13 maggio 2010

intervento a radiopop 13-5-2010 crisi non per tutti, ancora sulla Bra...

Pare che la crisi finanziaria possa essere superata senza gravi danni. Così dicono.
Le Borse sono precipitate e poi, con fasi alterne, hanno iniziato una faticosa e incerta ripresa.
Ne parlo perché questi fatti riguardano tutti, anche i veronesi, e perché mi pare che un aspetto della vicenda sia stato messo un po' in disparte.

Le società internazionali di valutazione economico-finanziaria (società di rating) sono state le protagoniste di questa ultima settimana. Con le loro valutazioni hanno contribuito a l' ascesa o al crollo di titoli di Borsa e di economie di singoli Paesi.

Banche, banchieri e annessi hanno fatto colossali affari : hanno rastrellato pacchi di obbligazioni a prezzi stracciati e ora possono passare all'incasso rivendendo titoli e opzioni alla Banca centrale europea.

Dunque durante la stessa settimana c'è chi ha guadagnato una barca di soldi. Persone, non entità astratte (che in economia non esistono) perché si tratta di soldi e dietro ai soldi non ci sono nuvole ma persone.
Altre persone ci hanno rimesso o ci rimetteranno e mentre di queste sappiamo esattamente tutto, chi sono, cosa fanno ( lavoratori, pensionati ecc..) delle prime, quelle che intascano e intascheranno, non si saprà nulla. Protette da un segreto che al confronto quello della confessione impallidisce.

Piazza Bra.

Le valutazioni che si fanno e si faranno su un determinato periodo storico, non necessariamente riferito a secoli ma anche soltanto a qualche decennio, si basano non solo su l'analisi di grandi eventi o decisioni e a perimetri geografici vasti, ma anche , e spesso con più profitto per quel che riguarda la loro comprensione, su fatti minori e su comunità ristrette.

In Bra, tutti lo abbiamo visto e lo vediamo, continua il barbaro scempio tollerato e voluto dai nostri amministratori.

Gommose piscine, gare di auto con forme di formaggio al posto delle ruote, mercati gastronomici che con l'occasione smerciano fondi di magazzino, cartelloni pubblicitari invadenti, scenografie areniane enormi in pianta stabile, fontana-regalo, piastre, targhe, opere di improbabili artisti e via deturpando. E tra poco il monumento al Muro, anzi no non al muro dice l'assessore Polato, chi l'ha mai detto io no, alla pace, forse, vedremo, gli artisti stanno lavorando. Quali artisti? Manzù, Michelangelo, Giacometti, Canova, Moore?

Giorni fa altri interventi. Inaugurato dall'assessore Corsi, travestito da birraio bavarese, un enorme tendone che nascondeva sia l'arena che palazzo Barbieri con relativi annessi: teutonico albero della cuccagna, pisciatoi post- birra e lavandini sotto al monumento agli Alpini.

Con una bella lettera a”L'Arena” un signore di antica casata che si definisce, con felice locuzione, “veronese vecchio e vecchio veronese” e che, penso, non sia un sovversivo, fa, con ferma gentilezza, alcune considerazioni.

Per cominciare mette il dito nella piaga ricordando che ” al MART , il museo di arte moderna di Rovereto, c'è una mostra permanente dei quadri di un nostro concittadino spinto ad esporre degnamente le opere di arte contemporanea sagacemente raccolte in una vita, in una sede prestigiosa e di richiamo, che a Verona non esiste.”
Il riferimento è alla raccolta Ferro che l'imprenditore veronese, qualche anno fa, affidò a Rovereto e non a Verona. Uno schiaffo, meritato, all'insipienza dei nostri amministratori.

La lettera continua elencando quello che di bello e utile sul piano culturale fanno altre città, anche se più piccole, a noi vicine. E aggiunge: “ Così Verona è ostaggio, da un lato della mancanza di idee dei padri coscritti e dall'altro, e di conseguenza, della tiratissima propensione alla spesa culturale delle imprese: un vicolo cieco, che paralizza e ci fa scadere nel trastullo per torme di visitatori prive di interessi, oltre al cibo e ai souvenir ”.

La lettera conclude augurandosi che alcune associazioni importanti, Industriali, Commercianti, Fiera.. “ finanziariamente provviste possano per una volta pensare al denaro non come ad un fine, ma ad un mezzo, da destinare al rilancio della vita culturale cittadina, lontano da fumosi interessi e intrecci di bottega “.

Mi ero sbagliato: questo “veronese vecchio e vecchio veronese” è un pericoloso sovversivo.

Nella stessa pagina con un altra lettera una signora, che è stata presidente della Circoscrizione centro storico nella passata amministrazione, dopo aver anche lei criticato gli interventi in Bra, scrive: “Bene ha fatto la Sovrintendenza a non concedere il benestare all'impianto di tendoni, bagni chimici e lavandini “.

Io però i bagni chimici, i lavandini e il tendone li ho ben visti.

Il fatto è che il divieto della Sovrintendenza è arrivato dopo, quando Tosi aveva già fatto quel che voleva fare, perché il Sovrintendente ha detto che cinque giorni, tanti ne aveva per esaminare la pratica presentata in ritardo, non gli sono bastati per dare il parere in tempo utile.
In cinque giorni si riesce, volendo, a esaminare il disegno di un tendone. L'impressione che se ne può ricavare è che non si sia voluto.
E Tosi, che definisce “quattro sassi” i reperti archeologici, ha capito l'antifona e si sentirà autorizzato a pensare che basterà presentare le richieste con qualche giorno di ritardo e si potrà fare tutto.


Per concludere: quando, in un futuro diverso da questo presente, vorranno dare una valutazione, un giudizio, su questo periodo a Verona, e riandranno, come in un film, a rivedere e risentire, tra le altre cose, l'assessore birraio Corsi, l'assessore Polato, quello del “muro si, muro no”, l'assessore “alle pari opportunità” Di Dio che però ha precisato: pari opportunità per gli uomini perché le donne di opportunità ne hanno anche troppe, il sindaco Tosi e soci con relative ordinanze securitarie, le foto di piazza Bra, il traforo delle Torricelle, il Motorcity, i leghisti in costume che, per le strade della città, sparacchiano contro “Liberté, Egalité, Fraternité”.. si chiederanno, increduli, come tutto ciò sia stato possibile.

Giorgio Bragaja

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