intervento a radiopop 22-6-2011 Pontida, Passalacqua, legopoli, Hellas e altro
In questi giorni si sta riparlando della Passalacqua perché la giunta comunale ha deciso di abbattere alcune centinaia di alberi per dar corso ai lavori.
La ex caserma Passalacqua occupa con i suoi180 mila metri quadrati un terzo dell'intero quartiere di Veronetta. Era già una sede Nato ma doveva diventare la base militare più importante d' Europa.
Tutti, tranne una esigua minoranza, dentro e fuori dal Consiglio Comunale, erano entusiasti, sarebbe stato un secondo miracolo economico per Verona con tutti quei militari americani e alleati allegroni e pieni di soldi da riversare nelle tasche dei veronesi.
I pochi contrari dicevano che no, la Passalacqua doveva risarcire il quartiere di Veronetta da tanti anni di abbandono e doveva diventare il cuore di una vita comunitaria per il quartiere oltre che una grande occasione per l'università.
Ma i pochi non ce l'avrebbero fatta se non fosse nato un comitato di cittadini duro, combattivo, educato non tanto alle buone maniere quanto alla democrazia che per mesi non ha lasciato scampo al Consiglio Comunale, alla sindaca, alla Giunta riuscendo poi a raccogliere il consenso dell'intera città e a far si che l'ipotesi Nato tramontasse.
Dopo, però, come spesso succede, il lavoro di chi, da sempre, accetta che le cose cambino purché tutto resti come prima, ha condotto alla situazione attuale con un progetto per la Passalacqua che prevede l'abbattimento di alberi per fare un parco, 300 appartamenti, qualcosa per l'Università e poco, pochissimo, per il quartiere cioè un progetto che sembra fatto più dalla famelica associazione costruttori che dal Comune e con l'approvazione della Sovrintendenza, come sempre negli ultimi tempi a Verona.
Per fermare il taglio degli alberi (ma io spero anche per ricominciare a ridiscutere l'intero progetto) varie associazioni ambientaliste si sono date appuntamento per domani alle 10,30 davanti al Polo Zanotto invitando i cittadini a partecipare ed è un invito che faccio mio. Ovunque al mondo quando si tratta di costruire dove ci sono grandi alberi si adatta il progetto al paesaggio esistente ritenuto patrimonio naturale indisponibile. A Verona no, a Verona si disbosca per fare case come in Amazzonia si disbosca per fare hamburger.
Cambiamo argomento.
Durante la trasmissione televisiva in diretta del raduno leghista di Pontida il sindaco di Verona Tosi non si vedeva, era sul prato, sotto il palco e così il governatore del Veneto Zaia.
Sul palco, per Verona, si son visti il senatore Bricolo, la sottosegretaria Martini e, mi pare, anche il consigliere regionale Tosato.
Tosi e Zaia giù per terra per motivi diversi. Tosi si era fatto un po' troppo avanti poggiando su Maroni e il capo Bossi gli ha dato una calmata, Zaia ha dichiarato di aver votato “Si” su tutte e quattro le schede del referendum contravvenendo alle indicazioni del capo.
Bricolo e Martini sono bossiani di ferro.
Tosi in televisione (l'ho visto sere fa a “Otto e mezzo” e a “Ballarò”) non è più tanto sicuro.
Al sindaco di Firenze Renzi che a Ballarò, riferendosi a Bossi, impietoso, diceva: “...se mi si viene a dire che qualcuno nella mia città con un ampolla d'acqua del fiume battezza la gente in nome del dio Arno telefono subito all'Unità Sanitaria che lo vengano a prendere”, Tosi, imbolsito, non rispondeva, non apriva bocca.
Sulla stampa fa dichiarazioni che o non hanno senso, come quando afferma che “....ai cittadini non interessano cose come il legittimo impedimento ” dimenticando che i cittadini che sono andati a votare, qualche decina di milioni, hanno votato proprio sul legittimo impedimento, o quando afferma che “...Bossi è il capo indiscusso della Lega tant'è che tutte le volte interpreta in anticipo ciò che succede”. Un vate, un profeta.
Nessuno di loro ha il coraggio e la coscienza di dire che Bossi non sta bene, che dice e disdice, che non tiene il filo del discorso.
Sempre sulla Lega: a Zevio, il direttore sanitario dell'USL 22, il leghista Dall'Ora, assume per chiamata diretta come responsabile del controllo di gestione il bancario Nicola Falsirollo segretario della Lega a Zevio e assessore sempre per la Lega in Comune.
La corte dei conti dice che non aveva i titoli e chiede il rimborso di 40 mila euri a Dall'Ora e 20 mila al direttore amministrativo Polo.
I guai giudiziari e amministrativi della Lega cominciano ad essere tanti.
Dunque l'Hellas-Verona ce l'ha fatta, ha vinto ed è promossa in serie B.
Onore al merito del presidente Martinelli e alla bravura dell'allenatore Mandorlini e di tutti i giocatori. Meno ai tifosi o, meglio, a quella parte molto consistente di tifosi che hanno manifestato la loro gioia in piazza Bra e all'aeroporto nel modo che ci è stato dato di vedere.
Il sindacato di polizia ha protestato affermando, tra l'altro e giustamente, che l'invasione delle piste dell' aeroporto Catullo con gli aerei in manovra da parte dei tifosi per accogliere i calciatori ha comportato reali pericoli per chi in quelle ore era presente sul luogo.
In piazza Bra era presente e ben visibile lo striscione “Fora i butei” cioè “ liberate gli assassini di Tommasoli”.
E il sindaco Tosi si tuffa nella vasca dei giardini della Bra. E' vero: l'hanno fatto anche gli studenti alla fine dell'anno scolastico ma loro non sono gli autori delle ordinanze contro chi mangia un panino sulle scalinate di palazzo Barbieri o si sciacqua le mani nelle fontane della città.
Il tuffo gli porterà un po' di voti? Non credo. I cittadini cominciano ad essere stufi di certe cose e Tosi comincia a perdere colpi. Forse il suo suggeritore, il suo capoufficio stampa, l'ideatore delle sue mosse fino a ieri vincenti, Roberto Bolis è in ferie o, anche lui, comincia a perdere colpi.
Un modesto suggerimento al presidente dell'Hellas Verona.
Convochi una conferenza stampa. Al tavolo, davanti ai microfoni, solo lui, l'allenatore, i giocatori e nessun altro, non gli sponsor (alcuni meglio perderli), non i capi dei tifosi, e dica che bisogna voltar pagina, che è stanco di pagare centinaia di migliaia di euri di multe per cori razzisti, che certa tifoseria è meglio perderla che averla.
Se non fa e non dice questo, da subito, la squadra potrà anche vincere il campionato ma non porterà nulla di buono alla città.
Giorgio Bragaja
questo e i precedenti interventi si trovano su: giorgiobragaja.blogspot.com
e sul sito di Radio Popolare Verona
24 giugno 2011
10 giugno 2011
intervento a radiopop 10-6-2011 referendum e vip veronesi, Hellas.
Per le televisioni e le radio è in vigore la par condicio cioè non si può dire di votare si o di votare no sulle schede per i quattro referendum ma però di andare a votare lo si può dire e allora lo dico: andate, andiamo, a votare, votate come volete ma andate a votare.
Si tratta di esprimere il nostro parere su chi deve essere il proprietario dell'acqua bene comune, sulle centrali nucleari dopo Fukushima, sulla uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
Non fate che per voi decidano gli altri, quelli che stanno a casa e non votano.
Alcuni veronesi, alcuni vip veronesi, noti per le cariche che ricoprono o per altri motivi hanno espresso il loro parere pubblicamente sui referendum.
Alcuni come Sara Simeoni e il questore hanno semplicemente detto che andranno a votare, altri come Gianmarco Mazzi, manager dello spettacolo e organizzatore oltre che del festival di San Remo anche delle festacce in arena, dice che ancora non sa se andrà a votare perché troppo impegnato non ha avuto tempo per pensarci però dice che “anche l'astensione è un'espressione”. Già, abbiamo capito.
Berlusconiano rabbioso, che più di così non si può, è il presidente dell' aereoporto Fabio Bortolazzi, ancora un po' cotto per le ultime vicende dell'Ente areoportuale veronese, che dichiara: “La mia intenzione è di non andare a votare, ma se si dovesse profilare il raggiungimento del quorum lo farò lunedì ed esprimerò quattro no”. Pronto fin da prima mattina di lunedì in tuta sportiva e scarpette da corsa.
Però è anche previdente dato che tra poco si dovranno rinnovare le cariche dell'aereoporto veronese e lui al suo posto ci tiene e qui da noi se non si è in linea con chi comanda si resta a casa e, allora, eccolo pronto per il grande balzo pro nucleare, pro acqua ai privati, pro impunità per l'amico Silvio.
Però il buon gusto vorrebbe che non si esagerasse.
Non potendo parlare dei referendum, e avrei molte cose da dire, parlerò di un altro argomento, apparentemente futile ma che, invece, non lo è.
La squadra di calcio Hellas-Verona si gioca le ultime partite per tornare in serie B e mi auguro che vinca, che torni in serie B e che, magari, dopo, torni anche in seria A e così si vedranno delle belle sfide con l'altra squadra veronese che in serie A c'è da tempo, il Chievo.
Auguri al presidente della squadra Martinelli che, se tutto andrà bene, sicuramente, porterà con sé il bravo allenatore Mandorlini e, invece, secondo me, dovrà lasciare indietro il presidente del calcio club hellas verona Alberto Lo Mastro e la sua banda di sedicenti tifosi che nel solo ultimo anno sono stati cosi bravi da procurare 60 mila euro di multa alla squadra per i cori e gli striscioni razzisti che puntualmente ostentano durante ogni partita.
Lo Mastro, legato agli ambienti più beceri della destra, assiduo di Casa Pound, non ha niente a che vedere con lo sport, con le vere tradizioni della squadra nata, più di cento anni fa, con il suo glorioso nome, Hellas, nel più antico liceo classico statale d'Italia, il “Maffei”.
Lo sport non ha nulla da spartire con i manichini neri impiccati sugli spalti, con gli striscioni di solidarietà agli assassini di Tommasoli con una cultura della violenza che era stata iniettata nelle curve dello stadio negli anni ''80 dalla destra istituzionale veronese. Cultura della violenza praticata dentro e fuori dallo stadio, con le parole e con le spranghe , tollerata e vezzeggiata dal conservatorismo cittadino come difesa dai retaggi del'68, dalle rivendicazioni operaie, dalle lotte degli studenti, delle donne.
E' di ieri la notizia che alcuni di questi violenti in questi giorni sono passati nuovamente per le aule giudiziarie e nuovamente condannati per violenze e aggressioni nelle strade della città.
Il presidente della squadra, i dirigenti, i giocatori se, come mi auguro, saliranno in serie B, dovranno lasciarsi alle spalle la zavorra, questa zavorra, perché il marcio nel calcio non è solo le scommesse e le partite truccate.
E in questa impresa, non facile, potrebbero essere aiutati anche dai giornalisti sportivi se questi non si lasciassero facilmente intimorire dai sedicenti tifosi di cui sopra.
Ricordiamoci che oggi una città è rappresentata anche dalla sua, o dalle sue, come nel nostro caso, squadre di calcio.
Ultima : la lite tra Tosi e Brancher sulle divisioni interne ai due partiti di appartenenza.
Tosi dice che nel Pdl c'è confusione Brancher risponde guarda a casa tua e se non la smetti vado a dirlo a Berlusconi. (testuale dai giornali).
Brancher è stato in carcere per vari reati ma anche per proteggere Berlusconi. Dopo è stato premiato con la nomina a ministro, carica della quale ha goduto solo per diciassette giorni e poi l'hanno cacciato, un record assoluto in negativo .
E adesso, bastonato da Tosi, gli ricorda che lui, Brancher, quando si trattò di decidere chi dovesse essere il candidato sindaco per Verona, fu buono con lui e chiamò Berlusconi che venne in elicottero a Cisano a casa sua per convincere l'altro candidato Meocci a rinunciare a favore di Tosi che così, per merito suo, di Brancher, diventò sindaco di Verona.
E' vero che al peggio non c'è mai fine ma insomma....
Lasciamo perdere Brancher e altre miserie e andiamo a votare.
Giorgio Bragaja
i precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
Per le televisioni e le radio è in vigore la par condicio cioè non si può dire di votare si o di votare no sulle schede per i quattro referendum ma però di andare a votare lo si può dire e allora lo dico: andate, andiamo, a votare, votate come volete ma andate a votare.
Si tratta di esprimere il nostro parere su chi deve essere il proprietario dell'acqua bene comune, sulle centrali nucleari dopo Fukushima, sulla uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
Non fate che per voi decidano gli altri, quelli che stanno a casa e non votano.
Alcuni veronesi, alcuni vip veronesi, noti per le cariche che ricoprono o per altri motivi hanno espresso il loro parere pubblicamente sui referendum.
Alcuni come Sara Simeoni e il questore hanno semplicemente detto che andranno a votare, altri come Gianmarco Mazzi, manager dello spettacolo e organizzatore oltre che del festival di San Remo anche delle festacce in arena, dice che ancora non sa se andrà a votare perché troppo impegnato non ha avuto tempo per pensarci però dice che “anche l'astensione è un'espressione”. Già, abbiamo capito.
Berlusconiano rabbioso, che più di così non si può, è il presidente dell' aereoporto Fabio Bortolazzi, ancora un po' cotto per le ultime vicende dell'Ente areoportuale veronese, che dichiara: “La mia intenzione è di non andare a votare, ma se si dovesse profilare il raggiungimento del quorum lo farò lunedì ed esprimerò quattro no”. Pronto fin da prima mattina di lunedì in tuta sportiva e scarpette da corsa.
Però è anche previdente dato che tra poco si dovranno rinnovare le cariche dell'aereoporto veronese e lui al suo posto ci tiene e qui da noi se non si è in linea con chi comanda si resta a casa e, allora, eccolo pronto per il grande balzo pro nucleare, pro acqua ai privati, pro impunità per l'amico Silvio.
Però il buon gusto vorrebbe che non si esagerasse.
Non potendo parlare dei referendum, e avrei molte cose da dire, parlerò di un altro argomento, apparentemente futile ma che, invece, non lo è.
La squadra di calcio Hellas-Verona si gioca le ultime partite per tornare in serie B e mi auguro che vinca, che torni in serie B e che, magari, dopo, torni anche in seria A e così si vedranno delle belle sfide con l'altra squadra veronese che in serie A c'è da tempo, il Chievo.
Auguri al presidente della squadra Martinelli che, se tutto andrà bene, sicuramente, porterà con sé il bravo allenatore Mandorlini e, invece, secondo me, dovrà lasciare indietro il presidente del calcio club hellas verona Alberto Lo Mastro e la sua banda di sedicenti tifosi che nel solo ultimo anno sono stati cosi bravi da procurare 60 mila euro di multa alla squadra per i cori e gli striscioni razzisti che puntualmente ostentano durante ogni partita.
Lo Mastro, legato agli ambienti più beceri della destra, assiduo di Casa Pound, non ha niente a che vedere con lo sport, con le vere tradizioni della squadra nata, più di cento anni fa, con il suo glorioso nome, Hellas, nel più antico liceo classico statale d'Italia, il “Maffei”.
Lo sport non ha nulla da spartire con i manichini neri impiccati sugli spalti, con gli striscioni di solidarietà agli assassini di Tommasoli con una cultura della violenza che era stata iniettata nelle curve dello stadio negli anni ''80 dalla destra istituzionale veronese. Cultura della violenza praticata dentro e fuori dallo stadio, con le parole e con le spranghe , tollerata e vezzeggiata dal conservatorismo cittadino come difesa dai retaggi del'68, dalle rivendicazioni operaie, dalle lotte degli studenti, delle donne.
E' di ieri la notizia che alcuni di questi violenti in questi giorni sono passati nuovamente per le aule giudiziarie e nuovamente condannati per violenze e aggressioni nelle strade della città.
Il presidente della squadra, i dirigenti, i giocatori se, come mi auguro, saliranno in serie B, dovranno lasciarsi alle spalle la zavorra, questa zavorra, perché il marcio nel calcio non è solo le scommesse e le partite truccate.
E in questa impresa, non facile, potrebbero essere aiutati anche dai giornalisti sportivi se questi non si lasciassero facilmente intimorire dai sedicenti tifosi di cui sopra.
Ricordiamoci che oggi una città è rappresentata anche dalla sua, o dalle sue, come nel nostro caso, squadre di calcio.
Ultima : la lite tra Tosi e Brancher sulle divisioni interne ai due partiti di appartenenza.
Tosi dice che nel Pdl c'è confusione Brancher risponde guarda a casa tua e se non la smetti vado a dirlo a Berlusconi. (testuale dai giornali).
Brancher è stato in carcere per vari reati ma anche per proteggere Berlusconi. Dopo è stato premiato con la nomina a ministro, carica della quale ha goduto solo per diciassette giorni e poi l'hanno cacciato, un record assoluto in negativo .
E adesso, bastonato da Tosi, gli ricorda che lui, Brancher, quando si trattò di decidere chi dovesse essere il candidato sindaco per Verona, fu buono con lui e chiamò Berlusconi che venne in elicottero a Cisano a casa sua per convincere l'altro candidato Meocci a rinunciare a favore di Tosi che così, per merito suo, di Brancher, diventò sindaco di Verona.
E' vero che al peggio non c'è mai fine ma insomma....
Lasciamo perdere Brancher e altre miserie e andiamo a votare.
Giorgio Bragaja
i precedenti interventi su: giorgiobragaja.blogspot.com
e su: radio popolare Verona
03 giugno 2011
intervento a radiopop 3-6-2011 Tosi non vota, parenti e amici, cervelloni e altro
Il sindaco Tosi ha dichiarato che il 12 e il 13 di questo mese non andrà a votare per i referendum.
Chi andrà a votare e voterà a favore dei quesiti referendari, facendo abrogare alcune leggi in vigore, deciderà che l'acqua resta pubblica, cioè un bene comune, che le centrali nucleari non si faranno, che Silvio Berlusconi, di fronte alla legge, è un cittadino come tutti gli altri e dovrà presentarsi ai processi che lo riguardano.
Il voto, si dice, è un “diritto-dovere”.
Quando, dopo la caduta del regime fascista, si stabilirono le modalità per le elezioni politiche e amministrative e per i referendum ci fu chi propose di declinarle più sul “dovere” rendendo in qualche modo obbligatorio l'esercizio del voto. Non fu così e perciò si è liberi di non votare.
Perché i referendum siano validi occorre che i votanti siano più del 50% degli aventi diritto. Uno di meno e il referendum salta.
Quindi chi non va a votare, nel caso in questione, contribuisce a rendere nulla la consultazione ed è come dicesse no ai quesiti referendari e le leggi che consentono di costruire le centrali nucleari, che danno l'acqua ai privati e che consentono a Berlusconi di non essere processato continueranno ad essere in vigore.
Dunque, stando così le cose, il sindaco di Verona è per le centrali nucleari, per l'impunità del presidente del consiglio, per dare l'acqua ai privati.
Da alcuni giorni la stampa quotidiana e settimanale racconta di amici e parenti di uomini politici della Lega veronese favoriti con sistemazioni in Enti pubblici.
L'elenco comincia ad essere lungo( ne abbiamo parlato anche noi) e si aggiungono sempre nuovi casi.
Si racconta della moglie di Tosi promossa fulmineamente da impiegata a dirigente con stipendio triplicato in Regione dove suo marito era assessore. Parlano del presidente leghista della azienda trasporti veronese, Soardi, rinviato a giudizio (con la moglie) per uso allegro e disinvolto di soldi pubblici.
Senza muoversi dalla sua poltrona di presidente, o dal suo seggio di sindaco di Sommacampagna, presentava al rimborso, tra l'altro, pacchetti di scontrini di cappuccini mai bevuti nei bar di piazza Erbe, scontrino procuratigli da un compiacente gestore . Quando si dice lo stile.
Si è dimesso da presidente dell'azienda trasporti ma resta sindaco del suo paese.
Parlano del deputato leghista Bragantini al quale un provvido emendamento al piano casa della regione consente l'ampliamento di un condominio di proprietà del padre.
Parlano di un presidente leghista di un ente pubblico veronese che, in occasione di ricorrenze, fa comprare regali per i dipendenti, per decine di migliaia di euro, nel negozio della moglie. Parlano della sindaca leghista di San Stefano di Zimella che si trova sequestrati dalla magistratura due appartamenti e la macchina nuova comperati con i soldi delle tangenti che il padre, pure lui notabile leghista e dipendente dell'ufficio dogana, intascava dagli industriali della concia.
Parlano di amici e parenti assunti in altre aziende pubbliche dirette sempre da leghisti.
Saremo costretti a rimpiangere il leghista duro e puro Flego, quello che in consiglio comunale diceva che i gay bisogna farli capponi?
La consigliera Cametti di AN presidente della commissione cultura del consiglio comunale, una ne fa e cento ne pensa. Non passa settimana che una sua proposta non abbia l'onore di uno spazio con titolo accattivante su “L'Arena”.
L'ultima: la costituzione della associazione ”Qui e adesso” “Cervelloni in pista per la città futura”.
Questo il titolo dell'articolo.
Il compito: “..il progetto muove dalla necessità di difendere, serbare e se possibile valorizzare il patrimonio immenso lasciato da secoli di civiltà elevatissima” e segue un lungo elenco di nomi alcuni, pochissimi, noti per i più vari motivi, ma, i più, sconosciuti.
Una docente universitaria , alcuni commercialisti, consulenti finanziari, alcuni bancari, un assicuratore, i consoli onorari di Olanda e Ungheria, avvocati...
Non c'e nessuno della Letteraria, della Accademia, della biblioteca comunale, della biblioteca Capitolare, dei Musei....
Penso siano tutte brave e volenterose persone; non c'è alcun dubbio, ma non riesco a capire cosa dovranno e potranno fare. Penso non lo sappiano neppure loro.
La mia impressione è che tra poco comincerà un fuggi fuggi generale e ognuno di loro tornerà a fare quello che ha sempre fatto.
E poi a Verona non c'è un assessorato alla cultura che, quello si, ha il compito istituzionale di coordinare per quanto possibile quanti in città si occupano non solo di eventi culturali ma soprattutto di conservazione, valorizzazione e diffusione del nostro patrimonio culturale e di coordinare coloro che agiscono in tale settore?
Qualcuno sostiene che alla base di questa stralunata iniziativa ci sia una insofferenza reciproca tra la presidente della commissione cultura del consiglio comunale Lucia Cametti e l'assessore alla cultura Erminia Perbellini. Sarà; ma intanto vanno alla grande solo sagre paesane e simili.
Ho detto all'inizio che la Cametti una ne fa e cento ne pensa ma sarebbe più giusto dire che cento ne fa e, quando va bene, una ne pensa.
E' stato nominato il nuovo presidente dell' Esu, l' Ente regionale per il diritto allo studio, un certo Francullo.
Sentite come lo descrive “L'Arena” : cresciuto politicamente nel centro destra area Alleanza nazionale poi passato anche alla Lega, fedelissimo anche dei fratelli Giorgetti, amico anche dell'area Brancher, molto vicino anche al sindaco Tosi, che a sua volta è anche vicino al rettore Mazzucco”.
Non ci sono parole.
Giorgio Bragaja
i precedenti interventi e altro si possono trovare su: giorgiobragaja.blogspot. com
e sul sito di Radio Popolare Verona
Il sindaco Tosi ha dichiarato che il 12 e il 13 di questo mese non andrà a votare per i referendum.
Chi andrà a votare e voterà a favore dei quesiti referendari, facendo abrogare alcune leggi in vigore, deciderà che l'acqua resta pubblica, cioè un bene comune, che le centrali nucleari non si faranno, che Silvio Berlusconi, di fronte alla legge, è un cittadino come tutti gli altri e dovrà presentarsi ai processi che lo riguardano.
Il voto, si dice, è un “diritto-dovere”.
Quando, dopo la caduta del regime fascista, si stabilirono le modalità per le elezioni politiche e amministrative e per i referendum ci fu chi propose di declinarle più sul “dovere” rendendo in qualche modo obbligatorio l'esercizio del voto. Non fu così e perciò si è liberi di non votare.
Perché i referendum siano validi occorre che i votanti siano più del 50% degli aventi diritto. Uno di meno e il referendum salta.
Quindi chi non va a votare, nel caso in questione, contribuisce a rendere nulla la consultazione ed è come dicesse no ai quesiti referendari e le leggi che consentono di costruire le centrali nucleari, che danno l'acqua ai privati e che consentono a Berlusconi di non essere processato continueranno ad essere in vigore.
Dunque, stando così le cose, il sindaco di Verona è per le centrali nucleari, per l'impunità del presidente del consiglio, per dare l'acqua ai privati.
Da alcuni giorni la stampa quotidiana e settimanale racconta di amici e parenti di uomini politici della Lega veronese favoriti con sistemazioni in Enti pubblici.
L'elenco comincia ad essere lungo( ne abbiamo parlato anche noi) e si aggiungono sempre nuovi casi.
Si racconta della moglie di Tosi promossa fulmineamente da impiegata a dirigente con stipendio triplicato in Regione dove suo marito era assessore. Parlano del presidente leghista della azienda trasporti veronese, Soardi, rinviato a giudizio (con la moglie) per uso allegro e disinvolto di soldi pubblici.
Senza muoversi dalla sua poltrona di presidente, o dal suo seggio di sindaco di Sommacampagna, presentava al rimborso, tra l'altro, pacchetti di scontrini di cappuccini mai bevuti nei bar di piazza Erbe, scontrino procuratigli da un compiacente gestore . Quando si dice lo stile.
Si è dimesso da presidente dell'azienda trasporti ma resta sindaco del suo paese.
Parlano del deputato leghista Bragantini al quale un provvido emendamento al piano casa della regione consente l'ampliamento di un condominio di proprietà del padre.
Parlano di un presidente leghista di un ente pubblico veronese che, in occasione di ricorrenze, fa comprare regali per i dipendenti, per decine di migliaia di euro, nel negozio della moglie. Parlano della sindaca leghista di San Stefano di Zimella che si trova sequestrati dalla magistratura due appartamenti e la macchina nuova comperati con i soldi delle tangenti che il padre, pure lui notabile leghista e dipendente dell'ufficio dogana, intascava dagli industriali della concia.
Parlano di amici e parenti assunti in altre aziende pubbliche dirette sempre da leghisti.
Saremo costretti a rimpiangere il leghista duro e puro Flego, quello che in consiglio comunale diceva che i gay bisogna farli capponi?
La consigliera Cametti di AN presidente della commissione cultura del consiglio comunale, una ne fa e cento ne pensa. Non passa settimana che una sua proposta non abbia l'onore di uno spazio con titolo accattivante su “L'Arena”.
L'ultima: la costituzione della associazione ”Qui e adesso” “Cervelloni in pista per la città futura”.
Questo il titolo dell'articolo.
Il compito: “..il progetto muove dalla necessità di difendere, serbare e se possibile valorizzare il patrimonio immenso lasciato da secoli di civiltà elevatissima” e segue un lungo elenco di nomi alcuni, pochissimi, noti per i più vari motivi, ma, i più, sconosciuti.
Una docente universitaria , alcuni commercialisti, consulenti finanziari, alcuni bancari, un assicuratore, i consoli onorari di Olanda e Ungheria, avvocati...
Non c'e nessuno della Letteraria, della Accademia, della biblioteca comunale, della biblioteca Capitolare, dei Musei....
Penso siano tutte brave e volenterose persone; non c'è alcun dubbio, ma non riesco a capire cosa dovranno e potranno fare. Penso non lo sappiano neppure loro.
La mia impressione è che tra poco comincerà un fuggi fuggi generale e ognuno di loro tornerà a fare quello che ha sempre fatto.
E poi a Verona non c'è un assessorato alla cultura che, quello si, ha il compito istituzionale di coordinare per quanto possibile quanti in città si occupano non solo di eventi culturali ma soprattutto di conservazione, valorizzazione e diffusione del nostro patrimonio culturale e di coordinare coloro che agiscono in tale settore?
Qualcuno sostiene che alla base di questa stralunata iniziativa ci sia una insofferenza reciproca tra la presidente della commissione cultura del consiglio comunale Lucia Cametti e l'assessore alla cultura Erminia Perbellini. Sarà; ma intanto vanno alla grande solo sagre paesane e simili.
Ho detto all'inizio che la Cametti una ne fa e cento ne pensa ma sarebbe più giusto dire che cento ne fa e, quando va bene, una ne pensa.
E' stato nominato il nuovo presidente dell' Esu, l' Ente regionale per il diritto allo studio, un certo Francullo.
Sentite come lo descrive “L'Arena” : cresciuto politicamente nel centro destra area Alleanza nazionale poi passato anche alla Lega, fedelissimo anche dei fratelli Giorgetti, amico anche dell'area Brancher, molto vicino anche al sindaco Tosi, che a sua volta è anche vicino al rettore Mazzucco”.
Non ci sono parole.
Giorgio Bragaja
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