22 gennaio 2010

La Guardia di Finanza di Verona ha comunicato che, nell'ultimo anno, gli evasori nella nostra provincia sono aumentati del 133% e aggiunge che i cittadini sono poco collaborativi, non aiutano un granché i finanzieri nel loro lavoro.
Cerchiamo di capire meglio.
Gli elenchi dei contribuenti di tutta Italia, con le loro dichiarazioni, sono stati visibili su Internet solo per poche ore il 30 Aprile del 2008. Subito è intervenuto il Garante della privacy e tutto è ripiombato nel buio.
Oggi per un privato cittadino italiano è praticamente impossibile conoscere i redditi dichiarati dai suoi concittadini mentre altrove, come per altre cose, è diverso.
Da noi sono consultabili solo quelli dei pubblici amministratori. A Verona solo con l'Amministrazione Gozzi, e con fatica, riuscimmo a far passare questa norma.
Questo per quel che riguarda l'elenco dei contribuenti cioè di coloro che le tasse le pagano.
Siamo invece nel buio più buio per quel che riguarda l'elenco degli evasori accertati di coloro, cioè, che le tasse non le pagano. Non pagare le tasse è un reato.
Se il signor X, soprattutto se extracomunitario, ruba una saponetta al supermercato (è successo la settimana scorsa) viene individuato sui media con nome, cognome, età, nazionalità e, se pur italiano ma meridionale, spesso anche con la regione di provenienza.
L'evasore no. Eppure il ladro di saponette oltre al reato di furto di saponette non commette altri reati, perché non ruba il posto all'asilo nido al figlio di un non-evasore o il posto nella graduatoria per le case pubbliche ad un suo concittadino non-evasore ecc. ecc. L'evasore si, commette altri reati.
Ho chiesto più volte che la Guardia di Finanza (il Ministero) pubblicasse l'elenco degli evasori. Ho avuto solo l'impegno di un controllo incrociato tra il Comune e la Guardia di Finanza per evitare il più possibile ingiustizie e non è poco.
Mi faccio una domanda: grandi giornali con i loro inviati e la TV con inchieste, sfidando i vari Garanti per la privacy, riescono a penetrare nei segreti di Enti, Società, blindatissimi, riescono a captare telefonate, colloqui privatissimi, né FBI, né Ministeri, né Villa Certosa sono stati impenetrabili. Solo gli elenchi degli evasori fiscali sono irraggiungibili? E' proprio così?
Non è una istigazione, un invito a delinquere, è solo una domanda.
Però se i cittadini non vedono, nero su bianco, così come succede per il ladro di saponette, l'elenco dei contribuenti o, meglio ancora, l'elenco degli evasori, avranno poca voglia di essere leali con il fisco come chiede la Guardia di Finanza di Verona.
Parliamo di Ca' del Bue, il grande impianto per il trattamento dei rifiuti che si sta sempre più confermando come un opera inutile e dannosa e sempre più costosa e, quando funziona, funziona male.
E' nata male alcuni decenni fa. Cominciò con le speculazioni sui terreni individuati per costruirvi l'impianto. Zone incolte diventavano improvvisamente luoghi di colture pregiate per aumentarne il valore e dunque il ricavo per gli indennizzi richiesti per l'esproprio dai proprietari con l'appoggio di una nota e potente organizzazione sindacale dei coltivatori.
In Consiglio Regionale, appena iniziarono i lavori per Ca del Bue, avanzai il dubbio che la zona individuata potesse essere a rischio per esondazioni dell'Adige. Fui accusato di allarmismo e disfattismo.
Interessai i dirigenti del Civico Museo di Storia naturale della nostra città i quali mi confermarono che, effettivamente, da sempre, quelle erano aree di esondazione.
Riproposi l'argomento in Regione e, di nuovo, fui accusato di irresponsabilità.
Però, miracolosamente, dopo un paio di mesi, la base dell'impianto, appena cominciata, fu innalzata, su pilotis di cemento armato, per ben cinque metri sul piano campagna. I cittadini dei quartieri e dei comuni vicini protestano per l'inquinamento dell'aria prodotto dall'impianto.
Penso abbiano ragione perché quell'impianto, in fondo, non è che un inceneritore.
Un nota comica, ma non tanto.
Al confine tra la provincia di Verona e quella di Mantova vogliono costruire un grande autodromo (già approvato purtroppo) il più grande e il più ricco d'Europa, quattro milioni di metri quadrati con alberghi, piscine, centri commerciali, autostrade di raccordo...
Il Presidente della Provincia di Mantova è disperato, teme anche, e a ragione, infiltrazioni mafiose.
Ebbene l'assessore al traffico del Comune di Verona, il leghista Corsi, rivolgendosi al comitato di cittadini contro il traforo delle Torricelle, che è un altra cosa, ha detto. “Invece di protestare contro un opera utile come il traforo perché non protestate contro l'autodromo?”.
Ragioniamo. Corsi è un amministratore al massimo livello della Lega e la Lega, che governa i Comuni interessati all'autodromo, che governa la Provincia, che governa la Regione, che governa l'Italia ha detto si all'autodromo e Corsi rimprovera le associazioni ambientaliste che, detto per inciso, contro l'autodromo hanno addirittura presentato ricorso.
Non ho parole.
Concludo con i contributi per la sistemazione della chiesa dei Santi Apostoli la bellissima chiesa antica in corso Cavour lesionata per i lavori del parcheggio sotterraneo nella piazzetta adiacente.
Con una sottoscrizione la parrocchia ha raccolto finora circa 400.000 buona parte dei quali versati dal Comune, cioè da noi.
Perché dobbiamo pagare noi e non la ditta che ha provocato il danno? Forse perché la ditta è la stessa che vuole fare il traforo?
I consiglieri di opposizione in Consiglio Comunale potrebbero presentare questa interrogazione al sindaco?

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