorio Zambaldo.
Il titolo: “Il Parco compie 20 anni-. Nato più dalla imposizione dei vertici regionali piuttosto che dalle esigenze della base. Ora può raccogliere i frutti di due decenni di lavoro.”
L'articolo è ben scritto, elenca tutte le zone interessate, i comuni, le emergenze paesaggistiche, i luoghi storici, le possibilità di sviluppo socio-economico.
Però, come spesso succede non viene detto tutto quello che sarebbe utile sapere per una corretta informazione.
Per esempio la frase “Nato più dalla imposizione dei vertici regionali piuttosto che dalla base” andrebbe spiegata meglio.
Tento di farlo io. Ben prima del 30 gennaio 1990, anni prima, fu presentata una proposta di legge per la istituzione del Parco della Lessinia, proposta che dopo essere passata al vaglio delle Commissioni consiliari regionali, dopo incontri con Associazioni e Sindacati, nel 1986, fu illustrata in un convegno all'Ateneo Veneto, a Venezia.
I presentatori della Proposta di Legge erano consiglieri regionali eletti nella lista del PCI, cioè, nell'ordine, chi vi parla come primo firmatario, poi Ottavio Contolini (eletto come indipendente), il preside della facoltà di Architettura Edoardo Salzano e altri.
La nostra disponibilità al confronto con le altre forze politiche fu, da subito, dichiarata assoluta e aperta ad ogni contributo.
Trovammo un fronte avverso duro e compatto e non tanto contro le singole norme o la indicazione delle aree ma proprio contro la stessa idea di Parco.
La Giunta, i consiglieri regionali DC, i cacciatori, la Coldiretti, i Comuni (non tutti), le Pro Loco, la grande maggioranza della gente della Lessinia influenzata da una propaganda terroristica ci furono contro. Uno schieramento pressoché impenetrabile deciso ad affossare la nostra proposta di legge a tutti i costi e qualcuno, qualche volta, anche con metodi non proprio civili.
Poi il tempo, il confronto, la ragionevolezza della nostra idea, alcune asperità smussate, da una parte e dall'altra, le iniziative di altre Regioni, lavorarono a favore del Parco.
Ma la Giunta regionale, la Democrazia Cristiana soprattutto, non poteva ammettere che passasse una proposta di legge dei “comunisti” e presentò una sua proposta che, comunque, nella sostanza, era la nostra. Ma non c'erano più i nostri nomi e questo, a loro, bastava.
E nacque il Parco. Ma è bene ricordare che a pensarlo, a volerlo, a battersi per ottenerlo non furono i partiti della maggioranza così come può risultare dalla lettura dell'articolo.
Sono convinto che, ancora oggi, molti di coloro che vivono e lavorano in Lessinia pensino che sarebbe stato meglio che io e i miei compagni non avessimo mai cominciato questa storia.
Sono convinto che sbagliano e sono convinto che il Parco sarà un bene per tutta la montagna veronese.
Il nuovo Presidente dell'Ente Parco, Claudio Melotti, ha detto “Riprenderemo in mano le norme per chiarire e ammodernare senza stravolgere lo spirito dell'area protetta”.
Chiarire e ammodernare? In che senso? Ho ragione a temere il peggio?
Conosco Melotti. E' stato, per quel che ne so, e a mio giudizio, un buon sindaco del Comune di Boscochiesanuova. Ora è presidente dell'Ente Parco. Spero che non avendo fatto danni in Comune non ne faccia neppure nel Parco.
Ora una buona notizia.
In questo momento difficile con gli operai di numerose aziende veronesi licenziati o in cassa integrazione, con i precari che non ce la fanno e i giovani che non trovano lavoro, finalmente il vescovo di Verona Zenti ha deciso di intervenire nel merito affrontando con decisione il problema dell'occupazione e ha creato nuovi posti di lavoro nominando dieci nuovi esorcisti. Un numero doppio rispetto a Vicenza e Padova.
Il giornale dei veronesi, “L'Arena”, con due intere pagine spiega perché c'è bisogno di esorcisti.
L'esperta del Gris, gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa della diocesi di Verona, parlando delle “sette sataniche” conferma che occorrono più esorcisti. Don Pighi dice che di esorcisti ne sentivamo l'esigenza. “Il maligno è un entità che agisce ancora” afferma don Zocca.
Per contrastare il fenomeno delle sette sataniche occorre una task force di esorcisti afferma il vescovo di Padova.
I senza salario della Cartiera di Ca' di David devono dare la colpa al Maligno o al padrone?
Serve un esorcista o un Comune che stia dalla loro parte?
Basta così.
Chi volesse saperne di più cerchi alla voce “Associazione dei genitori cattolici” e troverà il presidente dottor Arrigo Muscio che presenta un esorcismo con tanto di urla del Maligno scacciato dal corpo dell'indemoniato.
Volevo parlare anche della guerra per bande scatenata tra i partiti del buon governo cittadino per la presidenza delle Aziende pubbliche ma sarà per la prossima volta.
Giorgio Bragaja
Ultima ora:
Dopo il confronto perso con la Hack alcuni giorni fa, su “L'Arena “ di questa mattina il vescovo Zenti disputa la rivincita.
Ma alle sue condizioni: senza avversario, senza arbitro, senza pubblico e in casa.
Due intere colonne di giornale. Perde ancora. Per autogol.
04 febbraio 2010
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