18 febbraio 2011

a radiopop 18-2-2011 il traforo sarà più bello, Tosi in tv, il Parco Star e altro

In Consiglio comunale prosegue la discussione sul progetto di traforo sotto le Torricelle.
Progetto che, da sempre, ha visto la decisa opposizione di un comitato di cittadini e di tutti i gruppi consiliari non di maggioranza.
Questi ultimi avevano presentato poco meno di un migliaio di emendamenti cioè proposte modificative del progetto.
Il numero esorbitante era la chiara indicazione di una volontà non tanto di”migliorare” una cosa in sé non migliorabile data la assolutezza negativa dell'impianto generale, cioè dell'idea stessa di traforo sotto le colline, ritenuto devastante, inutile, con costi insostenibili e, dunque, ripeto, inemendabile, ma la volontà era, o pareva essere, quella di usare tutti i mezzi per impedirne la realizzazione.

Ora non più. I gruppi consiliari di opposizione (meno i consiglieri Perini e De Robertis) hanno acconsentito a ritirare quasi tutti i loro emendamenti, e cioè ad accelerare i tempi della discussione e arrivare senza intoppi alla approvazione dell'intero progetto,( fermo restando il loro scontato voto contrario) se verranno accolte alcune richieste di modifiche.

Le modifiche richieste sono, in linea di massima, queste:
l'attraversamento dell'Adige all'altezza di Parona non con un ponte ma in galleria e il successivo proseguimento del tracciato in trincea fino al casello autostradale d Verona Nord, la formulazione di un protocollo a favore degli espropriandi, di anticipare la costruzione di una rampa di accesso per l' immissione in galleria per chi proviene dalla Valpantena, di modificare la bozza di convenzione sia per le tariffe al parcheggio scambiatore del Saval che della foresteria e altre per ridurre l'impatto ambientale. In tutto 16 punti.

I due consiglieri che non sono d'accordo con i loro colleghi di opposizione affermano: “... questo atteggiamento- cioè il ritiro degli emendamenti- sarebbe comunque un modo di avallare la logica del Traforo che è un errore gravissimo anche dal punto di vista urbanistico generale”.
Critici su questo accordo sono anche i Verdi, Rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà, Ulivo per Verona e Pdci.

E hanno ragione e io spero che, come consente il regolamento, i due consiglieri facciano propri tutti gli emendamenti ritirati in modo che la discussione possa proseguire normalmente e, in accordo con il Comitato (a proposito: è un po' che non si sente) mettano in conto alcune iniziative perché può anche aver ragione il consigliere Tisato (Verona civica) quando dice”...il treno è partito e con i numeri che abbiamo, 14 contro 33sarebbe fantasia pensare di bloccarlo”. Però...
Però la fantasia, proprio perché è la fantasia, a volte può aiutare e io andrei cauto nel consolarmi, come fa la consigliera Salemi (Pd), che dice “...l'accordo dà ragione al ruolo di controllo della opposizione”. Si? Sicura?
Nella mia non breve esperienza ho visto, per esempio, tali e tante modifiche progettuali in corso d'opera che non stanno né in cielo né in terra; altro che controlli.
Quando una grande opera è in via di realizzazione chi sta costruendo ha il coltello sempre dalla parte del manico.

A proposito: nei 16 punti ce n'è almeno uno che impegni a non costruire, appunto in corso d'opera, uscite intermedie che renderebbero il traforo ancor più devastante? Uscite intermedie che, dai gestori, saranno, di sicuro, ritenute indispensabili per la sostenibilità funzionale ed economica dell'opera e, allora, chi li fermerà? Non basterà certo un protocollo a favore degli espropriandi.


D'Arienzo, il capogruppo Pd in Provincia ha detto chi li critica è in malafede. Perché?

Tosi, il sindaco Tosi, l'altra sera era in TV a”otto e mezzo” e parlavano della manifestazione del 13 e delle donne che v i avevano partecipato e dei loro giudizi sulla vicenda Ruby-Berlusconi.
Tosi in buona sostanza ha detto che non capiva perché le donne della manifestazione criticassero Berlusconi dato che nel '68 erano proprio loro che predicavano la libertà sessuale confondendo, Tosi come il suo Silvio , libertà con qualcos'altro.

Era da solo senza il suo fido capoufficio stampa Bolis ad ammaestrarlo e ha fatto una pessima figura ma del resto non è del tutto colpa sua dato che anche una buona parte della sinistra, in vena di pentimenti, ha spesso contribuito a ricostruire una storia del '68 in chiave stupidamente negativa.

Parco Star.
Nel novembre del 2009, cioè circa un anno e mezzo fa, da radio popolare, facevo alcune considerazioni sul parco scientifico Star istituito nel 2001 a Verona per promuovere la ricerca e la nascita di nuove realtà produttive e dicevo che non era servito a niente

E infatti gli Enti costituenti: Comune, Provincia, Associazioni degli imprenditori, Università, Camera di commercio, Consorzio Zai, Veneto innovazione che ci avevano messo soldi, decisero di smantellarlo per manifesta inutilità.

I suoi gemelli si chiamavano Parco Vega a Venezia e Parco Galileo a Padova e, più o meno bene, funzionavano, quello di Verona no. Si ridusse a mangiare un bel po' di soldi per stipendi ai direttori ai presidenti e ai consiglieri di amministrazione spesso nominati perché amici degli amici.
Il presidente, un leghista senza competenze, spaesato ma stipendiato.

Il rettore dell'Università disse:”E' un carrozzone”.
Il presidente di “Veneto innovazione” lo corresse:”No è una carrozzina, un pasticciaccio tutto veronese... i veronesi pensavano di giocare a monopoli”.
Ma non lo sciolsero. Come si faceva a mandare a casa tanti amici?

Una settimana fa l'assemblea convocata dal presidente, convocata per chiedere ai soci un nuovo milione di euro, è andata deserta.
Questa vicenda fa il paio con quella del Polo Finanziario defunto due anni fa, con i grattacieli di Verona sud scomparsi l'altro giorno, con il risiko dell'utilizzo dei grandi contenitori: un museo qui, un ristorante lì, il museo della lirica con i costumi impolverati dei cantanti là sotto, i fossili qui sopra, il papà del gnoco li vicino, l'arte moderna vedremo...( l'Arsenale ne è l'esempio più clamoroso).
E' la politica del dire.


giorgiobragaja.blogspot.com

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